Formazione "il FIGLIO dell'UOMO" ARGOMENTO dalla STAMPA QUOTIDIANA

FORMAZIONE

il FIGLIO dell'UOMO

ONLUS - ASSOCIAZIONE CATTOLICA

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2009 dal 5 al 12 Aprile

8a SETTIMANA MONDIALE della Diffusione in Rete Internet nel MONDO de

" i Quattro VANGELI " della CHIESA CATTOLICA , Matteo, Marco, Luca, Giovanni, testi a lettura affiancata scarica i file cliccando sopra Italiano-Latino Italiano-Inglese Italiano-Spagnolo

L'ARGOMENTO DI OGGI

Aderite all"

ORDINE LAICO dei " CAVALIERI del FIGLIO dell'UOMO" per VIVERE il VANGELO, Diventate CAVALIERI del FIGLIO dell'UOMO vivendo la Vostra VITA in FAMIGLIA e sul LAVORO secondo VIA, VERITA' VITA

dai GIORNALI di OGGI

L'ALITALIA

deve essere SALVATA

per l'interesse degli ITALIANI

Ingegneria Impianti Industriali

Elettrici Antinvendio

ST

DG

Studio Tecnico

Dalessandro Giacomo

SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE

                                         

 

 

L'ARGOMENTO DI OGGI

 

Ma i sindacati autonomi, di chi stanno facendo il gioco in questo momento?

L'Alitalia, la BAD COMPANY va sempre più in rosso.

Con gli attuali scioperi si accentua la rottura tra i Sindacati Autonomi ed il Paese, mentre avrebbe dovuto essere rinsaldato.

L'ITALIA non vuol pagare ancora di più lo scempio che si sta facendo dell ALITALIA.

Forse queste agitazioni andavano fatte con la nuova Compagnia, che ancora non si sa come comprerà il mercato: 100 Mln di euro per un capitale di oltre 5000 Mln di Euro, compreso quello che nessuno considera che è il Back-Ground professionale dei Piloti, Assistenti e Lavoratori di Terra, e l'Organizzazione Alitalia:

La mancanza di tutto cio, la non esperienza, la miopia di lasciare a casa Personale altamente Formato negli anni. Costerà caro alla CAI.

Gli scioperanti stanno invece facendo il gioco della Compagnia e del Governo, che diversamente non saprebbero forse come fare per garantire il trasporto nazionale nello sfascio e nella disorganizzazione del trapasso fra la vecchia e la nuova compagnia. Infatti i viaggiatori stanno scivolando verso le bracce aperte di AIRONE ed altre compagnie.

La miopia e l'arroganza del potere di CAI:

Con l'ipotesi di accordo prima della rottura con i Sindacati Autonomi, la CAI rinunciava ad oltre 5000 lavoratori altamente specializzati, quali Piloti, Hostes, personale di Terra.

Secondo voi questo personale non fa gola alle Compagnie Straniere che vorrebbero invadere il mercato Italiano, come sta già facendo la Luftansa, vedi l'articolo del Corriere Economia ?

Oggi CAI ci riprova presentando nella Proposta di Acquisto qualcosa di diverso rispetto all'Accordo di Settembre. Di fronte al non accordo con i Sindacati Autonomi, i più rappresentativi dell'Alitalia, vorrebbe intrapprendere la linea dura minacciando di assumere piloti della RAYAN AIR, non pensando, da cattivo imprenditore, ai costi per la Formazione di Piloti ed alla reazione della concorrenza.

Infatti Ryanair (Michael O'Leary, 4 Novembre 2008) dichiara:

"Potremmo assumere i piloti della compagnia ( quelli di cui la Nuova Alitalia, CAI, vorrebbe lasciare a casa) ".

Poi non capiamo come si faccia ancora a dare credibilità alla CAI, svendendo l'ALITALIA per un piatto di lenticchie:

Per attrezzature AirFrance stima 2188 Mln di Euro, Alitalia circa 22 Mln di Euro, mentre in percentuale dovrebbero essere circa 621 Mln di Euro, quindi 599 Mln di Euro in meno. In totale sono 2117 Mln di Euro in meno del valore in Aerei ed impianti.

D'altra parte se facciamo il confronto con Lufthansa stima un parco veicoli di 513 Aerei, un valore relativo di 8380 Mln di Euro, si ha un costo di 16,33 Mln di Euro per Aereo, quindi una differenza in più di 4,88 Mln di euro per Aereo rispetto da Alitalia, con un valore globale che dovrebbe essere per Alitalia di 2826 Mln di Euro. La differenza è di 844 Mln di Euro. Facendo il confronto con gli impianti, Lufthansa dichiara un valore di 1773 Mld di Euro, che in proporzione dovrebbero essere 597,9 Mln di Euro, con una differenza di 575 Mln di Euro. In totale nel confronto con Lufthansa, Alitalia è stimata 1419 Mld di Euro in meno.

Sarebbe bene che qualcuno titolato indagasse sul valore dato agli Aerei ed impianti dell'ALITALIA, nei fatti favorendo la CAI.

Per. Ind. Giacomo Dalessandro

Precipita la situazione alitalia : 31-10-2008 - Più sotto trovate gli articoli completi di cui ai titoli

L'accordo CAI-SINDACATI CONFEDERALI ( Né dei PILOTI ed HOSTES)

IL LODO LETTA (IPOTESI DI ACCORDO)

CORRIERE della SERA

per l'articolo completo vai al sito

http://www.corriere.it

2008-10-31

Via libera da Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Ma 5 sigle non ci stanno: "accordo stravolto"

Alitalia, hostess e piloti non firmano

Cai si tira indietro: "Nessuna offerta"

REPUBBLICA

per l'articolo completo vai al sito

http://www.repubblica.it/

2008-10-31

Cgil, Cisl, Uil e Ugl firmano il protocollo d'intesa proposto da Letta

Ma piloti (Anpa, Up) e assistenti di volo (Avia, Sdl) dicono di no

L'UNITA'

per l'articolo completo vai al sito

http://www.unita.it

2008-10-31

Alitalia, no di piloti e assistenti Cai ritira offerta alitalia

il SOLE 24 ORE

per l'articolo completo vai al sito

http://www.ilsole24ore.com

2008-10-31

Cai offre a Fantozzi 350 milioni

Alitalia: no da piloti e steward. Cai non presenta l'offerta

31 ottobre 2008

Alitalia: no da piloti e steward. Cai non presenta l'offerta

Più sotto trovate la raccolta degli avvenimenti dalla stampa.

AD OGGI L'ALITALIA SVENDUTA PER UN PIATTO DI LENTICCHIE:

100 Mln di Euro dell'offerta CAI

( GLI ALTRI 250 Mln dal Bilancio della Futura Compagnia )

E' ASSURDO !

 

Questa è la nostra analisi prima della conclusione:

ALITALIA

A leggere il Bilancio Alitalia del 2007 risulta un disavanzo fra entrate e spese di 310.381.000,00

Euro, mentre nel 2006 era stato di 466.522.000,00 Euro, quindi con una riduzione di deficit di 1/3 e cioè di 156.141..000,00 Euro. Il disavanzo 2007 è pari al 6,40% dei ricavi, ovvero il 6,02% delle spese

(Tabella 1).

TABELLA 1 - SINTESI BILANCIO ALITALIA - CONFRONTO ANNI 2006-2007

TOTALE RICAVI migliaia di Euro

DETTAGLIO RICAVI migliaia di Euro

Anno-%

2006

%

2007

%

Anno-%

2006

%

2007

%

Ricavi da Traffico

4354148

89,83

Ricavi dal traffico

4373305

4847075

Ricavi Passeggeri

3725565

78,86

0,00

Ricavi Merci

510627

10,81

0,00

Ricavi Posta

12824

0,27

0,00

Ricavi Altri

124289

2,63

492927

10,17

TOTALE

4373305

92,57

4847075

100,00

Altri Ricavi Operativi

351048

Altri ricavi operativi

351048

7,43

0,00

TOTALE GENERALE RICAVI

4724353

100,00

4847075

100,00

Incremento Ricavi 2007/2006

122722

2,60

Totale Ricavi

4724353

4847075

Saldo Ricavi-Spese

-466522

-310381

Differenza saldo 2006-2007 =

156141

Saldo/ Ricavi

-9,87

%

-6,40

%

-3,47

%

 

Qualsiasi famiglia di 4 persone, gestita da una buona massaia, di fronte ad un bilancio familiare di

1500,00 Euro al mese fa i salti mortali per pareggiare le spese all'introito del salario, anche se in realtà avrebbe bisogno di un salario superiore di oltre il 50% se non il doppio.

Signori miei, di fronte allo sfascio dei dirigenti che hanno portato l'Alitalia al disastro economico (asseriamo per inciso che la stragrande maggioranza degli altri dirigenti sono invece molto professionali), sostituiamoli con delle buone massaie e risolveremo una volta per tutte il problema dell'Alitalia.

Ma è mai possibile che si debba dichiarare fallita una società con un disavanzo di appena il 6,40% dei ricavi, ovvero 6,02% delle spese?

Se valutiamo le spese del 2007 (Tabella 2) risulta che :

  • al 1° posto ci sono quelle relative ai Servizi pari a 2.695.250.000,00 Euro, 52,26
  • al 2° % posto vengono quelle relative ai costi del Carburante, pari a 1.090.325.000,00 Euro, 21,14%
  • al 3° posto successivamente quelle relative al personale pari a 852122.000,00 Euro, 16,52% .

TABELLA 2 - SINTESI BILANCIO ALITALIA - CONFRONTO ANNI 2006-2007

TOTALE SPESE migliaia di Euro x1000

DETTAGLIO CONSUMI migliaia di Euro x1000

Anno-%

2006

%

2007

%

Anno-%

2006

%

2007

%

Consumi

Totale Consumi

1065765

20,53

1090325

21,14

Carburante

1012691

19,51

0,00

Altri

53074

1,02

0,00

Dec.Spese Servizi(1)

-51242

-0,99

0,00

Totale

1065765

20,53

1090325

21,14

Spese Servizi Vendita

615265

11,85

0,00

Spese Traffico Scalo

970720

18,70

0,00

Spese Manut.. Flotta

453075

8,73

0,00

Spese Altre Prestazioni

403526

7,77

0,00

Noleggi, Loc. Fitti

341464

6,58

0,00

Totale Servizi

2784050

53,63

2695250

52,26

Costi Personale

739086

14,24

852122

16,52

Ammortam. e Svalutaz.

510142

9,83

387087

7,51

Altre Spese Operative

143074

2,76

132672

2,57

5190875

100,00

5157456

100,00

(!) Diversità fra dati Bilancio dati trovati ad aprile ed oggi

Decremento Spese 2006-2007

33419

0,64

Orbene sembra invece che il problema sia solo quello del costo del lavoro.

Basta invece una minima oculatezza nel controllo delle spese per conseguire un utile nel 2009 di 363.662.000,00 Euro ed un saldo attivo di 53281.000,00 Euro.

Infatti con una accorta politica di acquisto, gestione, risparmi, si possono conseguire i seguenti risparmi:
- Carburante, con il 5% di risparmio su 1.090.325.000,00 Euro, si risparmierebbero 54.516.000,00 Euro

(Tabella 3)

TABELLA 3 - RIDUZIONE DI SPESA

CARBURANTE E SERVIZI

RISPARMIO CARBURANTE

Euro x1000

RISPARMIO SERVIZI

Euro x1000

Costo Carburante

Risparmio Carburante

Risparmio %

Costo Servizi

Risparmio Servizi

Risparmio %

1090325

54516

5

2784050

139203

5

- Servizi, con il 5% di risparmio su 2.695.250.000,00 Euro, si risparmierebbero 139.203.000,00 Euro

(Tabella 3A)

TABELLA 3A RIDUZIONE SPESE SERVIZI

%

x1000

Totale Servizi

2784050

5,00

139203

- Personale, con un risparmio dal 10 al 20% di su 852.121.000,74 Euro, si risparmierebbero

169.943,450,00 Euro (Tabella 4)

TABELLA 4 - RIDUZIONE DI SPESA PERSONALE Euro x1000

%

PERSONALE

STIMATO PARAMETRATO

RIDUZIONE

Costi Personale

852.122,00

16,52

UNITARIO

TOTALE

%

x1000

PILOTI

2178,00

144,28

314239,01

0,2

62847,80

ASSISTENTI

4818,00

72,14

347567,39

0,2

69513,48

DIRIGENTI

107,00

180,35

19297,28

0,2

3859,46

QUADRI+IMPIEGATI

3840,00

43,28

166209,06

0,2

33241,81

OPERAI

229,00

21,00

4809,00

0,1

480,90

Altri stimati

0,00

21,00

0,00

0,1

0,00

TOTALE

11172,00

852121,74

169943,45

 

 

Per un totale di risparmio complessivo pari a 363.662.000,00 Euro (Tabella 5)

TABELLA 5

TOTALE RISPARMI

Personale

169943

Carburante

54516

Servizi

139203

TOTALE RISPARMI

363662

e quindi un saldo attivo pari a 53.281.000,00 Euro (Tabella 6)

TABELLA 6 - Surplus rispetto al 2007

Deficit 2007

-310381

Risparmi 2009

363662

Saldo Attivo

53281

NEL 2007 C'E' STATO UN INCREMENTO ANOMALO DEI COSTI DEL PERSONALE, PASSATI DA 739086.000,00 EURO DEL 2007 A 852.122.000,00 EURO DEL 2007, CON UN INCREMENTO DEL 15,29%

TABELLA 7 - CONFRONTO 2004-2007 - TOTALE SPESEmigliaia di Euro

Anno-%

2004

%

2005

%

2006

%

2007

%

Incremento 2006-2007

RICAVI

4298566

4796594

4724353

4847075

122722

2,60

Totale Consumi

762389

15,09

1044694

21,57

1065765

20,53

1090325

21,14

Dec.Spese Servizi(1)

0,00

0,00

-51242

-0,99

0,00

Spese Servizi Vendita

0,00

0,00

615265

11,85

0,00

Spese Traffico Scalo

0,00

0,00

970720

18,70

0,00

Spese Manut.. Flotta

0,00

0,00

453075

8,73

0,00

Spese Altre Prestazioni

0,00

403526

7,77

0,00

Noleggi, Loc. Fitti

0,00

0,00

341464

6,58

0,00

Totale Servizi

2296288

45,45

2408273

49,72

2784050

53,63

2695250

52,26

-88800

-3,19

Costi Personale

1409793

27,91

982368

20,28

739086

14,24

852122

16,52

113036

15,29

Ammortam. e Svalutaz.

306748

6,33

510142

9,83

387087

7,51

-123055

-24,12

Altre Spese Operative

205685

4,07

102004

2,11

143074

2,76

132672

2,57

-10402

-7,27

TOTALE SPESE

5051992

100,00

4844087

100,00

5190875

100,00

5157456

100,00

-33419

-0,64

DISAVANZO RICAVI-SPESE

-47493

-0,99

-466522

-9,87

-310381

-6,40

156141

-33,47

NOTA:

NEL 2007 C'E' STATO UN INCREMENTO ANOMALO DEI COSTI DEL PERSONALE, PASSATI

DA 739086.000,00 EURO DEL 2006 A 852.122.000,00 EURO DEL 2007, CON UN INCREMENTO DEL 15,29%. QUAL'ORA NON CI FOSSERO STATI I MAGGIORI COSTI DEL PERSONALE IL DISAVANZO

2007 SAREBBE SCESO A 197.345.000,00 EURO, PARI AL 4,07% DEI RICAVI

Perché svendere o far fallire l'Alitalia ?

Di fronte a questo assurdo chiediamo ai lavoratori di costituire immediatamente una società

"Nuova ALITALIA Cooperativa per lo svipluppo" con capitale costituito :

  • Quota parte delle liquidazioni dei lavoratori Alitalia ed indotto come capitale sociale per costituire un capitale minimo pare a 3 mensilità
  • Una quota di capitale di tutte le leghe di Cooperative Bianche e Rosse
  • Quota di capitale da sottoscrizione volontaria del Popolo Italiano
  • Quota di capitale da sottoscrizione dei Sindacati
  • Quota di capitale da sottoscrizione di Regioni Interessate, città e Comuni Interessati
  • Quota di capitale da sottoscrizione di AGIP-ENI ( come fornitore privilegiato di carburante scontato del 5% rispetto al costo migliore contrattabile sul mercato
  • Quota ad Alenia od altre del settore Aeromobili

Comunque la gestione deve essere data a persone elette democraticamente dalle componenti del capitale a rappresentanza popolare (non dai partiti) in percentuale con le altre parti del capitale.

Se volete vedere il dettaglio generale delle tabelle cliccate qui sopra.

VIVA L'ALITALIA, VIVA L'ITALIA.

Per. Ind. Giacomo Dalessandro

studiotecnicodalessandro@virgilio.it

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http://www.engineering-online.eu

http://www.dalessandromichele.it

http://www.mondoitalia.net

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Leggete le lettere inviate a: LETTERA INVIATA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Lettera inviata a Presidente di Regioni, Sindacati, Lega Cooperative

Il Ns. Commento precedente

( più sotto trovate documenti Alitalia e le recensione dei Giornali ):

Se guardiamo i dati del bilancio a dicembre 2007 si nota che il costo del personale rappresenta il 16,52% delle spese. Come è possibile non vedere che è assurdo svendere l'Alitalia, quando basta un risparmio del 6,4% per azzerare il deficit?.

L'ALITALIA va salvata nell'interesse dell'ITALIA, ma alla nuova compagnia devono poter accedere le Regioni, le società Leader come SNAM-ENI, Alenia, i Sindacati, i Fondi Pensione dei Lavoratori.

Ci deve essere un dibattito pubblico con tutti i rappresentanti.

Al dibattito Pubblico devono partecipare tutti i rappresentanti e non è ammissibile che la CGIL sia esclusa dal dibattito di Porta a Porta.

I rappresentanti dei soci pubblici devono essere eletti democraticamente periodicamente dai cittadini.

Non è ammissibile che il soci che mettono il capitale più consistente ( i cittadini ) siano esclusi dal governo della società!

I soldi che si dovrebbero spendere per gli ammortizzatori sociali vanno spesi per rendere la Nuova ALITALIA competitiva con tutti i servizi indispensabili.

La professionalità del gruppo e dei lavoratori, in primis Piloti, Meccanici, va salvaguardata nell'interesse di tutti.

Per leggere quello che avevamo detto al Presidente del vecchio Governo Prodi clicca qui sopra

 

 

Il contratto aziendale CAI

L'accordo quadro

Le integrazioni Filt-Cgil al contratto terra-volo

L'integrazione per i piloti

L'integrazione per gli assistenti di volo

 

SINTESI DEL BILANCIO 2006

La Proposta AIR FRANCE,

la Lettera,

gli Allegati

I BILANCI dal Sito ALITALIA:

Posizione finanziaria netta 31 Luglio 2008

Gestione I Trim. 2008

Piano Industr. 2 Maggio 2008

I BILANCI dal Sito ALITALIA:

2008-07-31

2007 - 2006 - 2005 - 2004 - 2003 - 2002 - 2001 - 2000 -

LA FLOTTA ALITALIA E' COMPOSTA DA 173 AEREI. Vedi la composizione

STORIA

della

ALITALIA

La cordata CAI ha solo un capitale di 160000,00 Euro (nelle intenzioni di 800000000,00 entro fine 2008, a fronte di una dichiarazione di 1000000000,00 di capitale da investire.

E' una dimostrazione di poca fiducia, solo di facciata per rispondere ad un invito, serio del Presidente Berlusconi, con poca fiducia di successo e scarsa volontà di intraprendenza.

La controproposta presentata dai sindacati Cgil e gli autonomi (Anpac, Up, Anpav, Avia e Sdl) in rappresentanza di piloti e assistenti di terra e di volo non è stata minimamente presa in considerazione ed è stata fatta rottua da parte di CAI :

La controproposta. Tutta la notte fino alle sette del mattino negli uffici della Magliana. Poi una doccia e a mezzogiorno di nuovo negli uffici della Cgil trasporti a Roma in viale Morgagni. Le sei sigle, Cgil e gli autonomi (Anpac, Up, Anpav, Avia e Sdl) in rappresentanza di piloti e assistenti di terra e di volo, lavorano fino alle quattordici per trovare una risposta all'ultimatum di Colaninno ("Un sì o un no entro le 15 e 50"). Il verdetto non è nè un si nè un no. E' un foglio, una controproposta, una richiesta di trattativa che porta la firma dei sei segretari. Quattro i punti fondamentali. 1) "Massima disponibilità a trovare un accordo sui contratti di piloti, assistenti di volo e di terra certi di poter raggiungere gli obiettivi di produttività e flessibilità richiesta da Cai. 2) Sì alla revisione dei contratti "tale da consentire l'invarianza delle retribuzioni e un aumento della produttività". Sono già pronti conti e tabelle. 3) Il negoziato, "seppur in tempi brevissimi", deve però essere inserito e rispettare il quadro dei contratti nazionali relativi a ciascuna categoria. Nessuno pensi cioè di scardinare il sistema dei sindacati e delle associazioni di categoria che invece Cai non riconosce ("i piloti sono solo dipendenti come hostess e steward"). 4) Ok ai contratti collettivi di lavoro già applicati a Air France, Iberia e Lufthansa "decurtati per quello che serve" rispetto al previsto piano industriale. Si tratta di una disponibilità totale ma ad una trattativa vera e dove sindacati e dipendenti siano partecipi e condividano le scelte.?

Ipotesi di accordo quadro precedente:

- Si di CISL, UIL UGL

- CGIL disponibile a trattare se tavolo allargato agli altri sindacati,

- No degli Autonomi,

SONDAGGIO del QUOTIDIANO REPUBBLIA

Sondaggio aperto alle 17:05 del 12.09.2008, chiuso alle 08:45 del 25.09.2008

354576 voti

Alitalia, di chi è la colpa?

La vicenda Alitalia è arrivata a un punto di gravissima crisi, quasi irreversibile. In queste ore, mentre i margini di soluzione positiva appaiono molto ridotti, è legittimo chiedersi di chi sono le maggiori responsabilità di quanto è accaduto. Secondo voi, di chi è la colpa?

Sondaggio Repubblica 19-09-2008 h12,03

Voti 317964

voti

%

 

Del governo in carica

Del governo precedente

Dei sindacati

Dei lavoratori (piloti, pers. di volo, pers. di terra)

Dei precedenti amministratori della compagnia

Della cordata di imprenditori privati

Non so

189199

7434

68957

17843

63614

4622

2907

53

2

19

5

18

1

1

 

SONDAGGIO del Sole 24 Ore del Giorno 19/09/2008 ore 10,30 circa

Risultati di: Alitalia

Nel sondaggio proposto giovedì ai nostri navigatori sul futuro della compagnia, il 71% ritiene che Alitalia debba fallire. Salvo colpi di scena, dunque la vicenda è giunta al capolinea. Secondo te, di chi è la principale responsabilità?

Del governo di centrosinistra che non ha chiuso in tempi ragionevoli con Air France 1%

ìDel centrodestra che ha strumentalizzato la vicenda Alitalia in campagna elettorale 34%

Del sindacato che ha tirato troppo la corda 40%

Dei manager che si sono avvicendati alla guida della compagnia 6%

Di tutta la classe politica degli ultimi decenni 18%

ìDi nessuno: è la legge del mercatoì 1%

Dal Sito internet http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Economia%20e%20Lavoro/2008/11/alitalia-cai-tappe-operativita.shtml?uuid=42839382-a8ec-11dd-900e-b01218faabb0&DocRulesView=Libero

del SOLE 24 ORE 2008-11-03

  • Alitalia: Le prossime tappe verso l'operatività

Dal Sito internet http://www.ilsole24ore.com del Sole 24 ore del 2008-10-31

Alitalia: no da piloti e steward

Dal Sito internet http://www.ilsole24ore.com del Sole 24 ore del 2008-09-29

Alitalia: anche hostess e steward firmano l'accordo con Cai

Dal Sito http://www.corriere.it del Corriere della Sera del 2008-09-27:

Accordo raggiunto per i piloti di Alitalia dopo una trattativa di 14 ore terminata nella notte. Un nuovo allegato (una pagina) che concede un contratto da dirigenti ai comandanti e una riduzione degli esuberi, ha sancito la pace della Compagnia aerea italiana (Cai) con le "aquile ". Subito dopo, intorno alle 2, anche Avia e Sdl hanno chiesto di essere ricevuti a palazzo Chigi. L'Anpav (545 assistenti di volo) aveva già aderito nel pomeriggio.

 

CORRIERE della SERA

per l'articolo completo vai al sito

http://www.corriere.it

2008-11-17

Previsioni per martedì 18: almeno 45 collegamenti saranno soppressi

Alitalia, oltre 120 i voli cancellati

Disagi a causa del piano di riduzione dei voli e per lo sciopero bianco di piloti e assistenti di volo

(TamTam)

(TamTam)

MILANO - Sono 122 i voli Alitalia complessivamente cancellati lunedì dagli scali aeroportuali di Roma Fiumicino, di Milano Linate e Milano Malpensa. Disagi e ritardi per i viaggiatori a causa del piano di riduzione dei voli previsto dalla compagnia aerea per questa settimana, ma anche per lo sciopero bianco di piloti e assistenti di volo. A Fiumicino sono 29 i voli cancellati in partenza, 39 quelli in arrivo. A Linate sono stati cancellati 40 voli, 19 in arrivo e 21 in partenza mentre a Malpensa sono stati 14, equamente ripartiti tra arrivi e partenze. Per martedì Alitalia prevede che saranno annullati almeno 45 voli, ma probabilmente il numero sarà superiore.

CIGS - I dipendenti intanto sono in attesa della chiusura della procedura per la messa in cassa integrazione che è partita al ministero del Lavoro e che si dovrà chiudere entro il 24 novembre. Ma nulla impedisce che la chiusura arrivi prima. Solo allora potranno partire le lettere di Cigs per i 17.500 dipendenti della compagnia dopo le quali Cai potrà procedere con le assunzioni.

OFFERTA - Non è iniziata dunque nel migliore dei modi quella che il commissario straordinario, Augusto Fantozzi, ha definito "una settimana decisiva" per il destino di Alitalia. A metà settimana il commissario dovrebbe dare il via libera all’offerta di Cai. Probabile infatti che Fantozzi incontri l'amministratore delegato di Cai, Rocco Sabelli, già martedì per fare il punto sull'offerta. Il commissario ha spiegato che l'advisor di Alitalia, Rothschild, ritiene che il valore degli asset che finiranno a Cai non sia lontano dall'offerta fatta dalla Compagnia aerea italiana che ha messo sul piatto un miliardo. Tutte e nove le sigle sindacali intanto si sono date nuovamente appuntamento a martedì mattina per continuare il confronto tecnico al ministero del Lavoro sulla procedura per la Cigs. Uno dei nodi da sciogliere è quello relativo agli otto mesi di preavviso che dovrebbero scattare nel caso di Cigs e che in questo caso potrebbero essere conteggiati direttamente nel periodo di sette anni previsto per la cassa integrazione e la mobilità. Sul fronte dell’operatività dei voli, i disagi continueranno anche nei prossimi giorni.

17 novembre 2008

 

 

Mediobanca accompagna Parigi nel negoziato per l'alleanza

La cordata italiana vicina a Air France

Il cerchio si sta chiudendo con la stretta sulla partnership e le strategie per gli scali lombardi di Linate e Malpensa

ROMA - Neanche il combattivo fronte lombardo ormai lo nega più: "È vero - dice l'attivissimo assessore ai Trasporti della Regione, Raffaele Cattaneo -, Cai (Compagnia aerea italiana) sta chiudendo con Air France-Klm. E noi non se siamo affatto contenti". Che il cerchio sia in via di chiusura lo testimonia anche l'emersione di quello che si è sempre immaginato essere un probabile protagonista dell'alleanza: Mediobanca. Piazzetta Cuccia è l'advisor di Parigi e curerà la messa a punto dell'alleanza internazionale della cordata italiana guidata da Roberto Colaninno.

L'annuncio dovrebbe essere dato entro fine mese, qualcuno dice anche in questa settimana. Sempre che non intervengano novità che facciano slittare tutta l'operazione oltre la data prefissata del 1˚ dicembre. I sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl infatti continuano a chiedere una proroga per assicurare ai lavoratori in uscita almeno lo stipendio di dicembre. Ma che assetto avrà la rete dell'alleanza tra la nuova Alitalia e Air France-Klm? "Quello non l'hanno deciso i francesi - suggerisce una fonte informata -: loro hanno preferito tenere un basso profilo per spuntarla su Lufthansa". Di certo non è immaginabile un ridimensionamento di Linate alla sola navetta Milano- Roma con 2 milioni di passeggeri anziché gli attuali 10: "Una condizione del genere - spiega Cattaneo - sarebbe stata ammissibile solo in caso di ritorno alla grande Malpensa...". Ma poiché non sarà così, a Malpensa, oltre ai voli intercontinentali attuali (Tokio, New York e San Paulo) dovrebbero arrivare la Pechino, la Shangai e la Seoul. Ma non molto di più. "Lo scenario possibile è una Cai-France su Fiumicino e una Lufthansa-Italia su Malpensa - azzarda Cattaneo - sempre che Cai ci liberi un po' di slot...".

Antonella Baccaro

17 novembre 2008

 

l commissario: "Trattativa con Cai chiusa in settimana. I debiti? Sono 2,3 miliardi"

Fantozzi: "Spedite 17mila lettere

di messa in cassa integrazione"

Ancora disagi negli scali: cancellati 50 voli. Gli autonomi accusano: "È Alitalia a volere il caos"

Una passeggera disperata (Ap)

Una passeggera disperata (Ap)

MILANO - "Per il momento sono state spedite le lettere di messa in cassa integrazione a rotazione per tutti i dipendenti" che riguardano complessivamente circa 17 mila dipendenti. Il commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi, lo ha detto rispondendo ad una domanda di Fabio Fazio sulle eventuali "lettere di licenziamento" intervenendo alla trasmissione "Che tempo che fa" su RaiTre. Fantozzi, durante il suo l'intervento nella trasmissione, confidando tra l'altro, che nonostante il caos di questi giorni il suo volo ha avuto solo mezz'ora di ritardo, ha spiegato che risponderà all'offerta avanzata da Cai "entro la metà della settimana": "Spero che riservi solo sorprese piacevoli, sarà una settimana decisiva. Credo che entro la metà della settimana, per rimanere in tema con la vostra trasmissione, si vedrà un bel sereno. In settimana chiudiamo".

I CONTI DI ALITALIA - Poi si ha parlato di cifre. Alitalia ha debiti per circa 2,3 miliardi di euro e c'è il rischio che i contribuenti possano pagare parte di questo debito qualora dalle negoziazioni in corso con Cai non si trarranno le risorse necessarie (guarda il video). Nel dettaglio, Fantozzi ha spiegato: "prima dei 300 milioni ricevuti dal governo con il prestito ponte, che per legge vengono restituiti dopo a quelli degli altri creditori, ho quasi altri due miliardi di altri creditori ordinari che hanno fornito beni e servizi ad Alitalia". Fazio ha poi chiesto se Alitalia dispone di questi soldi. "No, naturalmente, è evidente", ha risposto Fantozzi. "Ne ho una parte - ha proseguito il commissario -, che spero sia la più alta possibile, perché dipende dalla trattativa con la Cai, che sto facendo. Nessuno pensi che la trattativa non ci sia e che non sia vera. È una vera partita, in cui tutti stanno giocando per i soldi e per la loro vita. Venderò tutto il residuo che non è moltissimo ma non è poco - ha aggiunto -: una cinquantina di aerei, partecipazioni, qualche bene immobile, qualche magazzino, motori e qualche altra cosa, cercando di ricavare il massimo possibile. Dopodichè sotto il controllo del tribunale fallimentare farò dei piani di riparto e assegnerò ai creditori".

CREDITORI ITALIANI COME FRATELLI-COLTELLI - Già i creditori. Il commissario li definisce come "dei fratelli-coltelli": "Abbiamo i debitori che non ci pagano, negli aeroporti cercano di sequestrarci gli aerei a terra e l'Eni che ci minaccia di non farci volare se non gli paghiamo la benzina. Insomma, fratelli-coltelli", ha detto Fantozzi. "Tutti devono capire - ha proseguito - che Alitalia è una società insolvente in amministrazione straordinaria, che sta mettendo i propri dipendenti in cassa integrazione, tutti e a rotazione". "È spiacevole constatare - ha sottolineato Fantozzi - che i più aggressivi nei confronti di una compagnia in difficoltà, peraltro italiana, importante e con la livrea della bandiera, siano gli italiani stessi".

IMPOSSIBILE RINVIO AL 1 GENNAIO - Infine Fantozzi ha gelato i sindacati: "Non è possibile rinviare al primo gennaio la partenza della nuova Alitalia come hanno chiesto Cgil, Cisl, Uil e Ugl". Poi risponde ai lavoratori: "La tredicesima i dipendenti l'avranno, gli stipendi li avranno. Nessuno contesta il loro diritto ad essere pagati, ma i dipendenti devono capire che accanto a loro ci sono i fornitori che potrebbero rammaricarsi di aver fatto volare Alitalia un mese in più".

NEGLI AEROPORTI - Intanto è stata un'altra giornata all'insegna della confusione negli aeroporti italiani. A Fiumicino è leggermente diminuito, rispetto a sabato, il numero di bagagli di voli Alitalia scaricati dagli aerei non decollati, e ancora in attesa dei legittimi proprietari nei pressi del "Lost and found" della Compagnia nella sala arrivi dei voli internazionali. A metà giornata si calcola che ve ne siano ancora poco più di 300, mentre, secondo quanto si è appreso, tra sabato ed domenica ne sarebbero stati smaltiti circa 600. Ad incidere nel caos bagagli che si prolunga da quasi una settimana, la carenza del personale di terra della "vecchia" Alitalia. Questi bagagli vengono costantemente vigilati sia dalle forze dell'ordine sia da ADR che ha disposto un apposito servizio.

VOLI CANCELLATI - Sempre a Roma fino alle 19 sono circa cinquanta, tra partenze ed arrivi, i voli Alitalia cancellati. I ritardi per alcuni voli oscillano tra i 30 minuti e le due ore, ma ci sono state punte superiori come nei casi dei voli diretti a New York, Mosca e Toronto. Disagi anche negli aeroporti di Linate e Malpensa per i passeggeri in arrivo o in partenza con voli Alitalia. Al momento risultano cancellati una decina di voli, mentre molti altri hanno subito ritardi tra i dieci minuti e le due ore abbondanti. A Linate sono stati cancellati diversi voli da e per Roma Fiumicino, Napoli, Francoforte, Madrid, Amsterdam. Un volo per Reggio Calabria delle 10,20 è riuscito a decollare solo alle 12,30, mentre un aereo per Roma Fiumicino delle 11, con prevista partenza per le 12,25, è poi stato cancellato. A Malpensa sono stati cancellati voli per Istanbul, Sofia, Parigi. Un aereo per Tokyo delle 14,35 è stato spostato alle 18,35.

SINDACATI - Intanto le sigle autonome Anpac, Unione Piloti, Anpav, Avia e SDL Intercategoriale, cioè il fronte sindacale del no agli accordi con Cai precisa che "Alitalia con l'avallo del governo, delle istituzioni competenti e della Cai, da giorni procede alla cancellazione indiscriminata di un ingente numero di voli, creando pesantissimi disservizi ai passeggeri". Per le 5 sigle autonome il "crescendo di ritardi e cancellazioni" potrebbe essere "un piano di emergenza per permettere alla stessa Cai di subentrare nelle attività di Alitalia senza eccessivi scossoni attraverso un rallentamento del sistema, fino magari al blocco quasi totale delle attività di volo. Con buona pace delle migliaia di passeggeri lasciati a terra e scaricando le responsabilità sui lavoratori. Se così fosse - dicono i sindacati - sarebbe un abile gioco di specchi".

PEZZI DI RICAMBIO - Alle cinque sigle "risulta - scrivono i sindacati in una nota - che le cancellazioni sono infatti per lo più causate da ragioni tecniche derivanti dalla mancanza di pezzi di ricambio e dal mancato o ritardato caricamento degli aeromobili da parte della società di handling Alitalia Airport che fornisce ad Alitalia organici insufficienti che non effettuano ore di straordinario. Alitalia dunque, in modo assolutamente strumentale, addebita ad agitazioni di piloti ed assistenti di volo queste cancellazioni, pur avendo a disposizione equipaggi completi e disponibili".

16 novembre 2008(ultima modifica: 17 novembre 2008)

2008-11-06

IN GIORNATA L'INCONTRO TRA SABELLI, FANTOZZI E IL NUMERO UNO DI IATA

"Sciopero Alitalia? Sarebbe una follia"

Scajola: "Le vendite di biglietti stanno crollando. La Cai saprà organizzare una grande operazione di marketing"

MILANO - Le vendite dei biglietti di Alitalia a causa delle incertezze che ci sono state stanno "crollando" ed anche per questo "ora sarebbe una follia se si facessero degli scioperi". Da Mosca, a margine di una visita al Cremlino, il ministro per lo Sviluppo Economico Claudio Scajola, è tornato così sulla vicenda Alitalia, replicando alle resistenze del fronte del "no" (che rifiuta gli accordi del 31 ottobre) e alle minacce dei piloti, che mercoledì hanno annunciato azioni sindacali, legali e di lotta lavorativa.

"SERVE UNA GRANDE OPERAZIONE DI MARKETING" - Il ministro ha sottolineato di essere ottimista, malgrado quella di Cai e degli imprenditori che partecipano alla cordata sia una "sfida rischiosa", perché non sarà facile affrontare le difficoltà di gestione di una compagnia aerea. Scajola in particolare ha messo l'accento sulla capacità del management di risollevare le sorti del vettore italiano: "Sono tutti grandi imprenditori", ha detto specificando che a suo parere quella di Alitalia "è la più grande operazione di privati mai fatta in Italia". "Nessuno mai ha investito una cifra di un miliardo di euro" ha dichiarato Scajola, sottolineando la necessità di far tornare la gente torni a volare e di risollevare il marchio Alitalia: "Serve una grande operazione di marketing, ma sono sicuro che la Cai e i suoi imprenditori saprà farla".

TRATTATIVE - Cai al lavoro intanto, all'indomani dell'offerta avanzata di un miliardo per gli asset di volo di Alitalia, offerta su cui gli advisor del ministero dello Sviluppo economico e del commissario devono esprimere in settimana un giudizio di congruità. L'ad della Compagnia aerea italiana Rocco Sabelli, dopo aver visto mercoledì il presidente dell'Antitrust, incontrerà giovedì a Ginevra il numero uno dell'International air transport association (Iata), Giovanni Bisignani, per parlare dei rapporti con Alitalia e con l'aviolinea che sta per nascere. Con Sabelli ci saranno il commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi e il presidente dell'Ente nazionale aviazione civile (Enac).

 

06 novembre 2008

 

 

 

2008-11-04

IL PRESIDENTE CAI: "entro novembre lA SCELTA DEL partner straniero, per Natale si vola"

Alitalia, Sacconi avverte: "Chi rifiuta

il lavoro non avrà la cassa integrazione"

E Colaninno: "Nessun'altra convocazione per sindacati autonomi, trattativa chiusa"

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NOTIZIE CORRELATE

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Il fronte del "no" non molla: "Pronti alla lotta" (3 novembre 2008)

Roberto Colaninno (Lapresse)

Roberto Colaninno (Lapresse)

ROMA - I dipendenti di Alitalia che singolarmente fossero chiamati ad assumere un lavoro con caratteristiche analoghe a quello precedente, anche se questo comportasse una riduzione del salario, e si rifiutassero di accettare perderebbero il diritto agli ammortizzatori sociali. Questo l'avvertimento del ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, nel corso di un’audizione presso le Commissioni riunite di Camera e Senato. "Non è un ricatto o una minaccia - ha voluto sottolineare il ministro - ma si tratta di una legge voluta anche da governi espressi da coalizioni diverse dalla nostra".

COLANINNO - La precisazione di Sacconi arriva a poche ore dal messaggio inequivocabile inviato al fronte del "no" dal presidente di Cai Roberto Colaninno: piloti e hostess si arrendano perché non ci sarà nessuna nuova trattativa. La nuova Alitalia non convocherà i sindacati autonomi che hanno chiesto un nuovo incontro con i vertici della compagnia. "Non c'è nessuna convocazione: il problema è finito, chiuso" ha detto Colaninno. Commentando la presa di posizione dei sindacati autonomi, che hanno minacciato blocchi e proteste, Colaninno ha sottolineato che "quando Cai sarà ufficialmente il proprietario dei beni che abbiamo comprato da Alitalia e AirOne, quelli che saranno assunti potranno manifestare i loro interessi, quelli che non saranno assunti non potranno neanche entrare. Voglio dire, se uno non è assunto cosa viene a reclamare? Andranno a reclamare in casa degli altri?".

ASSUNZIONI PILOTI - Colaninno ha sottolineato che le assunzioni di Cai saranno aperte a tutti, compresi i piloti di altre compagnie, ad esempio della Ryanair, e ha aggiunto che la chiamata sarà individuale. Alla domanda se la chiamata sarà diretta, il numero uno della Cai ha risposto: "La chiami come vuole, sarà diretta o indiretta. Magari ci sarà qualcuno che non è di Alitalia e fa la sua domanda. Noi per esempio, potremo assumere anche i piloti di Ryanair". Anche se la compagnia low cost ha dichiarato di essere interessata proprio ai piloti Alitalia: "Appunto - ha puntualizzato Colaninno -. Vediamo chi fa le condizioni migliori".

OLTRE 12MILA ASSUNZIONI - Colaninno non ha commentato la posizione dei sindacati autonomi, che hanno minacciato blocchi e proteste: "Non faccio commenti su opinioni, convinzioni o interessi che vengono gestiti dagli altri. C'è un progetto che abbiamo sviluppato, abbiamo fatto un investimento e ci proponiamo di assumere 12.628 persone, tra personale di terra, assistenti di volo e piloti. Li assumeremo secondo i criteri che sono stati discussi e controfirmati dalle quattro organizzazioni sindacali, ovviamente mi è spiaciuto che questi contratti non abbiano trovato il consenso anche dagli altri rappresentanti dei lavoratori di Alitalia. Ciò detto, assumeremo quelli che sono interessati ad accettare di lavorare in Alitalia secondo queste condizioni".

"A NATALE SI VOLA" - Il presidente Cai ha annunciato che entro novembre la Nuova Alitalia individuerà il partner straniero e per Natale sarà pronta a decollare. "C’è da valutare quali sono gli effetti positivi delle varie combinazioni che si possono fare, devo dire che sia Air France che Lufthansa hanno delle caratteristiche estremamente interessanti. Faremo le nostre valutazioni e assieme all’assemblea e al consiglio di amministrazione decideremo penso entro novembre". Colaninno ha smentito l’esistenza di qualsiasi tipo di pressione politica sulla scelta del partner: "Non c’è stata nessuna pressione, voi non ci crederete ma non ho ricevuto alcuna raccomandazione. Ci sono indicazioni pubbliche sul partner che conoscete, ma quelle non sono pressioni". Infine, a chi gli chiedeva se la Nuova Alitalia sarà pronta a volare entro Natale, il presidente di Cai ha risposto: "Penso di sì".

MATTEOLI: "NIENTE CIG" - Sul futuro della Nuova Alitalia e sulla protesta dei sindacati autonomi è intervenuto anche il ministro dei Trasporti Altero Matteoli. "Ho qualche dubbio che i piloti che non sottoscriveranno il contratto con la Cai possano accedere alla cassa integrazione" ha detto, aggiungendo che la norma "è molto chiara", perché "se viene offerto un posto di lavoro a chi è in Cig e questi rifiuta perde il diritto al trattamento". "Credo che la Cai chiamerà i piloti e sottoporrà loro singolarmente il contratto" ha spiegato. Secondo Matteoli "nello spazio di un anno Cai può essere in condizioni di riassumere. Il commissario Fantozzi ha fatto i miracoli per andare avanti, ma ora dice che non ha più denaro. Ha aspettato altre offerte, ma Cai è l'unica arrivata e dobbiamo fare i conti con questa". Per quanto riguarda invece la bad company, Matteoli ha detto che se il prestito ponte di 300 milioni di euro dato dal precedente governo fosse giudicato aiuto di Stato dalla Ue, "Fantozzi dovrebbe restituirlo attraverso il ricavato di tutto ciò che vende". Rivolgendosi al fronte del "no", Matteoli auspica che "prevalga il buon senso. Il governo non potrà consentire scioperi". Chi che ha rifiutato l'accordo fra Cai e confederali, secondo il ministro, "racconta cose non vere, parla di macelleria sociale, di dipendenti incinte che non saranno assunte, ma Cai lo ha smentito".

DI PIETRO: "RICATTO POLITICO" - Parole che non piacciono al leader dell'Idv Antonio Di Pietro: "Se fossimo in uno Stato di diritto, il ministro Matteoli dovrebbe rispondere a un giudice delle sue parole quando afferma che chi non firma il contratto non avrà la cassa integrazione. In quelle parole ci sono gli estremi di un ricatto politico, con i lavoratori messi in una posizione per la quale se non si fanno tagliare un braccio tagliano loro la testa".

SCAJOLA: "PILOTI VOLERANNO" - Si mostra ottimista il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola: "Il buon risultato che Alitalia avrà permetterà alla stragrande maggioranza dei piloti italiani di poter volare e contribuire al successo della nuova società. Quei pochi che non avranno questa opportunità saranno accompagnati per trovare altre collocazioni". Il ministro si è detto convinto che il progetto della Cai andrà a buon fine: "Sono certo che Colaninno con la sua cordata, che è fatta non di imprenditori 'mordi e fuggi' ma di imprenditori della concretezza, riuscirà anche nel settore aereo a fornire un buon servizio e un buon prodotto".

RAGGIO: "DIRITTO A MOBILITÀ" - Il presidente dell’Enac, Vito Riggio, ha fatto un appello ai lavoratori di Alitalia perché rispettino il diritto alla mobilità dei cittadini. "Intanto voglio dare atto ai lavoratori di Alitalia perché fino ad ora in questa fase difficile hanno mantenuto la calma e hanno permesso che i voli si siano svolti con puntualità e in sicurezza - ha detto a Radio Anch'io -. Faccio però appello a questi lavoratori affinché non ledano il diritto alla mobilità perché sarebbe interruzione di pubblico servizio". Inoltre, ha ricordato Riggio, "qualora la Cai ritirasse l'offerta e non ci fosse un'offerta alternativa equivalente non avremmo più ossigeno e spazio per tenere in piedi la compagnia".

IBL: POSIZIONE DI OLIGOPOLIO - Per l'Istituto Bruno Leoni, il salvataggio di Alitalia porterà a un aumento dei costi del trasporto aereo nazionale. Lo sostengono Andrea Giuricin dell'Ibl e Ugo Arrigo, docente all'università di Milano-Bicocca, nel documento "Una 'fenice' da tre miliardi di euro". Secondo i due ricercatori "la struttura dei ricavi di Cai pone seri indizi in favore di rendite di posizione monopolistica nel mercato domestico italiano. Cai riuscirà ad avere introiti unitari più elevati del 36% rispetto al mercato spagnolo, che ha caratteristiche relativamente simili a quello italiano, e di circa il 32% in più rispetto alla vecchia Alitalia". La mancata liberalizzazione del trasporto aereo intercontinentale permetterà a Cai di mantenere una posizione di oligopolio. È la ragione per cui il 'Piano Fenice' costerà ai viaggiatori 3 miliardi di euro. Per Mingardi, "la nuova Alitalia potrà operare senza doversi confrontare con una concorrenza vera nei voli nazionali. Così i contribuenti saranno costretti a pagare la bad company, mentre i viaggiatori saranno forzati a sostenere una compagnia con una struttura dei costi chiaramente inefficiente e gonfiata".

04 novembre 2008

 

 

 

 

"entro novembre la Nuova Alitalia individuerà il partner straniero, per Natale si vola"

Colaninno: "Nessun'altra convocazione per sindacati autonomi, trattativa chiusa"

Il presidente: "Possiamo assumere piloti di altre compagnie". Matteoli: "Niente cassa integrazione per chi non firma"

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NOTIZIE CORRELATE

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Il fronte del "no" non molla: "Pronti alla lotta" (3 novembre 2008)

ROMA - La Cai non convocherà i sindacati autonomi di Alitalia che hanno chiesto un nuovo incontro con i vertici della compagnia. Lo ha detto il presidente Roberto Colaninno dal Vietnam dove partecipa a una missione di imprenditori italiani. "Non c'è nessuna convocazione: il problema è finito, chiuso". Commentando la presa di posizione dei sindacati autonomi, che hanno minacciato blocchi e proteste, Colaninno ha sottolineato che "quando Cai sarà ufficialmente il proprietario dei beni che abbiamo comprato da Alitalia e AirOne, quelli che saranno assunti potranno manifestare i loro interessi, quelli che non saranno assunti non potranno neanche entrare. Voglio dire, se uno non è assunto cosa viene a reclamare? Andranno a reclamare in casa degli altri?".

Roberto Colaninno (Lapresse)

Roberto Colaninno (Lapresse)

ASSUNZIONI PILOTI - Colaninno ha sottolineato che le assunzioni di Cai saranno aperte a tutti, compresi i piloti di altre compagnie, ad esempio della Ryanair, e ha aggiunto che la chiamata sarà individuale. Alla domanda se la chiamata sarà diretta, il numero uno della Cai ha risposto: "La chiami come vuole, sarà diretta o indiretta. Magari ci sarà qualcuno che non è di Alitalia e fa la sua domanda. Noi per esempio, potremo assumere anche i piloti di Ryanair". Anche se la compagnia low cost ha dichiarato di essere interessata proprio ai piloti Alitalia: "Appunto - ha puntualizzato Colaninno -. Vediamo chi fa le condizioni migliori".

OLTRE 12MILA ASSUNZIONI - Colaninno non ha commentato la posizione dei sindacati autonomi, che hanno minacciato blocchi e proteste: "Non faccio commenti su opinioni, convinzioni o interessi che vengono gestiti dagli altri. C'è un progetto che abbiamo sviluppato, abbiamo fatto un investimento e ci proponiamo di assumere 12.628 persone, tra personale di terra, assistenti di volo e piloti. Li assumeremo secondo i criteri che sono stati discussi e controfirmati dalle quattro organizzazioni sindacali, ovviamente mi è spiaciuto che questi contratti non abbiano trovato il consenso anche dagli altri rappresentanti dei lavoratori di Alitalia. Ciò detto, assumeremo quelli che sono interessati ad accettare di lavorare in Alitalia secondo queste condizioni".

"A NATALE SI VOLA" - Il presidente Cai ha annunciato che entro novembre la Nuova Alitalia individuerà il partner straniero e per Natale sarà pronta a decollare. "C’è da valutare quali sono gli effetti positivi delle varie combinazioni che si possono fare, devo dire che sia Air France che Lufthansa hanno delle caratteristiche estremamente interessanti. Faremo le nostre valutazioni e assieme all’assemblea e al consiglio di amministrazione decideremo penso entro novembre". Colaninno ha smentito l’esistenza di qualsiasi tipo di pressione politica sulla scelta del partner: "Non c’è stata nessuna pressione, voi non ci crederete ma non ho ricevuto alcuna raccomandazione. Ci sono indicazioni pubbliche sul partner che conoscete, ma quelle non sono pressioni". Infine, a chi gli chiedeva se la Nuova Alitalia sarà pronta a volare entro Natale, il presidente di Cai ha risposto: "Penso di sì".

MATTEOLI: "NIENTE CIG" - Sul futuro della Nuova Alitalia e sulla protesta dei sindacati autonomi è intervenuto anche il ministro dei Trasporti Altero Matteoli. "Ho qualche dubbio che i piloti che non sottoscriveranno il contratto con la Cai possano accedere alla cassa integrazione" ha detto, aggiungendo che la norma "è molto chiara", perché "se viene offerto un posto di lavoro a chi è in Cig e questi rifiuta perde il diritto al trattamento". "Credo che la Cai chiamerà i piloti e sottoporrà loro singolarmente il contratto" ha spiegato. Secondo Matteoli "nello spazio di un anno Cai può essere in condizioni di riassumere. Il commissario Fantozzi ha fatto i miracoli per andare avanti, ma ora dice che non ha più denaro. Ha aspettato altre offerte, ma Cai è l'unica arrivata e dobbiamo fare i conti con questa". Per quanto riguarda invece la bad company, Matteoli ha detto che se il prestito ponte di 300 milioni di euro dato dal precedente governo fosse giudicato aiuto di Stato dalla Ue, "Fantozzi dovrebbe restituirlo attraverso il ricavato di tutto ciò che vende". Rivolgendosi al fronte del "no", Matteoli auspica che "prevalga il buon senso. Il governo non potrà consentire scioperi". Chi che ha rifiutato l'accordo fra Cai e confederali, secondo il ministro, "racconta cose non vere, parla di macelleria sociale, di dipendenti incinte che non saranno assunte, ma Cai lo ha smentito".

SCAJOLA: "PILOTI VOLERANNO" - Si mostra ottimista il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola: "Il buon risultato che Alitalia avrà permetterà alla stragrande maggioranza dei piloti italiani di poter volare e contribuire al successo della nuova società. Quei pochi che non avranno questa opportunità saranno accompagnati per trovare altre collocazioni". Il ministro si è detto convinto che il progetto della Cai andrà a buon fine: "Sono certo che Colaninno con la sua cordata, che è fatta non di imprenditori 'mordi e fuggi' ma di imprenditori della concretezza, riuscirà anche nel settore aereo a fornire un buon servizio e un buon prodotto".

RAGGIO: "DIRITTO A MOBILITÀ" - Il presidente dell’Enac, Vito Riggio, ha fatto un appello ai lavoratori di Alitalia perché rispettino il diritto alla mobilità dei cittadini. "Intanto voglio dare atto ai lavoratori di Alitalia perché fino ad ora in questa fase difficile hanno mantenuto la calma e hanno permesso che i voli si siano svolti con puntualità e in sicurezza - ha detto a Radio Anch'io -. Faccio però appello a questi lavoratori affinché non ledano il diritto alla mobilità perché sarebbe interruzione di pubblico servizio". Inoltre, ha ricordato Riggio, "qualora la Cai ritirasse l'offerta e non ci fosse un'offerta alternativa equivalente non avremmo più ossigeno e spazio per tenere in piedi la compagnia".

IBL: POSIZIONE DI OLIGOPOLIO - Per l'Istituto Bruno Leoni, il salvataggio di Alitalia porterà a un aumento dei costi del trasporto aereo nazionale. Lo sostengono Andrea Giuricin dell'Ibl e Ugo Arrigo, docente all'università di Milano-Bicocca, nel documento "Una 'fenice' da tre miliardi di euro". Secondo i due ricercatori "la struttura dei ricavi di Cai pone seri indizi in favore di rendite di posizione monopolistica nel mercato domestico italiano. Cai riuscirà ad avere introiti unitari più elevati del 36% rispetto al mercato spagnolo, che ha caratteristiche relativamente simili a quello italiano, e di circa il 32% in più rispetto alla vecchia Alitalia". La mancata liberalizzazione del trasporto aereo intercontinentale permetterà a Cai di mantenere una posizione di oligopolio. È la ragione per cui il 'Piano Fenice' costerà ai viaggiatori 3 miliardi di euro. Per Mingardi, "la nuova Alitalia potrà operare senza doversi confrontare con una concorrenza vera nei voli nazionali. Così i contribuenti saranno costretti a pagare la bad company, mentre i viaggiatori saranno forzati a sostenere una compagnia con una struttura dei costi chiaramente inefficiente e gonfiata".

04 novembre 2008

 

 

 

 

 

2008-11-03

 

"Predisporremo ogni azione sindacale utile alla cancellazione dell'intesa del 31/10"

Alitalia, il fronte del "no" non molla:

"No agli accordi, pronti alla lotta"

L'Anpac, Up, Avia, Anpav e Sdl bocciano all'unanimità l'accordo sottoscritto a Palazzo Chigi da Cgil, Cisl, Uil e Ugl

Uno dei partecipanti all'assemblea di Fiumicino se la prende coi fotografi (Inside)

Uno dei partecipanti all'assemblea di Fiumicino se la prende coi fotografi (Inside)

ROMA - L'assemblea del fronte del "no" di Alitalia (Sdl, Avia, Anpac, Anpav e Up) ha bocciato all'unanimità l'accordo del 31 ottobre sottoscritto a Palazzo Chigi sui contratti e sui criteri di assunzione (il cosiddetto "lodo Letta"). L'assemblea ha inoltre approvato una mozione con cui si chiede alla Filt-Cgil di ritirare la firma apposta al lodo. Approvato anche il mandato a predisporre ogni azione sindacale utile a cancellare l'accordo del 31 ottobre e a far si che si ricostituiscano le relazioni con i sindacati che rappresentano realmente i lavoratori di Alitalia. Per evitare iniziative dure, Anpac, Up, Avia, Anpav e Sdl aspettano ora una riconvocazione da parte di Cai e Governo.

"NESSUNA SPACCATURA" - La mozione votata dai sindacati all'unanimità specifica infatti anche che è stato dato mandato alle organizzazioni di trattare con Cai e governo per ottenere la massima tutela occupazionale, anche mediante il ricorso a un esteso part-time e alla rimodulazione del piano industriale con dati aggiornati. Inoltre è stato deciso il rifiuto di ogni forma di stesura dei contratti collettivi di lavoro unilaterale e non condivisa. Infine i lavoratori danno mandato a indire frequenti assemblee per aggiornare i lavoratori sulla situazione e prendere le decisioni conseguenti. "La determinazione dell'assemblea è stata nettissima. I lavoratori amano la propria azienda e la vogliono tutelare: non vogliono tutelare solo il proprio lavoro. Chiediamo un atteggiamento più obiettivo ed oggettivo rispetto a ciò che sta avvenendo. Non è ammissibile che il lavoratore non sia tutelato" ha detto il presidente dell'Anpac, Fabio Berti. Nel corso di una conferenza stampa al termine dell'assemblea Andrea Cavola, presidente della Sdl, ha sottolineato come la riunione sia stata "lunga, tesa e complicata. Ci sono stati momenti di dissenso nei confronti di Muccioli (presidente dell'Anpav), ma non c'è stata nessuna rottura del fronte del no".

MUCCIOLI - Il presidente dell'Anpav aveva lasciato l'assemblea dopo le contestazioni rivoltegli dal personale di terra e di volo dell'Alitalia. Durante il suo intervento Muccioli aveva espresso l'"impossibilità di manifestare le proprie ragioni, a fronte di una contestazione sicuramente precedentemente organizzata, che non ha permesso di esprimere la propria posizione", parlando anche di "un vero e proprio agguato predisposto dai compagni e amici della cordata del "no"".

FANTOZZI - Da parte sua Augusto Fantozzi ricorda che l'offerta di Cai per l'acquisto di complessi di beni e di contratti di Alitalia, Alitalia Servizi, Alitalia Express, Alitalia Airport e Volare è vincolante ed irrevocabile fino al 30 novembre 2008 ed è unica e inscindibile, per cui l'accettazione sarà efficace solo se riferita alla stipulazione di tutti i contratti. Il commissario straordinario ha voluto sottolineare che tra gli impegni di Cai nell'offerta per l'acquisto di beni e contratti delle società di volo di Alitalia c'è anche l'assunzione degli obblighi derivanti dal Programma "Millemiglia", compresi quelli relativi al Programma "Alicorporate".

03 novembre 2008

 

 

 

2008-11-01

Via libera da Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Ma 5 sigle non ci stanno: "accordo stravolto"

Alitalia, Cai presenta l'offerta vincolante

Berlusconi: "Ottimista, Letta ce la farà"

I sindacati confederali dicono sì al lodo, ma resta lo stop dagli autonomi. Matteoli: "Prevalga il senso di responsabilità"

Il presidente della Cai Roberto Colaninno con l'ad Rocco Sabelli (Lapresse)

Il presidente della Cai Roberto Colaninno con l'ad Rocco Sabelli (Lapresse)

ROMA - Dopo una giornata di passione Cai, la Compagnia Aerea Italiana, ha presentato l'offerta vincolante al commissario di Alitalia, Augusto Fantozzi, per l'acquisizione di beni e asset. Cai si aspetta una risposta entro la prossima settimana. Lo ha deciso il cda della società, che si è riunito sotto la presidenza di Roberto Colaninno, dopo la firma dei contratti da parte di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Resta il no delle cinque sigle autonome Sdl, Avia, Anpac, Anpav e Up. Dalla loro mancata firma secondo Colaninno "non sorgeranno problemi perché hanno firmato le quattro sigle confederali". Fantozzi ha comunicato che l'offerta della Cai sarà esaminata lunedì 3 novembre.

VIA LIBERA DELLA UE - Resta inoltre in piedi la condizione vincolante del via libera da parte dell'Unione europea che attesti l'assenza di aiuti di Stato in merito al prestito ponte da 300 milioni di euro (decisione attesa per il 12 novembre) e dell'autorità garante per la concorrenza e il mercato, che dovrebbe arrivare nella seconda metà di novembre. Secondo indiscrezioni riportate dai media francesi, il 12 novembre dovrebbe essere anche il giorno in cui Cai annuncerà la scelta del partner straniero: in corsa sempre Air France e Lufthansa, mentre sembra più lontana l'ipotesi di British Airways, con la quale però non sono stati sospesi i contatti. Ora la Cai ha una trentina di giorni per mettere a punto tutto i dettagli della nuova compagnia aerea: il commissario Fantozzi ha infatti detto di avere liquidità fino al primo dicembre.

TRATTATIVA RIAPERTA - Il Cda della Cai è tornato a riunirsi dopo una fumata nera, con la decisione di non presentare alcuna offerta seguita al no delle associazioni dei piloti e degli assistenti di volo. Ma in serata si sono aperti nuovi spiragli: la trattativa è stata riaperta grazie alla mediazione di Gianni Letta e il presidente Colaninno e l'amministratore delegato della società Rocco Sabelli hanno lasciato la sede di Banca Intesa a Roma per raggiungere Palazzo Chigi. "L'intesa con le quattro sigle sindacali e la presentazione di un'offerta per Alitalia rappresentano un primo passo, siamo ancora all'inizio e c'è tanto da fare", ha commentato Sabelli, riconoscendo che "la regia del governo è stata importante nell'ultima fase, il momento era grave". Berlusconi se l'è presa con i rappresentanti dei lavoratori per la mancata firma: "C'è una responsabilità grave se Alitalia fallisse da parte di chi non ha firmato? "Giudicate voi...". Ma poi si dice ottimista: "Letta ce la farà anche questa volta, esisterà ancora una compagnia aerea italiana".

IL LODO LETTA - Poco prima a Palazzo Chigi c'era stato l'estremo tentativo di trovare un terreno comune, con un documento messo a punto da Gianni Letta. Un testo firmato da Cgil, Cisl, Uil e Ugl, ma non dalle sigle autonome Sdl, Avia, Anpac, Anpav e Up (le categorie che rappresentano la maggior parte degli assistenti di volo e piloti). Il cosiddetto lodo Letta è un documento di premessa al contratto e ai criteri di selezione del personale nella Nuova Alitalia in cui il sottosegretario alla presidenza del Consiglio si pone come "garante dell'intesa".

ASSEMBLEA LUNEDÌ - In serata i sindacati confederali sono tornati a Palazzo Chigi, su richiesta di Letta, "per perfezionare la sottoscrizione dei contratti collettivi, consentendo così alla Cai di presentare l'offerta per Alitalia nei termini previsti e prima della scadenza" spiega un comunicato di palazzo Chigi. Resta invece il secco 'no' dei cinque sindacati autonomi, che stanno valutando una posizione comune ma sono d'accordo nel non firmare l'accordo. "Anpac, Unione Piloti, Sdl, Avia e Anpav confermano il giudizio negativo sul metodo del confronto odierno e sui contenuti dei documenti proposti per la firma" si legge in una nota. Le cinque organizzazioni hanno organizzato per lunedì un'"assemblea informativa di tutti i lavoratori coinvolti nel progetto Cai".

"PREVALGA RESPONSABILITÀ" - "Un altro significativo passo avanti è stato compiuto con il positivo concorso di tutte le grandi confederazioni sindacali, il ruolo fattivo del governo e la conferma della volontà di promuovere una nuova compagnia di bandiera da parte della società Cai" ha detto il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, aggiungendo che "ancora una volta i profeti di sventura sono stati smentiti". Soddisfatto anche il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli: "Alla fine è prevalso, come abbiamo sempre auspicato, il senso di responsabilità. Con la firma sui contratti e sull'accordo complessivo da parte di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, la nuova Alitalia potrà davvero decollare. Auspico che anche le altre sigle sindacali aggiungano la loro firma dimostrando analoga responsabilità". Il ministro delle Riforme Umberto Bossi dice di non capire l’interesse dei sindacati a far fallire Alitalia: "Se la vogliono far fallire alla fine fallirà. Io mi auguro che invece trovino l'accordo".

"ACCORDO STRAVOLTO" - Le sigle autonome non hanno firmato anche per "le gravi esclusioni sociali che sono state avanzate dall'azienda nel documento, come quella delle donne in maternità e di coloro che assistono persone disabili". In alcuni casi si tratta di "veri mostri sociali", spiega il presidente di Avia Giuseppe Divietri, con l'azienda che ha la "discrezionalità assoluta sulle persone da assumere e quelle non da assumere". La denuncia avanzata nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi viene però respinta da Cgil, Cisl, Uil e Ugl che affermano che questa lettura è "da escludere categoricamente. È un'ipotesi priva di fondamento, assolutamente da smentire". E comunque i sindacati ricordano che, in caso di dubbi, si può sempre ricorrere alla mediazione della presidenza del Consiglio, così come previsto dal lodo Letta. "C'è stato il tentativo di stravolgere l'accordo raggiunto a settembre" denuncia il leader dell'Anpac Fabio Berti. Per il numero uno del'Unione piloti, Massimo Notaro, il risultato "è un progetto nano da un punto di vista etico e morale. Da quando, trentacinque giorni fa, abbiamo firmato l'intesa - spiega - abbiamo perso tempo". Duro l'attacco nei confronti degli altri sindacati: Berti si chiede come "chi ha dato l'ok abbia mai potuto farlo"

"EVITATA TRAGEDIA" - Il leader della Uil Trasporti, Giuseppe Caronia, para gli attacchi: "Abbiamo evitato una tragedia sociale. Forse qualcuno non se ne è reso o non se ne vuole rendere conto. Finalmente abbiamo messo fine a una condizione di incertezza che pesava sulle famiglie e sul trasporto aereo, asset strategico del nostro paese". Sulla stessa linea Claudio Claudiani della Cisl: "Non capiamo chi ha firmato l'accordo a settembre e non l'ha fatto oggi. Qui non ci sono più spazi per rilanci". Secondo il segretario di categoria della Cisl il lodo Letta è "coerente con gli accordi di settembre". Il leader della Filt-Cgil, Franco Nasso, spiega che "la stesura dei contratti non è definitiva perché ci sono ancora dei punti con delle criticità, abbiamo firmato una premessa. Ma buona parte dei problemi è alle nostre spalle. Per noi - continua - che l'abbiamo sottoscritto significa stare nella traccia degli accordi di settembre". E auspica un "ripensamento" di chi ha respinto il documento. Roberto Panella dell'Ugl ricorda che la strada del fallimento era una strada concreta e "questo ci ha indotto a firmare".

DI PIETRO: "SPECULATORI" - Il leader dell'Idv Antonio Di Pietro si schiera invece dalla parte dei sindacati autonomi: "Il governo la smetta di dividere i lavoratori con ricatti e minacce per obbligarli ad accettare le proposte indecenti dei loro amici della Cai. E si adoperi affinché la nuova compagnia garantisca i diritti dei piloti, degli assistenti di volo e del personale di terra. È questo il compito del governo, e non quello di fare da braccio armato degli speculatori". Ben diversa la posizione di Maurizio Lupi (Pdl), vicepresidente della Camera: "Ci dispiace che, proprio ora che si comincia a vedere l'uscita dal tunnel per l'Alitalia, ci sia chi insista nel portare avanti una battaglia ideologica sulla pelle dei lavoratori: non possiamo non criticare la posizione dei piloti e degli assistenti di volo che non hanno firmato l'accordo per il rilancio della compagnia di bandiera".

SINDACATI IN ALITALIA - La rappresentanza sindacale di Alitalia è suddivisa tra sindacati confederali, autonomi e associazioni di categoria. Tra i confederali il sindacato più pesante è la Filt-Cgil che conta 2.200 iscritti tra piloti, personale di terra e assistenti di volo. Alla Fit-Cils sono iscritti 2.050 lavoratori tra piloti, personale di terra e assistenti di volo, mentre alla Uil trasporti sono 1.900. Infine l’Ugl trasporti conta 1.030 iscritti. Tra gli autonomi, l’Sdl ha 1.650 iscritti tra piloti, personale di terra e assistenti di volo. Le associazioni di categoria invece sono rappresentate dai piloti dell’Anpav e dell’Up che si sono unite e contano 1.200 iscritti su circa 3.000 piloti in totale. Infine gli assistenti di volo fanno capo ad Avia ed Anpav con rispettivamente 300 e 500 hostess e steward.

31 ottobre 2008(ultima modifica: 01 novembre 2008)

 

 

"Avevamo firmato un'intesa e loro non ne hanno tenuto conto"

"Gli aerei chi li pilota? I portabagali?"

Massimo Notaro, leader dell'Unione piloti: da noi nessun ripensamento, decideremo le azioni da compiere

ROMA — "Cosa faremo? Lo decideremo nei prossimi giorni. Non abbiamo voglia di litigare, ma possiamo farlo... Intanto vediamo se ci sarà Cai, se ci sarà Alitalia...".

Ma guardi che Cai ha già presentato l'offerta... quindi...

Massimo Notaro, leader dell'Up, il secondo sindacato dei piloti, apprende così la notizia della decisione assunta ieri sera alle 20 dai soci di Roberto Colaninno. "Ah, hanno fatto l'offerta? Bene, allora vuol dire che possono fare a meno del 90% dei piloti che noi con Anpac rappresentiamo. Li faranno volare con i bagaglisti gli aerei. Gli faccio tanti auguri".

E voi che farete, un ripensamento a questo punto è possibile?

"Neanche per sogno ci sarà un ripensamento. Io non ci parlo più con quelli che non rispettano ciò che firmano. Avevamo firmato un'intesa e loro non ne hanno tenuto conto. Incredibile".

Ce l'ha con qualcuno in particolare?

"Beh, noi avevamo scritto a Colaninno una lettera privata per spiegargli la situazione. L'unica risposta è stata che ce la siamo trovata pubblicata sui giornali. E poi parla di "rapporto fiduciario"?".

Ma cosa c'era di così inaccettabile nelle proposte di Cai?

"I criteri di selezione per esempio. Questi signori si prendono 225 milioni di ammortizzatori sociali dalle tasche degli italiani, e li applicano con criteri discriminatori".

Faccia un esempio.

"Non sono assumibili le madri lavoratrici e tutti coloro che assistono i disabili, per esempio. Loro le chiamano "rigidità"...".

Alla fine che cosa farete?

"Aspettiamo lunedì, andiamo in assemblea".

Scioperi, blocchi, boicottaggi?

"Vedremo, adesso scusi, sono un po' stanco".

A. Bac

01 novembre 2008

 

 

"Il nostro lavoro è stressante e non abbiamo gli stipendi di 15-20 anni fa"

"Ci prendono in giro, meglio Air France"

Alexia Barbiero, hostess di Alitalia: "I francesi avevano presentato un'offerta che tutelava la nostra dignità"

ROMA - "Due mesi di prese in giro, nient'altro che una buffonata. Ora siamo punto e a capo. Senza certezze". Volo Az 188, il Vienna-Fiumicino delle 21 e 45. Alexia Barbiero, hostess Alitalia da 17 anni, saluta i passeggeri che sbarcano e poi si dirige alla "navetta" che dal Leonardo da Vinci la porta a casa. Al varco equipaggi alcuni colleghi davanti alle bacheche sindacali la informano che la trattativa con Cai è saltata dopo che le sigle autonome hanno lasciato palazzo Chigi sbattendo la porta. "Era nell'aria — dice per nulla stupita l'assistente di volo —. C'era troppa incertezza nei criteri di assunzione, troppa discrezionalità a favore del datore di lavoro e nessuna garanzia per chi, come me, a questa compagnia ha regalato un bel pezzo di vita".

Insomma meglio falliti che con la Cai?

"E' innegabile che la speranza di molti è che questa trattativa non vada avanti. Sappiamo che le nuove assunzioni non supereranno le 12.500, mentre l'attuale personale Alitalia vede impiegate oltre 19 mila persone. La riduzione dello stipendio inoltre è drastica...".

E voi fate un lavoro pesante...

"Stamattina mi sono svegliata alle 5 e 30 e rincaserò verso le 23. Questa è la normalità dei turni di servizio, sia mia che dei miei colleghi. La gente ha un'idea sbagliata del nostro lavoro. Che è tremendamente stressante, faticoso. E che certo non ha le vantaggiose remunerazioni di 15 o 20 anni fa".

Avesse una bacchetta magica, che compratore vorrebbe per Alitalia?

"Io continuo a fare il tifo per Air France. Avevano presentato l'offerta migliore, tutelando la nostra dignità: esuberi contenuti e un piano di sviluppo capace di garantire, forse anche a breve termine, un ritorno alla competitività della compagnia".

Ora che futuro vede?

"Pieno di preoccupazione. So che domani sono di riserva. Ma non so che futuro avrà Alitalia".

Alessandro Fulloni

01 novembre 2008

 

 

Il veto è rotto

di Dario Di Vico

È una prova di coraggio. La Cai, la cordata di imprenditori capeggiata da Roberto Colaninno, ha deciso di andare avanti nonostante il veto di piloti e hostess. E' una novità importante e insieme una sfida. Le antiche regole del consociativismo italiano fino a ieri prevedevano il contrario: in simili casi ci si fermava. Senza il consenso di tutte, ma proprio di tutte, le organizzazioni di rappresentanza si lasciava cadere la penna e ci si alzava dal tavolo. Stavolta no ed è importante che le tre grandi centrali sindacali più l'Ugl di Renata Polverini abbiano deciso di non far mancare la loro firma. Abbiano varcato il Rubicone.

Le richieste di piloti e hostess sono semplicemente irragionevoli: non è possibile infatti che una società privata consenta 300 distacchi sindacali a tempo pieno, che permetta alle associazioni dei dipendenti di metter bocca sulle carriere e persino sulla politica degli acquisti. L'Anpac, l'Up e le altre sigle avevano firmato il contratto proposto dalla Cai— che riconosce la dirigenza ai comandanti—ma per rimettere tutto in gioco è bastato che a Fiumicino si facesse largo l'idea che il governo, dopo aver offerto aiuto alle banche, alla fine non avrebbe fatto fallire la compagnia di bandiera. È la nazionalizzazione dell’Alitalia l'obiettivo non dichiarato di piloti e hostess ed è perciò importante che i sindacati confederali abbiano scelto, seppur tra contraddizioni e ripensamenti, la privatizzazione.

Vedremo se i lavoratori dell'Alitalia aderiranno al contratto offerto loro dalla Cai e vedremo anche se Anpac e Up si spingeranno fino a bloccare aerei e scali. Il paragone con Ronald Reagan e con la storica battaglia contro i controllori di volo suona forse esagerato, ma sarebbe un errore sottovalutare il valore politico e civile del braccio di ferro che si aprirà nelle prossime ore. La verità è che il nostro è un Paese incredibile. Una porzione di mondo in cui è facilissimo distruggere, quasi impossibile costruire. Si parli della razionalizzazione della spesa scolastica, della lotta all'assenteismo o della chiusura del ciclo del consociativismo aereo, la dura realtà è che siamo un Paese che non vuole fare veramente i conti con la crisi.

Continuiamo a prendere sotto gamba il crollo dei mercati finanziari e la lunga recessione che ci si prepara. Non vogliamo prendere atto che se l'America cade ha la capacità di riprendere a correre in poco tempo, ma se è l'Italia ad ammalarsi gravemente non esistono sufficienti anticorpi né animal spirits in grado di risollevarla. Gli storici argomenteranno che non possediamo un autentico spirito nazionale e che ciò rappresenta un nostro sempiterno handicap. Ma forse siamo già oltre, stanno venendo meno sentimenti come la solidarietà e la generosità che erano stati una componente fondamentale delle nostre migliori stagioni. Nella commedia tricolore c'è sempre qualcuno che pur di non rinunciare a una quota minima dei suoi privilegi preferisce mandare tutto a monte, dare un calcio al tavolo. Senza accorgersi che così prende a calci il futuro.

01 novembre 2008

 

 

Tremonti stringe rapporti con i leader sindacali contrari alla "deriva massimalista" Cgil

Silvio, i sondaggi e il "novembre caldo"

La linea del capo del governo: ora varare provvedimenti che smorzino la tensione

Per la prima volta nei sondaggi Silvio Berlusconi accusa un calo nel gradimento personale, "perché la faccia sui tagli ce la metto io", perché è lui il premier, ed è su di lui che si scaricano le tensioni sociali, le incertezze di un Paese che non sa come e quando uscirà dalla crisi. Sapeva che sarebbe andato incontro a un autunno caldo e a un inverno rigido per i morsi dell'emergenza economica, l'aveva messo in conto già in campagna elettorale. Ma se ieri fosse saltata la trattativa su Alitalia, il Cavaliere avrebbe "perso la faccia", come ha detto Umberto Bossi, e le ripercussioni sul governo sarebbero state pesanti. Perché sull'italianità della compagnia di bandiera aveva scommesso, e il fallimento di Az avrebbe provocato un pericoloso cortocircuito politico, amplificato mediaticamente — agli occhi dell'opinione pubblica — dagli scioperi della scuola, degli statali e dei metalmeccanici.

Raccontano che nelle ore più convulse Berlusconi abbia voluto capire se una "manina politica" si fosse inserita nei delicati equilibri della vertenza tra Cai e sindacati, e che l'incontro con Roberto Colaninno sia servito proprio a dissipare quei dubbi: il sospetto di "una trappola" scattata quando non ci sarebbe più stato il tempo per rimediare. Dubbi e sospetti che albergavano anche nella mente di Gianni Letta, a cui il premier aveva affidato il dossier. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio si attaccava al telefono, furente con "i sindacati confederali che fanno i furbi" e con quei "banchieri e industriali che ora si lamentano" per gli equilibri ai vertici della compagnia: "Ora, solo ora, dopo mesi che discutiamo...".

Nulla lasciava presagire simili rischi, se è vero che nei giorni scorsi Berlusconi aveva affrontato l'argomento con Bossi, offrendo "garanzie" sul partner straniero di Alitalia. "Anche Letizia Moratti è della stessa idea, bisogna puntare su Lufthansa", aveva chiesto il capo del Carroccio, e il Cavaliere lo aveva rassicurato. Insomma, non era questo il fronte che lo preoccupava, ed ormai erano lontani i giorni in cui nel governo aveva suscitato scalpore l'assenza di Giulio Tremonti dal tavolo della trattativa. "Se mi fossi seduto lì — aveva spiegato il ministro dell'Economia — avrei accreditato l'idea che lo Stato potesse intervenire per acquistare la compagnia". Erano e restano altre le emergenze che deve fronteggiare il premier, chiamato a dare risposte al Paese e alla sua maggioranza sulla crisi. Perciò non sono state casuali ieri le sortite dei capigruppo del Pdl, con Maurizio Gasparri che ha definito "prioritaria la difesa del potere d'acquisto per le famiglie" e Fabrizio Cicchitto che ha parlato di "misure allo studio da parte del governo".

Un classico gioco delle parti, con cui si punta a sgretolare il muro issato da Tremonti a tutela dei numeri della Finanziaria. Un'operazione combinata e assecondata da Berlusconi, convinto che l'unico modo per rispondere all'offensiva di piazza della Cgil e del Pd sia "varare misure che smorzino la tensione". È ormai chiaro che nel centrodestra si confrontano due modi diversi di approcciare la crisi, e Tremonti — conscio dell'accerchiamento — non è rimasto fermo. Da qualche tempo ha stretto rapporti con i leader sindacali contrari alla "deriva massimalista" della Cgil, ed è con loro che ha ragionato sul "nuovo mondo": "Con il crollo del sistema siamo entrati in un mondo sconosciuto. L'impatto della crisi sul comparto produttivo sarà pesante e noi dovremo salvare il patrimonio umano".

Evocando i lavoratori, Tremonti ha fatto presa sugli interlocutori, assicurando risorse al ministro del Welfare Maurizio Sacconi per la cassa integrazione. E Sacconi, insieme a Tremonti, è stato ospite del convegno organizzato dalla fondazione Nuova Italia di Gianni Alemanno per un dibattito sull'economia sociale di mercato. Chissà se il titolare di via XX settembre ha illustrato la sua visione del futuro anche a Massimo D'Alema, con cui coltiva un intenso rapporto culturale, è certo che ai sindacati ha promesso di impegnarsi a favore delle fasce più deboli, come i non auto-sufficienti. Renata Polverini dell'Ugl confida che "arrivino risposte concrete": "Il confronto è utile, ed è importante che le proposte siano condivise prima".

Tremonti è pronto alla contromossa, la prova sta nel breve intervento pronunciato ieri in Consiglio dei ministri: "Nel 2009 persino la Germania non crescerà. È con questo che dovremo fare i conti. Perciò, se pensassimo di muoverci con l'intento di invertire il ciclo economico, sappiate che il ciclo non lo invertiremo. Diverso è il ragionamento se volessimo muoverci per far vedere che cerchiamo di dare un po' di respiro alle famiglie, ai lavoratori". È il richiamo al "patrimonio umano da salvare". Ecco il modo in cui Tremonti mira a spezzare l'accerchiamento.

Francesco Verderami

01 novembre 2008

 

 

 

 

 

importante partnership con uno dei tre principali operatori mondiali del settore

Cai: un miliardo per il rilancio di Alitalia

Coinvolti oltre 20 gruppi imprenditoriali. "Piano industriale realistico. Positive conseguenze a livello occupazionale"

ROMA - Una nota di Cai spiega che la decisione di presentare l'offerta per l'acquisto degli asset Alitalia al commissario straordinario Augusto Fantozzi, è stata presa dal consiglio di amministrazione che ha preso atto del lavoro sin qui svolto che "ha consentito di: raccogliere intorno alla nuova società oltre venti gruppi imprenditoriali, disposti ad investire oltre 1 miliardo di euro per ristrutturare e rilanciare il comparto aereo del Paese intorno ad Alitalia e AirOne; definire i contenuti di un piano industriale ambizioso ma realistico, che consentisse alla nuova compagnia di ritornare a crescere, posizionandosi come uno dei più importante vettori dell'area europea; definire i termini di un'importante partnership con uno dei tre principali operatori mondiali del settore, con la possibilità anche di un ingresso di tale partner nell'azionariato della nuova compagnia; determinare positive conseguenze sul piano occupazionale, che avrebbero permesso di assumere nella nuova società oltre 12.500 dipendenti, prevedendo inoltre procedure di mobilità e ammortizzatori sociali per gli altri dipendenti attuali di Alitalia e AirOne".

CONDIZIONI - L'offerta, precisa la nota, è "condizionata a una decisione non pregiudizievole per l'acquirente da parte della Commissione europea e all'assenza di prescrizioni da parte dell'autorità garante per la concorrenza e il mercato" ed è stata presentata "una volta ricevuta la conferma della sottoscrizione da parte di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uil Trasporti e Ugl Trasporti dei nuovi contratti di lavoro e dei criteri di selezione dei lavoratori della nuova compagnia".

31 ottobre 2008

 

 

 

 

2008-10-31

 

Via libera da Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Ma 5 sigle non ci stanno: "accordo stravolto"

Alitalia, hostess e piloti non firmano

Cai si tira indietro: "Nessuna offerta"

I sindacati confederali dicono sì al lodo Letta. Terminato il cda della nuova compagnia, a mezzanotte scade il termine

Il presidente della Cai Roberto Colaninno con l'ad Rocco Sabelli (Lapresse)

Il presidente della Cai Roberto Colaninno con l'ad Rocco Sabelli (Lapresse)

ROMA - Mancano poche ore alla scadenza del termine per l'offerta d'acquisto da parte di Cai degli asset della vecchia Alitalia, fissata a mezzanotte. Ma dal cda della nuova società esce una fumata nera. La decisione è infatti quella di non presentare alcuna offerta, dato che manca la firma delle associazioni dei piloti e degli assistenti di volo. Poco prima a Palazzo Chigi c'era stato l'estremo tentativo di trovare un terreno comune, con un documento messo a punto da Gianni Letta. Un testo firmato da Cgil, Cisl, Uil e Ugl, ma non dalle sigle autonome Sdl, Avia Anpac, Anpav e Up (le categorie che rappresentano la maggior parte degli assistenti di volo e piloti). Il cosiddetto lodo Letta è un documento di premessa al contratto e ai criteri di selezione del personale nella Nuova Alitalia in cui il sottosegretario alla presidenza del Consiglio si pone come "garante dell'intesa". "A mezzanotte non c'è più Alitalia, senza l'accettazione dell'offerta di Cai perché il 31 è il termine ultimo per sopravvivere - aveva detto Gianni Letta prima della presentazione del lodo -. Siamo vicini al baratro, non c'è più margine per trattativa, l'alternativa è il fallimento". "Senza una firma sui contratti al tavolo a Palazzo Chigi la Cai è fuori da Alitalia" aveva ammonito il presidente Roberto Colaninno.

"ACCORDO STRAVOLTO" - Le sigle autonome non hanno firmato anche per "le gravi esclusioni sociali che sono state avanzate dall'azienda nel documento, come quella delle donne in maternità e di coloro che assistono persone disabili". In alcuni casi si tratta di "veri mostri sociali", spiega il presidente di Avia Giuseppe Divietri, con l'azienda che ha la "discrezionalità assoluta sulle persone da assumere e quelle non da assumere". La denuncia avanzata nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi viene però respinta da Cgil, Cisl, Uil e Ugl che affermano che questa lettura è "da escludere categoricamente. È un'ipotesi priva di fondamento, assolutamente da smentire". E comunque i sindacati ricordano che, in caso di dubbi, si può sempre ricorrere alla mediazione della presidenza del Consiglio, così come previsto dal lodo Letta. "C'è stato il tentativo di stravolgere l'accordo raggiunto a settembre" denuncia il leader dell'Anpac Fabio Berti. Per il numero uno del'Unione piloti, Massimo Notaro, il risultato "è un progetto nano da un punto di vista etico e morale. Da quando, trentacinque giorni fa, abbiamo firmato l'intesa - spiega - abbiamo perso tempo". Duro l'attacco nei confronti degli altri sindacati: Berti si chiede come "chi ha dato l'ok abbia mai potuto farlo"

"EVITATA TRAGEDIA" - Il leader della Uil Trasporti, Giuseppe Caronia, para gli attacchi: "Abbiamo evitato una tragedia sociale. Forse qualcuno non se ne è reso o non se ne vuole rendere conto. Finalmente abbiamo messo fine a una condizione di incertezza che pesava sulle famiglie e sul trasporto aereo, asset strategico del nostro paese". Sulla stessa linea Claudio Claudiani della Cisl: "Non capiamo chi ha firmato l'accordo a settembre e non l'ha fatto oggi. Qui non ci sono più spazi per rilanci". Secondo il segretario di categoria della Cisl il lodo Letta è "coerente con gli accordi di settembre". Il leader della Filt-Cgil, Franco Nasso, spiega che "la stesura dei contratti non è definitiva perché ci sono ancora dei punti con delle criticità, abbiamo firmato una premessa. Ma buona parte dei problemi è alle nostre spalle. Per noi - continua - che l'abbiamo sottoscritto significa stare nella traccia degli accordi di settembre". E auspica un "ripensamento" di chi ha respinto il documento. Roberto Panella dell'Ugl ricorda che la strada del fallimento era una strada concreta e "questo ci ha indotto a firmare".

DI PIETRO: "SPECULATORI" - Il leader dell'Idv Antonio Di Pietro si schiera invece dalla parte dei sindacati autonomi: "Il governo la smetta di dividere i lavoratori con ricatti e minacce per obbligarli ad accettare le proposte indecenti dei loro amici della Cai. E si adoperi affinché la nuova compagnia garantisca i diritti dei piloti, degli assistenti di volo e del personale di terra. È questo il compito del governo, e non quello di fare da braccio armato degli speculatori". Ben diversa la posizione di Maurizio Lupi (Pdl), vicepresidente della Camera: "Ci dispiace che, proprio ora che si comincia a vedere l'uscita dal tunnel per l'Alitalia, ci sia chi insista nel portare avanti una battaglia ideologica sulla pelle dei lavoratori: non possiamo non criticare la posizione dei piloti e degli assistenti di volo che non hanno firmato l'accordo per il rilancio della compagnia di bandiera".

SINDACATI IN ALITALIA - La rappresentanza sindacale di Alitalia è suddivisa tra sindacati confederali, autonomi e associazioni di categoria. Tra i confederali il sindacato più pesante è la Filt-Cgil che conta 2.200 iscritti tra piloti, personale di terra e assistenti di volo. Alla Fit-Cils sono iscritti 2.050 lavoratori tra piloti, personale di terra e assistenti di volo, mentre alla Uil trasporti sono 1.900. Infine l’Ugl trasporti conta 1.030 iscritti. Tra gli autonomi, l’Sdl ha 1.650 iscritti tra piloti, personale di terra e assistenti di volo. Le associazioni di categoria invece sono rappresentate dai piloti dell’Anpav e dell’Up che si sono unite e contano 1.200 iscritti su circa 3.000 piloti in totale. Infine gli assistenti di volo fanno capo ad Avia ed Anpav con rispettivamente 300 e 500 hostess e steward.

31 ottobre 2008

 

 

 

 

 

 

2008-10-22

Ma il Governo è stato battuto su odg Malpensa votato anche da Lega

Approvato il decreto legge Alitalia

Intanto la compagnia perde passeggeri (-28,3%) e taglia almeno 12 destinazioni internazionali dal primo novembre

ROMA - La norma salva-manager è stata cancellata; la tassa d’imbarco per i passeggeri è stata aumentata da 1 a 3 euro; il commissario straordinario di Alitalia potrà cedere singoli beni o contratti, non solamente rami d’azienda o l’intera società. Sono queste le principali novità introdotte nel decreto legge Alitalia dalle commissioni Trasporti e Attività produttive di Montecitorio, approvato da Montecitorio dopo l’ok alla fiducia posta dal governo Berlusconi. Il provvedimento, che scade lunedì prossimo 27 ottobre, torna in Senato per il via libera definitivo entro venerdì. La conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama ha già deciso che l’approvazione dell’Aula ci sarà entro venerdì. Quindi si va di corsa e giovedì le commissioni Industria e Lavori Pubblici dei Palazzo Madama, alle 8,30 di mattina, inizieranno l’esame del provvedimento. Il governo, per non correre rischi, dovrebbe porre la fiducia anche in Senato.

I MALUMORI - In aula sono esplosi i malumori della Lega poiché con la decisione del governo di porre la fiducia su un testo "identico" a quello frutto del lavoro delle commissioni è saltata la possibilità di inserire alcune modifiche chieste dalla Lega sugli slot, in particolare un emendamento che puntava a liberalizzare le rotte per Malpensa. A tutti i livelli, da Umberto Bossi in giù, il Carroccio ha insistito affinché il governo si faccia carico di trovare una soluzione. I malumori si sono concretizzati con il voto favorevole di 35 deputati della Lega ad un ordine del giorno del Pd su Malpensa e su cui il governo aveva dato parere negativo. Con il risultato che il governo è andato sotto. I voti a favore dell’ordine del giorno del Pd su Malpensa, a cui il governo si è detto contrario, sono stati 271, i voti contrari 212 e gli astenuti sono stati 21. Tra chi ha votato a favore, oltre ai 35 deputati della Lega e i 15 del Pdl, anche Gaetano Pecorella e il presidente della commissione Trasporti di Montecitorio Mario Valducci. Per quanto riguarda l’Idv, in 16 si sono astenuti e sei hanno votato a favore.

LA COMPAGNIA - Nonostante il voto resta il fatto che la situazione economica della Compagnia si è aggravata e non è ancora noto l'andamento di ottobre. In sordina, Alitalia ha deciso un massiccio taglio ai voli, abolendo almeno 12 destinazioni internazionali, con l'orario invernale, dal primo novembre. E starebbero per arrivare anche le prime lettere di licenziamento soprattutto al personale che lavora negli uffici di rappresentanza di Zurigo, Vienna e Berlino. Per di più giungono notizie negative sul fronte passeggeri. I dati sono ancora in calo, con un picco negativo a settembre. Secondo l'associazione europea delle compagnie aeree, Aea, a settembre il calo è stato del 28,3%, dopo una flessione del 21,4% ad agosto. Nei primi 8 mesi dell'anno, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, la flessione è del 17,9%. In termini di traffico, considerato il rapporto tra ricavi per passeggero a chilometro, il calo a settembre (rispetto allo stesso mese dello scorso anno) è del 25%. Mentre la capacità di posti offerti per chilometro, sotto la scure del "piano di sopravvivenza" per ridurre i costi, si è ridotta del 17,6%.

BRUXELLES - Intanto da Bruxelles comuncia a trapelare qualche voce sulle decisioni che la Commissione europea si accingerebbe a prendere e che dovrebbero essere rese note entro metà novembre. Il "sì" sarebbe condizionato al piano di privatizzazione di Alitalia. Mentre il prestito-ponte da 300 milioni di euro versato nelle casse della compagnia di bandiera verrebbe bocciato. Secondo fonti dell'esecutivo europeo vicine al dossier Alitalia, i servizi del commissario Ue ai trasporti, Antonio Tajani, non avrebbero riscontrato nel piano di privatizzazione elementi di per sè in contrasto con la normativa comunitaria. Ma, sulla scia di quanto deciso di recente per la privatizzazione della compagnia aerea Olympic, il via libera di Bruxelles sarebbe condizionato al rispetto degli impegni presi, a partire da quelli sul fronte della cessione degli asset.

PRESTITO-PONTE - Sembrerebbe, invece, scontata oramai la bocciatura del prestito da 300 milioni di euro che fu erogato ad Alitalia dal governo Prodi lo scorso aprile ed in seguito trasformato in capitale netto della società aerea dal governo Berlusconi con un secondo decreto. Per i servizi del commissario Tajani - spiegano le fonti - il versamento di quella cifra sarebbe un aiuto di Stato illegale, incompatibile con le regole europee sulla concorrenza, visto che nell'erogare i 300 milioni di euro non sarebbero state rispettate le condizioni di mercato. Nessun privato, cioè, avrebbe sborsato quella somma per Alitalia. A questo punto, il rimborso sarebbe inevitabile. A carico della società commissariata da Augusto Fantozzi o della nuova società guidata dalla Cai (Compagnia aerea italiana) di Roberto Colaninno: anche in questo caso tutto dipenderà dall'effettiva discontinuità o meno tra vecchia e nuova società.

22 ottobre 2008

 

 

 

2008-09-30

 

 

 

2008-09-29

tommaselli: "firma tecnica: dovrà essere confermata dai lavoratori"

Alitalia, firmano anche assistenti di volo

Colaninno: "Litigano per essere partner"

Via libera di Avia e Sdl all'accordo con Cai. "Ma non c'è nulla da festeggiare: un collega su tre va a casa"

ROMA - "Ora si stanno battagliando per essere partner di Alitalia". Così il presidente di Compagnia aerea italiana Roberto Colaninno parla dell'interesse di Air France-Klm e Lufthansa per la nuova Alitalia. "Come imprenditore - ha detto a Porta a porta - quando decisi di entrare nella cordata di imprenditori il 18 agosto, pensai che il valore di Alitalia sarebbe aumentato in modo consistente solo se la cordata avesse raggiunto un accordo con tutti i sindacati. Allora avevo cercato contatti con Lufthansa ma le porte erano completamente chiuse. Ora si stanno battagliando per essere partner".

ASSISTENTI DI VOLO - E sull'accordo con Cai per la nascita della Nuova Alitaliac'è il sì di Avia e Sdl: anche le due sigle autonome che rappresentano la maggioranza degli assistenti di volo hanno infatti sottoscritto l'intesa sul piano di salvataggio della compagnia nel corso dell'incontro di lunedì a Palazzo Chigi. Dopo il via libera della altre sette sigle sindacali di Alitalia, con queste due ultime firme si chiude la prima e fondamentale fase della trattativa.

1.500 ESUBERI - La firma delle hostess è in realtà un via libera a denti stretti. "Non c'è nulla da festeggiare, è un momento di dolore" dice l'Avia commentando l'accordo raggiunto. "È un atto fatto con responsabilità - spiega il presidente Antonio Divietri - ma non c'è da esultare: un collega su tre va a casa. E centinaia e centinaia di colleghi saranno costretti a cambiare città per lavorare". Per la sigla degli assistenti di volo non c'è quindi "alcuna allegria", "e vanno considerati immotivati gli entusiasmi degli ultimi giorni". Divietri ha annunciato che alla chiusura dell'accordo con le sigle autonome degli assistenti di volo Avia e Sdl, la categoria paga "un prezzo altissimo": sono previsti infatti, stando a quando dichiarato da numero uno di Avia, 1.500 esuberi.

"FIRMA TECNICA" - Non c'è "né trionfalismo né soddisfazione per come si è conclusa la vicenda", ha detto il coordinatore dell'Sdl Fabrizio Tomaselli, precisando che quella che gli assistenti di volo hanno apposto all'accordo quadro per il salvataggio di Alitalia è "una firma tecnica" che dovrà essere "confermata o meno dai lavoratori". "Non abbiamo avuto tempo per fare un referendum - ha spiegato Tomaselli - ma saranno comunque i lavoratori a dirci se continuare o meno la trattativa" con Cai e governo sul contratto. Il coordinatore nazionale di Sdl ha voluto tra le altre cose sottolineare l'importante ruolo di mediazione svolto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, rimproverando al ministro del Welfare Maurizio Sacconi di non aver fatto lo stesso.

"SPALLE AL MURO" - Sdl e Avia affermano di essere arrivate a firmare l'accordo dopo una lunga trattativa nella quale si sono sentite "spalle al muro". Le due sigle non risparmiano critiche sul ruolo svolto da altre sigle sindacali, ma anche la gestione di tavoli separati da parte del governo. "Ricordate la convocazione al ministero del Lavoro in via Fornovo? Siamo stati lasciati come il cane fuori al balcone", in attesa di una riunione che non c'è stata, mentre in un'altra sede era in corso il confronto con Cgil, Cisl, Uil e Ugl" ha detto il presidente dell'Avia, Antonio Divietri.

PRESIDIO - Nel pomeriggio i vertici di Avia e Sdl, dopo la firma dell’accordo con governo e Cai, hanno illustrato i contenuti dell'intesa a un centinaio di iscritti radunati in presidio davanti a Palazzo Chigi. Momenti di tensione si sono registrati all'arrivo del deputato Udc Savino Pezzotta, contestato dai manifestanti.

"SI È REALIZZATO QUELLA CHE LA CGIL AUSPICAVA" - Per il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli la firma di tutte e nove le sigle sindacali di Alitalia "conferma la validità del piano Cai, anzi, per certi aspetti, lo rafforza". "Esprimo grande soddisfazione per la fine della trattativa Alitalia" ha detto il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani. "Tutte le organizzazioni hanno firmato e si è così realizzato quello che la Cgil aveva auspicato fin dal primo momento: salvare l'Alitalia con il consenso di tutte le rappresentanze del lavoro dell'azienda. Devono ora riflettere tutti coloro che hanno giocato in senso opposto", ha proseguito il numero uno della Cgil.

29 settembre 2008

 

 

2008-09-27

forti tensioni, Cai minaccia il ritiro. La schiarita dopo l'ultimo round di Uil e Ugl

I piloti firmano l'accordo, sì dei sindacati

Quattordici ore di trattative, l'intesa nella notte. La rincorsa delle hostess di Avia e Sdl. Più forte l'ipotesi Lufthansa

ROMA — Accordo raggiunto per i piloti di Alitalia dopo una trattativa di 14 ore terminata nella notte. Un nuovo allegato (una pagina) che concede un contratto da dirigenti ai comandanti e una riduzione degli esuberi, ha sancito la pace della Compagnia aerea italiana (Cai) con le "aquile ". Subito dopo, intorno alle 2, anche Avia e Sdl hanno chiesto di essere ricevuti a palazzo Chigi. L'Anpav (545 assistenti di volo) aveva già aderito nel pomeriggio.

La trattativa ha toccato punte drammatiche per il rifiuto di Uil e Ugl di sottoscrivere le novità concordate tra i piloti di Anpac e Up e i vertici di Cai, Roberto Colaninno e Rocco Sabelli. In sostanza Fabio Berti e Massimo Notaro avrebbero ottenuto per i piloti con i gradi di comandante (900 su 2.100) la qualifica di "dirigente ", che equivale alla possibilità di negoziare un contratto proprio, ma anche di essere licenziati con il pagamento di un'indennità. Per 140 piloti in esubero ci sarebbe il part-time con rotazione. Tali sostanziali modifiche ai documenti già firmati dagli altri sindacati, non potevano passare senza il consenso di questi ultimi. Confederali e Ugl sono stati convocati, ai massimi livelli, dal sottosegretario Gianni Letta a Palazzo Chigi alle 19.30. Qui i segretari di Uil, Luigi Angeletti, e Ugl, Renata Polverini, che contano molti piloti tra gli iscritti, hanno frenato, temendone la sollevazione delle categorie.

Insomma si è ricreata la stessa situazione d'imbarazzo che aveva procurato l'allegato ottenuto dalla Cgil. Il sindacato di Guglielmo Epifani invece, contando pochi piloti, avrebbe dato disponibilità, mentre la Cisl di Raffaele Bonanni ha cercato la mediazione. Di fronte alle resistenze di Uil e Ugl, Colaninno, dopo una telefonata con l'amministratore di Intesa-Sanpaolo ( advisor), Corrado Passera, avrebbe minacciato di ritirarsi. Il governo ha quindi prodotto un documento finale cui hanno aderito Cgil e Cisl, oltre a Cai, Anpac e Up. Uil e Ugl hanno firmato dopo un ultimo round sugli esuberi. A questo punto i piloti hanno finalmente sottoscritto l'accordo quadro e il contratto già siglato giovedì dagli altri quattro sindacati.

Un rinvio a lunedì era previsto per Avia (751 a.v.) e Sdl (1.700 lavoratori tra volo e terra). Uno slittamento tattico, dettato forse dalla necessità di spiegare alla base la necessità di capitolare. "Se non firmate subito, dopo potrete farlo solo "per adesione"", avrebbe minacciato da Viareggio il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, cioè senza acquisizione dei relativi diritti sindacali, tra cui quello di sedersi ai tavoli che preciseranno il contenuto dei contratti tratteggiati dai 4 maggiori sindacati. Di qui forse la rincorsa finale che ha costretto governo e cai a un ulteriore tornata. L'acquisizione del consenso del personale navigante è importante anche per stringere sull'alleanza internazionale.

Venerdì il presidente di Lufthansa, Wolfgang Mayrhuber, come anticipato dal Corriere, ha incontrato il sottosegretario Gianni Letta e, nell'ambasciata tedesca, i quattro leader firmatari dell'accordo. A questi avrebbe chiesto notizie circa l'effettiva tenuta dell'intesa rispetto ai naviganti. Tutti i sindacati avrebbero espresso la propria disponibilità a Lufthansa. Dall'Umbria Berlusconi ha detto: "Dove pensavate che Air France avrebbe portato i milioni di turisti che verranno in Italia? A Todi o nei castelli della Loira? La risposta è scontata". Espressioni che non lasciano dubbi sulla propensione per Lufthansa.

Antonella Baccaro

27 settembre 2008

L'evoluzione della trattativa

Alitalia: ecco il nuovo contratto Cai

Cosa cambia dopo il sì di Cgil: le differenze tra la vecchia e la nuova proposta

MILANO - Anche la Cgil ha detto sì alla proposta Cai su Alitalia. Ma cosa prevede l'accordo firmato per i lavoratori Alitalia e quali sono le differenze tra la vecchia e la nuova proposta?

L'ACCORDO QUADRO - Nella nuova Alitalia la Cai assumerà 12.500 dipendenti scegliendoli tra quelli di Alitalia ed AirOne. Sono 3.250 gli esuberi che avranno ammortizzatori sociali. Il piano 2009-2013 di Cai include anche attività di terra, di manutenzione di linea e leggera, ground handling e servizi amministrativo, informatico. Full cargo e manutenzione pesante saranno esternalizzate e Cai avrà una quota di minoranza. Lock up dei soci Cai per cinque anni e nel caso di quotazione in Borsa, che avverrà non prima di tre anni, c'è l'impegno a mantenere la maggioranza assoluta (maggiore del 51%) del capitale. Elemento qualificante del progetto un partner industriale internazionale con una quota di minoranza non superiore a quella massima riservata agli attuali soci. La capitalizzazione iniziale è di un miliardo di euro e il pareggio operativo è previsto entro due anni.

CONTRATTO AZIENDALE - Vale tre anni ed ha una parte comune e altre distinte per le tre categorie: piloti, assistenti di volo e personale di terra; per la parte non definita varrà la disciplina vigente in Airone. Le sigle che firmano costituiranno una Rappresentanza Sindacale Unitaria (Rsu) per ciascuna delle tre categorie, unica forma di rappresentanza sindacale.

PERSONALE DI TERRA - L'orario di lavoro è di 38,5 ore a settimana, con 26 giorni di ferie, per la retribuzione i minimi tabellari corrispondono agli attuali di Alitalia su 14 mensilità.

PILOTI - Le qualifiche previste sono quelle di comandante e pilota. Il pilota di seconda con 36 mesi di anzianità ha i gradi di pilota di prima. La compagnia può assumere direttamente piloti per qualsiasi aeromobile, provvedere alla transizione ad aeromobile superiore e ad avviare al comando nella misura del 25% del fabbisogno. Le ferie sono di 30 giorni, che si incrementano di 1 giorno per ogni 5 anni di anzianità aziendale fino ad un massimo di 35. E previsto un giorno di riposo ogni 3 di ferie. Il pilota si presenta in servizio con mezzi propri. Diaria di linea: 42 euro giornalieri oltre 12 ore; 3,5 euro per ora sotto le 12 ore. Trenta giorni di riposo per trimestre, con un minimo mensile programmabile di 8. Riduzione del 6%-7% della retribuzione a parità di ore volate.

ASSISTENTI DI VOLO - Le qualifiche sono assistente responsabile e assistente di volo. In alcuni casi (vedi sotto) viene inserito l'assistente di volo responsabile di seconda. Ferie uguali a quelle dei piloti. Gli assistenti di volo si presentano in servizio con mezzi propri. Diaria di 42 euro giornalieri oltre 12 ore; 3,5 euro per ora sotto le 12 ore. Trenta giorni di riposo per trimestre, con un minimo mensile programmabile di 8. Retribuzione: riduzione del 6%-7% rispetto al trattamento oggi vigente a parità di ore volate. Stipendio mensile di anzianità per 14 mensilità. Indennità di volo per 12 mensilità.

COSA CAMBIA TRA LA VECCHIA E LA NUOVA PROPOSTA

BACINO PRECARI - Per i prossimi tre anni Cai può attingere sino a 1.000 lavoratori in totale fra il personale che negli ultimi 36 mesi ha lavorato per società dei Gruppi Alitalia e Airone con contratto di lavoro a tempo determinato.

RETRIBUZIONI: PERSONALE DI VOLO - La riduzione del 6-7% può essere parzialmente o totalmente recuperata a fronte di incrementi delle ore di volo.

RETRIBUZIONI: PERSONALE DI TERRA - Viene considerato periodo notturno ai fini contributivi la fascia oraria dalle 20 alle 8, anzichè quella dalle 20 alle 7. Il lavoro notturno è però di almeno sette ore consecutive tra mezzanotte e le cinque del mattino. Le voci retributive del trattamento Alitalia confluiranno in una singola voce "superminimo ristrutturazione" per 12 mensilità. Le voci incluse nella dizione "superminimo ristrutturazione" non saranno quindi assorbibili (evitati mancati aumenti per circa 500 euro)

RIPOSI - Trenta giorni per trimestre per piloti e assistenti di volo con un minimo mensile programmabile di otto. Da maggio a ottobre due riposi programmati saranno considerati inamovibili. Da novembre ad aprile saranno inamovibili tre riposi. In tutto quindi 5 riposi inamovibili contro i 3 inizialmente previsti.

MALATTIA - La conservazione del posto è prevista per 12 mesi. Per causa di servizio, dal primo giorno di assenza e per i primi otto mesi la retribuzione mensile è invariata; per i successivi è ridotta del 50%. Se non è per causa di servizio dal primo giorno di assenza è corrisposto il 100% della retribuzione per i primi 6 mesi; 50% per i successivi. Inizialmente era previsto per gli assistenti di volo che per i primi 3 giorni di assenza per malattia venisse tagliato il 50% della retribuzione giornaliera.

QUALIFICHE - Inserito l'assistente di volo responsabile di seconda solo sul lungo raggio con compiti di coordinamento del servizio economy. Originariamente erano previsti solo l'assistente di volo responsabile e l'assistente di volo.

26 settembre 2008

 

l progetto Fenice prevede due grandi aeroporti, Fiumicino e Malpensa

Le strategie di Air France e Lutfhansa

Il colosso francese ha una strategia che punta su uno scalo forte, la compagnia tedesca preferisce una visione multi-hub

Strategie a confronto fra Air France e Lufthansa. Superata la fase in cui la scelta del partner di Alitalia era legata all'ammontare monetario offerto, adesso il futuro alleato verrà scelto in base ai piani di sviluppo che propone per il mercato italiano. Da tempo, a fianco alla questione Alitalia, si muove, soprattutto a livello politico, la diatriba fra lo scalo romano di Fiumicino e quello milanese di Malpensa. Ecco quindi che Air France o Lufthansa sanno di giocarsi molte delle loro carte sulle proposte che possono presentare per lo sviluppo dei due aeroporti e il modo in cui queste potranno integrarsi con il progetto Fenice, messo a punto da Intesa Sanpaolo per Cai.

AIR FRANCE-KLM - Il colosso francese ha una strategia che punta su un hub forte, in questo caso Parigi, a cui ha affiancato Amsterdam come supporto. In quest'ottica, Fiumicino potrebbe rappresentare un nuovo punto di appoggio, soprattutto per le rotte verso Africa e Medio Oriente, mentre Malpensa perderebbe molta della sua importanza strategica. Nel vecchio piano di Air France, dall'Italia sarebbero partite 84 tratte, di cui 15 a lungo raggio, a testimonianza della volontà di non dirottare comunque su Parigi la maggior parte del traffico nazionale. Allo stesso tempo Air France può vantare una maggiore conoscenza del mondo Alitalia, essendo presente tuttora nell'alleanza Sky Team e avendo mantenuto il proprio amministratore delegato, Jean-Cyril Spinetta, nel Cda di Alitalia per cinque anni, fino al 2007.

LUFTHANSA - Il gruppo tedesco preferisce una visione multi-hub, in cui gli scali di Francoforte, Monaco e Zurigo, dove opera con Swiss Air (alleata nel consorzio Star Alliance) si muovono su un livello di quasi parità. Un sistema "stellare", ha spiegato il segretario della Cisl Raffaele Bonanni. In quest'ottica, sia Fiumicino che Malpensa potrebbero ritagliarsi un ruolo, in particolar modo lo scalo milanese in cui Lufthansa già dal 2009 opererà sei aerei attraverso la controllata Air Dolomiti, verso destinazioni europee.

CAI - Il progetto Fenice prevede due grandi aeroporti, Fiumicino e Malpensa, mentre a Linate spetterà il ruolo di navetta per il collegamento fra Roma e Milano. Ci sarà quindi un ribilanciamento dei voli a favore di Malpensa, a discapito di Fiumicino e Linate. L'idea è di dare vita a un network "punto-a-punto" sul breve-medio raggio, con quote dominanti nei principali aeroporti, serviti mediante un decentramento delle attività su 6 basi operative, che saranno Venezia, Milano (Linate/Malpensa), Torino, Roma (Fiumicino), Napoli e Catania.

(Ansa)

26 settembre 2008

 

2008-09-26

Alitalia, la Cgil sceglie di firmare

Epifani: salari difesi. Uil: 3250 esuberi

Il sì dopo le "integrazioni" al piano Fenice. Sacconi, Cai pronta ad andare avanti anche senza i piloti

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Dopo l'annuncio della disponibilità di Air France ad entrare in Cai, più vicino l'accordo (Ansa)

Dopo l'annuncio della disponibilità di Air France ad entrare in Cai, più vicino l'accordo (Ansa)

MILANO - Per Alitalia è il giorno della speranza. La Cgil ha firmato il piano, dopo aver letto le integrazioni proposte dalla Cai. L'incontro tra le organizzazioni dei piloti (Anpac e Up) e degli assistenti di volo (Avia e Sdl) a Palazzo Chigi è terminato alle 21,30 e riprenderà venerdì alle 10 per gli assistenti e un'ora dopo i piloti per firmare o respingere l'accordo siglato dalle organizzazioni sindacali confederali. Gli assistenti di volo dell'Anpav, che nei giorni scorsi aveva comunicato l'adesione all'accordo, ha annunciato che prenderà "tutto il tempo a disposizione, cioè fino a domani alle 13, prima della decisione finale".

TERMINE ALLE 13 - Dopo un doppio confronto a Palazzo Chigi con Colaninno e il governo con Anpac e Up e poi con le organizzazioni degli assistenti di volo, è stato infatti spostato per venerdì alle 13 il limite posto a piloti e assistenti di volo per aderire agli accordi per il salvataggio di Alitalia proposti dalla Cai. Lo ha annunciato il presidente dell'Anpac, Fabio Berti, uscendo da Palazzo Chigi. "Stiamo parlando", ha spiegato Berti. "Per ora", ha aggiunto il leader dell'Anpac, "non è stato raggiunto alcun risultato. Domani continueremo a lavorare: per noi lo spostamento della scadenza è un segnale molto importante". E nel far presente che "la trattativa è in una fase estremamente delicata", Berti ha preferito evitare ogni commento sul merito del confronto.

"Poiché proseguono i contatti bilaterali tra il sottosegretario Letta e alcune organizzazioni sindacali dei lavoratori dell'Alitalia, il termine per l'adesione all'accordo già sottoscritto da Cgil, Cisl, Uil ed Ugl è stato prorogato alle 13 di venerdì 26 settembre 2008" ha reso successivamente noto un comunicato del sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Gianni Letta.

Sul fronte degli assistenti di volo, anche Avia, Sdl e Anpav hanno deciso di prendersi tutto il tempo a disposizione, cioè fino alle 13 di venerdì, prima della decisione finale.

SACCONI: CAI PRONTA AD ANDARE AVANTI ANCHE SENZA I PILOTI - "Confidiamo che ci possa essere (da parte di piloti e assistenti di volo) una adesione se non a tutto il documento almeno a una parte di esso. L'adesione sarebbe importante per garantire alla Cai un consenso tale per proseguire il risanamento della compagnia". Così il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, a "Mattino 5" programma di Canale 5. Interpellato sulle conseguenze di una mancata adesione delle associazioni dei piloti, Sacconi ha sottolineato che "la Cai potrebbe continuare comunque il suo percorso. Credo che i singoli non si sottrarrebbero alla proposta di assunzione" dal momento che "perderebbero anche gli ammortizzatori sociali". Sui contenuti dell'accordo firmato giovedì il ministro ha aggiunto che "il documento è lo stesso del 18 settembre, già sottoscritto dal Uil, Cisl e Ugl, con in più solo "alcuni chiarimenti".

OK DAI CONFEDERALI - Il confronto ancora aperto con hostess e piloti non sminuisce l'importanza del sì dei sindacati confederali di giovedì al piano di Cai per Alitalia. Il commissario straordinario Augusto Fantozzi ha fatto sapere che la nuova Alitalia nascerà a metà ottobre, spiegando di aver ricevuto una lettera da Colaninno con la "revoca della revoca". "Il termine dell'offerta di Cai ora è fissata al 15 ottobre" ha detto Fantozzi.

EPIFANI - Soddisfatto il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani: "Si è raggiunta un'intesa complessiva assolutamente positiva, anche tenendo conto di alcuni chiarimenti e aggiunte" ha detto il leader della Cgil, spiegando a riguardo l'importanza delle integrazioni apportate al piano in tema di precariato e salari: l'azienda userà infatti, ha spiegato il leader sindacale, "quel bacino di precari, dando così speranza a centinaia e centinaia di lavoratori per i quali non c'era nulla". Il segretario della Cgil ha sottolineato, inoltre, "l'effettiva invarianza retributiva di tutto il personale a terra" con, tra l'altro, la conferma della maggiorazione notturna e la rinuncia, da parte della Cai, alle restrizioni sui trattamenti di malattia e sulle indennità. Quanto a piloti e assistenti di volo la decurtazione della retribuzione del 6-7% sarà recuperata con incremento della produttività. "Confido - ha aggiunto Epifani - che sia possibile da parte degli assistenti di volo e dei piloti, riflettere per vedere come anch'essi possano contribuire a questo piano di rilancio e di risanamento dell'azienda". Se i piloti e gli assistenti di volo non dovessero firmare l'accordo, vi sarebbe, ha spiegato inoltre Epifani, un "problema di rappresentatività" e occorrerebbe pensare "a meccanismi democratici di convalida dell'accordo".

ESUBERI E ASSUNZIONI - Circa gli esuberi, il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti ha spiegato che la Cai assumerà 12.500 dipendenti di Alitalia, mentre per 3.250 sono previsti gli ammortizzatori sociali. "Purtroppo - ha però ammesso il numero uno della Uil - nessuno ci ha mai chiarito con precisione quanti sono i dipendenti di Alitalia e Airone". Nell'allegato ai protocolli firmati su Alitalia a Palazzo Chigi da Cgil, Cisl, Uil e Ugl, la Cai ha dato la propria disponibilità ad avvalersi per il prossimo triennio di mille unità complessive di personale che negli ultimi 36 mesi abbia prestato la propria opera a favore di società dei Gruppi Alitalia e Airone con contratto di lavoro a tempo determinato. Da parte sua il ministro del Welfare Maurizio Sacconi ha fatto sapere che"chi non verrà assunto dall'Alitalia o dalle società collegate avrà una robusta integrazione del reddito con la cassa integrazione. C'è un forte impegno per la loro ricollocazione - ha spiegato il ministro -. I primi ad essere selezionati, anche per lavori a tempo determinato, saranno i cassintegrati che avevano un lavoro a tempo indeterminato. Poi sarà la volta di chi aveva un contratto a tempo determinato". Per quanto riguarda il trattamento di malattia, si legge nel testo firmato, le integrazioni concordate prevedono "la conservazione del posto per 12 mesi. In caso di malattia/inidoneità per causa di servizio a partire dal primo giorno di assenza e per i primi 8 mesi il lavoratore percepisce la normale retribuzione, per i successivi il 50%. In caso di malattia/inidoneità non per causa di servizio, a partire dal primo giorno di assenza è corrisposto il 100% della normale retribuzione per i primi 6 mesi, il 50% per i mesi successivi". Per quanto riguarda le qualifiche degli assistenti di volo (che sono assistente di volo responsabile, assistente di volo responsabile di seconda e assistente di volo) "vengono previsti livelli retributivi intermedi tra quelli dell’assistente di volo responsabile e l’assistente di volo. Fermi restando i limiti quantitativi minimi di composizione degli equipaggi e la possibilità di operare con equipaggio ridotto - si legge nel documento - per indisponibilità improvvisa di qualsiasi membro di equipaggio che non consenta la sostituzione, limitatamente alle attività di volo di lungo raggio è previsto l’impiego di un assistente di volo responsabile di seconda con compiti di coordinamento del servizio economy. Sull’attività di corto-medio raggio possono essere indistintamente ed alternativamente impiegati assistenti di volo responsabili e assistenti di volo responsabili di seconda".

PARTNER STRANIERO - Il partner straniero che entrerà come socio di minoranza della Cai resta ancora da scegliere. "Non c'è alcuna novità sul partner internazionale.

Piloti Alitalia (Ansa)

Piloti Alitalia (Ansa)

Sarà la Cai a sceglierlo" ha detto il ministro del Welfare Maurizio Sacconi. Epifani da parte sua ha apprezzato comunque l'impegno chiaro della compagnia guidata da Roberto Colannino a prevedere fin dall'inizio un ruolo per il socio internazionale: "Aver messo una parola di chiarezza sul partner internazionale offre una garanzia in più" ha detto il numero uno della Cgil. Gli incontri e le mediazioni che si sono susseguiti per tutta la giornata di mercoledì sembrano dunque avere dato i frutti sperati. L'agenzia ApCom ha annunciato che, stando a non precisate fonti industriali, Air France è particolarmente interessato all'operazione e per questo potrebbe rilevare una partecipazione tra il 10% e il 20% nel capitale Alitalia.

LA MEDIAZIONE - Il sottosegretario Gianni Letta ha spiegato che il governo ha "convinto Cai a riproporre l'offerta": "Abbiamo riannodato - ha spiegato Letta - i fili di un discorso che si era interrotto, ma non compromesso". Lo stesso Letta ha provato a districare il nodo della mancata firma formale di Cgil: è stato "accertato il consenso della Cgil" sui due documenti, ha precisato. Ora, si parte dai due protocolli sui quali c'era già l'assenso di Cisl, Uil e Ugl. "Dopo questa firma, terremo aperto il tavolo fino alle 20, dopo aver preso atto della firma dei quattro sindacati", ha annunciato, sottolineando che Cai "ha dato i chiarimenti chiesti ai sindacati sui protocolli" e che "sono stati chiariti anche i dubbi di interpretazione sui precari". Il verbale con le precisazioni di Cai, ha spiegato ancora Letta, diventerà parte integrante dei due protocolli, cioè quello sull'accordo quadro e quello sul nuovo contratto di lavoro dei dipendenti della nuova Alitalia.

ENAC: NESSUNA INTERRUZIONE LICENZA - "Non c'è al momento il paventato rischio di interruzione della licenza provvisoria". Lo ha detto il presidente dell'Enac, Vito Riggio. "Fantozzi ci ha inviato una relazione sullo stato finanziario della compagnia, come previsto dal regolamento europeo. La riproposizione di un'offerta da parte di un soggetto che punta una ricapitalizzazione a breve fornisce le stesse condizioni per le quali avevamo rilasciato la licenza provvisoria il 2 settembre. Avevamo specificato che ogni mese Alitalia deve presentare a Enac una relazione sull'andamento della situazione finanziaria. Questa è la prima relazione, ne chiederemo una al mese".

ASSEMBLEA DEGLI ASSISTENTI DI VOLO - Si è tenuta intanto all'aeroporto di Fiumicino l'assemblea dei piloti e assistenti di volo convocata da Anpac, Up, Avia e Sdl. "Qualsiasi decisione per quanto riguarda l'Sdl, sarà comunque sottoposta alla consultazione dei lavoratori. Questa è la proposta che faremo in assemblea ai lavoratori". Lo ha detto Andrea Cavola, della segreteria nazionale dell'Sdl.

PILOTI - "La nostra posizione è quella di poter firmare un accordo quadro solo se sarà accettato un documento integrativo che non altera l'accordo quadro ma lo integra con cose importanti". Così Roberto Spinazzola, segretario generale dell'Unione piloti, secondo il quale "i piloti escono sconfitti" visto che altri hanno ottenuto qualcosa e loro no.

"La trattativa è ancora in corso, ma uno spiraglio c'è" ha detto invece Francesco Barbato (Anpac) durante il suo intervento all'assemblea dei dipendenti di Alitalia. I rappresentanti dell'Up e Anpac sono stati a colloquio con Colaninno e Letta a Palazzo Chigi per poi andare all'assemblea di Fiumicino e infine ritornare a Palazzo Chigi. Alla fine tutto rinviato a venerdì.

 

25 settembre 2008(ultima modifica: 26 settembre 2008)

 

 

 

 

 

2008-09-25

ntanto Air France punta al 10-20% di Cai. Enac: licenza non sarà interrotta

Alitalia, la Cgil sceglie di firmare

Epifani: salari difesi. Uil: 3250 esuberi

Vertice a Palazzo Chigi , Letta: "Riannodati i fili della trattativa". Il sì dopo le "integrazioni" al piano Fenice

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Dopo l'annuncio della disponibilità di Air France ad entrare in Cai, più vicino l'accordo (Ansa)

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MILANO - Per Alitalia è il giorno della speranza. La Cgil ha firmato il piano, dopo aver letto le integrazioni proposte dalla Cai. Resta ora da verificare quale sarà la posizione delle organizzazioni dei piloti e degli assistenti di volo attesi a Palazzo Chigi per firmare (o respingere) l'accordo siglato dalle organizzazioni sindacali confederali. "Oggi - ha annunciato il ministro per lo sviluppo economico Claudio Scajola dopo la firma dell'accordo - il commissario Augusto Fantozzi chiederà e otterrà la proroga delle licenze da parte dell'Enac". Intanto Fantozzi ha fatto sapere che la nuova Alitalia nascerà a metà ottobre, spiegando di aver ricevuto una lettera da Colaninno con la "revoca della revoca". "Il termine dell'offerta di Cai ora è fissata al 15 ottobre" ha detto Fantozzi.

EPIFANI - Soddisfatto il segrwetario generale della Cgil Guglielmo Epifani: "Si è raggiunta un'intesa complessiva assolutamente positiva, anche tenendo conto di alcuni chiarimenti e aggiunte" ha detto il leader della Cgil, spiegando a riguardo l'importanza delle integrazioni apportate al piano in tema di precariato e salari: l'azienda userà infatti, ha spiegato il leader sindacale, "quel bacino di precari, dando così speranza a centinaia e centinaia di lavoratori per i quali non c'era nulla". Il segretario della Cgil ha sottolineato, inoltre, "l'effettiva invarianza retributiva di tutto il personale a terra" con, tra l'altro, la conferma della maggiorazione notturna e la rinuncia, da parte della Cai, alle restrizioni sui trattamenti di malattia e sulle indennità. Quanto a piloti e assistenti di volo la decurtazione della retribuzione del 6-7% sarà recuperata con incremento della produttività. "Confido - ha aggiunto Epifani - che sia possibile da parte degli assistenti di volo e dei piloti, riflettere per vedere come anch'essi possano contribuire a questo piano di rilancio e di risanamento dell'azienda". Se i piloti e gli assistenti di volo non dovessero firmare l'accordo, vi sarebbe, ha spiegato inoltre Epifani, un "problema di rappresentatività" e occorrerebbe pensare "a meccanismi democratici di convalida dell'accordo".

ESUBERI E ASSUNZIONI - Circa gli esuberi, il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti ha spiegato che la Cai assumerà 12.500 dipendenti di Alitalia, mentre per 3.250 sono previsti gli ammortizzatori sociali. "Purtroppo - ha però ammesso il numero uno della Uil - nessuno ci ha mai chiarito con precisione quanti sono i dipendenti di Alitalia e Airone". Nell'allegato ai protocolli firmati su Alitalia a Palazzo Chigi da Cgil, Cisl, Uil e Ugl, la Cai ha dato la propria disponibilità ad avvalersi per il prossimo triennio di mille unità complessive di personale che negli ultimi 36 mesi abbia prestato la propria opera a favore di società dei Gruppi Alitalia e Airone con contratto di lavoro a tempo determinato. Da parte sua il ministro del Welfare Maurizio Sacconi ha fatto sapere che"chi non verrà assunto dall'Alitalia o dalle società collegate avrà una robusta integrazione del reddito con la cassa integrazione. C'è un forte impegno per la loro ricollocazione - ha spiegato il ministro -. I primi ad essere selezionati, anche per lavori a tempo determinato, saranno i cassintegrati che avevano un lavoro a tempo indeterminato. Poi sarà la volta di chi aveva un contratto a tempo determinato". Per quanto riguarda il trattamento di malattia, si legge nel testo firmato, le integrazioni concordate prevedono "la conservazione del posto per 12 mesi. In caso di malattia/inidoneità per causa di servizio a partire dal primo giorno di assenza e per i primi 8 mesi il lavoratore percepisce la normale retribuzione, per i successivi il 50%. In caso di malattia/inidoneità non per causa di servizio, a partire dal primo giorno di assenza è corrisposto il 100% della normale retribuzione per i primi 6 mesi, il 50% per i mesi successivi". Per quanto riguarda le qualifiche degli assistenti di volo (che sono assistente di volo responsabile, assistente di volo responsabile di seconda e assistente di volo) "vengono previsti livelli retributivi intermedi tra quelli dell’assistente di volo responsabile e l’assistente di volo. Fermi restando i limiti quantitativi minimi di composizione degli equipaggi e la possibilità di operare con equipaggio ridotto - si legge nel documento - per indisponibilità improvvisa di qualsiasi membro di equipaggio che non consenta la sostituzione, limitatamente alle attività di volo di lungo raggio è previsto l’impiego di un assistente di volo responsabile di seconda con compiti di coordinamento del servizio economy. Sull’attività di corto-medio raggio possono essere indistintamente ed alternativamente impiegati assistenti di volo responsabili e assistenti di volo responsabili di seconda".

PARTNER STRANIERO - Il partner straniero che entrerà come socio di minoranza della Cai resta ancora da scegliere. "Non c'è alcuna novità sul partner internazionale.

Piloti Alitalia (Ansa)

Piloti Alitalia (Ansa)

Sarà la Cai a sceglierlo" ha detto il ministro del Welfare Maurizio Sacconi. Epifani da parte sua ha apprezzato comunque l'impegno chiaro della compagnia guidata da Roberto Colannino a prevedere fin dall'inizio un ruolo per il socio internazionale: "Aver messo una parola di chiarezza sul partner internazionale offre una garanzia in più" ha detto il numero uno della Cgil. Gli incontri e le mediazioni che si sono susseguiti per tutta la giornata di mercoledì sembrano dunque avere dato i frutti sperati. L'agenzia ApCom ha annunciato che, stando a non precisate fonti industriali, Air France è particolarmente interessato all'operazione e per questo potrebbe rilevare una partecipazione tra il 10% e il 20% nel capitale Alitalia.

LA MEDIAZIONE - Il confronto tra le sigle sindacali e i rappresentanti della nuova compagnia, con la mediazione dell'esecutivo, è tuttora in corso a Palazzo Chigi. Il sottosegretario Gianni Letta ha spiegato che il governo ha "convinto Cai a riproporre l'offerta": "Abbiamo riannodato - ha spiegato Letta - i fili di un discorso che si era interrotto, ma non compromesso". Lo stesso Letta ha provato a districare il nodo della mancata firma formale di Cgil: è stato "accertato il consenso della Cgil" sui due documenti, ha precisato. Ora, si parte dai due protocolli sui quali c'era già l'assenso di Cisl, Uil e Ugl. "Dopo questa firma, terremo aperto il tavolo fino alle 20, dopo aver preso atto della firma dei quattro sindacati", ha annunciato, sottolineando che Cai "ha dato i chiarimenti chiesti ai sindacati sui protocolli" e che "sono stati chiariti anche i dubbi di interpretazione sui precari". Il verbale con le precisazioni di Cai, ha spiegato ancora Letta, diventerà parte integrante dei due protocolli, cioè quello sull'accordo quadro e quello sul nuovo contratto di lavoro dei dipendenti della nuova Alitalia.

ENAC: NESSUNA INTERRUZIONE LICENZA - "Non c'è al momento il paventato rischio di interruzione della licenza provvisoria". Lo ha detto il presidente dell'Enac, Vito Riggio. "Fantozzi ci ha inviato una relazione sullo stato finanziario della compagnia, come previsto dal regolamento europeo. La riproposizione di un'offerta da parte di un soggetto che punta una ricapitalizzazione a breve fornisce le stesse condizioni per le quali avevamo rilasciato la licenza provvisoria il 2 settembre. Avevamo specificato che ogni mese Alitalia deve presentare a Enac una relazione sull'andamento della situazione finanziaria. Questa è la prima relazione, ne chiederemo una al mese".

ASSEMBLEA DEGLI ASSISTENTI DI VOLO - Si è tenuta intanto all'aeroporto di Fiumicino l'assemblea dei piloti e assistenti di volo convocata da Anpac, Up, Avia e Sdl. "Qualsiasi decisione per quanto riguarda l'Sdl, sarà comunque sottoposta alla consultazione dei lavoratori. Questa è la proposta che faremo in assemblea ai lavoratori". Lo ha detto Andrea Cavola, della segreteria nazionale dell'Sdl.

PILOTI - "La nostra posizione è quella di poter firmare un accordo quadro solo se sarà accettato un documento integrativo che non altera l'accordo quadro ma lo integra con cose importanti". Così Roberto Spinazzola, segretario generale dell'Unione piloti, secondo il quale "i piloti escono sconfitti" visto che altri hanno ottenuto qualcosa e loro no.

"La trattativa è ancora in corso, ma uno spiraglio c'è" ha detto invece Francesco Barbato (Anpac) durante il suo intervento all'assemblea dei dipendenti di Alitalia. I rappresentanti dell'Up e Anpac sono stati a colloquio con Colaninno e Letta a Palazzo Chigi per poi andare all'assemblea di Fiumicino e infine ritornare a Palazzo Chigi.

 

25 settembre 2008

 

 

 

 

oggi alle 11 incontro decisivo

Alitalia, i sindacati a Palazzo Chigi

L'apertura di Air France: interessati

Colaninno, Sabelli ed Epifani ricevuti da Gianni Letta.

La Cgil: "Aperture da Cai, ora accordo possibile"

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Rocco Sabelli (Lapresse)

Rocco Sabelli (Lapresse)

ROMA - La vicenda Alitalia potrebbe essere vicina a una soluzione, anche se i precedenti invitano alla prudenza. Dopo una giornata di polemiche e dichiarazioni che oscillavano dalla sfiducia all'ottimismo, in serata a Palazzo Chigi si sono ritrovati i protagonisti della lunga trattativa. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta ha avuto colloqui con il presidente e l'amministratore di Cai, Roberto Colaninno e Rocco Sabelli, poi con Epifani. Poi Sabelli e il leader della Cgil sono stati convocati insieme. Infine è stata la volta dei piloti, con i rappresentanti di Anpac e Unione piloti, che al termine dell'incontro con esponenti del governo non hanno rilasciato dichiarazioni. Fabio Berti dell'Anpac si è limitato a dire che "è un momento delicato". Alla domanda se giovedì l'Anpac sarà al tavolo, Berti risponde: "Vedremo". Per giovedì mattina alle 11 incontro decisivo con i sindacati.

APERTURA DELLA CGIL - Giovedì i giochi si riaprono: alle 11 sono convocati a Palazzo Chigi i segretari confederali di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e i rappresentanti delle categorie di Alitalia. E in serata la Cgil ha aperto uno spiraglio parlando di "accordo possibile", riconoscendo importanti aperture da parte di Cai, come l'impegno a riaprire la partita dei precari, l'invarianza di salario per il personale di terra, un maggior numero di giorni di riposo, l'abolizione della norma sui tre giorni di malattia.

VELTRONI - Il segretario del Pd Walter Veltroni ai microfoni del Tg1 si dice ottimista: "Penso che sia iniziata a maturare una soluzione positiva". E questo - spiega - grazie a due fatti nuovi: un passo avanti da parte di Cai e l'arrivo di un partner straniero (Air France). Veltroni, sottolineando il fatto che sarà evitata la creazione di una "compagnia di bandierina", ha detto di credere che nelle prime ore di giovedì "ci sarà una conclusione positiva". Infine ha respinto al mittente le accuse di aver boicottato l'accordo tra Cai e sindacati.

BERLUSCONI - Era stato Berlusconi a lanciare la palla avvelenata: "La colpa del fallimento del primo accordo con Cai è di Veltroni". E mentre il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, si diceva più ottimista rispetto ai giorni scorsi ("il buon senso si sta facendo strada in tutti"), il commissario straordinario, Augusto Fantozzi, prima smorzava gli entusiasmi: "La luce in fondo al tunnel? Io spero che ci sia, e anche molta. Ma al momento non si vede ancora". Poi al termine dell'audizione in Senato cambiava idea: "Sono ragionevolmente ottimista perché le distanze sono tali per cui alla fine il buon senso di tutti farà in modo che siano superate".

AIR FRANCE - Ma ecco (ri)spuntare il partner straniero, con la nota ufficiale di Air France-Klm. Nel tardo pomeriggio Francesco Mengozzi, ex amministratore delegato della nostra compagnia di bandiera nominato dal governo Berlusconi e ora portavoce della società franco-olandese, portava a Palazzo Chigi un messaggio di disponibilità ad entrare nell'azionariato di Cai e quindi poi di Alitalia da parte del presidente Jean Cyril Spinetta. "Air France - riferiscono fonti riservate all'agenzia Apcom - avrebbe confermato il proprio interesse a partecipare con Cai all’acquisizione di asset Alitalia come annunciato dagli advisor e dalla stessa società".

VERTICE - Durante la giornata non si è mai fermata la girandola di contatti tra le parti. La giornata si è aperta con l'incontro a Palazzo Chigi tra Colaninno, Sabelli e Gianni Letta. Il colloquio ha portato a ulteriori "passi avanti", come spiegano fonti governative. Nel primo pomeriggio sono arrivati i ministri del Welfare Maurizio Sacconi e dei Trasporti Altero Matteoli, che hanno ricevuto i segretari dei sindacati che hanno firmato l'accordo: per la Cisl Raffele Bonanni, per la Uil Luigi Angeletti, per l'Ugl Renata Polverini. Poi Colaninno e Sabelli sono tornati a Palazzo Chigi, dove hanno avuto un secondo incontro con Letta. A sorpresa, Colaninno ha avuto un colloquio telefonico con Epifani. Quest'ultimo ha poi parlato a lungo con Letta.

FANTOZZI - Intanto in Senato il commissario straordinario Augusto Fantozzi faceva il punto della situazione: "Spiragli? Ancora non se ne vedono. Sicuramente arriviamo al 30 settembre ma la situazione può precipitare in qualsiasi momento. A settembre Alitalia ha incassato 100 milioni di euro in meno rispetto alla media mensile, a determinare questa flessione sono stati gli aerei mezzi vuoti. Sono arrivato qui in ritardo, senza neanche mangiare un panino, perché ho firmato gli stipendi del mese di settembre, senza cui i lavoratori sarebbero scesi in sciopero". Offerte per Alitalia? "Ne sto ricevendo decine per i singoli segmenti, ma non ho a tutt'oggi un offerta per Az Fly, cioè per il comparto di volo". Fantozzi ha poi spiegato che l'Enac ha posto due condizioni per non ritirare la licenza: "Tre mesi di sopravvivenza finanziaria, e io non li ho, o un ragionevole programma di rilancio di voli. E questo era possibile finché c'era l'offerta di Cai".

CASSA INTEGRAZIONE - Infine, come previsto, sono state avviate le procedure per la cassa integrazione di oltre quattromila dipendenti di Alitalia tra piloti, assistenti di volo e personale di terra. Sindacati e rappresentanti di Fantozzi si rivedranno venerdì al ministero del Lavoro per ulteriori approfondimenti. La Cig, che partirà da ottobre e per tre mesi, è relativa alla messa a terra di 34 aeromobili (19 di Alitalia e 15 di Alitalia Express), prevista dal piano dell'ex amministratore delegato Maurizio Prato. La cassa integrazione a rotazione dovrebbe riguardare, per Alitalia, 831 piloti, 1.383 assistenti di volo e 2.072 dipendenti di terra. Per Alitalia Express si parla di 220 piloti, 152 assistenti di volo e 180 tra il personale di terra.

24 settembre 2008(ultima modifica: 25 settembre 2008)

 

 

2008-09-22

Alitalia sul mercato, l'asta va online

"Il piano entro giovedì o stop ai voli"

Il commissario straordinario Fantozzi: "Senza offerta chiederò l'autosospensione"

(Ansa)

(Ansa)

ROMA -Alitalia ha i giorni contati. Il commissario straordinario Augusto Fantozzi dovrà presentare all’Enac, entro giovedì 25, un piano "realistico" per il salvataggio della compagnia, altrimenti l’Ente potrà decidere la revoca della licenza provvisoria concessa. La scadenza è stata fissata dal presidente dell’Enac, Vito Riggio al termine di un incontro con Fantozzi. D'altra parte il commissario straordinario ha fatto presente che l'offerta presentata da Cai, come il termine per le manifestazioni d'interesse da parte di altri gruppi (■ leggi), scade il 30 settembre e se a tale data non ci sarà un'altra offerta realistica in tempi ragionevoli, il Commissario straordinario di Alitalia chiederà l'autosospensione della licenza di volo. "Io spero- ha spiegato Fantozzi- che l'Enac mi consentirà si arrivare a martedì 30 settembre e non mi indurrà quindi a chiedere l'autosospensione della licenza per volare, che sarebbe meno dannosa della revoca" disposta dall'Enac.

ASTA E STIPENDI - Lunedì intorno alle 10.30 sul sito di Alitalia Fantozzi ha pubblicato l'invito a presentare manifestazioni di interesse per l'acquisto di rami d'azienda della compagnia. Nella premessa, Fantozzi, specifica, riferendosi alla Cai, che "l'unica significativa offerta pervenuta, e sulla base della quale era stata avviata la trattativa, è stata revocata" e sottolinea di voler quindi "verificare la sussistenza di altri soggetti interessati che possano garantire la continuità nel medio periodo del servizio di trasporto, la rapidità dell'intervento e il rispetto dei requisiti previsti dalla legislazione". Il commissario straordinario a fatto sapere tra le altre cose che riuscirà a pagare gli stipendi dei dipendenti a settembre, spiegando di "avere altri strumenti che evitino i sacrifici del personale" riferendosi alla disponibilità, in particolare dei piloti, a decurtarsi lo stipendio.

FASSINO E BONAIUTI - "Fantozzi ha fatto oggi quello che andava fatto due mesi fa: all'inizio e non alla fine del percorso" ha detto Piero Fassino commentando la pubblicazione sul sito di Alitalia dell'invito a presentare entro il 30 settembre le manifestazioni di interesse per uno o più rami d'azienda. Secondo l'esponente del Pd "aver fatto saltare la trattativa con Air France è stato un atto colpevole ed irresponsabile". Ora Fassino invita il governo a "far di tutto per riaprire la trattativa tra i sindacati e la Cai. Il governo - puntualizza l'esponente del Pd - non deve ergersi a giudice per trovare il colpevole" del fallimento della trattativa, ma "riportare tutti al tavolo". "Perché si riapra la trattativa con la Cai - fa sapere d'altra parte il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti - serve che le sigle sindacali che non hanno firmato l'accordo lo facciano, se no non è facile riportare la controparte al tavolo". Bonaiuti sottolinea che "se non c'è senso di responsabilità è difficile risolvere il problema con l'asta, visto che non mi pare che ci siano le file di compratori di Alitalia nella condizione in cui siamo". Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi non ha dubbi: l’unica soluzione per Alitalia, resta la Cai essendo le compagnie straniere interessate solo a una quota minoranza. "Spero che nei prossimi giorni - ha affermato Sacconi - si ricostruisca il filo del dialogo tra l’unica soluzione che conosciamo, la Cai, e tutte le organizzazioni sindacali, nel rispetto di quelle organizzazioni che già hanno sottoscritto gli accordi. Voglio pensare che prevalga il senso di responsabilità".

"CGIL IRRESPONSABILE" - Nel frattempo la Cgil e il suo leader Gugliemo Epifani sono stati oggetto di un nuovo e duro attacco da parte del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. "Il sindacato è irresponsabile, agisce per far saltare l’accordo senza pensare ai danni per il Paese" ha detto il presidente del Consiglio intervistato da Affaritaliani.it. "Sono degli irresponsabili. Non guardano al bene del Paese e ai guai sociali che potrebbero derivarne", ha replicato Berlusconi a chi gli chiedeva se fosse "più facile battere la Lazio o il leader della Cgil Epifani". "Stanno facendo di tutto - ha spiegato il Cavaliere - per far saltare l’accordo. Hanno perfino definito gli imprenditori della cordata Cai dei "banditi", con il risultato di scoraggiarli e demotivarli. Ora la loro ricetta produrrà disoccupazione e disastri. Ma loro vanno avanti... Che roba! Incredibile".

I PILOTI - I piloti intanto fanno sapere di voler partecipare all'acquisto di Alitalia. Il comandante Roberto Spinazzola, segretario generale dell'Unione Piloti, intervistato da Rtl 102.5, ha anticipato una delle iniziative che oggi l'Up annuncerà insieme ad Anpac, Fdl e Avia in una conferenza stampa. La più importante, afferma Spinazzola, è "la possibilità da parte dei dipendenti dell'Alitalia di partecipare all'acquisto e quindi al salvataggio dell'azienda. Non si tratterà di un azionariato dei lavoratori, ma di una partecipazione diretta". Alla domanda su come possa reagire la Cai, Spinazzola ha risposto: "È un'iniziativa aperta a tutti e senza pregiudiziali nei confronti di nessuno, tanto meno l'ingegner Colaninno e la sua cordata".

LA "MARCIA" A FIUMICINO - "I piloti vogliono lavorare, Berti e Notaro andate a firmare". È uno degli slogan scanditi da piloti e personale Cisl, Uil e Ugl Alitalia aderente al "Fronte del sì", che hanno organizzato dalle 10,30 di lunedì a Fiumicino un presidio, composto attualmente da una ottantina di persone, all'ingresso del varco equipaggi. Nutrito il dispiegamento di forze dell'ordine, tra polizia e carabinieri, che separa il presidio del "Si" da quello, proprio dinanzi all'ingresso del centro equipaggi, dove sono radunati una cinquantina di lavoratori e rappresentanti sindacali contrari all'accordo con la Cai. In pochi minuti, quindi, a partire da metà mattinata, si sono materializzate e manifestate le due anime della base dei lavoratori Alitalia, ormai palesemente contrapposte sulle modalità di come proseguire la vertenza. Dal fronte del "no" scanditi slogan del tipo "via, via", e "vergogna" rivolti a lavoratori di pensiero opposto. Dai rappresentanti sindacali Sdl è arrivato a più riprese comunque l'invito ad un "confronto sereno, che non dia l'alibi di una spaccatura contro l'interesse dei lavoratori, continuando a garantire la massima regolarità operativa".

22 settembre 2008

Alitalia si mette sul mercato

Il commissario Fantozzi: sul sito web della Compagnia e sui giornali la richiesta di "manifestazioni d'interesse"

ROMA - Un annuncio da pubblicare lunedì sul proprio sito web per aprire trovare manifestazioni d'interesse per l'acquisto di Alitalia da rendere note entro il 30 settembre.

Il commissario straordinario di Alitalia Augusto Fantozzi (LaPresse)

Il commissario straordinario di Alitalia Augusto Fantozzi (LaPresse)

Annuncio che sarà replicato poi su 3 quotidiani italiani e uno internazionale martedì prossimo. Lo anticipa il quotidiano "Il Messaggero", citando il commissario della compagnia aerea Augusto Fantozzi, secondo il quale, dopo il ritiro della Cai, nessuno ha finora presentato offerte per rilevare le attività principali di Alitalia.

ANNUNCIO PUBBLICO - Secondo il Messaggero, che pubblica un colloquio con Fantozzi, per l'acquisto delle attività di volo di Alitalia "al momento non è pervenuta assolutamente... alcuna offerta". Alla domanda se davvero nessuna compagnia aerea straniera è interessata a rilevare Alitalia, il commissario ha risposto con un secco "Proprio no... Nessuno si fa avanti. Del resto le offerte si fanno per iscritto e io non ho ricevuto nulla". Di qui la decisione di pubblicare lunedì sul sito web di Alitalia e martedì sulle pagine dei giornali l'annuncio dell'asta pubblica, scrive il quotidiano, per ufficializzare, dice Fantozzi "quello che sto facendo da tempo. L'asta - scrive il giornale - serve per mettere il timbro della trasparenza nelle procedure di vendita e dimostrare alla Ue che le modalità non sono discriminatorie verso nessuno".

ENAC - Lunedì, intanto Fantozzi ha in programma un incontro con i vertici dell'Enac: il presidente Vito Riggio vuole valutare se la scarsa liquidità del vettore possa portare al ritiro della licenza. Sempre lunedì, Fantozzi incontrerà i vertici degli enti locali di Roma e del Lazio. Alla Magliana incontrerà il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, quello della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno e quello di Fiumicino, Mario Canapini.

PRESSING SUI SINDACATI - Nel frattempo, continua il pressing sui sindacati che non hanno accettato l'accordo con la Cai la scorsa settimana, nella speranza che la Compagnia Aerea Italiana di Roberto Colaninno accetti di tornare al tavolo, dopo il ritiro dell'offerta. E se sabato il segretario della Cgil Gugliemo Epifani, il cui sindacato è tra quelli che hanno bocciato l'accordo Cai, ha proposto di cercare un partner straniero, indicando la compagnia aerea tedesca Lufthansa , oggi esponenti di primo piano del Pd - sostengono con diversi accenti la proposta della cordata italiana. "Cai e sindacati devono recuperare i fili del confronto. Se poi nel frattempo emergesse una partnership internazionale aiuterebbe a chiudere l'accordo con assai maggiore serenità", ha detto in una intervista al "Sole 24 Ore" pubblicata oggi l'ex ministro degli Esteri Massimo D'Alema. D'Alema ha definito anche "gesti di grande responsabilità" la decisione della Filt-Cgil di ritirare una proposta alternativa a quella Cai e la telefonata fatta a Colaninno da Epifani per cercare di riaprire il confronto. E l'esponente del Pd ha espresso anche fiducia nel presidente della Cai. Enrico Letta, ministro ombra del Welfare del principale partito di opposizione, dice sulla "Stampa": "Spero che il sindacato sia pentito di avere detto no (all'accordo con Air France): dovrebbe saper spiegare alla base che oggi come allora il compromesso è necessario".

MATTEOLI - Intanto, dopo che sabato il premier Silvio Berlusconi ha avvertito che non ci sono alternative all'offerta Cai e che Alitalia rischia il fallimento in breve tempo, in un'intervista apparsa sul "Sole 24 Ore" il ministro dei Trasporti Altiero Matteoli ha annunciato che, in mancanza dell'adesione di tutti i sindacati all'accordo con Cai, "fra qualche giorno metteremo gli aerei di Alitalia a terra, come vuole la legge". E se l'Enac aveva annunciato venerdì che Alitalia aveva davanti a sé al massimo 10 giorni, Matteoli spiega che "non c'è tutto questo tempo, in realtà, la decisione va presa prima".

SCHIFANI - Un invito a trovare un accordo arriva invece dal presidente del Senato Renato Schifani che si appella "ad un forte senso di responsabilità perchè si sblocchi la vicenda Alitalia". La seconda carica dello Stato parlando a margine della tre giorni di Forza Italia a Cortina d'Ampezzo ha detto di essere "preoccupatissimo perchè ormai le lancette si stanno fermando". Schifani comunque auspica che "prevalga, in queste ore, un forte senso di responsabilità nell'interesse di tutti, nell'interesse degli utenti e dei lavoratori. Ma - ha aggiunto - ritengo che ormai il tempo cominci ad essere tiranno". Il presidente del Senato ha inoltre sottolineato di non voler pensare ad un'Italia senza Alitalia: "Ritengo anche che si potrebbe essere vicinissimi attraverso una grande assunzione di responsabilità lo sblocco di questa vicenda, mantenendo l'italianità".

FANTOZZI - Lunedì, intanto il commissario straordinario Augusto Fantozzi ha in programma un incontro con i vertici dell'Enac: il presidente Vito Riggio vuole valutare se la scarsa liquidità del vettore possa portare al ritiro della licenza. Sempre lunedì, Fantozzi incontrerà i vertici degli enti locali di Roma e del Lazio. Alla Magliana incontrerà il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, quello della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno e quello di Fiumicino, Mario Canapini.

21 settembre 2008(ultima modifica: 22 settembre 2008)

 

2008-09-21

il premier: "su alitalia non c'e' alcuna altra offerta oltre quella della cordata italiana "

"Ci volevano trattare peggio delle colf"

Berlusconi: "Nessuna alternativa a Cai"

I piloti : "Il contratto Cai ha contenuti peggiorativi rispetto a quello delle collaboratrici domestiche"

MILANO - Non si placa la tempesta politico-mediatica sul caso Alitalia. Dopo che le organizzazioni di hostess e steward avevano fatto sapere di essere di essere pronte a fare un passo in avanti e dopo che il segretario della Cgil Guglielmo Epifani in un'intervista a "La Repubblica" propone l'apertura di una trattativa con Lufthansa, i piloti ribadiscono il loro no alle condizioni proposte loro da Cai (la sigla sta per Compagnia aerea italiana).

I PILOTI - Il contratto proposto dalla Cai ai piloti di Alitalia e condiviso da FitCisl, Uiltrasporti e UglTrasporti, in alcune parti "ha contenuti peggiorativi rispetto a quello recentemente rinnovato dalle collaboratrici domestiche, categoria per cui nutriamo il massimo rispetto e considerazione". Lo afferma l'Anpac in una nota.

Il premier Silvio Berlusconi (Ansa)

Il premier Silvio Berlusconi (Ansa)

L'associazione dei piloti fa poi riferimento al sondaggio pubblicato dal Corriere della Sera, da cui emerge che il 77% degli italiani "ritiene che i contratti di piloti e assistenti di volo andrebbero uniformati a quelli in vigore nelle altre compagnie europee". E, a questo proposito, la nota ricorda che "Anpac e Unione Piloti, nel corso della trattativa con la Cai, hanno più volte proposto questa soluzione ed hanno inoltre aggiunto di essere pronti ad una decurtazione della relativa parte economica fino al 30%".

BERLUSCONI - La posizione dei piloti riacutizza anche la polemica politica sulla vicenda. Su cui interviene di nuovo il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. "Non ci sono soluzioni alternative a Cai. Chi festeggia per il fallimento della trattativa non si rende conto della situazione. Non c'è alcuna altra offerta oltre a quella della cordata italiana" ha dichiarato il premier. "Le immagini dei festeggiamenti da parte di alcuni dipendenti Alitalia, dopo il ritiro dell'offerta della Cai, credo che non siano piaciute in generale perchè sono persone che non si rendono conto della situazione di Alitalia, soprattutto dopo lo sforzo di alcuni imprenditori di investire e accollarsi un compito non facile. Vedere che chi doveva essere beneficiato invece era felice, sicuramente non è stato un bel vedere" ha detto ancora il premier in un'intervista rilasciata a "Studio Aperto" su Italia 1. "Il senso di responsabilità di alcuni di quelli che hanno fatto l'offerta non è diminuito - ha aggiunto il premier - ma credo che la situazione sia molto negativa. Piloti e assistenti si renderanno conto che non c'è altra soluzione alternativa". Secondo il premier, inoltre, "anche in questa occasione si è verificato quanto successo con Air France, quando Spinetta trattò per circa 13 giorni e poi ricevette una lettere dai sindacti che volevano un altro accordo. Si chiedono cose che nessuna compagnia può accettare, come la categoria dei piloti che si possa gestire da sola. Non è accettabile". Berlusconi ha concluso affermando: "Non credo ci sia nesuna possibilità che si presentino altri soggetti, credo che ci sia una seria possibilità di fallimento per la compagnia ma gli italiani sono buoni giudici nel capire da che parte sono le colpe".

ENRICO LETTA - "Le colpe di Berlusconi sono sotto gli occhi di tutti", ma con tempi "così stretti l'unica soluzione concreta rimane quella di Cai". Enrico Letta, ministro ombra del welfare, dal forum dei giovani imprenditori di Confcommercio, torna a puntare il dito sulle responsabilità del presidente del Consiglio in merito alla vicenda Alitalia, ma è convinto che ognuno debba fare "un passetto": "non ci siano dei diktat e non si pretenda un inginocchiamento sui ceci. Tutti devono firmare l'accordo, anche la Cgil". "Berlusconi - ha proseguito - critica gli stessi piloti e la Cgil che aveva lodato, ad aprile, quando fecero saltare l'accordo con Air France. Se esistesse la macchina del tempo, metterebbe un cero alla Madonna per tornare a quel 30 marzo e firmare con Air France".

ROTONDI - Per arrivare ad una soluzione della crisi Alitalia occorre, secondo il segretario della Dca Gianfranco Rotondi "uno scatto di responsabilità: quella parte del sindacato che ancora è recalcitrante rispetto all’accordo se ne faccia una ragione e dimostri di avere buon senso. La Cgil di Epifani - chiede il ministro per l’Attuazione del programma - non faccia l’errore storico di affossare l`Alitalia. Il governo, del resto, ha fatto il proprio dovere".

ALEMANNO - "Mi auguro che tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione, in particolare di opposizione, diano segnali convergenti da questo punto di vista, perchè stiamo parlando della vita di lavoratori e di famiglie" ha dichiarato invece il sindaco di Roma Gianni Alemanno parlando a margine di un comvegno del Pdl a Sasso Marconi (Bologna). Secondo Alemanno la disponibilità degli assistenti di volo dell'Anpav a firmare il contratto quadro Alitalia "è un segnale di eccezionale importanza. È solo un primo segnale - ha aggiunto il sindaco di Roma - ma dimostra che la responsabilità può prevalere. Ho fatto più volte un appello a tutte le sigle sindacali perchè prevalga il senso di responsabilità e si capisca che non c'è alternativa a questa soluzione. Anche i possibili acquirenti internazionali hanno detto con chiarezza che non entrano nella partita se non c'è una cordata nazionale. Credo che i prossimi giorni siano decisivi. In questo momento - ha detto ancora Alemanno - bisogna essere realisti e responsabili, non creare illusioni, fare in modo che ci sia un approccio vero e serio".

DISTACCHI SINDACALI - Ma il no dei piloti mette in campo anche una nuova polemica, quella sui distacchi sindacali in Alitalia. La spesa annuale di Alitalia per i distacchi sindacali ammonta a 13,5 milioni di euro, contro una stima di 1,5 milioni di euro "se si applicassero le regole medie che valgono nell'industria per quanto riguarda le relazioni industriali" ha detto il ministro del Welfare Maurizio Sacconi. "Mediamente - ha proseguito Sacconi - oggi in Alitalia stanno fuori dall'attività per funzioni sindacali 30 piloti, 50 assistenti di volo e 100 di personale di terra. Sono - ha ricordato Sacconi - l'espressione di un sistema vizioso e viziato che parte dalla testa, da un management che ha spesso coperto le proprie inefficienze e concedendo quello che altrove non veniva concesso. Tutto ciò non centra nulla con il pilota". Sacconi ha di nuovo precisato di aver chiesto ai piloti "non un taglio di salario ma un'ipotesi di riduzione del 6-7% a questo livello di ore di volo. Ciò significa che con un modesto innalzamento delle ore di volo si mantiene lo stesso livello retributivo".

20 settembre 2008

l premier: "su alitalia non c'e' alcuna altra offerta oltre quella della cordata italiana "

"Ci volevano trattare peggio delle colf"

Berlusconi: "Nessuna alternativa a Cai"

I piloti : "Il contratto Cai ha contenuti peggiorativi rispetto a quello delle collaboratrici domestiche"

MILANO - Non si placa la tempesta politico-mediatica sul caso Alitalia. Dopo che le organizzazioni di hostess e steward avevano fatto sapere di essere di essere pronte a fare un passo in avanti e dopo che il segretario della Cgil Guglielmo Epifani in un'intervista a "La Repubblica" propone l'apertura di una trattativa con Lufthansa, i piloti ribadiscono il loro no alle condizioni proposte loro da Cai (la sigla sta per Compagnia aerea italiana).

I PILOTI - Il contratto proposto dalla Cai ai piloti di Alitalia e condiviso da FitCisl, Uiltrasporti e UglTrasporti, in alcune parti "ha contenuti peggiorativi rispetto a quello recentemente rinnovato dalle collaboratrici domestiche, categoria per cui nutriamo il massimo rispetto e considerazione". Lo afferma l'Anpac in una nota.

Il premier Silvio Berlusconi (Ansa)

Il premier Silvio Berlusconi (Ansa)

L'associazione dei piloti fa poi riferimento al sondaggio pubblicato dal Corriere della Sera, da cui emerge che il 77% degli italiani "ritiene che i contratti di piloti e assistenti di volo andrebbero uniformati a quelli in vigore nelle altre compagnie europee". E, a questo proposito, la nota ricorda che "Anpac e Unione Piloti, nel corso della trattativa con la Cai, hanno più volte proposto questa soluzione ed hanno inoltre aggiunto di essere pronti ad una decurtazione della relativa parte economica fino al 30%".

BERLUSCONI - La posizione dei piloti riacutizza anche la polemica politica sulla vicenda. Su cui interviene di nuovo il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. "Non ci sono soluzioni alternative a Cai. Chi festeggia per il fallimento della trattativa non si rende conto della situazione. Non c'è alcuna altra offerta oltre a quella della cordata italiana" ha dichiarato il premier. "Le immagini dei festeggiamenti da parte di alcuni dipendenti Alitalia, dopo il ritiro dell'offerta della Cai, credo che non siano piaciute in generale perchè sono persone che non si rendono conto della situazione di Alitalia, soprattutto dopo lo sforzo di alcuni imprenditori di investire e accollarsi un compito non facile. Vedere che chi doveva essere beneficiato invece era felice, sicuramente non è stato un bel vedere" ha detto ancora il premier in un'intervista rilasciata a "Studio Aperto" su Italia 1. "Il senso di responsabilità di alcuni di quelli che hanno fatto l'offerta non è diminuito - ha aggiunto il premier - ma credo che la situazione sia molto negativa. Piloti e assistenti si renderanno conto che non c'è altra soluzione alternativa". Secondo il premier, inoltre, "anche in questa occasione si è verificato quanto successo con Air France, quando Spinetta trattò per circa 13 giorni e poi ricevette una lettere dai sindacti che volevano un altro accordo. Si chiedono cose che nessuna compagnia può accettare, come la categoria dei piloti che si possa gestire da sola. Non è accettabile". Berlusconi ha concluso affermando: "Non credo ci sia nesuna possibilità che si presentino altri soggetti, credo che ci sia una seria possibilità di fallimento per la compagnia ma gli italiani sono buoni giudici nel capire da che parte sono le colpe".

ENRICO LETTA - "Le colpe di Berlusconi sono sotto gli occhi di tutti", ma con tempi "così stretti l'unica soluzione concreta rimane quella di Cai". Enrico Letta, ministro ombra del welfare, dal forum dei giovani imprenditori di Confcommercio, torna a puntare il dito sulle responsabilità del presidente del Consiglio in merito alla vicenda Alitalia, ma è convinto che ognuno debba fare "un passetto": "non ci siano dei diktat e non si pretenda un inginocchiamento sui ceci. Tutti devono firmare l'accordo, anche la Cgil". "Berlusconi - ha proseguito - critica gli stessi piloti e la Cgil che aveva lodato, ad aprile, quando fecero saltare l'accordo con Air France. Se esistesse la macchina del tempo, metterebbe un cero alla Madonna per tornare a quel 30 marzo e firmare con Air France".

ROTONDI - Per arrivare ad una soluzione della crisi Alitalia occorre, secondo il segretario della Dca Gianfranco Rotondi "uno scatto di responsabilità: quella parte del sindacato che ancora è recalcitrante rispetto all’accordo se ne faccia una ragione e dimostri di avere buon senso. La Cgil di Epifani - chiede il ministro per l’Attuazione del programma - non faccia l’errore storico di affossare l`Alitalia. Il governo, del resto, ha fatto il proprio dovere".

ALEMANNO - "Mi auguro che tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione, in particolare di opposizione, diano segnali convergenti da questo punto di vista, perchè stiamo parlando della vita di lavoratori e di famiglie" ha dichiarato invece il sindaco di Roma Gianni Alemanno parlando a margine di un comvegno del Pdl a Sasso Marconi (Bologna). Secondo Alemanno la disponibilità degli assistenti di volo dell'Anpav a firmare il contratto quadro Alitalia "è un segnale di eccezionale importanza. È solo un primo segnale - ha aggiunto il sindaco di Roma - ma dimostra che la responsabilità può prevalere. Ho fatto più volte un appello a tutte le sigle sindacali perchè prevalga il senso di responsabilità e si capisca che non c'è alternativa a questa soluzione. Anche i possibili acquirenti internazionali hanno detto con chiarezza che non entrano nella partita se non c'è una cordata nazionale. Credo che i prossimi giorni siano decisivi. In questo momento - ha detto ancora Alemanno - bisogna essere realisti e responsabili, non creare illusioni, fare in modo che ci sia un approccio vero e serio".

DISTACCHI SINDACALI - Ma il no dei piloti mette in campo anche una nuova polemica, quella sui distacchi sindacali in Alitalia. La spesa annuale di Alitalia per i distacchi sindacali ammonta a 13,5 milioni di euro, contro una stima di 1,5 milioni di euro "se si applicassero le regole medie che valgono nell'industria per quanto riguarda le relazioni industriali" ha detto il ministro del Welfare Maurizio Sacconi. "Mediamente - ha proseguito Sacconi - oggi in Alitalia stanno fuori dall'attività per funzioni sindacali 30 piloti, 50 assistenti di volo e 100 di personale di terra. Sono - ha ricordato Sacconi - l'espressione di un sistema vizioso e viziato che parte dalla testa, da un management che ha spesso coperto le proprie inefficienze e concedendo quello che altrove non veniva concesso. Tutto ciò non centra nulla con il pilota". Sacconi ha di nuovo precisato di aver chiesto ai piloti "non un taglio di salario ma un'ipotesi di riduzione del 6-7% a questo livello di ore di volo. Ciò significa che con un modesto innalzamento delle ore di volo si mantiene lo stesso livello retributivo".

20 settembre 2008

 

Illogico usare la cassa integrazione

con chi rifiuta un vero negoziato

di PIETRO ICHINO

Caro Direttore, l'applauso dei piloti e degli assitenti di volo, a iumicino, alla notizia della rottura della trattativa con la nuova compagnia Cai, col conseguente probabile fallimento di Alitalia, non è "un episodio paradossale", come qualcuno ha detto: in realtà lo si può spiegare facilmente.

Quelli che hanno applaudito fanno conto sull'intervento di una Cassa integrazione guadagni o su di un trattamento di disoccupazione speciale erogato proprio per consentire loro di attendere con calma il nuovo lavoro. Qualcuno dovrà pure, prima o poi, far volare gli aerei sulle nostre rotte al posto di Alitalia; e piloti e personale di volo non si sostituiscono così facilmente. Logico? No, per nulla. Perché in nessun Paese serio si erogano trattamenti di disoccupazione o integrazione salariale, neppure per pochi mesi, a chi rifiuta l'offerta di un rapporto di lavoro regolare, confacente alla sua professionalità, come certamente era l'offerta di Cai.

Se anche in Italia sapessimo gestire in modo serio questi "ammortizzatori sociali", a Fiumicino giovedì scorso non ci sarebbe stato alcun applauso; e probabilmente la trattativa non sarebbe stata rotta, perché il rifiuto dell'offerta Cai avrebbe precluso il godimento delle misure di sostegno. Chiediamoci: quanto ci costa e ci è costata, anche in passato, questa incapacità di gestione appropriata del sostegno del reddito dei disoccupati? Questo è solo uno dei nodi cruciali del funzionamento del nostro ordinamento del lavoro e del nostro sistema di relazioni industriali che la crisi Alitalia ha fatto venire al pettine, addirittura portandolo sul teleschermo in prima serata. E fornendoci così un'occasione unica di riflessione pubblica di massa su questi temi. Nei giorni precedenti, si era vista la Cgil subordinare la propria firma dell'accordo alla firma dei sindacati autonomi. Se non sono d'accordo tutti e nove i sindacati operanti in azienda, non se ne fa nulla. È il principio non scritto che regola le relazioni industriali nella maggior parte dei settori dei nostri servizi pubblici, dove anche il sindacato più piccolo può esercitare un diritto di veto, proclamando uno sciopero ben congegnato, capace di bloccare l'intera azienda e talvolta intere parti del Paese.

L'applicazione di fatto di questo principio, nei decenni passati, ha svenato le confederazioni maggiori nel settore dei servizi pubblici, consentendo ai sindacati autonomi di ridicolizzare, paralizzandoli, gli accordi più importanti e impegnativi che esse avevano stipulato per ridare efficienza ed economicità alle aziende. Occorrono invece regole chiare sulla misurazione della rappresentanza nei luoghi di lavoro, che favoriscano il pluralismo sindacale, cioè il confronto aperto fra visioni diverse, ma non la frammentazione. E che, come in quasi tutti i maggiori Paesi europei, consentano ai lavoratori di scegliere a maggioranza la coalizione sindacale legittimata a proclamare uno sciopero e quella legittimata a negoziare con efficacia estesa a tutti i dipendenti dell'azienda. Che fine ha fatto questo tema della riforma della rappresentanza nella grande trattativa in corso tra Confindustria e sindacati? Un altro nodo che è venuto al pettine nella crisi Alitalia è l'incapacità totale del sindacato di operare come intelligenza collettiva che consente ai lavoratori di valutare i piani industriali disponibili, l'affidabilità di chi li propone, e scegliere il migliore tra quelli realisticamente praticabili.

Questa incapacità ha portato la Cisl, nel marzo scorso, a guidare il fronte del "no" pregiudiziale alla proposta Air France-KLM ("no" cui si è improvvidamente associato Berlusconi), salvo poi passare a guidare il fronte del "sì" alla proposta di una compagnia incomparabilmente più debole sotto tutti i punti di vista, e che offre condizioni di lavoro per diversi aspetti meno vantaggiose. Il collettivo dei lavoratori Alitalia avrebbe dovuto porsi in grado di scegliere il meglio dell'imprenditoria mondiale in questo settore; ma questo non è possibile quando il leader sindacale che guida le danze, Raffaele Bonanni, dichiara come criterio di preferenza decisivo che dall'altra parte del tavolo ci siano imprenditori "che parlano italiano"!

Lo stesso può dirsi dell'altro leader sindacale maggiore quando egli chiede a gran voce una "trattativa vera", chiarendo che tale non può considerarsi una trattativa che dura soltanto quattro giorni o una settimana. "Trattativa vera", dunque, sono soltanto i vetusti riti nostrani delle defatiganti negoziazioni notturne che durano mesi? Epifani dovrebbe sapere, ormai, che quei riti nulla hanno a che vedere con i tempi dell'economia attuale, con i modi nei quali comunemente si tratta e si decide un investimento nella grande platea globale. Finché questa sarà la nostra cultura sindacale dominante, sarà più difficile per l'Italia guadagnare posizioni nella graduatoria dei Paesi d'Europa più capaci di intercettare gli investimenti nel mercato globale: una graduatoria che la vede oggi fanalino di coda.

21 settembre 2008

 

2008-09-19

Alitalia, ritirata l'offerta Cai

Berlusconi: "È un dramma"

Compagnia aerea italiana rifiuta la controproposta

dei sindacati. Sacconi: "Verso il fallimento"

Colaninno: "Non c'è un euro in più. Accettate o ritiro l'offerta" (17 settembre 2008)

*

Atitech, una cordata pronta al salvataggio (18 settembre 2008)

MILANO - Cai ritira l'offerta per l'Alitalia. Scaduto alle 15 e 50 l'ultimatum lanciato ai sindacati, la Compagnia aerea italiana ha deciso di rinunciare all'unanimità al piano di salvataggio. La decisione è arrivata dopo la proposta ai soci avanzata in assemblea dal presidente Roberto Colaninno. Rifiutata anche la controproposta inviata poco prima da Cgil e sindacati autonomi. A questo punto, spiega il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, "si apre la strada verso il fallimento". "Il ritiro dell'offerta per la Nuova Alitalia - spiega - è la logica conseguenza dell'assurda posizione ostruzionistica assunta dalla Cgil in alleanza con le sigle autonome di piloti e assistenti". Ma il ritiro di Cai è stato accolto positivamente tra i dipendenti Alitalia che si erano riuniti in assemblea all'aeroporto di Fiumicino. Non appena si è diffusa la notizia tra i circa mille dipendenti, sono scattati gli applausi. Tra gli slogan, "meglio falliti che in mano a questi banditi".

L'ira del Cavaliere

e la telefonata a Colaninno

I contatti tra Bersani e il sottosegretario Letta

Roberto Colaninno(Tam Tam)

Roberto Colaninno(Tam Tam)

ROMA — Raccontano di un Berlusconi scuro in volto e di una telefonata piuttosto accesa tra il premier e il presidente di Cai. Perché non è così che doveva concludersi ieri la partita Alitalia, non erano questi i patti. Perché a suo dire l'intesa con la cordata di imprenditori era stata costruita puntando a superare anche l'eventuale ostilità di un pezzo del sindacato, non assegnando alla Cgil e ai piloti il potere di veto sulla riuscita dell'operazione. Il Cavaliere l'aveva ripetuto a più riprese che si sarebbe andati avanti "con chi c'era". Ed è più o meno quel che il leader della Cisl Bonanni ha giurato ai suoi di aver sentito dire mercoledì all'ad di Cai, Sabelli, mentre Epifani continuava a prender tempo. "Andare comunque avanti" era la parola d'ordine, condivisa anche da uno dei maggiori artefici finanziari della cordata. Ecco quale sarebbe stato il motivo del diverbio tra Berlusconi e Colaninno, che invece puntava su un consenso più largo, dunque sull'appoggio della Cgil, per poter tenere a bada alcuni soci insofferenti e avviare una sfida industriale difficilissima. L'esito della riunione di Cai, il suo passo indietro, ha colto perciò di sorpresa il Cavaliere e il suo governo, se è vero che ancora l'altra sera, in un vertice informale a Palazzo Chigi, tutti i ministri della trattativa — tranne Sacconi — manifestavano davanti al premier ottimismo sull'esito della vertenza.

Nelle stesse ore al quartier generale del Pd, anche i dirigenti democratici erano convinti che il negoziato si sarebbe chiuso in modo positivo, e già si preparavano alle contromisure mediatiche seguendo uno schema prestabilito: la soluzione scelta dall'esecutivo è pessima, ma non saremo noi i disfattisti. Governo e opposizione erano dunque impreparati all'evento. Con il comunicato di Cai il Cavaliere ha visto d'un colpo la propria immagine sbriciolarsi, ha visto il fallimento del progetto a cui aveva lavorato, l'"italianità" di Az, e ha visto aprirsi "un baratro" nel quale rischia di cadere. Perché se così finisse la partita, non dovrebbe solo fronteggiare l'ipotesi di fallimento di Alitalia ma anche il blocco dei trasporti aerei, il rischio di collasso del sistema, l'avvio del conflitto sociale. Se così fosse, anche il Pd avrebbe seri problemi: a parte l'offensiva di Berlusconi, deciso a scaricare ogni responsabilità sulla sinistra, i democratici verrebbero travolti dalle macerie di una Cgil isolata da Cisl e Uil e schiacciata su posizioni estreme. Per quanto possa apparire paradossale, dal momento in cui ieri Colaninno ha detto "no", governo e opposizione separatamente hanno iniziato a muoversi in sintonia, cercando in extremis di rimettere assieme i cocci. Lo s'intuiva dal ragionamento del democratico Tonini, che portava ad esempio il caso dei rifiuti a Napoli: "Lì Berlusconi ha risolto il problema perché ha stipulato una tregua con Bassolino".

Il Pd, al pari del Cavaliere, confida che non tutto sia compromesso, perché — come dice Follini — "le conseguenze per il Paese e per il premier sarebbero molto dure. Lo sarebbero un po' meno per noi, però lo sarebbero comunque ". Dalle cinque del pomeriggio è partita la rincorsa a Colaninno. Da una parte Letta, messo sotto pressione da Berlusconi che ha il dente avvelenato per com'è stata gestita la trattativa. Dall'altra parte Epifani, che per ore ha chiesto a Cai di riaprire il tavolo. Secondo fonti del governo, pare che il capo della cordata sia stato irremovibile, e che abbia chiesto al segretario della Cgil di firmare senza porre altre condizioni, perché la posizione del suo sindacato e quella dei piloti sarebbe per Cai "incompatibile con qualsiasi soluzione aziendale". Nel Pd c'è chi — come Bersani — immagina soluzioni alternative, e chiede tempo. Chissà se ha sentito Letta, com'è accaduto in questi giorni. Di certo, il suo, è un modo per nascondere la terribile verità che avanza per Az. "E vedere festeggiare i lavoratori per il "no" di Cai mi ha addolorato ", sussurra Tonini. Perché è chiaro l'epilogo, a meno di una clamorosa sorpresa. Vorrebbe dire che Epifani ha cambiato rotta dopo aver giocato al rilancio come in una mano di poker. Tra i democratici non è solo Follini a parlare di "irresponsabilità " del sindacato. Persino dirigenti ex diessini lo criticano sottovoce: "Ormai fatica a controllare la Cgil e ci ha provato". Non aveva fatto i conti con Colaninno. Come Berlusconi.

Francesco Verderami

19 settembre 2008

 

 

 

 

2008-09-18

Letta ai sindacati: "Risposta entro le 15,50 di giovedì". Oggi scioperi a Milano e Roma

Colaninno: "Non c'è un euro in più, accettate oppure ritiro la mia offerta"

Ultimatum del presidente di Cai. Cisl e Ugl: "Ci stiamo". Cgil: "Se la proposta non cambia il nostro è un no"

Proteste a Fiumicino (Ap)

Proteste a Fiumicino (Ap)

ROMA - Risposta e firma giovedì entro le 15,50 perché dieci minuti dopo inizia il consiglio di amministrazione di Cai (Compagnia aerea italiana) che dovrà decidere il futuro di Alitalia. È il termine dato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, ai sindacati per accettare il piano di Cai. "Non è un aut aut, ma il tentativo di rilancio dell'impresa", ha chiarito Roberto Colaninno, presidente di Cai. "Senza consenso di tutti, giovedì ritiro la mia offerta. La proposta può essere accettata o no, ma non stiamo comprando un gioiello bensì un'azienda in dissesto. Se si fa l'affare bene, altrimenti amici come prima".

LE ULTIME OFFERTE - "Avete ottenuto in queste due settimane quello che non era previsto concedere - ha detto ancora Colaninno rivolgendosi indirettamente a tutti i lavoratori e ai loro rappresentanti sindacali - . Non ho un euro in più da aggiungere alle trattative". L'ultima proposta avanzata dal presidente Cai è di destinare ai lavoratori il 7% dell'utile netto della nuova Alitalia (quando ci sarà). In particolare il 45% andrà ai piloti, il 30% agli assistenti di volo, il 25% al personale di terra.

"PROPOSTA SUGGESTIVA" - "Le proposte che ho ascoltato mi sembrano molte suggestive, do la mia adesione", avrebbe assicurato il segretario dell Cisl, Raffaele Bonanni. "Si apre una prospettiva per la partecipazione anche dei lavoratori alla governance aziendale. I giorni della trattativa non sono stati spesi invano perché abbiamo discusso attentamente sul piano e non ricordo che sia mai successo che il sindacato si rimangiasse la parola dopo aver ottenuto modifiche importanti e soprattutto dopo aver condiviso questo progetto, pur riconoscendo i limiti dell'operazione". L'Ugl ha dato "disponibilità totale a chiudere la trattativa". Luigi Angeletti, segretario della Uil, è più cauto: "C'è un altro pezzo di protocollo che necessita ancora di chiarimenti, ma non faremo dire alla Cai che deve ritirare l'offerta perché i sindacati non hanno accettato la proposta conclusiva".

CGIL: SE PROPOSTA NON CAMBIA E' NO - Il segretario confederale della Cgil, Fabrizio Solari, non sarebbe invece rimasto "impressionato" dalle novità di Colaninno: "Sarò a posto con la mia coscienza solo quando avrò espletato un tentativo di allargare il consenso, utilizzando tutto il tempo utile, in quanto ritengo che ci siano i margini per poterlo fare". "La Cgil è disponibile a fare questo ultimo miglio, con ragionamento pacato, con responsabilità. Le ultime 24 ore saranno spese per lavorare e spiegare ai lavoratori i sacrifici anzichè siglare un'intesa che possa trovare un no dei lavoratori. Se non cambia nulla, è un no" ha aggiunto Solari. La Cgil in precedenza era stata duramente attaccata dai ministi del Welfare, Maurizio Sacconi, e della Funzione pubblica, Renato Brunetta. "Qualcuno si è seduto al tavolo con un disegno non sindacale ma politico, alti dirigenti della Cgil lo hanno fatto con logiche bizantine", aveva detto Sacconi. "Dal '94 la Cgil ha assunto un ruolo di partito politico e non di sindacato. Un sindacato antagonista non è utile al sistema di relazioni sindacali", aveva aggiunto Brunetta. Ma proprio dagli ambienti del centrosinstra trapela il timore che il Pdl stia mettendo le mani avanti iniziando ad individuare eventauli colpevoli - la Cgil, appunto, e il Partito democratico - su cui scaricare ogni responsabilità per un'eventuale mancata intesa.

SCIOPERO - Nel frattempo quella di oggi è stata una giornata campale per chi doveva viaggiare con la compagnia di bandiera, soprattutto per i voli da Fiumicino. Sono una cinquantina (qui la lista) quelli che sono stati cancellati nell'aeroporto della Capitale a causa dello sciopero dalle 12 alle 16 dei Cub, cui si sono aggiunte altre due agitazioni del personale di terra di tutte le compagnie italiane indetto da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl e quella dell'Associazione piloti Meridiana. Il sindacato autonomo critica la prima intesa sul piano industriale sottoscritta dalla cordata italiana e sindacati confederali, sottolineando che "segna un pesantissimo ridimensionamento di Alitalia che sarà ridotta a un vettore poco più che nazionale". Duro il commento di Altero Matteoli nei confronti dei Cub: "È un gesto di irresponsabilità - dice il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ad Affaritaliani.it - mentre si tratta non si fanno gli scioperi". La Confederazione unitaria ribatte: "Si vuole sancire la resa senza condizioni ai voleri della Cai". In un documento pubblicato sul web, i Cub parlano di "10.040 lavoratori scaricati" con il nuovo piano.

 

 

 

17 settembre 2008

 

"Aumento salari? Valutazioni esagerate"

Le valutazioni del centro studi Confindustria in base agli ultimi dati Istat

ROMA - La Cgil critica le valutazioni sull’aumento dei salari espresse dal centro studi di Confindustria (Csc) in base agli ultimi dati Istat. "Dire che i salari aumentano e superano l’inflazione - afferma in una nota il segretario confederale della Cgil, Agostino Megale - è un’affermazione esagerata, e comunque i dati dell’Istat rendono chiaro il grande valore dei contratti nazionali nel tentare di tutelare il potere d’acquisto". "Guardando i dati dell’istituto statistico - sottolinea Megale - da una parte si conferma che la produttività è sostanzialmente a zero, ma dall’altra si sottolinea che la crescita delle retribuzioni di fatto nel primo semestre risente delle ’una tantum’ derivanti dai ritardi contrattuali e da fattori di stagionalità". Infatti, "a un primo trimestre in cui si registra un aumento del 5,9% delle retribuzioni, segue un secondo in cui queste crescono del solo 2,8%". Inoltre, se si dovessero confermare queste tendenze, "a fine dicembre 2008 il tasso di inflazione si attesterà al 3,8% e la crescita delle retribuzioni di fatto al 3,4% con una riduzione del potere d’acquisto dello 0,4%. Se a questo si aggiunge che il governo continua a non avere alcuna intenzione di restituire il fiscal drag, registreremo una perdita complessiva del potere d’acquisto dello 0,8%". Per questi motivi, continua il segretario confederale, "va ricordato che quando si parla di emergenza salari e pensioni, si tocca una questione che riguarda le famiglie italiane che, sulla base anche dell’ultimo dato elaborato dal nostro istituto di ricerca, rende evidente che tra il 2002 e il 2008 il reddito delle famiglie italiane ha avuto un segno più pari a circa 12.000 euro per imprenditori e liberi professionisti, e un segno meno per operai e impiegati tra i 2.500 e i 3.000 euro". "Questi dati - conclude Megale - confermano che esiste una questione vera dei redditi in Italia, dei redditi dei lavoratori per i quali è indispensabile che i contratti nazionali tutelino il potere d’acquisto dall’inflazione reale senza immaginare depurazioni da quella importata che penalizzerebbero ulteriormente le retribuzioni".

 

16 settembre 2008

 

 

 

 

 

 

REPUBBLICA

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2008-11-18

All'aeroporto di Fiumicino molti i voli soppressi, ma non ci sono più code

Mentre a Palermo per il secondo giorno il blocco dei chek-in paralizza le partenze

Alitalia, a Roma 70 cancellazioni

Incontro no-stop Sabelli-Fantozzi

La trattativa per il trasferimento dei contratti è stata avviata da oltre cinque ore

Oggi anche l'incontro tra il ministro del Lavoro Sacconi e i sindacati per la Cig

Alitalia, a Roma 70 cancellazioni Incontro no-stop Sabelli-Fantozzi

L'aeroporto di Fiumicino in una foto di ieri

ROMA - E' ancora in corso, dopo circa cinque ore, la trattativa tra il commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi, e l'amministratore unico della Cai, Rocco Sabelli, sull'offerta per la compagnia. "Le cose vanno per le lunghe, non ho dichiarazioni da fare", ha spiegato Fantozzi in una pausa del colloquio. Entrando nella sede dello studio legale di Fantozzi, questa mattina Sabelli aveva espresso ai cronisti l'auspicio di chiudere in giornata: "Lo spero, stiamo lavorando". C'è attesa anche per l'incontro tra i sindacati e il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, sulla cassa integrazione per i lavoratori della compagnia.

Intanto all'aeroporto di Fiumicino non ci sono più le file di passeggeri dinanzi ai banchi e alle biglietterie Alitalia, che avevano caratterizzato, tra le vivaci proteste, i giorni scorsi. Mentre appare decisamente peggiore la situazione all'aeroporto di Palermo "Falcone-Borsellino", per via del presidio dei check-in effettuato dai lavoratori Alitalia.

Dalle 8.30 alle 19 tutti i banchi di accettazione dell'aeroporto di Punta Raisi sono stati 'occupati'. Dei diciannove ne resta aperto solo uno per gli imbarchi Alitalia e due di Gh e Pae Mas per garantire gli altri vettori. Per oggi sono previsti maggiori disagi di ieri, con ritardi, code lunghissime e viaggiatori arrabbiati. Non è un blocco aereo, sottolineano i lavoratori, ma ieri i voli cancellati a Punta Raisi sono stati sei, e altri dieci al Fontanarossa di Catania, non solo Alitalia.

Mentre, secondo una stima non ufficiale, dovrebbero essere circa 45 i voli Alitalia cancellati oggi allo scalo di Fiumicino, di cui una ventina quelli in partenza ed in larga prevalenza su rotte nazionali. Undici i voli in partenza per Linate soppressi, 14 quelli in arrivo dallo stesso scalo. Quattro gli unici voli internazionali cancellati in partenza, fino alle 23, finora, rispettivamente per Francoforte, Monaco, Amsterdam e Parigi.

Alcuni voli accusano ritardi intorno ai 30 minuti, con una punta superiore, come quello per Catania di un'ora e trenta minuti.

( 18 novembre 2008)

 

 

2008-11-17

Parte il nuovo piano con operatività ridotta annunciato dall'azienda

Nei prossimi giorni la risposta del Commissario Fantozzi all'offerta Cai

Alitalia, è la settimana decisiva

via oltre 120 voli a Roma e Milano

Mentre per domani le cancellazioni previste sono già più di 45

A Palermo i lavoratori occupano i chek-in, lunghissime le code

Alitalia, è la settimana decisiva via oltre 120 voli a Roma e Milano

ROMA - Con molti disagi a Fiumicino, dove in mattinata vengono ancora segnalate delle cancellazioni nei voli in partenza (28) e in arrivo (41), a Linate, dove sono 19 gli arrivi cancellati e 21 le partenze, e a Malpensa (7 partenze e 7 arrivi cancellati) si è aperta oggi per Alitalia quella che il Commissario straordinario della compagnia Augusto Fantozzi ha definito "una settimana decisiva". In tutta la giornata i voli annullati sono stati più di 120.

"Per il momento sono state spedite le lettere di messa in cassa integrazione a rotazione per tutti i dipendenti" che riguardano complessivamente circa 17 mila dipendenti", ha rivelato ieri Fantozzi, precisando che conta di rispondere all'offerta avanzata da Cai "entro la metà della settimana". "Spero che riservi solo sorprese piacevoli - ha precisato ancora il Commissario - sarà una settimana decisiva, in settimana chiudiamo".

Dal 24 novembre, quando sarà stato completato l'iter previsto per la cassa integrazione straordinaria, ha detto Antonio Cepparulo, della Filt-Cgil, al termine di un incontro tecnico tra le nove sigle sindacali dei dipendenti dell'ex compagnia di bandiera e i tecnici del ministero del Lavoro, potranno cominciare le assunzioni degli ex dipendenti dell'Alitalia da parte della Cai.

E sempre da oggi inizia anche una nuova fase nei servizi offerti da Alitalia, dopo che nei giorni scorsi l'azienda ha annunciato un piano per ridurre l'operatività dei voli. I tagli nei collegamenti al momento non sono ancora stati illustrati nel dettaglio, ma l'annuncio ha confermato nei sindacati autonomi la convinzione che anche i disagi di questi giorni, con i tanti voli cancellati, siano da attribuire ad una precisa strategia aziendale piuttosto che agli effetti dello sciopero bianco indetto dal "fronte del no" al nuovo contratto Cai.

Intanto i disservizi dovrebbero proseguire anche per i prossimi giorni. Le cancellazioni di voli Alitalia previste per domani sono già a quota 45, un numero destinato a salire.

Mentre oggi alle cancellazioni dei voli tra Milano e Roma si è unita una protesta dei lavoratori dell'aeroporto di Palermo (non solo Alitalia) che, dopo un'assemblea sindacale, hanno occupato i check-in, lasciandone aperti soltando due, uno per ogni area dello scalo. Attualmente si registrano ritardi e lunghe code. In mattinata i dipendenti Alitalia si sono riuniti con i sindacati, ribadendo la necessità di salvaguardare i posti di lavoro che il piano Cai metterebbe a rischio.

( 17 novembre 2008)

 

 

 

 

 

2008-11-06

 

 

 

 

 

2008-11-04

Respinta la richiesta di convocazione avanzata ieri dalle sigle sindacali del 'no'

Il presidente della Cai afferma: "Convocheremo piloti e assistenti di volo uno per uno"

Colaninno: "Se i piloti non firmano

li prenderemo anche da Ryanair"

Notaro (Up): "Ma loro volano con modelli diversi di aeroplani"

Matteoli: "Nel caso di sciopero, sarà esaminata ipotesi precettazione"

Colaninno: "Se i piloti non firmano li prenderemo anche da Ryanair"

La conferenza stampa tenuta ieri a Fiumicino dai sindacati autonomi

ROMA - Linea dura della Cai. Il presidente, Roberto Colaninno: "Non c'è nessuna convocazione degli autonomi. Il problema è finito, chiuso". Una convocazione era stata chiesta ieri dall'assemblea delle sigle sindacali che non avevano firmato il piano della Cai. Ma non c'è più spazio per trattare: piloti e assistenti di volo saranno convocati uno per uno, ha detto Colaninno. "Chi non accetta, finirà fuori. I piloti li prenderemo da Ryanair". Una risposta alla compagnia aerea irlandese, che aveva dichiarato nei giorni precedenti di voler assumere i piloti di Alitalia: "Ecco appunto, vediamo chi fa le condizioni migliori", ha replicato Colaninno.

La replica dell'Up. "Colaninno, se vuole prendere i piloti di Ryanair, dovrebbe farsi spiegare che non volano con nessuno dei modelli di aeroplani che attualmente ha in forza Alitalia e che i piloti della Ryanair sono quasi tutti pensionati o ragazzi di pochissima esperienza", ha replicato il presidente dell'Unione Piloti Massimo Notaro, intervenendo a Radio 24. "Comunque io non lavorerò per la Cai", ha puntualizzato Notaro, precisando che però al momento l'Up non intende scioperare: "Noi abbiamo tutta la voglia di dialogare e se hanno detto no allora sono loro che non hanno voglia di dialogare".

L'aut aut della Cai. Colaninno non ha replicato alle critiche al contratto proposto a piloti e assistenti di volo: "Alitalia è fallita, non è che stiamo cercando di portarla via o stiamo ricattando qualcuno. Non voglio neanche intervenire su questo. Sono interessi che vengono discussi da categorie professionali e ognuno sceglierà la propria strada". In questo senso, ha spiegato, Cai è disposta ad assumere chiunque vorrà lavorare, "anche i piloti Ryanair": "Assumeremo quelli che sono interessati ad accettare di lavorare in Alitalia secondo queste condizioni. Gli altri che non accetteranno queste condizioni avranno deciso che questa offerta di lavoro non è interessante".

Matteoli: "Niente veti". All'indomani dell'"assemblea dei no" anche il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli, parlando a Mattino 5, ribadisce che le "trattative non ce ne sono più e la Cai è intenzionata a partire. E' impensabile che si possa mettere un veto e perdere 18 mila posti di lavoro". Credo che Cai chiamerà i piloti singolarmente - ha aggiunto Matteoli - e sottoporrà loro il contratto. Per coloro che rifiutano, c'è qualche dubbio, che possano accedere alla cassa integrazione. La norma in proposito è chiara".

Sui tempi per lo sblocco della trattativa Matteoli ha ricordato che "oggi ci sarà incontro tra commissario straordinario e società per stabilire anche il percorso e credo che dall'1 dicembre possa decollare la nuova Alitalia. Se aspettiamo ancora - ha concluso - rischiamo di rimanere con gli aerei fermi".

In caso di sciopero, possibile la precettazione. Riguardo a possibili forme di protesta di piloti e assistenti di volo, il ministro ha affermato: "Ieri, nonostante un'assemblea molto combattuta, nessuno ha dichiarato lo sciopero, voglio pensare che il buon senso prevalga almeno sotto questo aspetto". E in ogni caso, il ministro non esclude la precettazione: "L'ipotesi di una precettazione, nel caso in cui venisse proclamato uno sciopero da parte di piloti e assistenti di volo, sarà esaminata al momento opportuno".

Scajola fiducioso. Il ministro per lo Sviluppo Economico Claudio Scajola si mostra comunque fiducioso sull'adesione dei piloti al piano della Cai: "Grazie all'ingresso di Cai, la stragrande maggioranza dei piloti italiani potrà volare e contribuire al successo della nuova Alitalia", ha detto, conversando con i giornalisti in occasione della missione imprenditoriale di Abi, Confindustria e Ice in Vietnam. "Quei pochi piloti - ha detto il ministro - che non avranno questa opportunità, saranno accompagnati per trovare altre collocazioni".

( 4 novembre 2008)

 

 

 

 

2008-11-03

Duemila persone all'assembela di piloti e assistenti di volo che hanno rifiutato l'intesa

Tensione, molti chiedono la lotta dura. Appello a Epifani: "Ritiri la firma"

Alitalia, ribadito il no alla Cai

"O ci chiamano a parte lo sciopero"

Il presidente dell'Anpav Muccioli costretto ad andar via denuncia l'"agguato"

Alitalia, ribadito il no alla Cai "O ci chiamano a parte lo sciopero"

Un'assemblea di piloti Alitalia

ROMA - No al lodo Letta e alla Cai, sì alla mobilitazione. Dopo oltre tre ore di un'assemblea molto animata, nel corso della quale sono volati insulti e in qualche momento si è sfiorata la rissa, i duemila dipendenti aderenti a Up, Anpac, Avia, Sdl e Cub hanno deciso per la mobilitazione di steward, hostess e piloti. I sindacati attendono ora la riconvocazione al tavolo da parte del governo e di Cai. "Se non lo faranno, la nostra risposta sarà decisa e ferma", avvertono.

Fuori dall'accordo odierno l'Anpav: il presidente Roberto Muccioli è stato duramente contestato, e costretto ad abbandonare l'assemblea poco dopo l'inizio. Ci saranno probabilmente anche scioperi nei prossimi giorni contro il piano di salvataggio già firmato da Cgil, Cisl, Uil e Ugl, nella riformulazione mediata dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta.

"Siamo pronti a tutte le iniziative necessarie fin dalle prossime ore perché siano rispettati gli accordi sottoscritti a Palazzo Chigi a settembre", ha detto Andrea Cavola, dell'Sdl. Da decidere ancora tempi e modi della protesta: l'accordo si è trovato per il momento solo su un piano di iniziative di lotta sindacale da mettere a punto nei prossimi giorni. Tenendo presente che lo sciopero ha tempi dettati dalla normativa vigente, mentre altre iniziative, come le assemblee, hanno tempi di attuazione più rapidi e possono portare a disagi immediati anche gravi.

Up, Anpac, Avia, Sdl e Cub non nascondono inoltre la speranza che anche la Cgil torni sul fronte del 'no'. Nel documento redatto alla fine dell'assemblea chiedono infatti esplicitamente al sindacato di ritirare la firma apposta il 31 ottobre a Palazzo Chigi al cosidetto 'lodo Letta'. Una richiesta motivata, si legge nella mozione, dalle "dichiarazioni più volte rilasciate dal segretario generale, Guglielmo Epifani, relativamente al concetto di democrazia e di rappresentanza sindacale".

Mentre però oggi il fronte del 'no' potrebbe aver perso una sigla, l'Anpav. Infatti poco dopo l'inizio dell'assemblea il presidente del sindacato degli assistenti di volo, Massimo Muccioli, è stato contestato, e ha abbandonato la sala, denunciando di aver subito un vero e proprio "agguato". "L'Anpav resta sul fronte del no, ma personalmente lascio questa assemblea perché mi è stato impossibile parlare e sono stato contestato solo per il fatto di aver firmato, a settembre, l'accordo con la Cai solo qualche ora prima dei miei colleghi sindacalisti", ha spiegato Muccioli. Secondo il presidente dell'Anpav, che conta 580 iscritti degli assistenti di volo, "questa assemblea non è espressione reale della totalità della categoria o del pensiero dei lavoratori, ma è una espressione pilotata". L'Anpav si è pertanto riservato di decidere nelle prossime ore, in piena autonomia, se aderire o no al piano di salvataggio predisposto dalla Cai.

E intanto i sindacati che hanno firmato l'accordo con la Cai, Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugltrasporti, hanno diffuso nel tardo pomeriggio un appello all'unità sindacale: "Dopo l'offerta di Cai i molti problemi connessi al passaggio di azienda richiedono il recupero della massima convergenza di tutti i sindacati e la coesione di tutte le lavoratrici e i lavoratori di Alitalia, all'interno del solco tracciato dagli accordi di settembre e del 31 ottobre".

I sindacati che hanno aderito all'accordo ammettono tuttavia che permane "un'area di sofferenza in particolare per gli esuberi e per quei precari che resteranno fuori dall'azienda, così come per i lavoratori dell'indotto interessati ai ridimensionamenti per i quali il sindacato è fortemente impegnato a trovare le necessarie soluzioni ed ora è ancora più necessario uno straordinario contributo e la responsabilità di tutti per consolidare risultati raggiunti e con essi realizzare le migliori tutele del lavoro".

Alla componente "ribelle" si è rivolto stamane anche il segretario della Uil Luigi Angeletti, per rivendicare la correttezza della scelta fatta. "Siamo arrivati all'ultimo appuntamento utile" e "spero che da parte di piloti e steward prevalga il buon senso, anche perché non c'è alternativa", ha sottolineato parlando a Canale5. "Non c'è altra alternativa - ha proseguito - l'unica è che Fantozzi liquidi Alitalia totalmente: questa è l'unica strada per evitare di perdere tutti i posti di lavoro. Cosa accadrà dopo il fallimento chiunque se lo può immaginare, ma sarà certamente molto peggio di questa soluzione".

Intanto nella polemica con i sindacati autonomi è intervenuta oggi la Cai per smentire che i criteri di assunzione, i livelli occupazionali e i criteri di selezione del personale della nuova Alitalia previsti nell'intesa siano diversi da quelli concordati nei mesi scorsi. "Sono esattamente quelli fissati negli accordi di Palazzo Chigi del 14 settembre e sottoscritti da tutte le sigle sindacali", hanno ribadito dalla Compagnia aerea italiana.

Il trascinarsi della vertenza Alitalia continua a creare motivo di imbarazzo anche al Pd, che schiera nel "governo ombra", con la delega allo Sviluppo economico, il giovane imprenditore Matteo Colaninno, il figlio dell'industriale a capo della cordata Cai. "Non sono portatore di alcun conflitto di interesse - è tornato a difendersi oggi l'esponente del Partito democratico parlando con il Tempo - Nel tentare di confondere su questa materia o si è ignoranti o si è in malafede. Dato che chi l'ha detto non è ignorante, probabilmente è in malafede".

( 3 novembre 2008)

 

 

2008-11-01

E' una condizione "irrinunciabile" dell'offerta del gruppo di Colaninno

Lunedì le assemblee di piloti e steward. Un mese per decidere

Alitalia, la condizione della Cai

"Non accollateci il prestito ponte"

Alitalia, la condizione della Cai "Non accollateci il prestito ponte"

 

ROMA - Tra le condizioni irrinunciabili dell'offerta Cai per Alitalia ce n'è uno che forse rappresenta meglio le reali preoccupazioni di Colaninno e soci. L'offerta di Cai, infatti (che è irrevocabile fino al 30 novembre) è valida solo se il governo italiano riuscirà a "ottenere provvedimenti da parte della Commissione europea con cui si attesti che eventuali aiuti di Stato, ai sensi dell'art. 87 e seguenti del Trattato CE, istituiti a beneficio del Gruppo AZ prima della stipula del contratto, non comportino a carico dell'Acquirente alcun obbligo di restituzione". Insomma, il "sì" che Berlusconi ha quasi estorto ieri sera a Colaninno, si basa anche sull'assicurazione che nessuno potrà chiedere indietro alla Cai i 300 milioni del famoso "prestito ponte" che il governo ha concesso alla compagnia di bandiera. Insomma: Cai prende tutto, ma non quel prestito soprattutto nella misura in cui potrebbe trasformarsi in un pesantissimo fardello debitorio.

Secondo molti osservatori, ieri si è rischiata la rottura quasi più per i 300 milioni che per le mancate firme di piloti e assistenti di volo. Almeno nel senso che, una volta avute assicurazioni su quello e su qualche altro punto, la Cai ha detto che si poteva andare avanti anche con le sole firme dei confederali più Ugl. Questo pur tenendo conto che le altre quattro sigle (Anpac, Up, Avia e Sdl) rappresentano la maggioranza degli oltre 12mila lavoratori interessati.

L'offerta, comunque, è arrivata: unica e inscindibile per tutto il gruppo con i suoi beni e i suoi contratti. Tra le altre condizioni c'è anche "l'ottenimento da parte della competente Autorità Antitrust di un provvedimento che confermi la compatibilità dell'operazione ai sensi della normativa vigente".

Ma una compagnia aerea senza piloti non ha molto senso e, quindi, a meno di pensare che vada a finire con la Cai che assume uno per uno tutti quelli necessari senza passare per un accordo con i loro sindacati, c'è da credere che, in qualche modo, la trattativa con le sigle che non hanno firmato verrà riallacciata nei prossimi giorni. C'è un mese di tempo, infatti, per arrivare a un'intesa. Piloti e steward, comunque, hanno fatto sapere che lunedì sottoporranno ai loro iscritti il racconto di quanto è accaduto in queste settimane, i documenti proposti dalla Cai e il "lodo Letta" che ha raccolto le adesioni di Cgil-Cisl-Uil e Ugl. Molto del prosieguo di questa storia dipenderà dalle risposte delle assemblee.

(1 novembre 2008)

 

 

Cgil, Cisl, Uil e Ugl siglano il protocollo d'intesa proposto da Letta

Ma piloti (Anpa, Up) e assistenti di volo (Avia, Sdl) dicono di no

Alitalia: lo stop and go della Cai

La compagnia presenta l'offerta

Nuova mediazione presso la presidenza del Consiglio. In serata la svolta

Colaninno e Sabelli sottoscrivono il documento. Gli autonomi: noi non firmeremo

Alitalia: lo stop and go della Cai La compagnia presenta l'offerta

Il presidente della cai, Roberto Colaninno

ROMA - La Cai si sfila. Poi ci ripensa e presenta l'offerta vincolante. Sono state ore convulse per la vicenda Alitalia. Con la compagnia di Colaninno che prima ha fatto sapere di non voler più presentare l'offerta vincolante. Poi, quando è scattata l'ennesima mediazione di Palazzo Chigi, ha riaperto e infine chiuso i giochi. In precedenza Letta aveva avvertito i sindacati che rifiutavano di firmare l'intesa: c'è tempo fino alle 22 di questa sera per dare una risposta. E gli autonomi avevano ribadito: noi non firmeremo.

Sindacati e vertici Cai di nuovo a palazzo Chigi. In serata i rappresentanti di categoria dei sindacati confederali che hanno sottoscritto per intero l'accordo per Alitalia, Cgil, Cisl, Uil e Ugl, erano tornati a Palazzo Chigi per incontrare di nuovo Gianni Letta e firmare tutti i documenti relativi ai contratti. A palazzo Chigi era tornato anche il presidente e l'amministratore di Cai, Roberto Colaninno e Rocco Sabelli, per firmare a loro volta tutti i documenti che finora non avevano ancora firmato e presentare l'offerta vincolante al commissario di Alitalia, Augusto Fantozzi, per l'acquisizione di beni e asset della compagnia. La firma di tutti i documenti da parte di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporti ha consentito a Cai di raggiungere le condizioni per presentare l'offerta.

La nota di Cai. Una nota di Cai ha spiegato che la decisione è stata presa dal consiglio di amministrazione che, preso atto del lavoro sin qui svolto, "ha consentito di raccogliere intorno alla nuova società oltre venti gruppi imprenditoriali, disposti ad investire oltre 1 miliardo di euro per ristrutturare e rilanciare il comparto aereo del Paese intorno ad Alitalia e Airone; definire i contenuti di un piano industriale ambizioso ma realistico, che consentisse alla nuova compagnia di ritornare a crescere, posizionandosi come uno dei più importante vettori dell'area europea; definire i termini di un'importante partnership con uno dei tre principali operatori mondiali del settore, con la possibilità anche di un ingresso di tale partner nell'azionariato della nuova Compagnia; determinare positive conseguenze sul piano occupazionale, che avrebbero permesso di assumere nella nuova società oltre 12.500

dipendenti, prevedendo inoltre procedure di mobilità e ammortizzatori sociali per gli altri dipendenti attuali di Alitalia e AirOne".

L'offerta, precisa ancora la nota, è "condizionata ad una decisione non pregiudizievole per l'acquirente da parte della Commissione europea e all'assenza di prescrizioni da parte dell'Autorità garante per la Concorrenze e il Mercato" ed è stata presentata "una volta ricevuta la conferma della sottoscrizione da parte di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uil Trasporti e Ugl Trasporti dei nuovi contratti di lavoro e dei criteri di selezione dei lavoratori della nuova compagnia". Il via libera da parte dell'Unione europea è attesa per il 12 novembre.

Gli autonomi. Anpac, Up, Avia, Anpav e Sdl hanno ribadito che non fimeranno i contratti e hanno deciso di non aderire all'invito del sottosegretario alla presidenza del Consiglio di tornare a palazzo Chigi. In una nota, le cinque sigle sindacali hanno confermato il giudizio negativo "sul metodo del confronto odierno e sui contenuti dei documenti proposti per la firma" e hanno spiegato che l'intesa comporterebbe "un deciso aggravio delle penalizzazioni in capo ai lavoratori sia in termini contrattuali che occupazionali". Per questo motivo, hanno indetto un'assemblea informativa di tutti i lavoratori coinvolti.

La giornata. Dopo l'accordo di settembre che sembrava aver chiuso positivamente la questione e dopo un mese di infruttose trattative di merito, l'ultimo tentativo di arrivare a un'intesa, si è svolto questa mattina a Palazzo Chigi. Davanti al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta in vesti di mediatore-notaio, si erano trovati i rappresentanti di otto sigle sindacali, il presidente e l'amministratore delegato di Cai Roberto Colaninno e Rocco Sabelli e il commissario Alitalia, Augusto Fantozzi.

Risultato a metà negativo. Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno firmato il protocollo d'intesa che Letta ha presentato come ultima spiaggia non più mediabile, ma i rappresentanti autonomi dei piloti (Anpac, Up) e degli assistenti di volo (Avia e Sdl) hanno detto di "no". "No" deciso e non modificabile, nonostante gli avvertimenti di Letta e Fantozzi ("siamo sull'orlo del baratro") e della minaccia di Colaninno di ritirare l'offerta di Cai. Metà negativo ma comunque insufficiente.

Colaninno era stato chiaro: senza le firme dei sindacati (tutti i sindacati) l'offerta di Cai (l'unica sul tavolo) sarebbe sparita per sempre. Detto e fatto: incassate quattro firme su otto (le quattro mancanti rappresentano però la maggioranza dei dipendenti Alitalia) Colaninno e Sabelli hanno raggiunto la sede di Intesa-San Paolo per il consiglio di amministrazione Cai. Dopo neanche due ore la gelata, affidata a fonti anonime: "Cai non presenterà l'offerta vincolante per Alitalia". Passano altre due ore, e arriva il dietrofront: la compagnia sarebbe di nuovo orientata a presentare l'offerta".

Le conseguenze di una mancata offerta. Il fallimento avrebbe comportato la messa a terra degli aerei, il licenziamento di tutto il personale e i libri in tribunale. Dal fallimento, ovviamente, un altro soggetto (Air France-Klm o Lufthansa) avrebbe potuto rilevare la compagnia a prezzo stracciato e decidere in piena autonomia, quanto dell'attuale personale riassumere e a quali condizioni.

Riggio: "Senza Cai niente licenza e aerei a terra". Il presidente dell'Enac Vito Riggio, aveva contribuito a disegnare uno scenario a tinte fosche. Senza l'offerta vincolante di Cai, aveva detto Riggio, "verrebbe meno anche la licenza provvisoria di volo, che era stata concessa sulla base di un piano credibile in tempi ragionevoli" come era stato appunto giudicato quello della cordata guidata da Colaninno. In caso di mancata offerta vincolante, l'Enac avrebbe convocato immediatamente il commissario straordinario Augusto Fantozzi, lunedì o martedì al massimo, per chiedergli un piano finanziario alternativo. Comunque nel giro di una settimana o due gli aerei sarebbero stati messi a terra.

Le reazioni. "Stiamo vivendo un passaggio che in ogni caso renderà più debole la soluzione. E' la dimostrazione della assoluta irresponsabilità politica di chi ha impostato dall'inizio questa vicenda", dice Pierluigi Bersani, ministro ombra dell'Economia del Pd.

"Un altro significativo passo avanti è stato compiuto con il positivo concorso di tutte le grandi confederazioni sindacali, il ruolo fattivo del governo e la conferma della volontà di promuovere una nuova compagnia di bandiera da parte della società Cai", ha detto il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, aggiungendo che "ancora una volta i profeti di sventura sono stati smentiti".

(31 ottobre 2008)

 

 

Frenetico giro di telefonate tra Palazzo Chigi e Colaninno per evitare

il fallimento della compagnia. Air France pronta a entrare col 20%

Berlusconi si gioca l'ultima carta

'Ora di fare tutti un passo indietro'

A Lufthansa resterebbe lo sfruttamento di Malpensa

di ETTORE LIVINI

Berlusconi si gioca l'ultima carta 'Ora di fare tutti un passo indietro'

Il tavolo delle trattative Alitalia

MILANO - Prima il no di piloti e hostess. Poi i dubbi dei soci Cai, arrivati a un passo dall'addio ad Alitalia in assenza di un ok a 360° dei sindacati confederali ai nuovi contratti di lavoro. La partita della Magliana ha rischiato ieri per qualche ora di trasformarsi in un boomerang da incubo per il governo, già alle prese con le proteste di piazza contro la riforma Gelmini. E solo un frenetico giro di telefonate tra Silvio Berlusconi e Roberto Colaninno e la diplomazia di Gianni Letta hanno consentito di evitare in zona Cesarini uno stop ai negoziati che avrebbe messo a terra in meno di 48 ore gli aerei della compagnia.

Il pressing e le promesse del Cavaliere, che sulla partita Alitalia ha giocato un bel pezzo della sua credibilità, hanno convinto tutti a fare un passo indietro. Cgil, Cisl, Uil e Ugl - che con il governo hanno più di un tavolo aperto - hanno sottoscritto sia il lodo Letta che tutti i contratti già concordati un mese fa. E la loro firma ha convinto anche i soci più riottosi della Cai - Riva e Aponte in testa - a dare mandato a Colaninno per presentare al commissario Augusto Fantozzi un'offerta formale, allontanando lo spettro di un fallimento che per qualche ora era parso quasi inevitabile. Insomma i soci Cai vanno avanti e dicono "basta ai ricatti".

La strada però è ancora in salita. E le trattative concitate di ieri non sono riuscite a sciogliere tutti i nodi per il salvataggio. Il primo, ovviamente, è quello di convincere piloti e hostess a firmare l'intesa con Cai. L'esecutivo, attraverso un Letta un po' sorpreso dall'improvviso irrigidimento delle parti, si sarebbe impegnato a fare da mediatore. Ma Colaninno & C. - in assenza di accordi - sarebbero pronti a tirar dritto, arruolando il personale per far volare gli aerei delle nuova Alitalia tramite contratti individuali.

Il secondo problema, forse l'ostacolo più alto, è l'ok definitivo della Ue, condizione vincolante posta da Cai per chiudere l'operazione. I venti soci del gruppo - già alle prese con qualche problema di finanziamento - non hanno alcuna intenzione di farsi carico dei 300 milioni di prestito ponte garantito dal governo alla Magliana, un onere che la cordata non può accollarsi. I legali sono però da mesi al lavoro per trovare una soluzione di discontinuità che separi per sempre i destini e i debiti della vecchia Alitalia (300 milioni compresi) - destinati a gravare sulle spalle dello stato e dei cittadini - dalla parte sana dell'azienda. Cai prenderà una nuova licenza, rileverà asset e non rami d'azienda, assumerà formalmente i singoli dipendenti, che dovrebbero essere costretti a insinuarsi al passivo della "bad company" per recuperare il loro Tfr.

Per completare il quadro finanziario del Progetto fenice, poi, mancano l'accordo per rilevare le attività Air One - alcuni soci della cordata avrebbero espresso dubbi sul valore attribuito a questi asset - e la definizione del prezzo d'acquisto della nuova Alitalia. Banca Leonardo, advisor di Fantozzi, non avrebbe ancora presentato alcuna stima ufficiale sui business, anche se le prime valutazioni indicano cifre inferiori ai mille miliardi circolati come indiscrezioni nei giorni scorsi. Anche perché la crisi del trasporto aereo sta deprezzando giorno dopo giorno il valore degli aerei in portafoglio ad Alitalia. E i soci della Cai - dopo la dimostrazione di buona volontà data ieri con l'ok all'offerta anche senza la firma di tutte le parti sociali - sono convinti che sul prezzo da pagare non sarà difficile trovare un accordo.

L'ultimo dilemma da sciogliere è quello dell'alleanza internazionale. Ma qui i giochi sembrano fatti. Air France e Lufthansa avrebbero raggiunto un tacito accordo per spartirsi i cieli dell'Europa del sud. Parigi dovrebbe entrare in Cai con una quota vicina al 20%. I tedeschi punteranno su Austrian e sulla Malpensa, dove intendono posizionare - se ce ne saranno le condizioni - il loro quarto hub. Questo armistizio non dichiarato potrebbe però creare qualche grattacapo proprio al governo Berlusconi. Air France e la Cai stanno spingendo per aprire il meno possibile i cieli lombardi ai tedeschi e avrebbero preteso impegni precisi dal premier. La Lega (che sull'argomento ha già mandato sotto il governo in aula una volta, votando un ordine del giorno Pd) è però pronta a fare le barricate per difendere Malpensa. E ha già chiesto assieme al sindaco di Milano Letizia Moratti e al governatore Roberto Formigoni quella liberalizzazione dei trattati bilaterali che consentirebbe a Lufthansa di riposizionare una serie di voli intercontinentali a Milano. Probabile che anche in questo caso il Cavaliere sia costretto ad affidarsi al paziente lavoro diplomatico di Letta per evitare che la partita Alitalia, già arrivata ieri a un soffio da un collasso dagli effetti imprevedibili per l'esecutivo, si trasformi di nuovo in una corsa ad ostacoli per la maggioranza.

(1 novembre 2008)

 

 

2008-10-31

Cgil, Cisl, Uil e Ugl firmano il protocollo d'intesa proposto da Letta

Ma piloti (Anpa, Up) e assistenti di volo (Avia, Sdl) dicono di no

Alitalia, Cai non presenta l'offerta

La compagnia verso il fallimento

Fallisce la mediazione presso la presidenza del Consiglio

Colaninno e i suoi soci di cordata gettano la spugna

Alitalia, Cai non presenta l'offerta La compagnia verso il fallimento

Il presidente della cai, Roberto Colaninno

ROMA - La Cai non presenta più l'offerta vincolante per Alitalia. La compagnia di bandiera corre verso il fallimento. Dopo l'accordo di settembre che sembrava aver chiuso positivamente la questione e dopo un mese di infrtuttose trattative di merito, l'ultimo tentativo di arrivare a un'intesa, si è svolto questa mattina a Palazzo Chigi. Davanti al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta in vesti di mediatore-notaio, si sono trovati i rappresentanti di otto sigle sindacali, il presidente e l'amministratore delegato di Cai Roberto Colaninno e Rocco Sabelli e il commissario Alitalia, Augusto Fantozzi.

Risultato a metà negativo: Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno firmato il protocollo d'intesa che Letta ha presentato come ultima spiaggia non più mediabile, ma i rappresentanti autonomi dei piloti (Anpac, Up) e degli assistenti di volo (Avia e Sdl) hanno detto di "no". "No" deciso e non modificabile, nonostante gli avvertimenti di Letta e Fantozzi ("siamo sull'orlo del baratro") e della minaccia di Colaninno di ritirare l'offerta di Cai. Metà negativo ma comunque insufficiente. Colaninno era stato chiaro: senza le firme dei sindacati (tutti i sindacati) l'offerta di Cai (l'unica sul tavolo) sarebbe sparita per sempre.

Detto e fatto: incassate quattro firme su otto (le quattro mancanti rappresentano però la maggioranza dei dipendenti Alitalia) Colaninno e Sabelli hanno raggiunto la sede di Intesa-San Paolo per il consiglio di amministrazioine Cai. La risposta è arrivata dopo neanche due ore: "Cai non presenterà l'offerta vincolante per Alitalia". Salvo miracoli è il fallimento.

Il fallimento comporta la messa a terra degli aerei, il licenziamento di tutto il personale e i libri in tribunale. Dal fallimento, ovviamente, un altro soggetto (Air France-Klm o Lufthansa) potrà rilevare la compagnia a prezzo stracciato e potrà decidere in piena autonomia, quanto dell'attuale personale riassumere e a quali condizioni.

( 31 ottobre 2008)

 

 

 

2008-10-22

l calo registrato nel periodo più acuto della crisi della compagnia aerea

Crollo dei passeggeri a settembre -28,3%. Nei primi nove mesi dell'anno calo del 19,1%

Alitalia, la Ue dice no al prestito

Privatizzazione sotto esame

Alitalia, la Ue dice no al prestito Privatizzazione sotto esame

ROMA - Dati ancora in calo, con un picco negativo a settembre, per i passeggeri di Alitalia. Una notizia che arriva mentre da Bruxelles arriva un sì condizionato al piano di privatizzazione e un no al prestito-ponte da 300 milioni di euro versato nelle casse della compagnia di bandiera dal governo Prodi lo scorso aprile ed in seguito trasformato in capitale netto della società aerea dal governo Berlusconi con un secondo decreto. Sarebbero queste le decisioni che la Commissione europea si accingerebbe a prendere e che dovrebbero essere rese note entro metà novembre.

La scelte della Ue. Secondo fonti dell'esecutivo europeo vicine al dossier Alitalia, i servizi del commissario Ue ai trasporti, Antonio Tajani, non avrebbero riscontrato nel piano di privatizzazione elementi di per sè in contrasto con la normativa comunitaria. Ma, sulla scia di quanto deciso di recente per la privatizzazione della compagnia aerea Olympic, il via libera di Bruxelles sarebbe condizionato al rispetto degli impegni presi, a partire da quelli sul fronte della cessione degli asset.

Due le richieste già da tempo avanzate dalla Commissione Ue: gli asset in questione dovranno essere venduti a prezzo di mercato e tra la vecchia e la nuova Alitalia ci dovrà essere effettiva discontinuità.

Per quanto riguarda il prestito ponte sembrerebbe scontata oramai la bocciatura. Per i servizi del commissario Tajani il versamento di quella cifra sarebbe un aiuto di Stato illegale, incompatibile con le regole europee sulla concorrenza, visto che nell'erogare i milioni non sarebbero state rispettate le condizioni di mercato. A questo punto, il rimborso sarebbe inevitabile. Resta da capire se a carico della società commissariata da Augusto Fantozzi o della Cai di Roberto Colaninno.

Meno passeggeri. Secondo i dati dell'associazione europea delle compagnie aeree, Aea, a settembre il calo è stato del 28,3%, dopo una flessione del 21,4% a agosto. Settembre è il mese del picco della crisi della compagnia aerea: le stesse agenzie di viaggio sconsigliavano alla propria clientela l'acquisto dei biglietti, per via della durissima trattativa tra la Cai e i sindacati.

In termini di traffico, considerato il rapporto tra ricavi per passeggero a chilometro, il calo a settembre (rispetto allo stesso mese dello scorso anno) è del 25%. Mentre la capacità di posti offerti per chilometro, sotto la scure del "piano di sopravvivenza" per ridurre i costi, si è ridotta del 17,6%.

Lo scorso agosto, rispetto a agosto 2007, il calo del traffico si era attestato al -8,5%. Nei primi 9 mesi dell'anno (gennaio-settembre), rispetto allo stesso periodo del 2007, ad una riduzione del numero dei passeggeri del 19,1% corrisponde un calo in termini di traffico del 18,4% ed in termine di capacità del 12,8%.

Settore in crisi. A parte la crisi di Alitalia, l'intero settore dà segnali di sofferenza. Secondo il segretario generale dell'Aea i dati sono "i più deboli in 25 anni, e con le maggiori economie ancora in una fase di passaggio verso la recessione non è possibile attendersi un recupero nell'immediato futuro" Negli ultimi anni sono stati vissuti altri momemti difficile, ricorda l'Aea, "dopo l'11 settembre, o gli effetti della Sars e della Guerra del Golfo" ma "oggi assistiamo alla prima perdita di traffico passeggeri dall'inizio degli anni '80 che sia attribuile essenzialmente a fattori economici".

( 22 ottobre 2008)

 

 

 

2008-09-30

"Archiviata" con la firma di Sdl e Avia la trattativa sindacale

Cai deve ottenere le autorizzazioni necessarie per volare

Alitalia, comincia la Fase 2

Mancano licenze e l'ok della Ue

L'operazione deve passare il vaglio del commissario europeo alla Concorrenza

Tra i requisiti: discontinuità, trasparenza, vendita asset a prezzo di mercato

di CLAUDIA FUSANI

Alitalia, comincia la Fase 2 Mancano licenze e l'ok della Ue

ROMA - Archiviata tra lacrime e sangue, soprattutto sul fronte della tenuta sindacale, la Fase 1, comincia adesso la Fase 2. Che se non sarà più complessa della prima di certo non sarà più semplice. Parliamo di Alitalia e del suo percorso per cui, novella Fenice, risorgerà dalle ceneri della vecchia Az per diventare la nuova, rigenerata e alleggerita dai debiti, Compagnia aerea italiana.

Se la Fase 1 ha dovuto fronteggiare veti e resistenze di ben nove sigle sindacali, la Fase 2 deve fare i conti con licenze di volo e aeronautica, passaggio di consegne, capitalizzazioni, la divisione dei debiti dagli asset, la parte cattiva da quella buona, per non parlare degli occhi puntati di Bruxelles che può decidere blitz sotto forma di penalità e veti. Il tutto in poco più di un mese visto che Corrado Passera, amministratore delegato di Banca Intesa advisor e azionista di Cai, ha parlato di piena operatività della Compagnia a partire dal primo novembre. Il commissario di Alitalia Fantozzi usa spesso questa immagine: "Sarà un po' come fare il passaggio della cloche mentre l'aereo è in volo". Ecco, un passaggio delicatissimo.

A cui si aggiunge la scelta del partner straniero considerato, durante le trattative con i sindacati, "fondamentale per far decollare la nuova compagnia". Le offerte chiudono domani a mezzogiorno. Colannino dice, ora, che "non c'è fretta", che quasi quasi la cordata Cai "può fare da sola una volta risolto l'ostacolo dei sindacati". E comunque Air France e Lufthansa "adesso si stanno contendendo l'ingresso in Cai". Sarebbero, par di capire, disposte a sborsare parecchio pur di mettere piede nel quarto mercato europeo.

L'esame di Bruxelles. Rischia di essere l'ostacolo più scivoloso. Il commissario alla Concorrenza, infatti, l'olandese Nellie Kroes, deve dare l'ok a tutta l'operazione. In particolare deve accertare e avere le prove della "assoluta discontinuità" tra le due compagnie. Bisogna cioè dimostrare che Cai non ha nulla a che vedere con Az, che si tratta di due società diverse e che il piano Fenice non è un tentativo travestito di cedere il ramo buono dell'azienda Az a un'altra società al netto dei debiti. Sul giudizio di Buxelles contano molto altre compagnie aeree a cui farebbero gola slot e quote mercato lasciate libere da Alitalia.

Ora, per come è concepito il piano Fenice e per le polemiche che hanno accompagnato tutta l'operazione, non sarà così semplice dimostrare la discontinuità da Az e Cai. I paletti sono chiari: discontinuità, trasparenza, vendita degli asset (parti buone, ndr) Alitalia a prezzi di mercato. Insomma la Commissione controllerà con attenzione ogni passaggio della messa in liquidazione, della vendita e dell'acquisto. E se dovesse dire no, per Colaninno e soci sarebbe un disastro: dovrebbero infatti farsi carico dei debiti di Az, dei 300 milioni del prestito ponte concesso dal governo e rinunciare agli sconti previsti per chi assume lavoratori in cassa integrazione, una cifra che dovrebbe aggirarsi tra i 150 e i 200 milioni di euro.

La licenza di operatore aereo. E' il documento fondamentale per poter operare. Per essere una compagnia aerea. Cai ancora non ce l'ha poiché per averla è necessario dimostrare che si è veramente un "soggetto aeronautico", che si posseggono mezzi, linee, rotte. Il modo più semplice e diretto per diventarlo prevede che Cai acquisti Volare o Alitalia express e le rispettive licenze aeronautiche, due compagnie possedute da Az ma che non sono Az. Nel frattempo, inoltre, Cai deve trasformarsi in spa (ora è una srl), una società per azioni con un capitale versato di circa un miliardo di euro e con le garanzie economiche necessarie per essere titolare della licenza di operatore aereo.

Intanto Alitalia deve continuare a volare. Perché non può perdere la licenza di volo che deve passare pari-pari a Cai. Per fare questo servono soldi e carburante e Fantozzi denuncia da un mese che le casse di Az consentono di pagare gli stipendi di settembre e il carburante ancora per qualche giorno. Per mantenere in volo Alitalia, quindi, serve liquidità. L'Enac di Vito Riggio controlla. Ci penserà Cai?

Il decollo della nuova Compagnia. "Il primo novembre" assicura Passera. Tra un mese, trenta giorni per rilevare le parti buone, i cosiddetti asset, di Alitalia e poi avviare la parte dei contratti di lavoro con i 12.500 nuovi dipendenti e quella dei servizi con le società esterne necessarie alla vita di una compagnia, dal catering ai bagagli con in mezzo tutta la gamma dei servizi di assistenza necessari.

E poi c'è la bad company. Cioè Alitalia. Mentre Cai decolla leggera, Az resta a terra con tutti i suoi debiti. Che sono tanti. Le ultime stime parlano di un miliardo e 200 milioni di debito finanziario, 300 milioni di debito ponte (va restituito allo Stato) e un miliardo e 500 milioni alla voce "debiti con i fornitori". Circa tre miliardi di euro. A cui va aggiunto il costo sociale della cassa integrazione per oltre 3 mila dipendenti Alitalia per sette anni. E' un altro miliardo, circa, da conteggiare a carico dello Stato. Certo, il commissario Fantozzi deve vendere le parti buone che gli restano in portafoglio. Ma in queste caso le stime più ottimistiche, per ora, parlano di un incasso di circa 800 milioni di euro. Da segnalare che l'advisor nominato dal governo per valutare il prezzo delle parti "buone" da vendere per lo più a Cai è la banca Leonardo i cui azionisti - da Benetton a Tronchetti Provera - sono anche soci della cordata Cai. E' un po' come se l'acquirente facesse da solo il prezzo della merce che deve acquistare. Difficile immaginare grandi affari per il venditore.

(29 settembre 2008)

 

 

 

2008-09-29

Con le firme dei rappresentanti degli assistenti di volo si chiude la vertenza con la Cai

Adesso si avvicina la scelta del partner straniero: Air France o la compagnia tedesca

Alitalia, Avia e Sdl firmano accordo

Lufthansa: "Seguiamo ora per ora"

Berlusconi: "La scelta spetta alla nuova compagnia, non al governo"

ROMA - Anche dalle sigle autonome SdL e Avia, che rappresentano la maggioranza degli assistenti di volo, è arrivato il sì all'accordo sul piano di salvataggio per Alitalia nel corso dell'incontro di oggi a Palazzo Chigi. Adesso il protocollo è completo: tutte le sigle sindacali hanno accettato l'offerta della Cai, con la mediazione del governo.

"Nessun trionfalismo". "Non c'è nessun trionfalismo né soddisfazione per come si è sviluppata e conclusa questa vicenda", ha affermato il coordinatore nazionale dello Sdl, Fabrizio Tomaselli, nella conferenza stampa seguita alla firma degli accordi. Lo stesso atteggiamento da parte del presidente dell'Avia, Antonio Divietri: "Abbiamo firmato ma non c'è nulla da festeggiare. Un collega su tre dovrà andare a casa. C'è gente che perde il posto e che soffre". Quella di oggi, ha precisato Tomaselli, "è una firma tecnica da valutare e verificare con i lavoratori e, eventualmente, da confermare".

La soddisfazione di Berlusconi. Molta più soddisfazione è stata espressa dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ai microfoni del Tg1: "Abbiamo trovato capitali importanti: hanno fatto un piano industriale possibile, e poi c'è stata questa trattativa che è andata a sbattere contro dei privilegi, diciamo così, che si erano cristallizzati lungo tanti anni. Ce n'erano di impossibili per una gestione positiva dell'azienda".

La scelta del partner straniero. A questo punto, l'altra urgente questione sul tappeto è la scelta del partner straniero e delle modalità di partecipazione. In campo ci sono Lufthansa ed Air France. Anche se non ufficialmente, ciascuna delle due compagnie si è fatta avanti: le offerte sono molto diverse e hanno avuto anche una prima valutazione da parte dei sindacati.

Lufthansa: "Monitoriamo". Le dichiarazioni di Lufthansa, che aspira a una quota del 49% della nuova Alitalia, sembrano piuttosto fiduciose: "Il mercato italiano è per noi molto interessante e anche importante - ha detto stamane in un'intervista al quotidiano online Affaritaliani.it la portavoce corporate della compagnia tedesca Claudia Lange - continuiamo a osservare la situazione molto da vicino. Seguiamo con attenzione gli sviluppi del caso Alitalia e le notizie dall'Italia. Giorno per giorno e ora per ora. Ma al momento non possiamo rilasciare altri commenti sugli attuali sviluppi".

Air France e Malpensa. Questo non significa che sia stata accantonata la soluzione Air France, che aprirebbe però uno scenario problematico a Malpensa. La compagnia aerea francese infatti si concentrerebbe su Fiumicino: gli amministratori lombardi e gli esponenti della Lega chiedono da tempo, in questo caso, che Malpensa possa organizzarsi autonomamente, concludendo accordi con altre compagnie.

Berlusconi: "Non spetta al governo decidere". Tuttavia Berlusconi ha ribadito oggi che la scelta non è affare del governo: "Adesso spetta a questa nuova compagnia decidere qual è l'alleato migliore. Certamente dev'essere un alleato internazionale. Lasciamo decidere a loro, che sono persone capaci, e lo dimostrano con le imprese che hanno messo in piedi e che gestiscono in modo positivo". Il governo "adesso si tira indietro - ha insistito - quello che doveva essere fatto è stato fatto, ora sono gli imprenditori a prendere le decisioni più logiche nell'interesse di Alitalia e del Paese".

( 29 settembre 2008)

 

 

 

 

2008-09-27

n nome della trattativa, all'improvviso scompaiono ultimatum e aut-aut

Confederali, commissario, Cai, tutti a palazzo Chigi fino alle due del mattino

Alitalia vola, accordo Cai e piloti

Contratto e 139 assunzioni in più

Il sottosgretario Letta trova la quadra dopo 14 ore di trattativa serrata: "Grazie a Cai"

Adesso mancano solo gli assistenti di volo. La soluzione nel partner straniero

di CLAUDIA FUSANI

Alitalia vola, accordo Cai e piloti Contratto e 139 assunzioni in più

Massimo Notaro(Up)e Fabio Berti (Anpac), i rappresentanti sindacali dei piloti

ROMA - Dopo un mese di guerriglia hanno spazzato via ultimatum, scadenze e aut aut. Si sono messi seduti al tavolo, come volevano, hanno impugnato la cloche con sangue freddo e mente lucida e hanno riaperto il dossier esattamente nei punti che avevano segnato con la penna rossa. All'una di notte, dopo quattordici ore di confronto serrato, sul dossier Alitalia arriva la prima firma comune di piloti, Cai e dei quattro sindacati confederali. Arriva un contratto specifico, cento assunzioni in più, la qualifica di dirigenti per i comandanti e "garanzie a pioggia" per tutti.

La trattativa su Alitalia, data per blindata e non modificabile, è stata invece riaperta. Il governo ha tenuto aperto il tavolo a oltranza, notte compresa; piloti e assistenti di volo si sono messi a sedere e a ragionare, senza pistole puntate alle tempie e senza ricatti sul ritiro delle licenze di volo; Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno accettato modifiche di documenti appena firmati e considerati blindati. All'una di notte è arrivata la firma.

I "tavoli" aperti a palazzo Chigi. Forse si sono concessi qualche panino. Forse. Di sicuro Letta, assistenti di volo e i leader dei piloti, Fabio Berti e Massimo Notaro, ieri si sono imposti ritmi forsennati. Primo round alle 10 del mattino con le tre sigle degli assistenti di volo. Firma Anpav (circa 400 iscritti), prendono tempo Avia e Sdl che in serata rinviano ancora a lunedì. Alle 11 e 30 arrivano Berti e Notaro: "Ieri (giovedì ndr), per quello che ci riguarda, non c'è stato alcun passo avanti. Andiamo a vedere adesso". I due comandanti vengono inghiottiti nel portone di palazzo Chigi. Ne usciranno solo alle due di questa mattina. Fino alle 19 hanno trattato con Letta, Colaninno e Sabelli. Raggiunto un parziale accordo, il sottosegretario ha dovuto riconvocare i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl perchè dovevano modificare e rivedere i verbali firmati giovedì. A questo punto i tavoli sono stati sdoppiati: da una parte sono rimasti piloti e Sabelli; dall'altra Letta, Colaninno, il commissario Fantozzi - anche lui richiamato in tutta fretta - e i quattro segretari generali. Una cosa è certa: chi ieri alzava le dita in segno di vittoria, ha avuto fretta. Troppa, come è successo spesso in questa storia.

I nodi da sciogliere. In generale piloti e steward considerano "sbagliata" la cordata Cai. Da giorni c'è stato un presidio quasi fisso davanti a Montecitorio. Arrivano in divisa, con i trolley, e in borghese. "Ma ti pare - dicono al megafono - che finiamo nelle mani di una cordata che alla camera di commercio di Milano risulta essersi costituita nel 1999 come Compagnia abbigliamento italiano e nel 2004 ha cambiato ragione sociale per diventare Compagnia aerea italiana...". A parte criticare l'operazione in sè, "una truffa ai danni di tutti i cittadini e in favore di pochi amici", i punti da sciogliere riguardano il numero dei voli ("troppo pochi per una compagnia che guarda al futuro"), gli esuberi ("equipaggi non sufficienti, richiameranno a cottimo quelli in cassa integrazione"), il contratto unico e la conseguente unica rappresentanza sindacale. "In questo modo - avvisano - vogliono smantellare il sistema sindacale di questo paese, esattamente quello che chiede Confindustria".

Le soluzioni: contratto separato, 139 assunzioni in più. Dopo 14 ore resta un documento in quattro punti che porta il titolo: "Chiarimento a verbale contratto 14 settembre 2008". Fondamentali i primi due punti. Il primo prevede che "al personale tecnico con qualifica di Comandante è riconosciuta ad ogni effetto di legge, la categoria di dirigente". Cai, inoltre, si doterà di un "contratto collettivo di lavoro dirigenti comandanti" che sarà redatto entro l'inizio dell'attività della nuova Alitalia. Un contratto separato, era il nodo più difficile. Per il personale senza la qualifica di comandante, il contratto dovrà trovare "adeguata coerenza" con il contratto di lavoro dei dirigenti comandanti Cai.

Alitalia vola, accordo Cai e piloti Contratto e 139 assunzioni in più

Divietri (Avia) e Tomaselli (Sdl), rappresentanti degli assistenti di volo

Al secondo punto, l'accordo prevede che 1.550 piloti assunti da Cai full time. Un altro 9% (139) saranno assunti part-time. Il totale è quindi di 1.689 assunzioni tra full time e part time.

Gli assistenti di volo. "Ci rivediamo lunedì" dicono intorno alle 18 lasciando palazzo Chigi Divietri (Avia) e Tomaselli (Sdl), sigle che hanno in carico l'80 per cento di hostess e steward. "Le distanze ci sono ancora ma sono stati fatti passi avanti" spiegano "con realismo" da non confondere con l'ottimismo.

Divietri ha fiducia nel partner straniero: "Il piano industriale è scritto sulle tavole di pietra e non è modificabile. Sarà modificato presumibilmente dal partner internazionale, che io ritengo sia Lufthansa. L'arrivo di una grande compagnia è un elemento di garanzia". Il partner industriale dovrebbe arrivare "subito" e con una quota del 15 per cento che lo metterebbe al pari, e quindi al di sopra visto il know how, di tutti gli altri soci della cordata Cai.

La vittoria di Letta, il mediatore. Si cercherà di non dirlo, per evitare tensioni. Si cercherà di usare parole neutre come "chiarimento" invece che modifica. Il week end e la stanchezza faranno il resto. ma in tutta questa storia - ancora non chiusa - sono chiari vincitori e vinti. Vince, su tutta la linea, Gianni Letta. Come sempre succede nelle sue trattative, il premier tiene aperte due strade: una di mediazione e una decisionista che via via alterna a seconda del tempo che fa e dell'aria che tira. Nel dossier Alitalia-italiana Berlusconi ci ha messo la faccia e la campagna elettorale. In un modo o nell'altro doveva portarla in fondo per non perdere faccia e credibilità. Nella fase uno ci ha provato con il ministro Sacconi coadiuvato da Enac: gli aut aut, gli ultimatum e i penultimatum, le scadenze. Ancora ieri Sacconi diceva alzando le dita in segno di vittoria: "Entro le 20 di stasera i piloti firmeranno". Non hanno firmato alle 20 di giovedì e neppure alle 13 di ieri.

E gli ultimatum non ci sono più. E' stato Gianni Letta, ieri, assente Sacconi, a prendere in mano la situazione. Per prima cosa ha fermato le lancette dell'orologio. E ha smesso di dare ultimatum. Si è messo a sedere al tavolo alle dieci del mattino ed è andato avanti, inossidabile, fino al mattino dopo ascoltando uno per uno tutti i rappresentanti del cosiddetto Fronte del No. Si presume che ci sia stata, via via, qualche pausa ristoro. Ha detto Antonio Divietri, responsabile Avia: "Oggi, per la prima volta, si sono aperti spiragli e si può parlare di trattativa. C'è maggiore disponibilità del governo perchè sono cambiati gli attori, oggi al tavolo c'è Gianni Letta". E dire che ieri la giornata si era aperta con il ministro Sacconi che diceva deciso: "Andiamo avanti, anche senza i piloti". Poi è partito per Viareggio. E a palazzo Chigi è rimasto solo Letta.

(26 settembre 2008)

 

IL RETROSCENA. La proposta del presidente Mayrhuber anticipata a Cgil, Cisl e Uil

In alternativa, Air France si accontenterebbe di una quota del 10-15%

Lufthansa scopre le sue carte

"Noi puntiamo al 49 per cento"

di MASSIMO GIANNINI

Lufthansa scopre le sue carte "Noi puntiamo al 49 per cento"

Il presidente di Lufthansa Mayhuber

"ALITALIA ci interessa molto. Ma noi puntiamo alla maggioranza...". Wolfgang Mayrhuber va dritto al cuore del problema, quando spiega a Epifani, Bonanni e Angeletti i progetti di Lufthansa sulla nostra compagnia di bandiera.

Alle nove del mattino, davanti a una tazza di caffè sorseggiata nella quiete di Villa Almone, residenza romana dell'ambasciatore tedesco Michael Steiner, il chairman del colosso tedesco conferma ai leader di Cgil, Cisl e Uil che, se il governo italiano fosse disponibile, potrebbe acquisire fin da subito il controllo di Alitalia. "Ci vuole un accordo in tempi rapidi - spiega il manager - e Lufthansa è pronta a fare la sua parte".

Non tanto e non solo per bruciare la concorrenza di Air France, quanto piuttosto perché la mitica "cordata italiana" raggruppata sotto le insegne di Cai, per quanto corroborata dal sofferto accordo con le rappresentanze dei lavoratori, non avrebbe la "massa critica", in termini di capacità finanziaria e di potenzialità operativa, per reggere l'urto della concorrenza globale.

Dunque, nel breve giro di tre giorni, un altro bluff del governo è finalmente caduto. Non era affatto vero che "non esistono manifestazioni di interesse da parte delle compagnie straniere", come Berlusconi ha ripetuto per giorni e giorni, costringendo il commissario Fantozzi a ripetere lo stesso bugiardo refrain. Con l'unico obiettivo (del tutto strumentale) di mettere le confederazioni con le spalle al muro, e con l'unica pretesa (del tutto inattuale) di difendere la linea del Piave dell'"italianità", inopinatamente e irresponsabilmente fissata dal Cavaliere fin dalla campagna elettorale della scorsa primavera.

Sono bastate poche ore di colloqui nell'ufficio del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio (prima con Francesco Mengozzi in rappresentanza dei francesi, poi con lo stesso Mayrhuber in rappresentanza dei tedeschi) a far venire in campo le due proposte alternative di Air France e di Lufthansa. Molto diverse l'una dall'altra, ma entrambe molto concrete.

Negli incontri di Palazzo Chigi e di Villa Almone, i tedeschi hanno riproposto il loro schema di gioco, che contempla due ipotesi. Da un lato, una partecipazione con la quale Lufthansa si affianca a Cai: "Ma per noi - è il senso della posizione tedesca - questa è l'ipotesi meno preferibile". Dall'altro lato, un ingresso nel capitale della nuova compagnia in posizione di maggioranza relativa, o comunque con una quota che può arrivare o si può avvicinare al 49%: "E per noi - è la postilla tedesca - questa è una soluzione di gran lunga migliore".

Mayrhuber spiega ai sindacati perché questa seconda opzione è più "funzionale". "È inutile che voi, oggi, stiate a discutere dell'italianità e della non italianità della vostra compagnia di bandiera. Così come sarebbe inutile che lo facessimo noi tedeschi in casa nostra, o i francesi in casa loro. Rischiamo di fare una guerra nel pollaio di casa, mentre qui in Europa presto arriveranno i grandi vettori dell'Estremo Oriente che ci spazzeranno via".

Per questo l'unica strategia è quella dell'integrazione. E per i tedeschi la "polpa" buona di Alitalia è oggi una formidabile occasione di integrazione, dentro un modello di network aereo multi-hub e multi-brand. "Noi siamo pronti, il piano industriale è pronto". Epifani, Bonanni e Angeletti (e insieme a loro anche la leader dell'Ugl Renata Polverini) condividono e appoggiano la proposta Lufthansa, anche nella sua forma più "radicale", cioè il pieno controllo di Alitalia.

Ma a questo punto, se ci sarà il via libera all'accordo sindacale con Cai allargato anche a tutte le sigle autonome dei piloti e del personale di volo, il problema è solo politico. "Ma il governo di cosa ha paura?", è la domanda congiunta di Mayrhuber e Steiner. "Io sono chairman di Lufthansa - spiega il primo ai leader sindacali per smitizzare il mantra dell'italianità - e non sono nemmeno tedesco, sono austriaco. E tutto sommato nemmeno Lufthansa è poi così tedesca...". Oltre il 51% del suo capitale è collocato sul mercato, e i primi due azionisti sono la francese Axa (col 10,56%) e l'inglese Barclays (con il 5,07%).

Solo il premier può sciogliere il nodo. Ma per farlo deve uscire dalla logica "resistenziale" alla quale ha costretto tutti, a partire da Colaninno e dai suoi sedicenti "capitani coraggiosi". L'offerta Lufthansa è preferibile per ragioni economiche. Intanto parte con il consenso di tutte le sigle, confederali e autonome. E poi, ruotando su una strategia industriale "a rete integrata" che non contempla l'individuazione di un unico hub italiano, incontra il consenso politico della Lega e del Nord, che non devono subire lo smacco del downgrading di Malpensa.

Ma l'opzione tedesca pone un problema politico: obbliga il Cavaliere a una marcia indietro di fronte agli elettori (ai quali ha giurato che l'Alitalia sarebbe rimasta italiana) e di fronte ai soci di Cai (ai quali ha promesso prebende pubbliche in cambio della fiche privata sulla compagnia di bandiera).

L'offerta Air France è preferibile per ragioni politiche. Intanto la Francia è presidente di turno della Ue, e al Cavaliere può convenire l'idea di fare un favore a Sarkozy. E poi Jean Cyril Spinetta si accontenta di una quota del 10-15%, e in una prima fase si acconcia ad affiancare Cai in posizione minoritaria, perché questo gli consente di blindare comunque Alitalia nel patto Sky Team (la cui eventuale rescissione costerebbe circa 200 milioni di euro alla nostra compagnia) per poi fagocitarla con tutta calma nel giro di qualche anno.

Ma l'opzione francese sconta un'incognita economica: quanto può reggere lo schema "Cai più Air France"? La competizione internazionale nel trasporto aereo sarà feroce, e richiederà investimenti massicci. I soci Cai, nonostante la buona volontà dimostrata con l'accettazione del lock up che li obbliga a non cedere le proprie quote di qui a cinque anni, dovranno rimettere mano pesantemente al portafoglio, per fare cospicue ricapitalizzazioni molto prima del 2013. E poiché è chiaro che i vari Aponte, Fratini e Bellavista non avranno né denaro né voglia, a quel punto Air France avrà buon gioco a conquistare, senza inutili spargimenti di carta bollata, la maggioranza.

Alla fine, per l'Italia e per l'Alitalia, l'alternativa è semplice. Per il governo si tratta di scegliere tra una vendita immediata, o una svendita differita. Per il Cavaliere si tratta di scegliere tra un insano, autarchico provincialismo e un sano, realistico europeismo.

(27 settembre 2008)

 

 

2008-09-26

IL DOSSIER / Da Cai impegni anche sui precari. Air France punta al 15%

La configurazione definitiva delle rotte dipenderà dal partner scelto

Carriere e stipendi confermati

assunti mille lavoratori in più

di LUCA IEZZI

Carriere e stipendi confermati assunti mille lavoratori in più

ROMA - Mantenimento del livello degli stipendi, diritto al posto per 12 mesi in caso di malattia, più soldi per il lavoro notturno del personale di terra e una "riserva" di mille posti per i precari Alitalia per dar loro la precedenza nelle assunzioni future della compagnia. Sono le modifiche più rilevanti al primo contratto triennale di Cai, che ieri è stato firmato anche dalla Cgil dopo aver già ottenuto l'ok degli altri confederali.

L'intesa conferma in toto il piano industriale presentato il 2 settembre scorso: fusione Alitalia-Air One dopo l'aumento di capitale da un miliardo sottoscritto dai soci italiani più il partner straniero da definire. Il fatturato previsto è di 4,8 miliardi e il pareggio arriverà in due anni. La nuova Alitalia avrà una flotta ridotta, meno destinazioni e cercherà di conquistare i viaggiatori soprattutto del Nord Italia, specie per le rotte intercontinentali. Questo è anche l'unico indizio che al momento rende Lufthansa il partner straniero preferito. Probabile una revisione per il lungo raggio se a vincere la contesa sarà Air France che ha già ufficiosamente prenotato un 15%.

Più certi i miglioramenti per i lavoratori, contenuti tutti in un "verbale interpretativo" che si aggiunge all'accordo quadro. Innanzitutto si certifica che "per quanto non espressamente convenuto nel presente accordo, troverà applicazione la disciplina attualmente vigente per i dipendenti della società Air One".

Decisiva per il via libera la garanzia della "invarianza salariale", vale a dire che per piloti e assistenti di volo l'applicazione delle nuove retribuzioni potrà determinare, a parità di ore lavorate, una riduzione non superiore al 6-7% del trattamento attuale. Differenza che potrà essere recuperata con incrementi di ore di volo. I riposi vengono fissati in 30 giorni a trimestre con un minimo mensile di otto.

Per i lavoratori di terra il miglioramento economico arriverà dell'estensione del "periodo notturno" per tutte le ore svolte tra le 20 e le 8. Inoltre alcune indennità e voci retributive del trattamento Alitalia saranno conservate in una singola voce "superminimo di ristrutturazione" erogato per 12 mensilità.

La conservazione del posto per malattia è prevista per 12 mesi. In caso di malattia-inidoneità per causa di servizio, a partire dal primo giorno di assenza e per i primi 8 mesi il dipendente percepisce la normale retribuzione, per i successivi il 50%. Se non c'è la causa di servizio, è corrisposto il 100% della normale retribuzione per i primi 6 mesi e 50% per i successivi.

Per piloti e assistenti di volo torna la carriera (nella prima versioni venivano azzerate le qualifiche e le retribuzioni connesse) e viene definita la composizione minima degli equipaggi nei voli. Sempre per il personale navigante ci sarà una diaria a seconda della lunghezza del volo, ma sparisce il benefit del trasferimento da casa all'aeroporto a carico dell'azienda. Al contrario pochi risparmi dovrebbero arrivare dai distacchi sindacali visto che la divisione in tre "aree contrattuali" dell'intesa e la definizione delle Rsu non dovrebbe diminuire la numerosità delle sigli oggi presenti.

Tutte modifiche che non sono bastate, fino a ieri, a convincere i piloti, che oltre alle riduzioni di riposi e salari contestano anche il piano industriale dove l'unica novità è il passaggio da 11.500 a 12.500 degli assunti in pianta stabile, rimangono invariati gli esuberi, 3250, perché quei mille erano rimasti nella "zona grigia" di una possibile esternalizzazione.

Fuori da Alitalia-Cai rimarranno comunque cargo e manutenzione pesante, ma la società manterrà una quota di minoranza in queste attività. Confermata una flotta ridotta a 139 aerei che diventeranno 153 a regime. Le destinazioni saranno 24 in Italia, 25 nel corto medio raggio (Europa-Nord Africa) e 16 intercontinentali. Il network sarà ridisegnato puntando non più su un hub ma su sei basi principali: Milano, Torino, Venezia, Roma, Napoli, Catania. Decolleranno da Malpensa 13 dei 16 voli a lungo raggio.

(26 settembre 2008)

 

L RETROSCENA

Quel tè a casa del leader Pd

e l'ultima mossa di Letta

DI ROBERTO MANIA

Quel tè a casa del leader Pd e l'ultima mossa di Letta

Walter Veltroni

ROMA - "Chiedo un atto di fiducia verso il governo e verso l'azienda". Per una volta Gianni Letta, l'impassibile sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ha alzato la voce di fronte all'insistenza di Guglielmo Epifani di voler siglare, oltre all'accordo, anche il verbale aggiuntivo, quello con le modifiche negoziate, soprattutto dalla Cgil, con i nuovi padroni dell'Alitalia.

Letta ben sapeva che la sua mediazione non poteva permettere a nessuno di vincere, se non altro nella forma. Nemmeno al segretario generale della Cgil, che pure ieri mattina a Palazzo Chigi ci aveva provato fino all'ultimo. D'altra parte era chiaro a tutti che per uscire dalla palude Alitalia serviva un pareggio tra chi (Cisl, Uil e Ugl) aveva già firmato una settimana fa, e la rientrante Cgil. Più o meno è andata così. Ciascuno potrà dire di non aver perso.

E la partita l'hanno giocata in tanti, su piani diversi e luoghi distinti: Palazzo Chigi, certo, e non più il ministero del Lavoro retto da Maurizio Sacconi; ma anche casa Veltroni, a Roma, nei pressi della sede della Cgil. È lì che martedì scorso, all'ora del tè, il leader del Partito democratico ha invitato Epifani insieme al presidente della Cai (la Compagnia aerea italiana), Roberto Colaninno. Una mediazione - non "ombra" - ma parallela. Dei cui esiti Veltroni ha informato sistematicamente Letta ma anche i leader della Cisl e della Uil, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Una tattica che ha permesso di far incontrare di nuovo, dopo lo strappo del 18 settembre, i due litiganti (Epifani e Colaninno) "costretti" però all'intesa perché l'imprenditore di Mantova era stato chiaro: "Senza la Cgil non ripresento la mia offerta".

Ecco perché l'ipotesi di un accordo separato non è mai stata in piedi, nonostante qualche dichiarazione del premier Berlusconi accarezzasse proprio quella deriva. Invece da Colaninno c'era una sorta di pregiudiziale positiva sulla quale ha fatto perno l'iniziativa di Veltroni, prima chiedendo alla Cai di fare alcuni passi in avanti, poi favorendo l'incontro tra l'industriale ed Epifani. Il tutto sul canovaccio scritto da Gianni Letta. Così quando l'altro ieri c'è stato il faccia a faccia tra il sottosegretario e il capo della Cgil l'accordo politico è stato raggiunto in poco tempo, mentre gli sherpa lavoravano agli emendamenti da agganciare al testo già firmato dalle altre confederazioni.

L'ultimo colpo, allora, Epifani l'ha tentato a Palazzo Chigi. Per provare a vincere in "zona Cesarini". Letta aveva appena detto che i testi con i chiarimenti sulle questioni indicate da Epifani e condivise dagli altri sarebbero stati "acquisiti". "Voglio rileggere i testi e siglarli almeno per "presa visione"", lo ha interrotto Epifani. "Garantisco io, come notaio", ha replicato infastidito e sorpreso il sottosegretario. "Tu fai il notaio, ma io voglio leggere e poi siglare". E Letta: "Ho chiesto un atto di fiducia verso il governo e verso l'azienda. La sigla rappresenterebbe un atto di sfiducia". In verità la firma sulle "note aggiuntive", relative ai precari, al trattamento di malattia degli assistenti di volo, alla garanzia sul mantenimento delle attuali retribuzioni per le fasce più basse, avrebbe sostanzialmente arricchito l'accordo precedente. Però nessuno doveva vincere. Infatti è stato a quel punto che Angeletti si è alzato e ha chiesto la firma sui testi già concordati. Con Letta a fare da notaio.

Poi la conferenza stampa. Che Bonanni ha tenuto per primo e da solo: "Abbiamo sottoscritto l'accordo già condiviso. Questa è la verità, le altre sono esigenze mediatiche". Eppure Cisl, Uil e Ugl hanno lasciato Palazzo Chigi con l'amaro in bocca. Dice Giuliano Cazzola, deputato del Pdl, mai tenero con la Cgil della quale è stato a lungo dirigente: "Ora il rischio per la Cisl e la Uil è di diventare irrilevanti se le controparti non vanno avanti senza la Cgil". Però Cisl e Uil hanno un rapporto preferenziale con questo governo. "Sì - dice Cazzola - ma a cosa gli serve?".

(26 settembre 2008)

 

Raggiunto a palazzo Chigi l'accordo tra le quattro sigle confederali

Modifiche su precari e stipendi minimi. Taglio del 7% al personale di volo

Alitalia, adesso può volare

Sì di Cgil, i piloti prendono tempo

Epifani: "Si può essere responsabili e fare buoni accordi". Sacconi: "Solo chiarimenti"

Bonanni: "Sconfitto il partito del fallimento". Domani la risposta delle 5 sigle autonome

di CLAUDIA FUSANI

Alitalia, adesso può volare Sì di Cgil, i piloti prendono tempo

I ministri Scajola (sx)e Sacconi fanno la "V" in segno di vittoria. Ma manca ancora la firma di piloti, hostess e steward

ROMA - I ministri Sacconi e Scajola fanno il segno di vittoria alle telecamere. In realtà manca ancora la firma di piloti e assistenti di volo, attesa per oggi e in serata rinviata a domani, venerdì. Ma dovrebbe essere questione di ore. Entro le tredici di domani, il dossier Alitalia uscirà - dovrebbe uscire - dallo stallo di queste settimane e decollare verso la costituzione della nuova Compagnia aerea italiana.

La svolta, non la soluzione definitiva, arriva pochi minuti prima delle quattordici dopo una mattinata di riunioni, incontri e telefonate:i segretari di categoria di Cgil, Cils, Uil e Ugl - alla presenza dei rispettivi segretari generali, del sottosegretario alla presidenza Gianni Letta e dei ministri Scajola e Sacconi, del commissario Fantozzi e del presidente di Cai Roberto Colaninno - firmano l'accordo quadro su Alitalia e "un appendice con approfondimenti relativi al contratto". Contestualmente succede che Colaninno rimette sul tavolo l'offerta Cai ritirata una settimana fa; e il commissario Augusto Fantozzi può andare all'Enac, presentare un'offerta credibile e operativa e sventare una volta per tutte il rischio di vedersi ritirare le licenze di volo.

Altrove si dirà poi quanto, su questa svolta, abbiano pesato la lettera di Veltroni al premier perchè tutti i soggetti coinvolti facessero a seconda del ruolo un passo avanti o indietro; quanto gli appelli di Berlusconi e quanto il buon senso istituzionale dei sindacati. E' un fatto che la svolta sul dossier Alitalia ruota formalmente su piroette lessicali come "chiarimenti", "appendici" e "addendum" che in realtà nascondono quelle che Epifani rivendica essere "modifiche sostanziali" su cui poi tutte le sigle mettono il cappello. A cominciare da Bonanni che scende in sala stampa a palazzo Chigi da solo e comincia a parlare, da solo, spiegando come stanno le cose e definendo la riunione appena conclusa "una messa cantata" di cui comunque valeva la pena. Uno sgarbo, quello di Bonanni, che lascerà qualche strascico visto che poi, quando gli altri segretari generale raggiungono la sala stampa Epifani si prende il microfono, dà le spalle a Bonanni il quale poi si alza e se ne va.

La verità è che la trattativa è stata riaperta, ci sono state modifiche ma tutto questo non può essere detto. Così vuole l'accordo politico tra le parti. Per evitare di cominciare il gioco di chi ha vinto e chi ha perso.

Le modifiche, dai precari ai contratti. Tra le più importanti c'è "la disponibilità per Cai, qualora debba ricorrere a lavoratori con contratti a termine, di avvalersi di mille lavoratori precari selezionati tra i 3500 di Alitalia". Per Epifani è un "punto molto importante" perchè rimette in gioco quei lavoratori stagionali esclusi da tutti i tavoli della trattativa. Per il ministro Sacconi questo invece è "il chiarimento di una cosa ovvia". Forse. Ma prima non c'era. E certe cose è sempre meglio esplicitarle.

Un altro punto "decisivo", sempre secondo Epifani, è che non saranno toccati gli stipendi del personale di terra che oggi prende 1.200 e 1.300 euro mensili. Così come quello che riguarda la voce malattie: le modifiche prevedono, tra le altre, che "la conservazione del posto è prevista per 12 mesi: per i primi 8 mesi al dipendente va il 100% dello stipendio" poi la metà. che non ci sarà il taglio del 50 per cento dello stipendio per i primi tre giorni di malattia. Sul fronte piloti e assistenti di volo è stato ottenuto che "il taglio dello stipendio sarà del 6-7 per cento con la possibilità di pareggiare con il salario attuale lavorando più ore".

Infine il partner straniero: sarà sempre Cai a decidere la compagnia straniera e con quale peso nell'ambito della minoranza. In serata prende copro l'ipotesi di Air France "almeno al 15 per cento". In ogni caso il partner straniero adesso diventa fondamentale per la cordata. "E per tutti i lavoratori è una garanzia in più di solidità e credibilità", sottolinea Epifani.

Alitalia, adesso può volare Sì di Cgil, i piloti prendono tempo

Fiumicino, l'assemblea di piloti e hostess. Entro le 13 di venerdì è atteso l'ok al patto firmato stamani a palazzo Chigi

Nessuna novità, sembra, sulla questione delicatissima della rappresentanza sindacale: Cai vuole e avrà un'unica Rsu. Ma l'ostacolo dovrebbe essere superato grazie al fatto che comunque personale di terra e di volo avranno contratti separati e diversi.

Modifiche? "No, solo approfondimenti". Un Epifani sarcastico osserva che si tratta di "chiarimenti importanti che nella concitazione del momento erano rimasti da risolvere" a dimostrazione del fatto che "si può essere responsabili e fare buoni accordi". Non fa nomi per non riaccendere polemiche. Ma la frase sembra avere destinatari precisi tra i sindacati e nel governo, chi in queste settimane ha accettato aut-aut e ultimatum e aveva detto sì rinunciando a ogni tipo di trattativa.

Per il ministro Sacconi, invece, le modifiche sono "cose ovvie adesso chiarite diversamente". E ribadisce: "Nessuna modifica nè cambiamento". Ammettere il contrario vorrebbe dire che la trattativa è stata riaperta e che la sua linea, fatta di ultimatum e aut-aut, è stata sconfita. Anche Renata Polverini, leader Ugl, ripete la storia delle modifiche che non esistono e del testo che è lo stesso di una settimana fa. E però aggiunge: "Sui precari si poteva fare di più, quella parte non mi soddisfa". Forse, ma è sempre meglio di nulla.

Dribbla il rischio polemiche il segretario della Uil Luigi Angeletti: "Abbiamo evitato un disastro nazionale, saranno riassunte 12.500 persone e 3.250 avranno gli ammortizzatori sociali".

L'assolo di Bonanni - Trovare le parole giuste per comunicare l'avvenuta firma. Senza mettere nessuno della parte dei vincenti e meno che mai da quella dei perdenti. E' stato, questo, lo sforzo maggiore questa mattina a palazzo Chigi. Nascono così le piroette lessicali, il dire- non dire, l'importante è la sostanza. Solo che a Bonanni questi chiarimenti, aggiunte e addendum non devono essere piaciuti più di tanto. In fondo lui aveva detto sì subito, tre settimane fa. Perchè il governo non ha concesso subito quello che è stato concesso oggi? Da qui la corsa a minimizzare le modifiche accordate. Da qui la corsa di Bonanni in sala stampa, solo con i suoi collaboratori, per dire: "Abbiamo sconfitto il partito del fallimento". E il resto? "Ci sono stati chiarimenti. Sono stati premiati il sacrificio e la pazienza, è stata una lunga messa cantata ma ne è valsa la pena". E poi, aggiunge, "ognuno la racconterà come vuole. Ma i fatti sono questi".

Il rinvio dei piloti. Resta ora da aspettare la firma dei piloti. L'assemblea di Fiumicino nel pomeriggio non è andata benissimo. Molti i no. Berti (Anpac), Notaro (Up), Divietri (Avia), Maras (Sdl), Muccioli (Anpav), tornano a palazo Chigi intorno alle sei del pomeriggio. Escono alle otto con un nulla di fatto. Un comunicato della presidenza del Consiglio informa che il termine delle 20 è stato spostato a domani alle 13. Brividi: salta tutto? Berti, faccia stanca: "Stiamo discutendo. Lo faremo anche domani. Questo è importante" taglia corto. "No comment" di Notaro. "Serve altro tempo" aggiungono gli altri. E' un modo, anche, per dare consistenza alle singole rappresentanze. I maligni dicono che è un modo, anche, per far rientrare a Roma Berlusconi - colpito da sciatica e in cura in un centro Messegue in Umbria - e poter dare l'annuncio finale domani in sua presenza. La crisi Alitalia è ancora aperta, nonostante le dichiarazioni trionfali e le dita a "V" in segno di vittoria. La chiave è ancora, saldamente, in mano ai piloti, hostess e steward. L'ultimo atto spetta solo a loro. O a un referendum, invocato come estrema soluzione anche da Epifani. Cai ha allungato i tempi fino a metà ottobre.

(25 settembre 2008)

 

 

2008-09-25

LA DIRETTA. Intesa a Palazzo Chigi con Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Sottoscritti due protocolli con allegato un verbale di Colaninno su stipendi, precari e contratto. Previsti 3250 esuberi. La Cai assumerà 12.500 dipendenti. Divergenze fra Cisl e gli altri sindacati. Assemblee dei piloti a Fiumicino (foto). Epifani: "Possibile la firma di piloti e assistenti di volo" (audio). Anpac apre. Enac: cessato ogni rischio. Air France: quota tra 10 e 25%. Un sindacalista rivela: "Il governo gioca per Lufthansa". Il leader Pd attacca Berlusconi: "Letta voleva trattare" di C. FUSANI / L'analisi di Roberto Mania

Atterraggio di emergenza in Brasile per un Boeing 777 dell'Alitalia

Raggiunto a palazzo Chigi l'accordo tra le quattro sigle confederali

Modifiche su precari e stipendi minimi. Taglio del 7% al personale di volo

Alitalia adesso può volare

Sì di Cgil, mancano i piloti

Epifani: "Si può essere responsabili e fare buoni accordi". Sacconi: "Solo chiarimenti"

Bonanni: "Sconfitto il partito del fallimento". Entro le 20 la risposta delle 4 sigle autonome

di CLAUDIA FUSANI

Alitalia adesso può volare Sì di Cgil, mancano i piloti

Fiumicino, l'assemblea di piloti e hostess. Entro le 20 è atteso l'ok al patto firmato stamani a palazzo Chigi

ROMA - I ministri Sacconi e Scajola fanno il segno di vittoria alle telecamere. In realtà manca ancora la firma di piloti e assistenti di volo. Ma dovrebbe essere questione di ore. Entro le venti di stasera il dossier Alitalia uscirà - dovrebbe uscire - dallo stallo di queste settimane e decollare verso la costituzione della nuova Compagnia aerea italiana.

La svolta, non ancora quindi la soluzione definitiva, arriva pochi minuti prima delle quattordici dopo una mattinata di riunioni, incontri e telefonate:i segretari di categoria di Cgil, Cils, Uil e Ugl - alla presenza dei rispettivi segretari generali, del governo nelle persone del sottosegretario alla presidenza Gianni Letta e dei ministri Scajola e Sacconi, del commissario Fantozzi e del presidente di Cai Roberto Colaninno - hanno firmato l'accordo quadro su Alitalia e "un appendice con approfondimenti relativi al contratto". Poco prima e poco dopo la firma decisiva della Cgil, un altro paio di passaggi fondamentali: Colaninno rimette sul tavolo l'offerta Cai che era stata ritirata una settimana fa; il commissario Augusto Fantozzi può andare all'Enac, presentare un'offerta credibile e operativa e sventare una volta per tutte il rischio di vedersi ritirare le licenza di volo.

Altrove si dirà poi quanto, su questa svolta, abbiano pesato la lettera di Veltroni al premier perchè tutti i soggetti coinvolti facessero a seconda del ruolo un passo avanti o indietro, gli appelli di Berlusconi e il buon senso istituzionale dei sindacati. E' un fatto che la svolta sul dossier Alitalia ruota formalmente su piroette lessicali come "chiarimenti", "appendici" e "addendum" che in realtà nascondono quelle che Epifani rivendica essere "modifiche sostanziali" su cui poi tutte le sigle mettono il cappello. A cominciare da Bonanni che scende in sala stampa a palazzo Chigi da solo e comincia a parlare, da solo, spiegando come stanno le cose e definendo la riunione appena conclusa "una messa cantata" di cui comunque valeva la pena. Uno sgarbo, quello di Bonanni, che lascerà qualche strascico visto che poi, quando gli altri segretari generale raggiungono la sala stampa Epifani si prende il microfono, dà le spalle a Bonanni il quale poi si alza e se ne va.

La verità è che la trattativa è stata riaperta, ci sono state modifiche ma tutto questo non può essere detto. Così vuole l'accordo politico tra le parti. Per evitare di cominciare il gioco di chi ha vinto e chi ha perso.

Le modifiche, dai precari ai contratti. Tra le più importanti c'è "la disponibilità per Cai, qualora debba ricorrere a lavoratori con contratti a termine contratti, di avvalersi di mille lavoratori precari selezionati tra i 3500 di Alitalia". Per Epifani è un "punto molto importante" perchè rimette in gioco quei lavoratori stagionali e a tempo che fin dall'inizio della trattativa erano stati esclusi del tutto dai tavoli. Per il ministro Sacconi questo invece è "il chiarimento di una cosa ovvia". Forse. Peccato che prima non c'era. E che certe cose è sempre bene esplicitarle.

Un altro punto "decisivo", sempre secondo Epifani, è che non saranno toccati gli stipendi del personale di terra che oggi prende 1.200 e 1.300 euro mensili. Così come quello che riguarda la voce malattie: la modifica prevede che non ci sarà il taglio del 50 per cento dello stipendio per i primi tre giorni di malattia. Sul fronte piloti e assistenti di volo è stato ottenuto che "il taglio dello stipendio sarà del 6-7 per cento con la possibilità di pareggiare con il salario attuale lavorando più ore".

Infine il partner straniero: sarà sempre Cai a decidere la compagnia straniera e con quale peso nell'ambito della minoranza. Ma è chiaro che il partner straniero adesso diventa fondamentale per la cordata. "E per tutti i lavoratori è una granazia in più di solidità e credibilità", sottolinea Epifani.

Nessuna novità, sembra, sulla questione delicatissima della rappresentanza sindacale: Cai vuole e avrà un'unica Rsu. Ma l'ostacolo dovrebbe essere superato grazie al fatto che comunque pesonale di terra e di volo avranno contratti separati e diversi.

Modifiche? "No, solo approfondimenti". Per Epifani si tratta di "chiarimenti importanti" a dimostrazione del fatto che "si può essere responsabili e fare buoni accordi". Il segretario della Cgil sorride amaro, scrolla la testa e si sforza di non fare nomi per non riaccendere polemiche. Ma la frase ha destinatari precisi tra i sindacati e nel governo, chi in queste settimane ha accettato aut-aut e ultimatum e aveva detto sì rinunciando a ogni tipo di trattativa.

Per il ministro Sacconi, invece, le modifiche sono "chiarimenti che nella concitazione del momento erano rimasti da risolvere", oppure "in sospeso": "Cose ovvie adesso chiarite diversamente".

(25 settembre 2008)

 

Il segretario del Pd replica a Porta a Porta alle accuse lanciate ieri da Berlusconi

E rivendica: "Quarantott'ore fa ho messo insieme Colanninno ed Epifani"

Veltroni: "Accordo sbloccato dal Pd

Letta in disaccordo col premier"

Veltroni: "Accordo sbloccato dal Pd Letta in disaccordo col premier"

Veltroni nella trasmissione 'Porta a Porta'

ROMA - Il premier Silvio Berlusconi lo aveva accusato ieri, prima di lasciare Roma, del precedente fallimento dell'accordo Cai-sindacati, ma il segretario del Pd Walter Veltroni non ci sta, e, nella trasmissione Porta a Porta, replica per le rime: "Non mi sono assunto nessun merito ma, informando il governo, ho cercato di dare una mano per la soluzione di una vicenda gestita malissimo. Ed invece Berlusconi, pur sapendo quello che stavamo facendo, mi ha attaccato. Basta con gli spot, i fuochi d'artificio, il bullismo al governo".

E' durissimo lo scambio di accuse tra maggioranza e opposizione, proprio mentre invece all'interno del sindacato si è restaurato un sostanziale accordo, al quale plaude il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia: "Non posso che esprimere soddisfazione", dice. Riferendosi poi in particolare alla Cgil, aggiunge: "Mi fa piacere che dopo un primo rifiuto abbia firmato", auspicando uno stesso "atteggiamento" anche sul tavolo di riforma del modello contrattuale.

Tutt'altra musica in politica: "Quarantott'ore fa ho messo insieme le due persone con la maggiore responsabilità in questa vicenda, cercando di favorire un'intesa", rivendica Veltroni, riferendosi a Colaninno ed Epifani. Per il segretario del Pd, "il vero problema è l'atteggiamento del governo verso i sindacati: io ho lavorato a un punto d'intesa. Era così difficile farlo? Perché si è scelto di sbattere la porta in faccia ai sindacati? Questo è l'abc della trattativa...".

Della maggioranza, nella vicenda Alitalia Veltroni 'salva' solo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta: "Letta sembra un libero professionista, perché nel governo precedente aveva un peso molto maggiore che in questo dove alcuni ministri pesano di più. Sono sicuro che Letta non ha vissuto con piacere quella scelta di sbattere la porta in faccia ai sindacati".

Ma diversi esponenti del centrodestra replicano con altrettanta durezza a Veltroni: "Comunque finisca la vicenda Alitalia, è stato istruttivo - ironizza il portavoce di Forza Italia Daniele Capezzone - constatare come il segretario del Pd Veltroni, non trovando soddisfazione nel mondo dei fatti reali, cerchi di rifugiarsi nella realtà virtuale, costruendo scenari fantasiosi e surreali".

"In effetti, - continua Capezzone - c'è stato un solo momento in cui Veltroni ha giocato un qualche ruolo: è successo quando ha fatto sponda ad Epifani su una linea negativa e ostruzionistica. Ma, vista la reazione dell'opinione pubblica, Veltroni ha subito capito che doveva sfilarsi dal vicolo cieco in cui si era cacciato.Tutto legittimo, in politica: ma che questo zig-zag ci venga ora descritto come una lucida strategia, è un po' troppo...".

Con Veltroni polemizza il ministro dei Trasporti Altero Matteoli: "Il Pd non può rivendicare alcun merito nella trattativa Alitalia. Figurarsi se può intestarsi il merito dell'accordo Veltroni che lo ha ostacolato fino a poche ore fa". Per Matteoli il merito è del governo "che non ha mai smesso di crederci".

(25 settembre 2008)

 

 

Alitalia, oggi è il giorno della verità

Alle 11 sindacati a Palazzo Chigi

La firma dell'accordo sull'offerta della cordata di imprenditori raccolti attorno alla Cai sembra ad un passo. Decisiva la riunione con il governo in agenda per questa mattina. A sbloccare lo stallo nei negoziati alcune concessioni degli imprenditori e il probabile ingresso di una compagnia straniera

 

Alitalia, accordo sindacati-Cai

Adesso tocca a piloti e assistenti

Cgil, Cisl, Uil, Ugl hanno firmato l'intesa con Cai. A sbloccare lo stallo nei negoziati alcune concessioni degli imprenditori e il probabile ingresso di una compagnia straniera. In pole position Air France, che sembra pronta ad entrare con una quota del 10-25%. Bonanni: "Firmato accordo di 10 giorni fa". Ma Epifani sottolinea "i miglioramenti apportati". La palla adesso passa a piloti e assistenti. Veltroni: "Ho messo insieme Colaninno ed Epifani"

 

17:53 Sdl: "Andiamo a Montecitorio"

Tutti i lavoratori sono stati invitati a trasferirsi da subito a piazza Montecitorio per "avere viva voce direttamente dai rappresentanti sindacali che stanno conducendo le trattative". L'annuncio è stato dato nel corso dell'assemblea all'aeroporto di Fiumicino da Paolo Maras, rappresentante sindacale Sdl comparto volo.

 

17:35 Veltroni: "Letta non voleva rompere con i sindacati"

"In questo governo Letta sembra un libero professionista. Sono sicuro che Letta non ha vissuto con piacere quella scelta di sbattere la porta in faccia ai sindacati". Lo ha detto Walter Veltroni, leader del Pd, sottolineando la "differente sensibilità" dimostrata dal sottosegretario nel condurre la trattativa su Alitalia

17:13 Anpac e Up escono da palazzo Chigi

E' durato circa un'ora l'incontro che i vertici dell'Anpac e Up hanno avuto a Palazzo Chigi.

17:09 Enac: "La licenza non sarà interrotta"

"Non c'è il rischio di interruzione della licenza provvisoria data ad alitalia". Così il presidente dell'Enac, Vito Riggio.

17:07 Up: "Questo contratto è irricevibile"

"Questo contratto per noi è irricevibile. I nostri esuberi sono mille, il 40% della nostra categoria. Come faremo a dire ad un pilota di 45/48 anni che con il nuovo contratto perderà il lavoro?". Lo ha detto Roberto Spinazzola, vicesegretario dell'unione piloti.

17:04 Marcegaglia: "Spero svolta anche nei contratti"

"Mi auguro che la cgil decida di tenere lo stesso atteggiamento anche sul nostro tavolo sulla riforma degli assetti contrattuali" dice il presidente di Confindustria Emma marcegaglia.

 

16:59 Veltroni: "Ho fatto incontrare Epifani e Colaninno"

"Quarantotto ore fa si è sbloccata la situazione perchè, mettendo insieme Colaninno ed Epifani, ho cercato di favorire il fatto che si trovasse un punto di intesa". Così il segretario del Pd, Walter Veltroni, spiega il ruolo da lui giocato per favorire una soluzione per Alitalia.

16:58 Avia: "Il governo vuole Lufthansa"

"Quello che emerge è che c'è già un accordo con Lufthansa, che non entrerebbe domani ma contestualmente alla Cai". Così Antonio Di Vietri, presidente dell' Avia.

16:54 Matteoli: "Con questo piano si può tornare ad assumere"

'Con questo piano credo che in prospettiva si possa ritornare ad assumere". Lo ha detto il ministro dei Trasporti e delle infrastrutture Altero Matteoli commentando il nuovo piano industriale di Alitalia.

16:42 Veltroni: "Berlusconi mi ha attaccato a freddo"

'Io non avrei replicato al premier, se ieri, prima di partire per una destinazione che non conosciamo, non avesse fatto un attacco a freddo contro di me. Lo ha detto il segretario del Pd, Walter Veltroni

 

16:35 Sacconi: "Il futuro è solido"

"Ci sono le condizioni per un solido futuro". Questo il commento espresso dal ministro del Lavoro Maurizio Sacconi commentando l'accordo su Alitalia

16:30 Veltroni: "Ho dato una mano per evitare una catastrofe"

"Ho ho fatto semplicemente quello che ritenevo doveroso fare: dare una mano per evitare una tragedia". Lo ha detto il leader del Pd, Walter Veltroni. "Fino a qualche giorno fa- aggiunge- si profilava proprio per oggi una catastrofe per il paese".

16:29 Sdl: "Referendum tra i lavoratori"

E' iniziata intorno alle 15,50 all'aeroporto di Fiumicino l'assemblea dei piloti e assistenti di volo convocata da Anpac, Up, Avia e Sdl. "Qualsiasi decisione per quanto riguarda l'Sdl sarà comunque sottoposta alla consultazione dei lavoratori. Questa è la proposta che faremo in assemblea ai lavoratori". Lo ha riferito Andrea Cavola, della segreteria nazionale dell'Sdl,

16:13 Fmi, Alitalia non pesi sui contribuenti

Il Fondo monetario internazionale non intende entrare nel merito del salvataggio di Alitalia ma auspica che il piano non comporti ulteriori aggravi per i contribuenti italiani.

16:12 Fischi lavoratori per la proposta Cai

Numerosi fischi hanno accolto le parole di fabrizio sommatelli (sdl) che sta illustrando all'assemblea dei lavoratori di alitalia le modifiche apportate da cai alla sua proposta di accordo. Le proteste dei dipendenti sono state particolarmente forti quando è stato riferita la decisione di cambiare il contratto dal riferimento Cai al riferimento Air One.

16:02 Piloti a palazzo Chigi

I rappresentanti delle associazioni dei piloti di Alitalia sono appena giunti a palazzo Chigi

15:58 Assemblea a Fiumicino

Oltre 500 persone si stanno radunando all'aeroporto di Fiumicino sul piazzale antistante la mensa centrale e attendono che cominci l'assemblea dei piloti e assistenti di volo convocata da Anpac, Up, Avia e Sdl.

15:22 Le novità sui riposi

Sui riposi, sempre per piloti e assistenti di volo, è stabilito il numero di 30 ogni trimestre, con un minimo mensile programmabile di 8. Da maggio a ottobre, 2 riposi programmati saranno considerati inamovibili. Da novembre ad aprile saranno inamovibili 3 riposi. L'azienda in operativo per esigenze di servizio può spostare, rinviare, o cancellare un numero massimo di 4 riposi programmati nel mese.

15:21 Le novità sulle retribuzioni

Per quanto riguarda invece le retribuzioni dei piloti e assistenti di volo, l'integrazione al protocollo prevede che l'applicazione delle nuove tabelle retributive "non potrà in ogni caso determinare una riduzione superiore al 6/7% del trattamento mensile complessivo spettante a parità di prestazione di lavoro". La riduzione potrà comunque essere recuperata anche totalmente a fronte di incrementi delle ore di volo.

15:21 Le novità sui precari

Sui precari, l'allegato al protocollo specifica per il fabbisogno di lavoratori stagionali, la Cai, fino a un massimo di mille unità complessive, si avvarrà dei precari Alitalia e Airone che abbiano prestato la propria opera negli ultimi 36 mesi.

15:12 I piloti chiederanno revisione esuberi?

Si dovrebbe sciogliere nelle prossime ore anche il nodo degli esuberi per piloti e assistenti di volo. I sindacati autonomi potrebbero però sceglire di aderire mantenendosi ancora dei margini di trattativa. In particolare i sindacati dei piloti hanno sempre sostenuto che il numero previsto dal piano Cai sia insufficiente.

14:55 3250 gli esuberi

Gli esuberi sono 3250, mentre i dipendenti riassorbiti dalla Cai 12500. Lo conferma il leader della Uil, Angeletti, in conferenza stampa. "Purtroppo nessuno ci ha mai chiarito con precisione- lamenta Angeletti- quanti sono i dipendenti di Alitalia e Airone".

14:52 Sacconi: "Oggi aggiunto solo verbale rispetto a intesa del 18"

I documenti firmati oggi da Cgil, Cisl, Uil e Ugl "sono gli stessi approvati il 18 settembre scorso". Lo puntualizza il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, aggiungendo che il verbale stilato oggi "contiene ciò di cui si è discusso e chiarimenti sui contenuti che erano già nelle pieghe dei documenti". Al contrario, "non c'è alcuna novità sul partner internazionale" perchè "è stato sempre previsto dal piano e sarà Cai a sceglierlo più avanti".

14:50 Fantozzi: "Offerta Cai scadrà il 15 ottobre"

L'offerta della Cai scadrà il 15 ottobre e "spero entro questa data di fare il closing e passare la gestione". E' quanto ha affermato il commissario straordinario dell'Alitalia, Augusto Fantozzi, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi.

14:48 All'intesa base aggiunto il verbale delle integrazioni

L'accordo firmato stamane dai sindacati confederali è costituito dall'intesa base, due protocolli aggiuntivi e il verbale delle integrazioni, redatto dallo stesso presidente della Cai Colaninno. L'intesa, ha spiegato Polverini, è quella già firmato dieci giorni fa. Ma le integrazioni sono molto importanti: garantito il salario dei dipendenti, concordato un sistema di assorbimento graduale dei precari.

14:33 Polverini: "Sindacati autonomi dovranno decidere entro le 20"

Le associazioni di categoria di piloti e assistenti di volo dovranno decidere inderogabilmente entro stasera alle 20 se firmare o meno l'accordo raggiunto dai sindacati confederali e da Cai. L'indicazione arriva dal segretario generale dell'Ugl, Renata Polverini.

14:26 Angeletti auspica firma di sindacati autonomi

La Uil esprime "l'auspicio" che piloti e assistenti di volo firmino l'intesa e si dice "moderatamente ottimista" su un esito positivo in questo senso. Lo ha detto il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, in conferenza stampa a Palazzo Chigi.

14:14 Epifani: "Raggiunta intesa complessivamente positiva"

"Si è raggiunta un'intesa complessiva assolutamente positiva, anche tenendo conto di alcuni chiarimenti e aggiunte", ha concluso Epifani.

14:13 Epifani: "Non ci saranno decurtazioni salariali"

Il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani, ha spiegato alcuni dei miglioramenti apportati all'accordo con la Cai, questioni "che danno qualità e senso alla firma apposta oggi". "Per chi guadagna 1200-1300 euro non ci sarà decurtazione", ha spiegato Epifani, riferendosi al personale di terra. "Lo stesso vale per i piloti: una decurtazione del 6-7% sarà recuperabile attraverso gli aumenti di produttività".

14:00 Bonanni: "Tutti hanno aderito all'accordo di giorni fa"

"Dopo un lungo cammino arriviamo alla meta. Abbiamo sconfitto il partito del fallimento". Lo dice il segretario della Cisl Raffaele Bonanni. Bonanni sottolinea come "tutti hanno aderito all'accordo di giorni fa". Affermazione smentita dagli altri attori della trattativa, che sottolineano invece le integrazioni apportate all'accordo originario. Dopo aver rilasciato alcune dichiarazioni, Bonanni si è allontanato dal tavolo della conferenza stampa sindacale, alla quale non ha partecipato.

13:53 La Cgil ha firmato l'accordo con le integrazioni

Cgil, Cisl, Uil e Ugl, hanno firmato i due protocolli su piano industriale e contratto per la nuova Alitalia e il verbale allegato con le integrazioni richieste a Cai.

13:49 Epifani: "Prima di firmare voglio vedere i testi"

Il leader della Cgil Guglielmo Epifani precisa che prima di firmare il piano Alitalia, intende vedere il testo con le integrazioni proposte ieri dalla Cai. Lo precisano fonti di Corso Italia.

13:29 Sabelli: "Stipendi invariati per piloti e hostess"

Il personale di volo, nella nuova Alitalia, avrà una retribuzione invariata. Lo avrebbe detto l'amministratore unico di Cai, Rocco Sabelli

13:28 Passera: "Passo avanti firma della Cgil"

"Se la Cgil firma l'accordo su Alitalia è un passo avanti importante". Lo ha detto il consigliere delegato di intesa Sanpaolo Corrado Passera.

13:27 Letta: "Tavolo aperto fino alle 20"

Dopo aver preso atto dell'accordo Con i quattro sindacati confederali, terremo aperto il tavolo fino alle 20". E' quanto avrebbe dichiarato Gianni Letta, nell'incontro con cgil, cisl, uil e ugl.

13:20 Letta: "Abbiamo convinto Cai a ripresentare offerta"

"Abbiamo convinto Cai a riproporre l'offerta". Lo ha detto durante la riunione a palazzo Chigi Gianni Letta. "Abbiamo riannodato - ha aggiunto, secondo quanto si apprende - i fili di un discorso che si era interrotto, ma non compromesso".

13:19 Veltroni: "Intesa fatto positivo"

"E' un fatto positivo per i lavoratori e la compagnia di bandiera" dice Walter Veltroni

13:12 Epifani: "Non abbiamo firmato"

L'Agi ha diffuso una smentita ufficiale dal segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani: la Cgil non ha ad ora firmato alcun testo relativo al piano Cai per il salvataggio Alitalia.

13:09 Lufthansa: "No comment"

"Non rilasciamo alcun commento, continuiamo a seguire la situazione": un portavoce della Lufthansa ha risposto così alla richiesta di un commento sulla firma da parte della Cgil

13:05 Autonomi, assemblea a palazzo Chigi?

"Stiamo valutando l'ipotesi di trasferire a Roma davanti a Palazzo Chigi l'assemblea del personale di terra, assistenti di volo e piloti Alitalia indetta da Sdl Intercategoriale, Anpac, UP e Avia per oggi alle 15 a Fiumicino, nel caso in cui arrivasse una convocazione ufficiale da parte del governo". Lo ha detto Paolo Maras, rappresentante sindacale dell'Sdl.

12:58 Cgil, Cisl, Uil e Ugl firmano accordo quandro con Cai

Cgil, Cisl, Uil, Ugl hanno firmato l'accordo quadro con Cai. Dopo questo passaggio politico con i confederali, inziera' la riunione con i segretari di categoria per entrare nel merito.

12:55 Di Pietro: "Si faccia un passo indietro"

Ora "tutti rivendicheranno di essere vincitori, ma in queste ore tutti hanno la responsabilità di fare un passo indietro per consentire, a chi si intende davvero di trasporti, di mettere a punto un piano industriale vero". E' il monito di Antonio Di Pietro su Alitalia.

12:43 Palazzo Chigi, il tavolo si allarga

Si allarga agli imprenditori la riunione tra il governo e le quattro sigle sindacali (Cgil, Cisl, Uil e Ugl) che si sta tenendo a Palazzo Chigi: il presidente e l'ad di Cai, Roberto Colaninno e Rocco Sabelli, hanno raggiunto ora il tavolo delle trattative. Presente anche l'amministratore straordinario di Alitalia Augusto Fantozzi.

12:37 Valanga di richieste per gli slot

Una valanga di domande per gli slot che eventualmente Alitalia sarà costretta a lasciare sta arrivando all'Enac. Secondo quanto riferiscono fonti dell'ente, sarebbero arrivate 20 domande da easy jet per le rotte su fiumicino e 8 da lufthansa su malpensa, per le rotte lasciate libere dal piano prato. Inoltre air france e lufthansa hanno fatto richiesta per le rotte su roma-milano.

12:26 Colaninno e Sabelli a palazzo Chigi

Roberto Colaninno e Rocco Sabelli sono arrivati a Palazzo Chigi, dove è in corso la riunione tra governo e sindacati confederali sulla crisi di Alitalia.

12:15 Fantozzi a palazzo Chigi

Il commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi, è arrivato a palazzo Chigi.

12:12 Anpav: "Ci sono novità"

"Ci sono novità per riunire il tavolo: veniamo a quest'incontro per capire e verificare le cose nuove". E' quanto ha affermato il presidente dell'Anpav, Massimo Muccioli

12:05 Filt Cgil: "Verifichermo i passi fatti"

"Se firmeremo? è augurabile per tutti", Ma "verificheremo adesso se ci sono stati i passi avanti annunciati". Così il segretario nazionale della filt-cgil, Mauro Rossi

11:56 Salza: "Favorevole ad un partner straniero"

'Siamo sempre stati favorevoli All'ingresso in un partner internazionale". Così Enrico Salza, presidente del consiglio di gestione di Banca Intesa, commenta l'ultima fase di trattativa per l'Alitalia e in particolare sul possibile ingresso di Air France.

11:40 Autonomi convocati informalmente

Anpav, Anpac, Up e Avia, sono stati convocati informalmente a palazzo Chigi. Lo riferiscono fonti sindacali.

11:34 Sindacati a palazzo Chigi

Il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani, quello della Cisl Raffaele Bonanni, il numero uno della Uil Luigi Angeletti e la leader dell'Ugl Renata Polverini sono arrivati a palazzo Chigi per l'incontro con il governo sulla vicenda Alitalia

11:14 Sacconi e Matteoli e palazzo Chigi

Il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi e il ministro delle Infrastrutture e trasporti, Altero Matteoli, sono arrivati a palazzo Chigi.

11:14 Avia: "Non c'è nessuna convocazione"

'Non abbiamo nessun tipo di convocazione. Oggi alle 15, terremo un'assemblea per confrontarci con i nostri associati perchè con loro abbiamo assunto l'impegno a non assumere iniziative di alcun tipo". Ad affermarlo è stato il presidente dell'Avia, Antonio Di Vietri.

10:57 Colaninno e Sabelli lasciano Palazzo Chigi senza fare dichiarazioni

Il presidente della Cai, Roberto Colaninno, e l'amministratore delegato, Rocco Sabelli, hanno lasciato Palazzo Chigi. Uscendo dalla sede del governo non hanno rilasciato dichiarazioni.

10:46 Incontro preliminare con piloti e assistenti di volo a Palazzo Chigi

I rappresentanti dei piloti dell'Anpac e dell'Up e quelli degli assistenti di volo dell'Avia sono stati ricevuti a Palazzo Chigi in vista della riunione con i sindacati su Alitalia per tentare di rilanciare la proposta d'acquisto da parte di Cai. Lasciando la sede del governo il presidente dell'Anpac, Fabio Berti, piuttosto scuro in volto, interpellato sull'esito della riunione dai giornalisti si è limitato a un 'no comment'. Alle 11 è convocato il tavolo con i sindacati, a cui parteciperanno sicuramente quelli confederali mentre non è ancora chiaro se ci saranno le tre sigle appena ricevute che sono quelle che finora si sono opposte maggiormente alla proposta della cordata italiana.

10:39 Air France potrebbe entrare con una quota del 10-25%

Secondo l'agenzia Apcom, che riprende fonti industriali citate dalla France Press, Air France potrebbe entrare in Alitalia con una quota del 10-20%. Altre indiscrezioni aumentano la possibile partecipazione al 25%.

10:12 Lufthansa: "Per noi è rimasto tutto come prima"

"Nulla è cambiato. Stiamo continuando a osservare la situazione di Alitalia molto da vicino ma non rilasciamo alcun commento. Confermiamo che per noi il mercato italiano è interessante e importante". Con queste parole Claudia Lange, portavoce della compagnia tedesca Lufthansa, commenta con Affaritaliani.it la vicenda Alitalia.

09:54 L'Unione Piloti frena: "Per ora non è cambiato nulla"

Il presidente dell'Unione Piloti Massimo Notaro, intervistato da Rtl 102.5, ha precisato questa mattina che la propria associazione non ha ancora ricevuto alcuna comunicazione ufficiale per l'incontro delle 11 a Palazzo Chigi con il Governo e la Cai. Poi, alla domanda se i piloti siano ottimisti o pessimisti, il comandante Notaro ha risposto: "Noi siamo convincibili di fronte ai fatti. Sino ad ora non è cambiato nulla, per quello che sappiamo. Se qualcuno sa qualcosa di diverso bene, ma speriamo che l'ottimismo di queste persone sia suffragato da qualcosa di serio e non da opinioni. Noi stiamo aspettando".

09:51 Alemanno: "Difenderemo fino in fondo i diritti di Fiumicino"

"Difenderemo fino in fondo i diritti di Fiumicino e di Roma". Lo ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, rispondendo a Uno Mattina ad una domanda sulla vicenda Alitalia. "Per prima cosa - ha proseguito Alemanno - dobbiamo aspettare che venga siglato l'accordo, poi ci sarà il confronto con le realtà territoriali Comune e Provincia di Roma e Regione Lazio con la compagnia, con il governo perchè la ricaduta territoriale venga ben distribuita".

09:50 Matteoli prudente: "Passi avanti, ma non è tutto risolto"

"Parliamoci chiaro: si sono fatti passi in avanti, ma francamente da questo a dire che è tutto fatto no. Sono fiducioso, però aspettiamo". Così il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, interpellato dal quotidiano online Affaritaliani.it sulla vicenda Alitalia.

08:21 Sacconi: "Per scelta partner straniero la partita è aperta"

'Mi auguro di sì". Ha risposto così il ministro del lavoro Maurizio Sacconi alla domanda del Gr1 sulla possibilità che l'accordo sul salvataggio di Alitalia sia alle porte. Sull'ingresso di una compagnia estera nella cordata, Sacconi ha rilevato che "è aperta l'individuazione del partner industriale e finanziario tra le tre compagnie" di cui si è parlato in questi giorni, cioè Air France, Lufthansa e British Airways.

08:03 Il commissario Fantozzi prende tempo con l'Enac

Per evitare il blocco dei voli, il commissario straordinario di Alitalia Fantozzi presenta oggi all'Enac la relazione in cui dirà che l'azienda ha la capacità finanziaria per essere operativa sino a fine mese.

07:59 La svolta grazie alle concessioni di Cai e all'ingresso degli stranieri

Le aperture di Cai e il previsto ingresso nell'azionariato di una grande compagnia estera hanno ridotto le distanze coi sindacati sinora contrari al piano e spianato la via per un sì di Cgil. Berlusconi ha indicato l'interesse di Lufthansa, Air France-Klm e British Airways.

07:58 Appuntamento alle 11 a palazzo Chigi con tutti i sindacati

Quella di oggi potrebbe essere la giornata decisiva per il futuro di Alitalia. L'intesa fra Cai e sindacati su Alitalia pare a portata di mano. A decidere sarà però l'incontro con le nove sigle sindacali fissato per questa mattina alle 11 a Palazzo Chigi.

 

Palazzo Chigi convoca i sindacati e la Cai per domattina alle 11

Fantozzi fiducioso. Veltroni attacca: "Berlusconi non ha meriti"

Alitalia, spunta anche Air France

Intesa vicina ma è scontro politico

Angeletti: "Da quel che mi risulta domani la Cgil firmerà l'intesa"

Il premier: "Partner stranieri solo con quote di minoranza"

Alitalia, spunta anche Air France Intesa vicina ma è scontro politico

Walter Veltroni

ROMA - Si aprono spiragli per Alitalia. La giornata di oggi, segnata da una girandola di incontri e contatti, è stata caratterizzata dalla discesa in campo dei partner stranieri e si è chiusa con Palazzo Chigi che convoca per domani mattina alle 11 tutti i sindacati del personale di Alitalia e i vertici della Cai per cercare di arrivare alla firma dell'accordo. "Secondo quanto mi risulta la Cgil aderisce al piano di Cai, così come lo conosciamo" dice il leader della Uil, Luigi Angeletti.

Una notizia che arriva al termine di una fitta serie di contatti. Con il leader della Cgil Guglielmo Epifani che parla al telefono con il presidente della Cai Roberto Colaninno e poi incontra il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta. E con lo stesso Letta che vede i vertici della Cai. E in serata l'ad di Cai Rocco Sabelli si riaffaccia palazzo Chigi.

Corsa a tre. Oggi è stata la giornata dei partner stranieri che dovrebbero affiancare Cai. La corsa è a tre: Lufthansa, Air France (oggi a Palazzo Chigi è arrivato un messaggio di interesse consegnato a Letta da Francesco Mengozzi, consulente della compagnia franco-olandese) e British Airways. Qualsiasi interessamento è comunque condizionato dalle parole di Silvio Berlusconi: "La possibile alleanza con una o più compagnie potrà essere siglata, ma solo se la compagnia estera avrà una posizione di minoranza".

Scontro Berlusconi-Veltroni. Sul piano politico si rinnova l'attacco di Berlusconi a Veltroni che ieri aveva scritto una lettera al premier: "E' colpa sua se la trattativa con la Cai è fallita". Replica il segretario del Partito democratico: "Penso che entro domattina ci sarà una chiusura positiva. Berlusconi fa queste dichiarazioni perché sa benissimo che non è stato lui che ha tirato fuori il Paese dall'impaccio".

Enac. La cautela, comunque, è d'obbligo. Sul tavolo c'è ancora l'ultimatum dell'Enac. Una scadenza, quella di domani che, però, potrebbe slittare. Il presidente Vito Riggio, infatti, si è mostrato disponibile ad accogliere l'eventuale richiesta da parte del commissario straordinario di Alitalia Augusto Fantozzi di prorogare al 30 settembre la presentazione del piano, qualora tale richiesta "avesse un senso non di prolungare l'agonia ma di portare un elemento di novita". E Fantozzi mostra un cauto ottimismo: "Sono ragionevolmente ottimista. Credo che l'intesa sarà raggiunta entro il 30 settembre". Una dichiarazione preceduta dall'annuncio dell'intenzione di ricorrere al Tar in caso di revoca delle licenze da parte di Alitalia.

( 24 settembre 2008)

 

Il presidente del Consiglio ha telefonato al leader sindacale dei comandanti

Moral suasion sulle altre compagnie aeree per assorbire il personale in esubero

Berlusconi sarà il garante dei piloti

"Voglio tutto chiuso in 24 ore"

di ROBERTO MANIA e CLAUDIO TITO

Berlusconi sarà il garante dei piloti "Voglio tutto chiuso in 24 ore"

I leader sindacali dei piloti

ROMA - Stringere l'alleanza internazionale non in tempi stretti e offrire tutte le possibili "garanzie" ai piloti. La vertenza Alitalia sembra a un passo dalla soluzione. Ma restano almeno questi due nodi.

Oggi è il giorno della verità. La Cgil si ripresenterà stamattina a Palazzo Chigi, e la Cai subito dopo riformulerà ufficialmente la sua offerta. Lo scontro con Guglielmo Epifani in larga parte è stato superato. "Adesso ci sono le condizioni per chiudere", si è lasciato andare ieri sera il capo della Cgil, dopo una giornata di negoziato serrato lontano dai riflettori.

Il presidente del Consiglio ha fatto un discorso analogo: "Voglio che tutto sia finito entro 24 ore", è stato il mandato assegnato a Gianni Letta. Nello stesso tempo si è sfogato con i suoi contro il segretario del Partito democratico, Walter Veltroni. "Ha voluto politicizzare a tutti i costi il negoziato. Ha strumentalizzato la Cgil e ora si vorrebbe pure prendere il merito di aver salvato la compagnia di bandiera. Una cosa assurda! Stava facendo saltare tutto e se non ci fossi stato io...". Del resto anche i toni usati dall'ex sindaco di Roma non cambiano di molto. "Berlusconi - ha osservato con il suo staff - è infastidito dal fatto che esiste un'opposizione democratica, riformista e progressista. Che non dice solo no, ma avanza delle proposte. Vorrebbe essere l'unico salvatore della patria".

Sta di fatto che il premier, prima di lasciare Roma per recarsi in un centro relax in Umbria, ha cercato di fornire le ultime assicurazioni pur di chiudere una vicenda che rischia di trasformarsi in una tragedia. E i due principali nodi rimasti irrisoli riguardano appunto la scelta del partner straniero e la trattativa con i piloti. Ha così contattato direttamente Fabio Berti, il presidente dell'Anpac, la potente associazione professionale dei piloti. Oltre a descrivergli le conseguenze di un fallimento, gli ha prospettato il suo "impegno personale". La "garanzia" che il premier si spenderà per ridurre il numero degli esuberi tra i piloti, attestati intorno a mille nel piano di Colaninno.

Soprattutto - il premier - si è dichiarato disponibile a usare la sua moral suasion nei confronti delle compagnie minori italiane perché si facciano carico di quei "comandanti", circa 200, non più giovani ma non sufficientemente anziani per andare in pensione. "È una mia promessa", ha ripetuto a Berti il Cavaliere chiarendo di sapere bene che la licenza dei piloti scade dopo sei mesi di inattività. In più c'è una disponibilità della Cai a rivedere alcuni aspetti del contratto relativo ai piloti.

La stessa di disponibilità che consentirà oggi a Epifani di dire: "Il piano è cambiato, si può firmare". È cambiato - secondo Corso d'Italia - su più d'un punto: per il personale di terra è garantita l'invarianza della retribuzione a fronte di un incremento di produttività; per gli assistenti di volo non scatterà più una decurtazione dello stipendio al terzo giorno di malattia; per i lavoratori precari sarà costituito una sorta di "bacino" dal quale attingere per le eventuali nuove assunzioni. E poi l'alleanza con uno dei grandi vettori internazionali.

Una questione, quella che concerne il partner, ancora cruciale. Il Cavaliere ha ceduto negli ultimi giorni all'idea di "nascondere" più il fatto che la cordata per quanto tricolore dovrà essere "macchiata" con un forte alleato straniero senza il quale è difficile immaginare un'azienda competitiva. Aspetto che le mosse congiunte dell'asse Epifani-Veltroni ha posto, però, in primo piano. Tuttavia l'ingresso di Lufthansa o Air France non avverrà subito. Tutto procederà dopo la firma della Cai.

Palazzo Chigi continua a preferire Lufthansa: i tedeschi recupererebbero Malpensa, conserverebbero il valore commerciale di Air One che è già loro alleato, e eviterebbero le fibrillazioni della Lega all'interno del centrodestra. Eppure nella partita è rientrata Air France. Resta il fatto - e di questo ragionavano nel governo - che la soluzione tedesca presenta alcune difficoltà tecniche: i supporti operativi e logistici non sono al momento compatibili - mentre lo sono quelli di Air France - e soprattutto la rottura dell'alleanza Sky Team (di cui Alitalia fa parte insieme ai francesi) comporterebbe il pagamento di una forte penale.

Più tempo, allora, per stringere l'accordo internazionale, anche perché, altrimenti, Bruxelles potrebbe rimproverarci di non avere fatto una vera gara. Un tempo che - nelle intenzioni di Palazzo Chigi - servirà a celebrare la rinascita della compagnia di bandiera tutta italiana.

(25 settembre 2008)

 

 

 

2008-09-22

Alitalia, ultimatum dell'Enac

"Senza piano, stop alla licenza"

"Se non arrivasse il piano finanziario nel giro di 3 giorni la licenza verrà sospesa" dice il presidente dell'Enac Vito Riggio. Nel frattempo Berlusconi attacca la Cgil e Lufthansa fa sapere di "osservare" la situazione. A Fiumicino manifesta "il fronte del sì".

Alitalia, ecco il bando di gara

Otto giorni per presentare le offerte

Il Commissario Straordinario di Alitalia Linee Aeree Italiane S.p.A. in a.s., di Alitalia, Airport S.p.A. in a.s., di Alitalia Express S.p.A. in a.s., di Alitalia Servizi S.p.A. in a.s. e di Volare S.p.A. in a.s., Prof. Avv. Augusto Fantozzi

Premesso

- che Alitalia Linee Aeree Italiane S.p.A., Alitalia Airport S.p.A., Alitalia Express S.p.A., Alitalia Servizi S.p.A. e Volare S.p.A. sono ammesse alla procedura di amministrazione straordinaria ai sensi e per gli effetti del D.L. n.134 del 28 agosto 2008;

- che detta procedura contempla la possibilità di cedere a trattativa privata tutti o parte dei complessi aziendali o delle attività produttive, definendo i contenuti di uno o più dei rami di azienda, anche non preesistenti, con individuazione dei lavoratori che passino alle dipendenze del cessionario, e ciò anche previa collocazione in cassa integrazione guadagni straordinaria o cessazione del rapporto di lavoro in essere e assunzione da parte del cessionario;

- che la cessione di cui sopra potrà escludere, in tutto o in parte, la responsabilità dell'acquirente per i debiti relativi all'esercizio delle aziende cedute sorti prima del trasferimento ed, in ogni caso, non potrà prevedere un prezzo inferiore a quello stabilito dall'esperto indipendente nominato dal Ministro dello Sviluppo Economico;

- che l'unica significativa offerta pervenuta, e sulla base della quale era stata avviata la trattativa, è stata revocata;

- che, dunque, il Commissario Straordinario intende verificare la sussistenza di altri soggetti interessati che possano garantire la continuità nel medio periodo del servizio di trasporto, la rapidità dell'intervento e il rispetto dei requisiti previsti dalla legislazione nazionale, ivi compresi i Trattati di cui è parte l'Italia;

tutto ciò premesso

il Commissario Straordinario - considerate le ragioni di necessità e urgenza di cui al D.P.C.M. del 29 agosto 2008 - invita chiunque sia in grado di garantire la continuità nel medio periodo del servizio di trasporto, la rapidità dell'intervento nonché il rispetto dei requisiti previsti dalla legislazione nazionale, ivi compresi i Trattati di cui è parte l'Italia, a presentare manifestazioni di interesse per l'acquisto di uno o più rami di azienda di Alitalia Linee Aeree Italiane S.p.A. in a.s., di Alitalia Airport S.p.A. in a.s., di Alitalia Express S.p.A. in a.s., di Alitalia Servizi S.p.A. in a.s. e di Volare S.p.A in a.s., anche non preesistenti.

Tali manifestazioni dovranno pervenire presso gli uffici del Commissario Straordinario, in via Marchetti, n.111, 00148 Roma, entro il 30 settembre 2008, ore 12.00, unitamente a tutta la documentazione che ne consenta la valutazione al fine di avviare l'eventuale trattativa.

Prof. Avv. Augusto Fantozzi

Commissario Straordinario di

Alitalia Linee Aeree Italiane S.p.A. in a.s.,

di Alitalia Airport S.p.A. in a.s.,

di Alitalia Express S.p.A. in a.s.,

di Alitalia servizi S.p.A. in a.s.

e di Volare S.p.A. in a.s.

(22 settembre 2008)

 

 

 

 

 

12:10 Sacconi: "Cai unica certezza per Alitalia"

Cai è l'unica alternativa di salvezza per Alitalia, perchè "non abbiamo contatti diretti", con altre compagnie aeree. E'quanto ha detto il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi

12:03 Fantozzi: "Settimana decisiva"

Si apre per Alitalia una settimana "operosa e decisiva", al termine della quale, il 30 settembre prossimo, se non vi saranno soluzioni a portata di mano, si dovrà procedere alla sospensione della licenza di Alitalia. E' il commissario straordinario della compagnia, Augusto Fantozzi, a indicare il percorso che attende l'aviolinea nei prossimi giorni.

 

11:52 Riggio: "C'è tempo fino a giovedì"

"Entro giovedì il commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi deve presentare all'Enac un piano credibile per evitare la revoca o la sospensione della licenza di volo". Lo ha detto il presidente dell'Enac, Vito Riggio.

11:21 Bonaiuti: "I sindacati firmino"

'Perche' si riapra la trattativa con la Cai serve che le sigle sindacali che non hanno firmato l'accordo lo facciano, se no non è facile riportare la controparte al tavolo". Lo afferma il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti,

11:14 Fassino: "Fantozzi fa oggi quello che andava fatto prima"

"Fantozzi ha fatto oggi quello che andava fatto due mesi fa: all'inizio e non alla fine del percorso". Lo afferma Piero Fassino del Pd

11:06 Il presidio del "fronte del sì"

"I piloti vogliono lavorare, Berti e Notaro andate a firmare". E' uno degli slogan scanditi da piloti e personale Cisl, Uil e Ugl Alitalia aderente al "Fronte del si", che hanno organizzato dalle 10,30 un presidio, composto attualmente da una ottantina di persone, all'ingresso del varco equipaggi.

10:46 Pubblicato il bando sul sito Alitalia

E' stato pubblicato sul sito dell'Alitalia il bando messo a punto dal commissario Augusto Fantozzi per presentare le manifestazioni di interesse per acquisto di rami d'azienda della compagnia. Le manifestazioni di interesse dovranno essere presentate entro le ore 12 del 30 settembre.

10:36 Fassino: "Il sindacato non sia corporativo"

'Le critiche al governo non escludono le riserve verso il comportamento delle sigle sindacali che si devono rendere conto della drammaticita' della situazione e non pensare che c'e' sempre un minuto in piu' per contrattare meglio''. E' quanto afferma l'esponente del Pd, Piero Fassino.

10:35 Matteoli: "Se fallisce saremo peggio del Burundi"

Non esistono altre offerte per Alitalia oltre a quella ritirata dalla cai. Il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli intervenuto a Radio 24 smentisce così tutte le voci circolate in questi giorni a proposito di interessamenti di altre compagnie aeree per rilevare Alitalia. Se alitalia fallisce "noi avremo Il burundi con una compagnia di bandiera e l'italia no".

10:16 Unione Piloti: "Vogliamo partecipare all'acquisto"

"I piloti sono pronti a partecipare all'acquisto di Alitalia". Lo ha annunciato il comandante Roberto Spinazzola, segretario generale dell'Unione Piloti.

10:13 Lufthansa: "Stiamo osservando"

"Stiamo osservando gli sviluppi della situazione in Italia. Il mercato italiano è ovviamente uno dei più interessanti ma non rilasciamo commenti sugli ultimi sviluppi che stanno accadendo in questi giorni e in queste ore. E non posso dire se la nostra posizione è cambiata oppure no perchè non commentiamo le speculazioni di mercato". Lo afferma ad Affaritaliani.It Claudia Lange, portavoce corporate di Lufthansa.

10:12 Voli regolari a Fiumicino

Voli regolari per Alitalia in avvio di giornata all'aeroporto di Fiumicino.

10:11 Pubblicato il bando d'asta su internet

Oggi, intanto sarà pubblicato un bando sul sito internet della compagnia aerea: è un invito a presentare manifestazioni d'interesse per le attività di Alitalia, aperto a tutti i soggetti interessati, anche a quelli stranieri (lo stesso bando verrà pubblicato domani su alcuni quotidiani italiani e stranieri).

 

10:11 Enac: "Stop entro 3/4 giorni"

Alitalia vola con una licenza provvisoria, mi aspetto che oggi il commissario Fantozzi presenti un piano di emergenza con riduzione dei costi senza il quale la licenza provvisoria non starebbe in piedi. Se non arrivasse il piano finanziario nel giro di 3-4 giorni la licenza verrà sospesa" dice il presidente dell'Enac Vito Riggio.

10:10 Berlusconi: "Cgil irresponsabile"

La Cgil è irresponsabile, agisce per far saltare l'accordo senza pensare ai danni per il Paese". E' duro l'attacco di Silvio Berlusconi che, intervistato da Affaritaliani.it

 

 

 

2008-09-21

La vendano all'estero

o se la prenda lo stato

di EUGENIO SCALFARI

 

È VERO che la crisi dell'Alitalia è un bruscolino rispetto a quanto sta accadendo sui mercati mondiali, ma è pur sempre un fatto che ci riguarda molto da vicino, mette in gioco il trasporto aereo d'una nazione, il prestigio d'un governo che è il nostro governo, la rappresentatività d'un movimento sindacale che discute e firma contratti in nome di milioni di lavoratori.

Quindi ci occuperemo anzitutto di quella crisi al punto in cui ora è giunta e di quanto potrà accadere nei prossimi giorni, fin quando la flotta di bandiera potrà ancora volare.

La cordata tricolore e il piano industriale redatto da Banca Intesa si fondavano sul concetto della discontinuità. Al di fuori di esso il tentativo di Colaninno e di Passera non sarebbe mai nato e nessun altro tentativo analogo avrebbe mai potuto nascere.

Discontinuità a 360 gradi: nell'organizzazione delle rotte aeree, degli aeroporti, dei velivoli, dei debiti, del personale di terra e di volo e dei rispettivi contratti.

Discontinuità sommamente sgradita ai creditori di Alitalia, ai suoi azionisti privati, ai suoi dipendenti, cioè a tutti coloro che avrebbero dovuto pagare il conto di un dissesto annunciato da molti anni.

Non starò qui a ripetere quali siano state le responsabilità di quel dissesto, ma debbo ancora una volta ricordare che gli anni terribili sono stati soprattutto gli ultimi cinque dal 2003 al 2008, dalla gestione Mengozzi all'affondamento del piano Air France. Un disastro che porta ben chiari i nomi dei responsabili: in testa l'associazione dei piloti e Silvio Berlusconi. Anche Prodi ebbe le sue colpe: incertezza, indecisione; ma senza l'opposizione aggressiva dei piloti e di Berlusconi la via della soluzione era stata finalmente trovata e si sarebbe realizzata.

Un progetto basato sulla discontinuità dipende in gran parte dalle modalità del negoziato e dalle capacità del negoziatore. Colaninno questa capacità l'ha dimostrata in precedenti occasioni ma in questo caso la sua presenza al tavolo è stata minima. È entrato in scena il penultimo giorno e ne è uscito subito.

Anche il ruolo di Gianni Letta è stato molto modesto. Berlusconi praticamente non s'è mai visto salvo per pochi minuti. Tremonti, diretto azionista dell'Alitalia, assente anche lui. L'unico negoziatore al tavolo è stato il ministro Sacconi. Una frana.

Sacconi ha impostato l'intera trattativa sugli ultimatum e su una scelta discriminatoria degli interlocutori. Sapeva fin dall'inizio che il nocciolo duro da convincere sarebbe stato il personale di volo e le associazioni autonome che lo rappresentano. Sapeva anche che il tempo utile a disposizione era breve a causa della pessima situazione patrimoniale e finanziaria della società.

Sacconi trattava cioè sull'orlo del baratro ma era evidentemente convinto che spingere il dramma verso il suo punto culminante avrebbe facilitato l'accordo. Perciò perse volutamente tempo. Si contentò di ottenere il beneplacito di Bonanni, Angeletti, Polverini che non contavano niente in questa vertenza; tenne fuori dalla porta i piloti dell'Anpac e le altre associazioni autonome; scelse come bersaglio la Cgil che accusò fin dall'inizio di ideologismo politico e di una strategia del "tanto peggio".

I piloti dell'Anpac hanno molte responsabilità come abbiamo già ricordato, ma ci sono anche alcuni punti fermi che vanno tenuti ben presenti e cioè:

1. Guadagnano meno dei loro colleghi di Air France, British, Lufthansa. Guadagnano invece di più dei piloti di Air One.

2. Hanno una produttività più bassa dei colleghi di quelle tre società a causa della cattiva organizzazione dei voli e degli equipaggi; tuttavia su questo punto avevano dato subito la loro positiva disponibilità.

3. Sia Sacconi sia il commissario Fantozzi hanno posto il negoziato sotto scadenze ultimative di 48 in 48 ore pena la messa immediata in mobilità di tutto il personale e, ovviamente, la sospensione dei voli. Ma poiché le 48 ore passavano e gli aerei continuavano regolarmente a volare l'effetto è stata la perdita di credibilità sia del ministro sia del commissario.

Ma l'errore di fondo è stato un altro e porta il nome di Silvio Berlusconi. Il "premier" aveva assunto in campagna elettorale l'impegno di favorire una cordata tricolore e questo ha determinato la strategia del governo producendo però un gravissimo vizio di forma nella procedura: ha vincolato il commissario Fantozzi a privilegiare come controparte la cordata Colaninno.

È vero che la legge Marzano, appositamente riscritta per l'occasione, prevede la trattativa privata, ma non prevede l'esclusiva. Fantozzi è stato tuttavia insediato con la condizione di preferire almeno in prima battuta la cordata Colaninno la quale a sua volta, forte di questo privilegio, ha fissato le condizioni pensando che su di esse sarebbe stato relativamente facile acquisire il consenso dei sindacati confederali.

Il tema del contratto col personale di volo è stato completamente sottovalutato sia da Colaninno sia da Sacconi. E quando Epifani ha fatto presente la verità e cioè che la rappresentatività dei sindacati confederali era pressoché nulla per quanto riguarda il personale di volo questa onesta ammissione è stata ritenuta segno di tradimento e di irresponsabilità sia da parte del governo sia da parte della Cisl e sia dalla quasi totalità dei "media" giornalistici e televisivi.

* * *

Ancora ieri il presidente del Consiglio ha ribadito che le soluzioni sul tappeto sono soltanto due: accettare il piano industriale di Colaninno o il fallimento.

Ma non è così. La procedura impone a Fantozzi di sollecitare altre offerte di acquisto per l'Alitalia, in blocco senza discontinuità oppure soltanto per una parte degli asset. Se il commissario di Alitalia si sottraesse a questo suo urgente e inderogabile compito verrebbe meno ai doveri del suo ufficio e sarebbe passibile d'esser messo sotto accusa da parte della Corte dei conti per aver causato grave danno erariale alle casse dello Stato.

È ben comprensibile che una soluzione di questo genere, l'arrivo d'un cavaliere bianco che a questo punto non potrebbe essere altri che uno dei grandi vettori stranieri, sarebbe una penosa sconfitta d'immagine per il "premier", ma non è comunque in sua facoltà bloccare una procedura prevista dalla legge. Salvo di nazionalizzare l'Alitalia, magari temporaneamente, seguendo le procedure imposte in analoghi casi dalla Commissione di Bruxelles.

Gli esempi che proprio in queste ore vengono dagli Usa ci dicono che in casi estremi la politica, in mancanza di alternative e per evitare guai peggiori, può e anzi deve ricorrere a estremi rimedi.

* * *

Il rimedio adottato - tardivamente - da George W. Bush è chiaro ed è stato già ampiamente descritto ieri dai giornali di tutto il mondo: creare un apposito veicolo federale che si assuma l'onere di acquistare tutti i titoli-spazzatura che ingombrano i portafogli del sistema bancario americano, pagabili al 65 per cento del loro prezzo nominale. Il costo dell'intera operazione è di 700 miliardi di dollari, cifra iperbolica alla quale il Tesoro farà fronte emettendo titoli propri e/o addirittura stampando carta moneta.

Un provvedimento analogo fu preso nel 1932 in piena depressione americana e mondiale con la creazione della Reconstruction Finance Corporation. Come si vede le analogie con la crisi iniziata nel 1929, che raggiunse il suo culmine anche in Europa a tre anni di distanza, sono molto forti con la situazione attuale pur nelle ovvie differenze.

In sostanza si tratta d'un salvataggio senza limiti di cifra dell'intero sistema bancario americano e mondiale perché non solo americano ma anche mondiale è stato l'inquinamento provocato sui mercati finanziari dai titoli-spazzatura.

Sarà sufficiente quest'intervento colossale a ridare fiducia e stabilità ai mercati? Probabilmente sì, ma ci saranno altri effetti che sono fin d'ora prevedibili. Stabilizzare il sistema e salvarlo da un crac totale è un risultato non solo utile ma necessario. Pensare che sia indolore e privo di conseguenze sgradevoli sarebbe però illusorio e sbagliato.

* * *

Il costo di questa gigantesca operazione si scaricherà inevitabilmente sul bilancio federale Usa, già oberato da un antico e ampio disavanzo. Le previsioni più attendibili (riportate da Federico Rampini nel suo articolo di ieri) calcolano che il costo dell'intervento sarà del 7 per cento del Pil degli Stati Uniti. L'inondazione di liquidità avrà effetti cospicui sul tasso d'inflazione americana.

Più difficile è prevedere quale sarà il comportamento del dollaro sul mercato dei cambi. La ripresa in grande stile dei valori delle Borse potrà provocare un afflusso di capitali esteri e quindi un rialzo del tasso di cambio della moneta Usa, ma la prospettiva di inasprimenti fiscali e le dimensioni del disavanzo di bilancio potranno a loro volta provocare uno spostamento di capitali dal dollaro ad altre monete. Non dimentichiamo che il sistema finanziario Usa ha vissuto e vive sul paradosso d'esser finanziato non già dal risparmio interno ma dal risparmio internazionale. La crisi in atto può attirare capitali speculativi a breve ma può anche indirizzare altrove il risparmio internazionale. Del resto il vero e proprio crollo delle riserve della Fed avvenuto in questi mesi è un segnale in questa direzione.

Complessivamente ci sembra di poter dire che le forze di stagnazione economica siano maggiori delle forze di sviluppo per la semplice constatazione che lo sforzo di stabilizzare da parte del Tesoro serve a ripianare i debiti e non a rilanciare gli investimenti e la domanda.

Se questi effetti si produrranno sarà difficile scommettere sulla locomotiva americana e sui suoi effetti tonici verso il resto del mondo.

Post Scriptum. Ha fatto sensazione leggere il nome di Marina Berlusconi nel nuovo consiglio di amministrazione di Mediobanca, nella sua qualità di rappresentante di Fininvest, presente con l'uno per cento nel patto di sindacato di Piazzetta Cuccia.

La presenza di Marina Berlusconi è pienamente legittimata dalla presenza della Fininvest nel capitale di Mediobanca; non toglie che rappresenti un'altra anomalia del sistema Italia. Fininvest ha amici potenti e collaudati nel cda di Piazzetta Cuccia: Mediolanum, i francesi di Tarak Ben Ammar, Ligresti, Tronchetti Provera, Geronzi. Per quel tanto che conta in Mediobanca, c'è anche Banca Intesa.

La famiglia Berlusconi si muove da tempo per stabilire rapporti intrinseci con le banche e l'establishment assicurativo e finanziario italiano oltre che con quello industriale. Sono passati i tempi del Berlusconi che sparava sulla grande impresa e sulla grande finanza sostenendo gli interessi e le aspettative delle partite Iva e delle piccole imprese.

È finita la caccia alle allodole ed è cominciata quella al cinghiale. La stessa operazione Alitalia mira a questo risultato. Dietro la bandiera tricolore c'è sempre un sottofondo di interessi politici ed economici, ma questo lo sappiamo da un pezzo e accade in tutto il mondo.

(21 settembre 2008)

 

Intervista al leader della Cgil: "Che danno quegli applausi. Ma i piloti vanno coinvolti"

"Palazzo Chigi ci ha dipinto come quelli che giocano allo sfascio"

Alitalia, il rilancio di Epifani

"Ora vendiamola agli stranieri"

di MASSIMO GIANNINI

Alitalia, il rilancio di Epifani "Ora vendiamola agli stranieri"

Guglielmo Epifani

ROMA - "O il governo e il commissario trovano il modo di riaprire la trattativa con Cai, oppure io vedo una sola strada: la vendita immediata a una grande compagnia straniera, che ci può assicurare un know how industriale più forte e condizioni finanziarie più solide". Il giorno dopo la disfatta politico-sindacale sull'Alitalia, Guglielmo Epifani riapre i giochi. In questa intervista a Repubblica il leader della Cgil respinge le accuse di Berlusconi, lancia segnali a Colaninno e soprattutto rilancia l'ipotesi di una cessione a un vettore internazionale. "Io personalmente vedo con favore Lufthansa, ma non sta certo a noi scegliere il partner. Tocca al governo decidere".

Epifani, lei giustamente ha fretta. Ma vedere quei dipendenti in divisa che esultavano davanti a Fiumicino, all'annuncio del ritiro dell'offerta Cai, è anche una vostra sconfitta, non trova?

"Certo, quegli applausi hanno nuociuto all'immagine dell'Alitalia. In qualsiasi altra situazione di grave crisi aziendale, e ne abbiamo vissute e ne viviamo tante, una notizia del genere viene accolta con profonda preoccupazione da tutti. Stavolta non è stato così, e di questo i lavoratori devono essere coscienti. Noi, di sicuro, non abbiamo gioito. Anche se è altrettanto certa un'altra verità: le caratteristiche della cordata italiana, l'assenza di know how specifico, la mancanza di procedure trasparenti, sono alla base della criticità oggettiva dell'intera operazione Cai".

Il problema è che dietro quella gente ci siete voi, c'è il vostro no. Avete giocato al tanto peggio tanto meglio?

"No, non è mai stata questa la nostra posizione. Noi abbiamo lavorato fin dall'inizio per cercare una soluzione positiva. Mentre fin dall'inizio è stato il governo ad accreditare l'immagine di una Cgil che giocava allo sfascio, sulla pelle dei lavoratori e del Paese. La nostra storia dimostra che questa non è e non è mai stata la nostra cultura. Berlusconi ripete da giorni che siamo manovrati dalla politica, quando è evidente a tutti che la Cgil ormai da decenni non è più cinghia di trasmissione di nessuno. Il giorno in cui Cai doveva decidere Berlusconi ha detto "si firmi anche senza la Cgil". Dopo che la Cai si è ritirata ha detto "è stata tutta colpa della Cgil". Le pare un modo serio di trattare? A colpi di ultimatum quotidiani, di drammatizzazioni continue, di ricatti veri e propri?".

Quanto ad accuse e a "penultimatum", anche i sindacati non sono stati da meno.

"Attenzione: un conto è la polemica, anche dura, che in una trattativa così delicata ci può stare. Tutt'altro conto è il livore degli attacchi, personali e politici, ai quali naturalmente abbiamo il dovere di rispondere. L'alzata di toni del governo contro di noi è indegna di un Paese civile. Questo modo di intendere i rapporti con le forze sociali è un imbarbarimento della vita del Paese".

Un clima di aggressione ideologica contro di voi, soprattutto da parte di un pezzo di governo che ha vissuto ai tempi di Craxi lo scontro sulla scala mobile, può anche esserci stata...

"Certo che c'è stata. L'abbiamo respinto e la respingiamo con altrettanta forza... ".

Ma qui c'è un fatto sul quale anche voi dovete riflettere. Un accordo è saltato per l'ennesimo no della Cgil. Non siete forse un elemento di freno sistematico alla modernizzazione del Paese?

"La modernizzazione del Paese la vuole anche la Cgil. Noi non viviamo con la testa rivolta al passato. Un sindacato che fa questo muore. Ma allo stesso tempo respingiamo una modernizzazione che scommette sulla sudditanza o peggio sull'irrilevanza delle rappresentanze sociali. Questa scommessa per noi è inaccettabile, anche perché prefigura una deriva autoritaria che dovrebbe preoccupare non solo noi, ma tutte le forze sociali che hanno a cuore la democrazia".

Perfetto. Ma nel caso Alitalia la Cgil ha compiuto uno strappo del tutto inedito. Si è schierata con sei sigle autonome, dividendosi da Cisl e Uil. Per difendere voi stessi, avete difeso una corporazione, i piloti. Non è così?

"Né oggi né mai ho difeso logiche di casta, privilegi o posizioni di potere consolidato. Ma una trattativa complessa non si gestisce usando l'esclusione e la forza. Il personale di volo non è rappresentato da noi, ma è sbagliato tagliarlo fuori dal confronto. E se io cerco di allargare il perimetro del confronto, lo faccio in nome della democrazia sindacale, non certo del corporativismo".

Ma c'è un paradosso: per cercare di allargare il consenso, come lei ha detto in questi ultimi giorni a proposito del piano Cai, avete finito per cavalcare il dissenso.

"Capisco che questa può essere l'impressione. Ma il problema di chi deve amministrare una compagnia aerea non è solo firmare un accordo. Perché se il giorno dopo la firma Fiumicino e Malpensa si bloccano e gli aerei non volano perché il personale di volo entra in sciopero, quell'accordo diventa carta straccia. E questo problema non si risolve minacciando soluzioni autoritative. Si risolve trattando con tutti, e cercando di trovare un'intesa che soddisfi tutte le rappresentanze dei lavoratori".

C'è anche un'altra chiave di lettura: la Cgil ha detto no perché, se avesse firmato, dal giorno dopo sarebbe implosa al suo interno. Che ne dice?

"Dico che è falso. Fratture con la base ne hanno e ne hanno avute tutti i sindacati. Fa parte della nostra storia. Ma nel caso dell'Alitalia questo è davvero l'ultimo dei problemi. La verità è che non si può trattare con la pistola alla tempia".

Continuate a sottovalutare un punto: Alitalia è nell'abisso. Tutti trattano con la pistola alla tempia, non crede?

"È vero. Ma tutto era già noto da un pezzo. La trattativa andava preparata per tempo, non improvvisata in un mese".

Per tempo, lei dice. E allora perché non avete accettato l'offerta Air France, che avrebbe risolto tutto e non sarebbe costata un euro ai contribuenti?

"Berlusconi scarica anche quella su di noi. Ma voglio ricordare che Spinetta, allora, pose due condizioni per acquistare Alitalia: la prima era in effetti il consenso del sindacato, e lì noi non trovammo l'intesa sui livelli occupazionali, ma la seconda era il via libera del governo in carica e di quello che, di lì a poco, avrebbe vinto le elezioni. Berlusconi aveva la vittoria in tasca, e fu lui a costruire la compagna elettorale sullo slogan "non passa lo straniero"".

Epifani, mettiamo da parte il passato, e veniamo al presente. Cai si è ritirata, il governo dice no a ogni forma di nazionalizzazione. Come si esce da questo buco nero, che rischia di ingoiare 20 mila famiglie?

"Innanzitutto bisogna che chi ha alzato irresponsabilmente i toni li abbassi immediatamente. E poi occorre che il capo del governo e il commissario straordinario riprendano in mano il bandolo di questa matassa".

Il suo collega Bonanni dice: basta che Epifani fa una telefonata a Colaninno, e tutto è risolto.

"Non sono io che devo attivarmi. Lo ripeto, la partita adesso è in mano a Berlusconi e a Fantozzi. Tocca a loro studiare una soluzione".

Ma lei cosa propone? Avrà un'idea, no?

"Io vedo solo due possibilità. La prima è che il governo ritrovi uno spiraglio per riprendere il negoziato con Cai, sapendo bene che il problema del consenso del personale di volo non è un'invenzione o una scusa, ma un'esigenza essenziale per chi fa trasporto aereo. So che è molto difficile, per le condizioni finanziarie della cordata e per i dissensi di merito che ancora restano in campo. Ma il governo ha il dovere di provarci".

E se non ci riesce?

"Vedo solo una seconda possibilità, che non considero nemmeno una "ipotesi B" perché è meno convincente, ma semmai è dal mio punto di vista addirittura più forte: il governo avvii subito, in modo limpido e trasparente, le procedure per vendere a una grande compagnia aerea internazionale. Io credo che le disponibilità ci siano, anche se ovviamente nessun partner potenziale si muove in assenza di una scelta netta e decisa da parte del governo".

Allude a Lufthansa?

"Non sta a me scegliere il partner. Ma lo ripeto, so che, a precise condizioni, esistono disponibilità. E dunque, se è così e se la pista Cai è chiusa per sempre, la Cgil chiede al governo di non esitare un solo minuto: faccia un passo indietro sul principio dell'italianità, e scelga subito un grande vettore straniero cui affidare le sorti di Alitalia. Sarebbe una scelta che avrebbe il vantaggio di un know how industriale più forte, condizioni finanziarie più solide e una tempistica più rapida. Se il governo fa questo, dichiarando a viso aperto il suo gioco nei confronti del Paese e del sindacato, la Cgil è pronta a fare fino in fondo la sua parte. Come ha sempre fatto, nella sua lunghissima storia".

(20 settembre 2008)

 

 

IL RETROSCENA Una parte della cordata italiana pronta a entrare in AirOne

Con la crisi delle Borse molti pensano che il piano Colaninno sia da rivedere

Ma cresce il pressing su Lufthansa

e Mediobanca attende un cenno

di GIOVANNI PONS

MILANO - "Purtroppo torneranno e firmeranno". La frase è stata pronunciata da uno degli azionisti della Cai, cioè da coloro che solo due giorni fa hanno deciso all'unanimità di ritirare l'offerta per rilevare alcune attività di Alitalia. Quel "purtroppo" spiega lo stato d'animo che serpeggia tra i 18 imprenditori che a fine agosto si sono buttati nell'impresa di salvare la compagnia di bandiera. Qualcuno di loro è infatti già pentito di aver aderito all'iniziativa. Non sono piaciute le contestazioni davanti a Palazzo Clerici a Milano, dove si sono sentiti gridare "banditi". Non sono piaciute "le strumentalizzazioni di quel Di Pietro" che ha cavalcato la protesta definendoli "furbetti del quartierone". Ma soprattutto la crisi finanziaria internazionale fa presagire un calo dei consumi e dunque c'è già chi dice che il piano industriale approntato da Roberto Colaninno e Intesa-Sanpaolo sia da rivedere drasticamente.

Dunque pensare che in queste condizioni la Cai possa fare delle nuove proposte in direzione delle sigle sindacali che non hanno aderito a quella messa sul tavolo nelle ultime settimane pare veramente difficile. Ieri mattina, comunque, tra i soci Cai si parlava di una riunione che potrebbe essere convocata a breve. Ma anche se la Cgil e altri dovessero fare marcia indietro e firmare quell'accordo non è detto che la strada sia sgombra da ostacoli. Anzi, qualcuno dei 18 imprenditori potrebbe tirarsi indietro. Lo stesso Colaninno, per esempio, farà sicuramente più fatica a trovare i 150 milioni che ha promesso di versare nella nuova società. Doveva vendere i cantieri messinesi della Rodriquez alla Fintecna attraverso un "portage" di Intesa Sanpaolo, ma a questo punto chi dice che le promesse verranno mantenute? Un'altra parte del finanziamento doveva poi arrivare dalla Lehman, che proprio lunedì scorso ha chiesto l'accesso alla procedura del Chapter 11. Inoltre, gli imprenditori della Cai si stanno domandando se avrebbe senso gestire una società praticamente in compartecipazione con i sindacati.

Ieri qualcuno diceva che i consulenti erano al lavoro per individuare una sorta di piano B, ma lo stesso Berlusconi ha negato alternative alla Cai. Solo se questa decadesse definitivamente qualcuno potrebbe pensare di entrare in AirOne, fare un aumento di capitale ed effettuare un'offerta al commissario Fantozzi attraverso il veicolo di Carlo Toto. Il quale da una parte rischia di non incassare da Cai quei 300 milioni di euro che lo rimetterebbero in pista ma dall'altra potrebbe sfruttare i nuovi spazi di mercato che si verrebbero a creare se Alitalia fallisse.

Ma se entro domani la situazione non si sbloccherà le strade per uscire dal vicolo cieco rimangono pochissime. Una potrebbe essere quella indicata da Guglielmo Epifani nell'intervista a Repubblica di ieri: il governo dovrebbe riformulare una procedura chiamando esplicitamente al capezzale di Alitalia le compagnie straniere. Per una soluzione di questo tipo potrebbe scendere in campo in qualità di consulente Mediobanca che, al contrario di Intesa, in passato è sempre stata favorevole all'inserimento di Alitalia nella pancia di un vettore dalle spalle più forti. In questo caso i due candidati più autorevoli sono come sempre Air France e Lufthansa.

Il lavoro diplomatico in questa direzione sarebbe già cominciato se è vero che sulla compagnia tedesca sono cresciute le pressioni per una sua discesa in campo nella partita Alitalia. Anche se al momento Lufthansa è già impegnata nell'acquisizione di Austrian e Sas. Ma di fronte a un invito del governo Air France o Lufthansa potrebbero fare un'offerta per rilevare da Fantozzi gli asset più allettanti riuscendo, senza il fardello dei debiti, a salvaguardare un numero maggiore di posti di lavoro e ad accontentare i piloti.

(21 settembre 2008)

 

2008-09-19

Durata poco più di un'ora l'assemblea della compagnia aerea italiana

Controproposta di Cgil, piloti e steward: "Contratto come Air France"

Caos Alitalia, la Cai sbatte la porta

"Non c'è l'accordo dei sindacati"

Ma Fantozzi e il personale assicurano il servizio: "Voli regolari fino all'ultimo"

Berti (Anpac): "Non hanno mai voluto trattare e da giorni pensavano al ritiro"

ROMA - All'ultima chiamata utile, la Compagnia aerea italiana ritira l'offerta. Dodici imprenditori su dodici, all'unanimità, votano no. Non ci sono le condizioni, scrivono in un comunicato, "manca l'ampio consenso sindacale visto che hanno aderito solo tre sigle". Sono le 17 e 20 minuti. In realtà già da un'ora la notizia rimbalza con i sigilli dell'urgenza su tutte le agenzie di stampa e sui siti internet. Il consiglio Cai è riunito a Milano dalle sedici e all'ordine del giorno ha subito messo l'addio all'avventura Alitalia. Una decisione che sembra già presa.

Sono tre i luoghi simboli di questa giornata (VEDI LE IMMAGINI): Fiumicino dove sono concentrati centinaia di dipendenti Alitalia; Milano dove è riunito il consiglio Cai e la sede della Filt-trasporti della Cgil a Roma. "E' arrivata la notizia, Cai ha ritirato l'offerta" gridano dai megafoni. Grida e mani che si spellano. Ma è una gioia disperata perchè il no della cordata guidata da Colaninno spalanca la porta su scenari bui e pieni di incertezza. Unico spiraglio di luce sono gli acquirenti stranieri, in prima fila Lufthansa. In serata, dopo un vertice tra Letta e il commissario Fantozzi a palazzo Chigi, rispunta anche l'ipotesi di ricucire con la cordata Cai. O con una sua riedizione riveduta e corretta.

Una giornata drammatica che avrebbe messo alla prova la fantasia del miglior giallista e fabbricatore di suspence. Finisce con Berlusconi che attacca "la Cgil", punta il dito contro "responsabilità politiche" e indica "il baratro". Con Epifani che rispedisce le accuse al mittente ("Una trattativa partita male e andata avanti ancora peggio, ogni giorno un ultimatum, mai visto"). Con piloti e assistenti di volo e di terra disposti a tutto per tenere in vita la compagnia e il servizio, "anche a tagliarci lo stipendio perchè noi vogliamo bene ad Alitalia". Stasera forse andranno a dormire dopo quattro giorni e quattro notti "da incubo" (Fabio Berti, Anpac piloti). Ma domani è un incognita pesante.

La controproposta. Tutta la notte fino alle sette del mattino negli uffici della Magliana. Poi una doccia e a mezzogiorno di nuovo negli uffici della Cgil trasporti a Roma in viale Morgagni. Le sei sigle, Cgil e gli autonomi (Anpac, Up, Anpav, Avia e Sdl) in rappresentanza di piloti e assistenti di terra e di volo, lavorano fino alle quattordici per trovare una risposta all'ultimatum di Colaninno ("Un sì o un no entro le 15 e 50"). Il verdetto non è nè un si nè un no. E' un foglio, una controproposta, una richiesta di trattativa che porta la firma dei sei segretari. Quattro i punti fondamentali. 1) "Massima disponibilità a trovare un accordo sui contratti di piloti, assistenti di volo e di terra certi di poter raggiungere gli obiettivi di produttività e flessibilità richiesta da Cai. 2) Sì alla revisione dei contratti "tale da consentire l'invarianza delle retribuzioni e un aumento della produttività". Sono già pronti conti e tabelle. 3) Il negoziato, "seppur in tempi brevissimi", deve però essere inserito e rispettare il quadro dei contratti nazionali relativi a ciascuna categoria. Nessuno pensi cioè di scardinare il sistema dei sindacati e delle associazioni di categoria che invece Cai non riconosce ("i piloti sono solo dipendenti come hostess e steward"). 4) Ok ai contratti collettivi di lavoro già applicati a Air France, Iberia e Lufthansa "decurtati per quello che serve" rispetto al previsto piano industriale. Si tratta di una disponibilità totale ma ad una trattativa vera e dove sindacati e dipendenti siano partecipi e condividano le scelte.

"Non diciamo nè sì nè no - spiega Paolo Maras (Sdl) - chiediamo un incontro urgente per trattare seriamente". Se Cai ha buttato di qua una palla, i sindacati del fronte del ni rispondono rilanciano a loro volta. "Siamo noi adesso ad aspettare un sì o un no".

La lettera di Epifani e l'avvio della cassa integrazione. Sono le quattordici. La controproposta viaggia via fax a Palazzo Chigi, al ministro Tremonti e a Milano all'ingegnere Colaninno. Negli stessi minuti Epifani manda un'altra lettera, di suo pugno, al presidente Cai. Toni distesi, di chi vuole ragionare e che chiudono dicendo: "Cai deve andare avanti, Cgil ha già dato l'ok al piano industriale, incontriamoci sui contratti". C'è un'aria strana. Da una parte si respira un leggero ottimismo, la controproposta è ragionevole, accettarla è solo questione di buona volontà. Dall'altra arriva notizia delle prime lettere per la cassa integrazione. Iniziano due ore piene di suspence. I delegati sindacali escono in cortile, parlano con i giornalisti, chiedono notizie. Attendono un segnale.

"Cai rinuncia". Pochi minuti dopo le sedici rimbalza da Milano la notizia che il consiglio di amministrazione Cai, riunito da pochi minuti, ha già messo in votazione il ritiro della cordata. Antonio Divietri (Avia), stupefatto: "Non è possibile, noi abbiamo altre informazioni, opposte, anzi...". Tutto vero, invece. "Allora - aggiunge - è la prova di quello che noi abbiamo già percepito da domenica: Cai voleva ritirare da giorni la sua offerta. Ha cercato la scusa e adesso scaricherà tutto su di noi: è stata una strategia ben precisa, dall'inizio, sia chiaro". Scende un ancora più infuriato Fabio Berti: "In questa storia non c'è mai stata una vera trattativa: dall'inizio solo aut aut, ultimatum, neppure un documento scritto, la bozza sul contratto è arrivata via fax ieri sera alle 20,15. Ma di cosa stiamo parlando? Di una trattativa? Quattro volte l'abbiamo chiesta, quattro volte ci hanno detto no. Eppure tutti i giorni giornali e tv esce "il no dei sindacati e dei piloti". Basta, la verità è che fin dall'inizio questa è stata una truffa".

Il servizio del Tg1. E infatti il servizio del Tg1 alle venti comincia con: "Colpa dei piloti e dei sindacati". Il testo della notizia ricapitola i punti salienti della giornata dando conto anche dei festeggiamenti a Fiumicino alla notizia della rottura delle trattative. Ed anche qui il punto di vista dell'ammiraglia dell'informazione Rai è senza zone d'ombra: l'immagine evocata per descrivere "la bizzarra protesta" è quella dell'orchestrina che suona, mentre il Titanic affonda.

La giornata finisce con tutti contro tutti, maggioranza contro opposizione, sindacati divisi, Polverini che attacca Epifani. Il caos. Fantozzi corre a palazzo Chigi. L'unico che non perde la pazienza è Gianni Letta, il grande mediatore: si mette subito al lavoro. Per ricucire con la vecchia Cai e farne nascere in tre giorni una nuova. Alitalia, una storia ancora non scritta.

(c.fus.)

(18 settembre 2008)

l premier: "La responsabilità è loro e dei piloti". Cicchitto: "E pure del Pd"

Fuoco di attacchi anche da Cisl, Ugl e Uil: "Qualche collega fa il becchino"

Ritiro Cai, Berlusconi accusa la Cgil

Epifani: "Un indegno scaricabarile"

Il leader sindacale: "Trattativa nata male, a colpa di ultimatum, ma noi avevamo firmato"

Bersani: "Se siamo arrivati qui il Cavaliere non cerchi colpevoli, il colpevole è lui"

ROMA - Il destino di Alitalia dopo il ritiro dell'offerta da parte della Cai non è ancora chiaro, ma le conseguenze politiche sono già evidentissime. Non era passata neppure una manciata di minuti dall'annuncio del dietrofront della cordata guidata da Roberto Colaninno, quando dalle fila di governo e maggioranza è partita una raffica di pesantissime accuse contro la Cgil, i sindacati dei piloti e l'opposizione alle quali il sindacato guidato da Guglielmo Epifani ha faticosamente tentato di tenere testa: "Lo scaricabarile sulle responsabilità, soprattutto se preventivo - ha replicato - non è degno di un paese civile".

Tra i primi a sferrare l'attacco, il presidente del Consiglio in persona. "La situazione è drammatica, potremmo essere di fronte a un baratro - ha detto Silvio Berlusconi - Ci sono responsabilità della Cgil e dei piloti. E ci sono anche responsabilità politiche". Il compito di articolare nel dettaglio la posizione è toccato poi al ministro del Lavoro Maurizio Sacconi. "Il ritiro - ha accusato - è la logica conseguenza dell'assurda posizione ostruzionistica assunta dalla Cgil in alleanza con le sigle autonome di piloti e assistenti".

Ricostruzione che in serata, in una conferenza stampa, il segretario del maggiore sindacato italiano ha tentato di smontare, chiarendo che la colpa è "di un negoziato nato male e proseguito peggio". "Non ho mai visto - ha aggiunto - una trattativa in cui ogni giorno c'è un ultimatum e tra un ultimatum e l'altro non si lavora sui problemi".

Denunciati i gravi problemi di metodo, Epifani ha controbattuto anche sul merito. La Cgil, ha ricordato, ha espresso sul piano di salvataggio di Alitalia "una sottoscrizione inequivoca per le parti di sua rappresentatività", ma per quanto riguarda piloti e assistenti di volo, non poteva prendere una posizione "per un problema di democrazia sindacale: decide il 51% dei lavoratori. E le sigle confederali, tutte insieme, hanno una rappresentatività di gran lunga al di sotto di questa soglia". "Sa di ideologia e non di rispetto della verità", ha concluso Epifani, scaricare sul sindacato la responsabilità per il fallimento della trattativa.

Intanto, dalle "retrovie" della maggioranza, hanno continuato a piovere accuse gravissime, espresse spesso con parole pesanti. Il capogruppo della Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, non ha esitato a definire "un atto criminale" le scelte di Cgil e sindacati autonomi. Appena più sfumata la dichiarazione del leghista Cota: "Il comportamento del sindacato nella questione Alitalia - ha detto - è fuori dalla storia ed irresponsabile, perché danneggia i lavoratori ed il Paese. In questo modo si fanno solo danni su danni". Allarga invece il campo dei cattivi anche al Pd il capogruppo del Partito della Libertà Fabrizio Cicchitto. La responsabilità dell'epilogo negativo delle trattative, ha sostenuto, "ha solo due responsabili: i sindacati, cioè la Cgil, che hanno giocato al rilancio in una situazione che non lo consentiva, e il Partito democratico che ha adottato la strategia del 'tanto peggio tanto meglio'".

Ma dopo il precipitare della situazione, a prendere di mira le sigle che non hanno sottoscritto l'offerta della Cai, è stato anche il "fronte del sì". Tra i più critici il segretario della Cisl Raffaele Bonanni. "E' stata la follia di pochi e di alcune sigle sindacali che hanno portato alla chiusura delle trattative, per responsabilità di pochi pagheranno in molti", ha denunciato. Feroce anche le parole scelte dal leader della Uil Luigi Angeletti: "L'azienda era morta e qualche mio collega si accinge a fare il becchino", ha aggiunto. Duro anche il giudizio di Renata Polverini, dell'Ugl. "A questo punto - ha detto - è chiaro chi ha operato nell'esclusivo interesse dei lavoratori di Alitalia e chi invece ha preferito sottostare ad altre logiche, mettendo una pietra tombale sull'ultima possibilità concreta di salvare l'azienda".

A puntare l'indice contro il governo è invece il ministro ombra del Pd Pierluigi Bersani. "Se siamo arrivati fin qui - ha dichiarato - Berlusconi non cerchi colpevoli. Il colpevole è lui. Purtroppo questo è l'esito di una operazione spregiudicata e irresponsabile che il governo ha imposto e ha mal guidato".

(18 settembre 2008)

 

Cosa succede adesso che la cordata degli imprenditori italiani ha ritirato l'offerta

Ci sono almeno tre possibilità. La più catastrofica è il fallimento

Alitalia, tre scenari per il dopo

Fallimento, "piano B" o stranieri

La risposta in pochi giorni. Fantozzi: "Voleremo finchè ci sono soldi"

Ma la compagnia perde due milioni di euro al giorno e le casse sono vuote

di CLAUDIA FUSANI

OMA - "Lufthansa...". "No, vedrai che ricuciono, Letta e Fantozzi sono al lavoro..." (per far risorgere Cai. O un'altra cordata di imprenditori italiani). "Ci sono tre giorni di tempo...". Se ne riparla lunedì. Scampoli di comunicazioni tra palazzo Chigi e ambienti sindacali. Alla fine di una giornata dove è successo di tutto, dopo l'inimmaginabile s'intravede anche l'impossibile: Cai, che oggi ha detto no in cinque minuti, ci potrebbe ripensare, magari in un'edizione riveduta e corretta. Una Cai2, riveduta e corretta.

Da qui a lunedì la domanda è una sola: ora che la cordata dei "capitani coraggiosi" si è dissolta nello spazio di un mese, che succede? Se lo chiedono tutti, le migliaia di clienti Alitalia, i ventimila dipendenti, soprattutto Silvio Berlusconi che su Alitalia italiana ci aveva pure inventato lo slogan estivo "Io amo l'Italia, io volo Alitalia". La domanda è semplice, la risposta complessa. Una cosa è certa: commissario e dipendenti faranno funzionare Alitalia il più a lungo possibile, anche a costo di "tagliarsi lo stipendio". "Quindi nessun panico negli aeroporti e tra chi deve viaggiare, noi siamo al lavoro e garantiremo il servizio anche a costo di gravosi sacrifici" taglia corto Antonio Divietri (Avia) uno dei leader sindacali del cosiddetto fronte del no che hanno chiesto fino all'ultimo secondo di poter trattare con Cai. Ribadisce il commissario Augusto Fantozzi: "Voleremo finchè ci sono i soldi". Quanto? "Non si sa, la confusione di questi giorni complica ancora di più le cose".

Fatta questa premessa - Alitalia vola - sono almeno tre gli scenari per il futuro prossimo della compagnia aerea italiana.

Il piano B del premier. Governo e maggioranza continuano a dire che "un piano B non esiste". Anzi, per Berlusconi "siamo di fronte a un baratro". E ripete, come fa da almeno tre giorni: "Tutta colpa della Cgil". E però, vista come s'era messa la situazione fin dall'inizio di questa trattativa surreale, il Cavaliere - e il sottosegretario Gianni Letta - potrebbero avere una carta segreta da giocare. Un jolly da tirare fuori in extremis, il cosiddetto piano B. "Ipotesi non irrealistica" dicono i sindacati del fronte del Ni, Cgil e autonomi.

In meno di mezz'ora i dodici "capitani coraggiosi" hanno votato all'unanimità la rinuncia all'investimento. Insomma, una scelta affatto sofferta e forse decisa da giorni. Eisste ancora lo spazio per una nuova Cai, con altri imprenditori? In fondo adesso c'è già un piano industriale, un'offerta di contratto e una controproposta dei sindacati che ricalca i contratti delle compagnie straniere. Insomma, le cose sono molto più chiare, le carte in tavola e la maggior parte del lavoro è già fatto. Se qualcuno si affaccia per vederle sa già a cosa va incontro. Da via del Plebiscito, residenza del premier che sta studiando carte e appunti, trapela una considerazione: Cai ha ritirato l'offerta ma la cordata non è sciolta. Letta, Fantozzi e i ministri Matteoli e Sacconi si rivedranno lunedì, a palazzo Chigi.

L'asse italo-tedesco. O italo-franco-olandese. O, ancora, con gli spagnoli di Iberia e con gli inglesi di British Airways. Il secondo scenario prevede l'acquirente straniero. Vorrebbe dire portare le lancette dell'orologio indietro ad aprile, quando Spinetta stava per chiudere l'acquisto di Az da parte di Air France. "Finchè esiste anche una lontana ipotesi di cordata italiana, nessun straniero farà mai un'offerta" osservano i sindacati.

E' un fatto che oggi, appena un'ora dopo l'annuncio del ritiro dell'offerta Cai, ai microfoni di Radiocor un portavoce di Lufthansa dice: "La compagnia considera molto interessante il mercato italiano e osserva con grande interesse" quanto succede in Italia. E' un'affermazione di qualche peso visto che finora Lh, Ba, Af-Klm non hanno mai manifestato interesse con il commissario Fantozzi.

La cordata Cai prevedeva il socio straniero solo in quota di minoranza per almeno cinque anni. E solo con la pax sindacale. Oggi lo scenario vede i sindacati del cosiddetto fronte del no che hanno detto sì a un contratto che ricalca quello di una delle grandi compagnie straniere. Significa che se adesso arriva un'offerta dall'estero, la strada è spianata. O quasi. E tutto sommato fa anche un buon affare.

Nello scenario acquirente straniero restano, però, due ostacoli che sembrano insormontabili. Il primo: Berlusconi ha fatto dell'italianità di Alitalia una questione di principio. Può rinunciarci adesso che rischia una "sconfitta-simbolo"? Il secondo: un acquirente straniero non può fare un'offerta con la consapevolezza di contraddire il capo del governo. La soluzione per Alitalia passa una volta di più dal nodo della politica.

Il fallimento. Ipotesi più drammatica: Az, che perde due milioni di euro al giorno, sopravvive qualche giorno, magari anche qualche settimana, non si trova un'altra soluzione e il commissario Fantozzi deve portare i libri in tribunale. E' l'anticamera del fallimento, procedura che può durare anche un paio d'anni. Con la modifica delle legge Marzano, decisa in agosto dal governo proprio per il dossier Alitalia, il commissario potrà anche vendere isolatamente alcuni asset (punti di forza dell'azienda) come alcuni slot (rotte e orari). Insomma, una volta avviata la procedura, Alitalia sarà venduta a pezzi per avere i soldi per pagare i debiti con i fornitori. E' "il baratro" di cui parla il premier.

( 18 settembre 2008)

Tornare

al mercato

di EZIO MAURO

MENTRE Alitalia muore e i mercati vanno in fiamme, gli uomini di Berlusconi hanno avuto ieri sera l'unica preoccupazione di occupare le televisioni per dare la responsabilità alla sinistra, alla Cgil e addirittura al Pd, che in realtà è sembrato piuttosto assente dalla vicenda. In questo modo si conferma soltanto la torsione anomala di una partita che dovrebbe essere economica e industriale mentre è invece politica e ideologica.

Per ragioni di pura convenienza politica in campagna elettorale Berlusconi (aiutato dalla cecità dei sindacati) si è opposto alla soluzione Air France, in condizioni ben più favorevoli dei mercati finanziari e petroliferi. Per ragioni ideologiche ha giocato su Alitalia la doppia carta del salvataggio eroico e dell'italianità preservata, scavalcando Tremonti per avocare a sé la vicenda.

La vittima è il mercato, con le sue regole. Perché è nata una cordata, ed è nata italiana: ma al prezzo di separare gli attivi di Alitalia dai passivi, consegnare i primi alla nuova compagnia e i secondi ai contribuenti, sospendere l'Antitrust, radunare tra i soci una somma impressionante di conflitti d'interesse. Alla fine la corporazione dei piloti ha detto no per difendere privilegi indifendibili, e la Cgil ha preferito non farsi scavalcare, con una posizione più incerta che autonoma.

La partita è sfuggita di mano al salvatore, che probabilmente proverà prima a lucrare sulle resistenze sindacali, poi cercherà un colpo di teatro, anche alla luce dei salvataggi americani. L'interesse del Paese è che il mercato prenda il posto dell'ideologia, almeno in extremis, che Fantozzi faccia il commissario e non il ministro delegato, che gli imprenditori cerchino il rischio e non i favori, che le banche finanzino il mercato e non la politica.

C'è un ultimo spiraglio per far incontrare un vettore aereo europeo interessato al nostro parco viaggiatori con quel tanto di effettiva imprenditorialità italiana residua. Sostituendo infine l'eroismo con il realismo, l'italianità con l'Europa.

(19 settembre 2008)

 

Tre giorni fa l'ultimo contatto tra fonti della cancelleria e Gianni Letta

Il piano "A" ipotizzava l'alleanza con la Cai. Il piano "B" prevede il passaggio del controllo

Lufthansa era vicina all'accordo

ma resta in pista anche dopo il crac

di MASSIMO GIANNINI

"NOI SIAMO pronti, dipende solo dal governo". Per un'Alitalia che non vola più, c'è una Lufthansa che "rulla" i motori. La compagnia tedesca è in pista. E anche se il Piano Fenice sembra ormai carta straccia, può ancora diventare il "cavaliere bianco" che salva la compagnia italiana dal fallimento economico, e il Cavaliere di Arcore dal disastro politico.

A dispetto dell'apparente vantaggio di Air France, in questi ultimi giorni i contatti tra Roma, Amburgo e Colonia, head quarters della compagnia tedesca, si sono fatti sempre più fitti. I colloqui tra Palazzo Chigi e la Cancelleria di Angela Merkel erano già stati avviati da un paio di settimane. L'ultima conversazione tra Gianni Letta e l'ambasciatore Michael Steiner risale a tre giorni fa. Il senso delle comunicazioni arrivate dalla Germania è univoco: "A Lufthansa interessa moltissimo Alitalia".

Oggi la compagnia tedesca, con 92 mila dipendenti e una flotta di 343 aerei di cui 87 a lungo e 164 a medio raggio, è il terzo vettore europeo dopo Air France-Klm e British Airways-Iberia. Mettendo le ali sul mercato italiano, farebbe un salto in alto, completando la sua strategia di vettore "multi-hub" e "multi-brand".

Inserendo gli aeroporti di Malpensa e Fiumicino nel grande network che orbita intorno a Francoforte, e che con Milano si arricchirebbe del traffico business del Sud-Europa, e con Roma si avvarrebbe di un ponte per il traffico con l'Africa, il Medio e l'Estremo Oriente. Tutte le mosse fatta da Lufthansa sullo scacchiere europeo - da quella iniziale su Swiss Air a quelle più recenti sulla scandinava Sas e su Austrian Airlines - sono ispirate alla stessa filosofia, che con Alitalia raggiungerebbe il coronamento finale.

I progetti predisposti da Lufthansa sono due e prevedono due scenari differenti. Entrambi sono già stati sottoposti dal chairman Wolfgang Mayrhuber al board e al direttore generale, Peter Hartman. Il piano A è quello che ruota intorno all'operazione Cai.

Se ieri la trattativa con i sindacati si fosse chiusa positivamente, e la cordata Cai fosse decollata regolarmente, con ogni probabilità Roberto Colaninno, di qui a una settimana, avrebbe potuto dare il grande annuncio ufficiale: il partner internazionale scelto da Alitalia è Lufthansa.

I tedeschi, secondo questo primo progetto, sarebbero stati anche disposti ad entrare subito con una quota di minoranza, per rispettare almeno in una prima fase il caveat posto dal premier sull'italianità della compagnia di bandiera. Ma a regime, cioè alla scadenza del lock up che avrebbe vincolato i soci italiani di Cai a non vendere le rispettive quote prima di cinque anni, verosimilmente Lufthansa avrebbe rilevato la maggioranza, e preso in mano la cloche della "Nuova Alitalia".

Il piano B è invece quello più "radicale", e ricalca le orme di quello che i vertici della compagnia tedesca misero a punto nell'inverno dello scorso anno, quando il governo Prodi aveva annunciato la privatizzazione dell'Alitalia e indetto la relativa gara pubblica, aperta anche ai vettori stranieri.

È un piano che prevede l'acquisizione immediata di Alitalia, e che trasferisce subito la proprietà da Roma a Colonia, salvando ovviamente il "marchio", la divisa e tutto quello che in questi decenni ha rappresentato la storia della nostra compagnia di bandiera. Esattamente come è accaduto nel caso Swiss Air. Oltre a Milano, verrebbero potenziati gli scali del Nord, Torino, Venezia e Bologna, messi in raccordo con Francoforte, Monaco e Zurigo. La flotta sarebbe ridotta di una cinquantina di aerei, ma Alitalia beneficerebbe dell'integrazione nella rete Star Alliance, la più estesa del pianeta, che comprende quindici compagnie tra cui United, All Nippon, Thai e Singapore Airlines, e nella quale c'è anche Air One.

La via maestra che il governo e la cordata italiana stavano seguendo era ovviamente la prima, che almeno allo start up avrebbe salvato la "bandiera" dell'Alitalia e, quindi, la faccia di Berlusconi. I tedeschi erano disposti ad accettare il compromesso. Ma hanno posto una sola condizione, semplice e chiarissima: "Qualunque nostro coinvolgimento presuppone una discontinuità tra la vecchia e la nuova Alitalia".

In altre parole, a questo punto Lufthansa scende in campo solo se prima si passa attraverso una procedura concorsuale, e si divide il destino della compagnia cattiva (gli esuberi, i debiti e le attività improduttive) da quella buona (gli aerei, le rotte e gli slot). "Solo così - hanno spiegato i tedeschi - è possibile rinegoziare su basi nuove anche i rapporti con i sindacati, e soprattutto con i piloti, riallineando i contratti di lavoro alla produttività media dei vettori europei".

Proprio l'impossibilità di procedere a questa "cesura" normativa e contrattuale tra un prima e un dopo, del resto, fu la ragione che spinse i tedeschi a ritirarsi dalla gara dell'anno scorso, lasciando libera la pista alla sola Air France. E proprio questo spiega sia il perché, da Amburgo e da Colonia, ieri si guardava con attenzione all'esito della trattativa, sia il perché tre giorni fa il portavoce del colosso tedesco Thomas Jachnow aveva frenato le fughe in avanti del Cavaliere dicendo "Alitalia ci interessa, ma non ora viste le sue pessime condizioni finanziarie".

Adesso che l'improbabile italian job è saltato in aria, per l'irresponsabilità politica di Berlusconi e la responsabilità sindacale della Cgil, non c'è più molto da fare. O si decreta il fallimento di tutta la compagnia, o si conserva l'impianto attuale, con la bad company da liquidare progressivamente e la best company da cedere immediatamente. Magari attraverso una procedura competitiva trasparente, che recuperi almeno un barlume di concorrenza ed eviti la mannaia della Commissione Ue.

In tutto questo, che fine farà il progetto Lufthansa? Da quanto riferiscono fonti vicine alla Cancelleria, non è una domanda da rivolgere alla Germania. Semmai va girata al governo italiano. Adesso che in nome dell'italianità avete tradito il mercato e ucciso l'Alitalia, siete disposti a rinunciare all'assillo della bandiera e al vessillo dell'ideologia, vendendola ai tedeschi che sono pronti a comprarla?

(19 settembre 2008)

 

 

 

 

2008-09-18

ALITALIA

LA SCHEDA

Orari, ferie e retribuzione

ecco il contratto offerto da Cai

ROMA - Ecco cosa prevede la proposta di contratto aziendale avanzata da Cai per i dipendenti Alitalia.

Il contratto aziendale di Cai nella parte economica e normativa è unitario, vale per tre anni, è composto da una parte comune e tre aree contrattuali per le tre categorie: piloti, assistenti di volo e personale di terra; per la parte non definita varrà la disciplina vigente in Airone. Le sigle che firmano questo protocollo costituiranno una Rappresentanza Sindacale Unitaria (Rsu) per ciascuna delle tre categorie.

La Rsu piloti, Rsu assistenti di volo e Rsu terra costituiscono l'unica forma di rappresentanza sindacale in azienda e concorrono con le sigle firmatarie all'esercizio dei diritti sindacali. Il numero dei componenti di ciascuna Rsu sarà calcolato in riferimento al totale della forza delle singole categorie. Le Rsu eleggono un unico comitato di coordinamento, che terrà i rapporti con la direzione aziendale.

PERSONALE DI TERRA

Orario di lavoro: 38,5 ore settimanali; orario flessibile multiperiodale; istituzione e modifica di turnazioni e variazioni di turni o del giorno libero da servizio.

Ferie: 26 giorni, comprensivi delle giornate per le quali la mancata prestazione consegue alla ripartizione su 5 giorni.

Retribuzione: i minimi tabellari corrispondono agli attuali minimi di Alitalia e sono quantificati per 14 mensilità.

Previdenza complementare: 2% retribuzione Tfr.

PILOTI

Qualifiche: Comandante e Pilota. Il pilota di seconda con 36 mesi effettivi di anzianità consegue i gradi di pilota di prima. La lista di anzianità regola i passaggi ad aeromobile di livello superiore e l'avvio al corso comando. La compagnia può assumere direttamente piloti per qualsiasi aeromobile, provvedere alla transizione ad aeromobile superiore e ad avviare al comando nella misura del 25% del fabbisogno relativo.

Ferie: 30 giorni, che si incrementano di 1 giorno per ogni 5 anni di anzianità aziendale fino ad un massimo di 35.

Riposi: 1 giorno ogni 3 di ferie. Presso la base di servizio il pilota si presenta con mezzi propri. Diaria di linea: 42 euro giornalieri oltre 12 ore; 3,5 euro per ora sotto le 12 ore. La spettanza dei riposi per ciascun pilota è fissata in 30 giorni per trimestre, con un minimo mensile programmabile di 8.

Retribuzione: trattamento mensile complessivo non inferiore del 6%-7% rispetto al trattamento oggi vigente a parità di ore volate. Stipendio mensile di anzianità, corrisposto per 14 mensilità. Indennità di volo, garantita, corrisposta per 12 mensilità. Indennità oraria di volo integrativa, per ogni ora di volo effettuata ai comandi.

Sanità integrativa: conferma del regime di Alitalia.

ASSISTENTI DI VOLO:

Qualifiche: sono assistente responsabile e assistente di volo.

Ferie: uguali a quelle dei piloti. Gli assistenti di volo si presentano in servizio con mezzi propri. Diaria di linea: 42 euro giornalieri oltre 12 ore; 3,5 euro per ora sotto le 12 ore.

Composizione equipaggi.

Corto/Medio raggio: un responsabile e tre assistenti di volo per aerei con oltre 150 posti; un responsabile e due assistenti per aerei con meno di 150 posti; un responsabile e un assistente di volo per aerei con meno di 100 posti; un assistente responsabile o un assistente di volo per aerei con meno di 50 posti.

Lungo raggio: 1 responsabile e 10 assistenti per B777; 1 responsabile 7 assistenti per B767 e A330. E' possibile l'utilizzo di due assistenti di volo stranieri.

Riposi: 30 giorni per trimestre, con un minimo mensile programmabile di 8.

Retribuzione: trattamento mensile complessivo non inferiore del 6%-7% rispetto al trattamento oggi vigente a parità di ore volate. Stipendio mensile di anzianità per 14 mensilità. Indennità di volo per 12 mensilità.

Sanità integrativa: conferma del regime di Alitalia.

(18 settembre 2008)

Alitalia, ultimatum Cai ai sindacati

"Ok o domani ritiriamo offerta"

Primi sì da Cisl, Uil e Ugl

ma gli autonomi non si piegano

Per negoziare rimane tempo solo fino alle 16 di domani. Oggi nuovo vertice oggi a Palazzo Chigi. Colaninno: "Non è possibile trattare oltre". Sindacati divisi. La Cgil: "Bisogna allargare il consenso". Piloti e assistenti di volo restano contrari: "Mai visto il documento sui contratti". Nella giornata intanto disagi in tutta Italia per lo sciopero dei Cub e per altre agitazioni del personale di terra

 

22:28 Cgil e sindacati autonomi riuniti per elaborare controproposta

Filt Cgil, Sdl, Anpac, Up, Anpav e Avia si sono riunite in serata per elaborare una controproposta all'offerta di Cai. Le sei sigle che rappresentano le tre categorie di lavoratori (piloti, assistenti di volo e personale di terra) sono impegnate nella ricerca di una risposta condivisa, in particolare sul contratto, da presentare entro le 15,50 a Cai.

20:53 Ferrero: "Da Colaninno ricatto inaccettabile"

"L'offerta 'prendere o lasciare' su Alitalia avanzata da Colaninno e dal governo è un ricatto inaccettabile". Lo dichiara Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista. "Colaninno e il governo - spiega Ferrero - stanno solo cercando di scaricare sulle spalle del sindacato un dato di fatto, cioè che il loro piano pseudo-industriale fa acqua da tutte le parti. La proposta-ricatto di Colaninno e del governo è, dunque, inaccettabile e irricevibile, e va rifiutata. Rifondazione farà la sua parte, stando dalla parte dei lavoratori e dei sindacati in lotta contro questo piano".

20:42 Sacconi: "Nessuna compagnia straniera vuole comprare Alitalia"

"Il commissario straordinario di Alitalia mi ha detto di aver parlato con gli amministratori delegati delle grandi compagnie europee che hanno negato ogni possibilità di acquisto di Alitalia confermando solo l'interesse ad una partecipazione di minoranza". Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, lo ha detto sottolineando che rispetto al piano di salvataggio sul tavolo "non c'è alcuna alternativa se non il fallimento di Alitalia"

20:41 Sacconi: "Importante consenso di Cisl, Uil e Ugl"

"Credo che già ci sia una importante base di consenso", dice il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, sulle diverse posizioni espresse dai sindacati sul piano di salvataggio per Alitalia. A chi gli chiede se è sufficiente il sì arrivato solo da alcune sigle perché il progetto vada avanti, Sacconi risponde: "Mi auguro che la Cai vorrà valutare positivamente il risultato del confronto che si è svolto e che vorrà andare avanti perché ormai è chiaro che non ci sono alternative se non il fallimento". Il ministro comunque si augura "che il consenso si possa ampliare", ma, aggiunge, "ritengo già importante che immediatamente e senza esitazioni tre grandi organizzazioni confederali abbiano dato un consenso al progetto".

20:14 Up: "Non siamo disposti a mandare a casa 2 colleghi su 5"

Unione piloti non è disponibile ad accettare il taglio di mille unità previsto dal piano di Cai. E' il presidente Massimo Notaro a chiarire la posizione dell'associazione professionale dopo il confronto a Palazzo Chigi con Cai e Governo. "Abbiamo fatto una trattativa ma abbiamo trovato un muro. Non siamo in grado di mandare a casa due colleghi su cinque. La nostra gente dice che non è dipsonibile", afferma, escludendo la possibilità di aconsentire ad un accordo alle condizioni emerse finora.

20:12 Unione Piloti a Berlusconi: "Non ci manovra nessuno"

Il presidente dell'Unione Piloti, Massimo Notaro, dopo l'incontro di oggi a Palazzo Chigi, si è rivolto direttamente al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi: "Voglio dirgli - ha affermato - che non siamo pilotati da alcun partito politico, rappresentiamo i nostri iscritti, non ci manovra nessuno".

20:08 Unione Piloti: "Piano permette a low cost di spolpare mercato"

"C'erano due cose che non comprendevo, ed oggi sono più chiare", dice del piano di salvataggio di Alitalia il presidente dell'Unione Piloti, Massimo Notaro, dopo l'incontro di oggi a Palazzo Chigi. Sul fronte del piano industriale, dice, è ora chiaro che lascia spazio per "55 aeroplani di RyanAir, EasyJet, o di qualsiasi altra lowcost pronta a venire qui a spolpare il nostro mercato". E' "un piano piccolo, che ci lascia molti dubbi", ha aggiunto.

20:02 Anpac: "Documento sui contratti non lo abbiamo mai visto"

La proposta di Cai "si basava su due documenti; uno lo abbiamo, l'altro non l'abbiamo mai visto, non so cosa c'è, ma credo che parli di contratti". Lo ha denunciato Fabio Berti, presidente dell'Anpac, nel corso della conferenza stampa dopo l'incontro a Palazzo Chigi sulla vertenza Alitalia. Inoltre "è incongruente quanto detto da Colaninno di voler andare avanti col consenso dei lavoratori. L'atteggiamento è proprio il contrario".

19:55 Anpac: "Obiettivo Cai è eliminare associazioni di categoria "

"Oggi è emerso un dato fondamentale: non c'è sul tavolo solo un piano industriale di Alitalia, c'è altro, un sistema di governance che vogliono imporre, che ritengono assolutamente necessario e primario". Lo ha detto il presidente di Anpac, Fabio Berti, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi dopo l'incontro con Cai e il governo sul rilancio di Alitalia. "Oggi è una giornata importante - ha aggiunto - perché nonostante io abbia messo in evidenza una serie di punti a Colannino, anche su aspetti tecnici del piano, lui ha tenuto in modo preciso a dire che le associazioni professionali non devono esistere perché i lavoratori sono dipendenti dell'azienda". Berti ha replicato che "tutte le più grandi aziende hanno delle associazioni che le trainano nei loro progetti".

19:52 Assistenti di volo di Air One manifestano a Palazzo Chigi

Gli assistenti di volo di Air One manifestano davanti a Palazzo Chigi dove si è tenuto il vertice tra la Cai, il governo e i sindacati su Alitalia. I dipendenti della compagnia aerea, che dovrebbe entrare nella nuova Alitalia, chiedono di avere informazioni sul numero di esuberi che che li riguarda. Cifra, spiegano gli assistenti, "che nessuno sa. Non c'è stata nessuna informazione". Gli assistenti di volo, circa 50, sono partiti da Fiumicino a piedi e intendono restare davanti alla sede del governo fino a quando non avranno le informazioni sul loro futuro.

19:49 Sindacati autonomi: 'Non si può firmare contratto senza trattativa'

"Non si può firmare un contratto senza mai aver fatto una vera trattativa". Lo dice l'Sdl, con il coordinatore Fabrizio Tomaselli, indicando che la conferenza stampa congiunta con le altre sigle autonome, in corso a Palazzo Chigi, "è di per sé un dato di facile lettura", è il segno di "una posizione comune" con i piloti di Anpac e Up, e con gli assistenti di volo di Avia e Anpav".

19:42 Matteoli: "Nessuno ha detto di no, domani ci può essere svolta"

"Ero e resto fiducioso. Nessuno oggi ha detto di no alla soluzione prospettata da Cai e ribadita oggi da Colaninno e Sabelli per la crisi Alitalia. Domani può essere la giornata della svolta". Lo dichiara il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, al termine della riunione a Palazzo Chigi tra il governo, la Cai e le sigle sindacali di Alitalia.

19:38 Cgil: "Con un testo che ci convince pronti a dire sì"

La Cgil "farà di tutto", da ora alle 16 di domani, per allargare il consenso sindacale sulla proposta di Cai per Alitalia, ma se "fosse convinta di un testo, si assumerebbe la responsabilità di firmarlo e di andarlo a spiegare ai lavoratori". Lo ha detto in conferenza stampa a Palazzo Chigi il segretario confederale, Fabrizio Solari, al termine del tavolo con governo e Cai sulla compagnia. "L'allargamento del consenso - ha sottolineato Solari - non è nel numero delle sigle ma in quello dei lavoratori".

19:29 Cgil: "Noi vogliamo lavorare per allargare il consenso"

"Noi non abbiamo detto no al piano né abbiamo chiesto più tempo. Colaninno ha detto che una delle cose più importanti perché Cai confermi la propria proposta è ricostruire un clima positivo: sono d'accordo e non conosco altro modo per fare questa operazione che allargare il consenso. A questo siamo disponibili fino alle 15.55 di domani. Riteniamo che il raggiungimento di un punto di equilibrio non sia impossibile e ci stiamo lavorando". Lo ha detto il segretario confederale della Cgil Fabrizio Solari dopo l'incontro con Cai su Alitalia a palazzo Chigi.

19:23 Cgil: "Se non cambia nulla il nostro è un no"

"La Cgil è disponibile a fare questo ultimo miglio, con ragionamento pacato, con responsabilità. Le ultime 24 ore saranno spese per lavorare e spiegare ai lavoratori i sacrifici anziché siglare un'intesa che possa trovare un no dei lavoratori. Se non cambia nulla, è un no". Lo ha detto il segretario confederale della Cgil Fabrizio Solari dopo l'incontro con Cai su Alitalia a palazzo Chigi.

19:20 Bonanni ai piloti: "Andate all'osso del problema"

Il leader della cisl, Raffaele Bonanni, invita i piloti di Alitalia ad andare "all'osso del problema". Nel corso di una conferenza stampa al termine dell'incontro su Alitalia fra Cai, governo e sindacati, il leader della Cisl sottolinea che i piloti "sono un patrimonio importante, come lo sono anche gli assistenti di volo, ma non devono essere strumentalizzati per comandare sull'azienda". A chi chiede se la Cisl è disponibile ad un accordo separato, Bonannni risponde: "Noi non vogliamo separarci dal buon senso".

19:17 Lavoratori Atitech tolgono blocco a Capodichino

I lavoratori dell'Atitech hanno rimosso il blocco che aveva provocato pesanti disagi al traffico, a partire dalla Tangenziale, fino all'ingresso dello scalo di Capodichino a Napoli. Conseguenze negative anche per i viaggiatori che hanno dovuto percorrere a piedi centinaia di metri trascinando le valigie.

19:16 Da Ugl appello ai piloti: "Serve senso di responsabilità"

"Abbiamo dato al nostra adesione", dice del piano di salvataggio di Alitalia il segretario generale del'Ugl, Renata Polverini, che lancia anche un appello ai piloti: '''Chiedo ai piloti di immaginare di dare un contributo diverso. Credo che in questo momento dobbiamo fare tutti uno sforzo in più per uscire da questa situazione nel miglior modo possibile. Io faccio un appello al senso di responsabilità".

19:15 Polverini: "Lavoratori Atitech possono stare tranquilli"

"Abbiamo riconfermato la nostra disponibilità", visto che già l'altra sera "avevamo condiviso il piano industriale". Così Renata Polverini, segretario generale dell'Ugl, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi al termine dell'incontro con il governo e Cai. Polverini spiega che sono state ottenute "garanzie sull'invarianza salariale" e a proposito del destino di Atitech aggiunge: "Non posso dire nulla perché è quotata in borsa, ma abbiamo ricevuto rassicurazioni che i lavoratori possono stare tranquilli".

19:02 Cgil: "Non chiediamo tempo, ma di allargare consenso"

"Noi non chiediamo tempo. Quello che vogliamo è allargare il consenso tra le sigle sindacali". E' quanto ha affermato il segretario confederale della Cgil, Fabrizio Solari smentendo le dichiarazioni di altre sigle sindacali secondo le quali la Cgil si sarebbe espressa per un 'ni' riservandosi di sciogliere il dubbio nelle prossime 24 ore.

18:57 L'Unione Piloti: "Senza elementi nuovi nostro giudizio è negativo"

"Chiediamo di essere messi a conoscenza di quanto sottoscritto da coloro che hanno accettato sia l'accordo quadro sia il contratto. Senza elementi nuovi il giudizio dell'Unione Piloti è negativo". Così Massimo Notaro, presidente dell'Up, secondo quanto si apprende da fonti presenti al tavolo di confronto a Palazzo Chigi, avrebbe espresso la posizione dell'associazione.

18:55 Cancellati 34 voli all'aeroporto di Bologna

L'aeroporto di Bologna stila il bilancio dello sciopero di 24 ore indetto per oggi dalle Rdb per i lavoratori di Sab, Marconi handling, Bas, Giacchieri e Koop service: 34 voli cancellati, tra nazionali e internazionali (16 arrivi e 18 partenze), e tre dirottamenti in altri scali. La mobilitazione, che è andata a sommarsi agli scioperi che hanno riguardato alcune compagnie aeree (tra le quali Alitalia), ha fermato sei voli Lufthansa, sei Iberia, quattro Alitalia, quattro Klm, quattro Air France, tre Austrian, due British Airways e un Czech Airlines. I voli Airone da Lamezia e da Napoli sono stati dirottati a Forlì, mentre il volo Germanwings da Colonia è stato costretto ad atterrare a Verona.

18:48 Terminata la riunione a palazzo Chigi

Dopo quasi tre ore è terminato a palazzo Chigi l'incontro tra governo, sindacati e Cai sul piano di salvataggio di Alitalia. Prima di chiudere il tavolo, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta avrebbe sintetizzato la situazione definendo tre blocchi: sindacati che appoggiano il piano; risposte "fumose" e altre "altrettanto chiare ma in senso negativo".

18:35 Up: "Senza novità, nostro giudizio è negativo"

Senza elementi nuovi il giudizio dell'Unione piloti sulla trattativa Alitalia resta negativo. "Chiediamo di essere messi a conoscenza - ha detto, nel corso dell'incontro con Cai e governo a Palazzo Chigi, il presidente dell'Upi, Massimo Notaro - dei dettagli e dei contenuti di quanto sottoscritto da coloro che hanno accettato sia l'accordo quadro, sia il nuovo contratto". "Auspichiamo - ha concluso Notaro - che emergano elementi che ci consentano di dare un differente giudizio che allo stato attuale è negativo".

18:31 Colaninno: "Piloti sono dipendenti"

"Nel nostro modello di azienda i piloti sono dipendenti e non un'associazione professionale". Lo puntualizza Roberto Colaninno all'incontro a palazzo Chigi.

18:25 Cavola (Sdl) e Divietri (Avia): "Ancora spiragli per trattare"

Anche Sdl, un'altra delle cinque sigle sindacali autonome che stanno complicando la cessione di Alitalia a Cai, prende tempo. "Adesso, in queste poche opre che restano, ci sarà la vera trattativa" dice Andrea Cavola. Posizione condivisa da Antonio Divietri, segretario degli assistenti di volo dell'Avia. "la scadenza è domani, significa che vogliono iniziare finalmente a trattare".

18:22 Berti (Anpac): "Trattare fino all'ultimo"

"E' giusto cercare di allargare il consenso sul piano industriale, ci sono molte cose che non condividiamo" e per questo "vogliamo avere l'opportunità di discutere i nostri temi nelle prossime ore". E' la posizione del segretario dell'Anpac Fabio Berti, leader dei piloti, al tavolo di palazzo Chigi. Berti, inoltre, ritiene di poter dare "un contributo serio fino all'ultimo momento".

17:56 Angeletti (Uil): "Cai non ritirerà offerta per colpa nostra"

Intorno al tavolo Alitalia arriva anche il via libera della Uil di Angeletti. "La conclusione di merito è lontana ma la Cai non ritirerà l'offerta per colpa della Uil" ha detto il segretario.

17:27 Solari (Cgil): "Lavorerò fino alle 16 di domani"

Prende tempo e cerca di mediare fino in fondo la Cgil. Dice Fabrizio Solari al tavolo di palazzo Chigi: "Sarò a posto con la mia coscienza solo quando avrò espletato fino all'ultimo tentativo di allargare il consenso, utilizzando tutto il tempo a disposizione. Ritengo ci siano i margini per poterlo fare".

17:21 Ugl: "Ok al piano della Cai"

Renata Polverini, segretario dell'Ugl, è intervenuta al tavolo su Alitalia in corso a palazzo Chigi per dare "il via libera al piano proposto da Cai". E' la seconda sigla su un totale di nove che approva il piano.

17:15 Dimissioni direttori di volo e piloti?

A Fiumicino si inseguono voci di possibili dimissioni da parte di direttore e vicedirettore operazioni volo e dei piloti alla testa di altri settori. Significherebbe il blocco quasi totale dei voli. Il segretario dell'Anpac Fabio Berti dice di non saperne nulla.

17:10 Bonanni (Cisl): "Ok al piano Cai"

"Le proposte sono suggestive, do il mio assenso al piano". Lo dice il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni al tavolo cai-sindacati in corso a palazzo Chigi.

17:07 Colaninno: "Ai dipendenti il 7% utili"

La Cai è pronta a redistribuire ai dipendenti il 7% degli utili realizzati dalla società. Lo dice Colaninno ai sindacati. Secondo quanto riferiscono fonti sindacali, questa percentuale di profitti verrebbe assegnata per il 45% alla categoria dei piloti, per il 30% agli assistenti di volo e per il 25% ai lavoratori di terra.

16:48 Letta: "Risposta e firma entro le 16 di domani"

"La risposta e la firma dei sindacati dovrà arrivare entro domani alle 15,50". Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta intervenendo alla riunione su Alitalia convocata a palazzo chigi.

16:46 Colaninno: "Compriamo azienda in dissesto"

"La proposta può essere accettata o no" ma sia chiaro che "non stiamo comprando un gioiello ma un'azienda in dissesto". Lo dice Colaninno ai sindacati. "La nostra offerta- ha aggiunto- è condizionata al consenso legittimo delle forze lavoro. E' una proposta con tutti i limiti. Ma io non ho più un euro da mettere al tavolo".

16:43 Colaninno: "Senza consenso domani ritiro offerta"

"Senza consenso domani ritiro l'offerta". Lo ha detto il presidente di Cai, Roberto Colaninno, ai sindacati durante l'incontro su Alitalia a Palazzo Chigi.

16:36 Colaninno: "Impossibile trattare, non c'è una lira in più"

"Non c'è più nulla su cui discutere, non c'è una lira in più da condividere". Lo ha detto Roberto Colaninno, presidente della Cai, ai sindacati. "Avete ottenuto - ha aggiunto - in queste due settimane quello che non era previsto concedere". Poco prima Colaninno ha anche detto che non si è arrivati all'aut aut.

16:28 Colaninno: "Non è aut aut"

"Questo non è aut aut ma un tentativo di rilanciare Alitalia con il consenso dei lavoratori". Lo dice Colaninno ai sindacati riuniti a palazzo Chigi. Accanto a lui c'è Gianni Letta che al'inizio della riunione ha detto: "Ascoltiamolo poi valuteremo insieme come dare seguito al negoziato se ci sarà il tempo e lo spazio".

16:25 Colaninno: "Stavo per ritirare il mio investimento..."

"Il successo di un'impresa viene soltanto con il consenso di tutti i lavoratori". Lo sta dicendo Roberto Colaninno, presidente di Cai, ai sindacati riuniti a palazzo Chigi. Poi aggiunge: "Se stanotte il governo Usa non fosse intervenuto per Aig, io questa mattina avrei ritirato il mio investimento".

16:15 Lavoratori Atitech bloccano Capodichino

Da circa un'ora una cinquantina di dipendenti dell'Atitech stanno protestando per l'incertezza della sorte del polo di manutenzione pesante di Alitalia, bloccando la viabilità sulla rotonda in cui sbocca viale Fulco Ruffo di Calabria, arteria dalla quale si accede allo scalo aereo di Napoli. I passeggeri che devono partire da Capodichino sono costretti a percorrere il tratto di strada verso il terminal a piedi;

16:11 Iniziata l' "ultima" riunione a palazzo Chigi

E' appena iniziata a palazzo Chigi la riunione governo, Cai e sindacati su Alitalia. Al tavolo, nella sede del governo sono presenti il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta e i ministri Claudio Scajola, Altero Matteoli, Maurizio Sacconi e Andrea Ronchi. Per Cai è presente Roberto Colaninno. C'è, inoltre, il commissario alitalia Augusto Fantozzi. Sul fronte sindacale, rappresentanti di Cgil, il segretario della Uil Luigi Angeletti, della Ugl Renata Polverini, della Cisl Raffaele Bonanni, ed esponenti di Anpac, Anpav, Avia, Sdl e Unione piloti, la "terribile cinquina" degli atuonomi.

16:07 Sacconi: "Cai non toccherà più il piano industriale"

Come già detto ieri sera a Porta a Porta, il ministro Sacconi ripete oggi nell'aula di Montecitorio che "Compagnia aerea italiana non toccherà più il piano industriale", cioè numero di aerei e rotte da cui poi discende il personale di terra e di volo necessario. Il piano è "immodificabile"

15:58 Solari (Cgil): "Firmeremo solo proposta ragionevole"

Resta cauto il segretario confederale della Cgil Fabrizio Solari a pochi minuti dall'inizio del vertice a palazzo Chigi. "Vedremo cosa ha da dire Colaninno. Non sono nè ottimista nè pessimista. Dico che firmeremo solo sarà raggiunto un buon punto di equilibrio e mediazione tra le offerte della Cai e le controproposte dei lavoratori"

15:26 Sacconi: "Af, Lh e Ba solo per quote di minoranza"

Nè Air France, nè Lufthansa nè British Airways sono interessate a una proposta di acquisto per Alitalia, "ma solo a partecipazioni minoritarie". Lo ha detto il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, al question time alla Camera.

15:24 Sacconi: "Tremila esuberi, no taglio salari"

Sono "circa 3.000" i dipendenti di Alitalia che saranno interessati "da provvedimenti di integrazione di reddito e di ricollocamento". Sui salari inoltre "non è prevista una riduzione dei salari effettivi". A parità di salario, ha spiegato, dovrebbe invece corrispondere una maggiore produttività.

15:19 Sacconi: "Sono pessimista, Cgil gioca allo sfascio"

"Sono pessimista i sindacati mi sembrano autolesionisti e la Cgil sta giocando allo sfascio". Il ministro Sacconi è a Montecitorio pochi minuti prima dell'incontro a palazo Chigi. Il ragionamento del ministro è semplice: la trattativa è turbata dagli autonomi, che restano sulle barricate principalmente perchè pensano che c'è un sindacato, ovvero la Cgil, che non regge di fronte alla trattativa e rischia di mollare.

14:46 Al tavolo Cai-Alitalia la controproposta delle 5 sigle autonome

Sdl, Anpac, Up, Avia, Anpav portano al tavolo di palazzo Chigi una loro controproposta sul fronte del contratto di lavoro. E cioé lavorare di più allo stesso prezzo. Esempio per il personale di terra: 30 minuti in più al giorno che equivale a un giorno e mezzo in più al mese e 18 giorni in più all'anno.

14:21 Angeletti: "Ecco le ultime modifiche"

Angeletti ricorda che la "bozza di proposta" frutto del negoziato tra confederali e Cai prevede lo stesso salario per tutto il personale di terra e per il personale di volo, a parità di stipendio, l'aumento del 6% delle ore di volo. Resterebbe confermata la 14esima mensilità così come non verrebbero decurtati i giorni di ferie.

14:15 Angeletti (Uil): "Ci sono condizioni per accordo"

"Penso ci siano tutte le condizioni per un accordo". Così il leader della Uil, Luigi Angeletti, a pochi minuti dall'inizio della riunione decisiva a palazzo Chigi. "Sui contratti c'è un lavoro compiuto quasi a metà. Si tratta ora di scegliere tra due opzioni: la prima di accontentarsi di quello che c'è, la seconda di rinviare tutto quello che manca ad una successiva trattativa",

13:38 Mille manifestanti gridano "fuori" ai colleghi al lavoro

Sta crescendo la manifestazione contro la Cai in corso a Fiumicino. Oltre alle bandiere dei Cub sventolano quelle della Cgil e della Sdl. Ci sono piloti, steward e hostess. Sistanno radunando davanti ai banchi del check-in delle partenze nazionali, dove alcuni colleghi stanno lavorando, invitandoli a scioperare e urlando "Fuori, Fuori".

13:31 Sabelli: "Stessi salari ma con più produttività"

"La Cai è disposta a concedere gli stessi salari, nel nuovo contratto Alitalia, ma con un chiaro e netto aumento della produttività". Lo ha detto l'amministratore unico della Cai, Rocco Sabelli. Sulla disponibilità della società a concedere gli stessi salari con un congruo aumento di produttività, il top manager ha ricordato che "è dall'inizio che diciamo questo, forse qualcuno non l'aveva capito".

13:25 Scioperi: pochi disagi a Linate

Disagio sostanzialmente contenuto, a Linate, per lo sciopero indetto - dalle 12 alle 16 - dai dipendenti del gruppo Alitalia aderenti alla Cub Trasporti. Dei quaranta voli per cui è stata prevista la cancellazione solo cinque riguardano direttamente l'aeroporto di Linate. Dallo scalo milanese, non partiranno cinque voli diretti all'aeroporto romano di Fiumicino. Cancellati anche altri cinque voli in partenza dallo scalo capitolino in direzione Linate.

13:15 Fiumicino: 500 manifestanti in corteo

Cinquecento manifestanti con bandiere, slogan e fischietti stanno sfilando in corteo all'aeroporto di Fiumicino all'interno della hall degli Arrivi. Al grido di "Vergogna, vergogna" i manifestanti, sotto gli occhi incuriositi dei passeggeri, stanno camminando tenuti costantemente sotto controllo da uomini delle forze dell'ordine.

13:01 Sacconi: tutte le sigle a palazzo Chigi

"Ci vediamo alle 15.30 a Palazzo Chigi con tutte e nove le organizzazioni" coinvolte nella vicenda Alitalia. Lo ha annunciato il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, sottolineando che "il dottor Colaninno ha chiesto a noi di convocare una riunione di tutte le nove organizzazioni a cui rivolgerà un suo ragionamento"

12:59 Sacconi: non c'è più trattativa

Alla domanda se questa convocazione è di buono auspicio per la trattativa, Sacconi è deciso: "Non c'è più trattativa"

12:58 Sacconi, sindacati convocati alle 15.30

Il ministro del Welfare Sacconi ha convocato i sindacati alle 15.30

12:55 Cominciato sciopero Cub a Fiumicino

"Scioperiamo affinché venga applicato anche in Cai il contratto nazionale del trasporto aereo, nonché le normative relative al passaggio da un'azienda all'altra; scioperiamo per dire no all'atteggiamento della Lega Lombarda che sta portando avanti la propria battaglia contro l'aeroporto di Fiumicino per trasferire i voli Alitalia nello scalo milanese di Malpensa". Lo ha detto all'aeroporto di Fiumicino, Fabio Frati, responsabile nazionale della Cub Trasporti a pochi minuti dall'inizio dello sciopero di 4 ore proclamato dalla Cub Trasporti. Intanto nello scalo romano si stanno radunando tra impiegati di terra, hostess e steward in divisa e in borghese, circa 300 persone

12:54 Ryanair, le compagnie prossime al fallimento

"L'unico elemento che può aumentare il traffico passeggeri, è ridurre i prezzi" ha aggiunto Cawley. "Ogni compagnia riducendo i costi, può aumentare il numero dei passeggeri. Noi - ha aggiunto - vogliamo aumentare il mercato, lavorando su voli sia domestici che internazionali". Il rappresentante di Ryanair ha quindi riportato la classifica delle compagnie che, secondo un sondaggio via internet effettuato in Irlanda, sarebbero prossime al fallimento. "Al primo posto c'è l'Alitalia - ha riferito - seguita da Spanair, Sky Europe e Air Berlin"

12:50 Terminato incontro a palazzo Chigi

E' durata poco più di un'ora a palazzo Chigi la riunione su Alitalia. Dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta si sono riuniti infatti Roberto Colaninno e Rocco Sabelli di Cai, Gaetano Miccichè e Corrado Passera di Intesa Sanpaolo. Con loro, i ministri del Welfare Maurizio Sacconi e delle Infrastrutture Altero Matteoli

12:48 RyanAir: speriamo sopravviva, concorrenza importante

"L'Alitalia sta riducendo i voli e aumentando le tariffe. Speriamo che sopravviva con altre compagnie aeree, perché la concorrenza è importante" ha detto oggi a Fiumicino Michael Cawley, Deputy Chief Executive di Ryanair, la maggior compagnia aerea low-cost d'Europa, presentando una nuova offerta di cinque milioni di posti per viaggiare in ottobre e novembre a soli 5 euro (solo andata)

12:36 Al Senato audizioni di ministri e sindacati

Il decreto legge sull'Alitalia che modifica la legge Marzano sulle grandi aziende in crisi ha iniziato il suo iter parlamentare nelle commissioni congiunte lavori pubblici e industria al Senato con la prospettiva di approdare in Aula martedì 30 settembre ed esser votato entro giovedì 2 ottobre. Stamani gli uffici di presidenza delle commissioni congiunte hanno fissato il calendario delle audizioni mentre è slittato alle 15.30 di oggi l'intervento del ministro per lo sviluppo economico, Claudio Scajola. Domani mattina si svolgeranno le audizioni dei rappresentanti dell'Enac e di Assoaeroporti mentre martedì 23 è già fissata, alle ore 14, l'audizione del ministro delle infrastrutture, Altero Matteoli. Sempre per martedì 23 settembre sono fissate le audizioni del ministro del lavoro, Maurizio Sacconi, dell'Antitrust e dei sindacati

12:24 Iesm conferma interesse per Atitech

Investimenti e Sviluppo Mediterraneo (Iesm.Mi), investment company dedicata alle Piccole e Medie Imprese del Centro Sud Italia, conferma "di aver presentato il 12 settembre scorso una manifestazione d'interesse per valutare l'acquisto di Atitech, ovvero l'ingresso in una Newco che preveda l'acquisto di Atitech stessa". Lo rende noto la società in un comunicato in cui si sottolinea "di aver ricevuto richiesta di ulteriore documentazione da parte del commissario straordinario dell'Alitalia, Augusto Fantozzi, su cui la società sta già lavorando"

12:18 Franceschini, responsabilità Pd? Cicchitto patetico

"E' patetico e offensivo il tentativo di Cicchitto di attribuire al Pd una interferenza nella trattativa Alitalia. La nostra posizione è da tempo pubblica e trasparente" replica il vicesegretario del Pd Dario Franceschini. "La maggioranza tenta di coprire la propria gestione approssimativa e dilettantesca della vicenda sollevando un polverone politico. Pensino piuttosto a evitare di scaricare tutti i costi su lavoratori e contribuenti e imparino a rispettare l'autonomia e il ruolo dei sindacati, anzichè lavorare scientificamente per dividerli", conclude

12:12 Solari (Cgil): no ai ricatti, Cai rifletta bene

"Spero che Cai rifletta bene su come concludere la vicenda Alitalia, perché una società di servizi che nasce su un ricatto non avrebbe futuro". E' quanto afferma il segretario confederale della Cgil, Fabrizio Solari, che aggiunge: "la Cgil è consapevole che occorre un nuovo inizio anche sul versante contrattuale, ma una proposta onesta, che può risolvere la transizione verso la definizione del contratto collettivo nazionale del trasporto aereo, va ricercata nella normativa attualmente in essere nei principali competitor europei. Lufthansa, Air France, Iberia, scelgano loro"

12:05 Filt-Cgil a Sacconi: ieri nessuna proposta di negoziato

In una fase come quella in cui è ora la vicenda Alitalia in cui si deve discutere di contratto di lavoro, il metodo di escludere un negoziato di merito "rappresenta un'idea autoritaria "dei rapporti con i sindacati". E' quanto sottolinea il segretario generale della Filt Cgil, Franco Nasso, in merito alle dichiarazioni del titolare del dicastero di via Veneto sull'indisponibilità della Cgil a incontrare ieri i vertici della Cai. "Di cosa parla il ministro Sacconi?" si chiede Nasso precisando che "ieri non c'è stata alcuna convocazione formale, c'è stato solo un invito ai segretari confederali a passare a firmare"

11:46 Nuova riunione a palazzo Chigi

Nuova riunione a palazzi Chigi su Alitalia. Dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta sono infatti riuniti Roberto Colaninno e Rocco Sabelli di Cai, Gaetano Miccichè e Corrado Passera di Intesa Sanpaolo. Con loro, i ministri del Welfare Maurizio Sacconi e delle Infrastrutture Altero Matteoli

11:28 Cicchitto: Veltroni cerca di far saltare trattative

"Emerge in modo evidente che il settore del Pd guidato da Veltroni ha scelto sulla vicenda Alitalia la linea del tanto peggio tanto meglio e cerca in tutti i modi di far saltare le trattative puntando spregiudicatamente e cinicamente a influenzare sia la Cgil sia l'associazione dei piloti" ha affermato il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto. "Ci auguriamo che un grande sindacato come la Cgil e l'associazione dei piloti, che devono tutelare l'interesse di molti lavoratori e di operatori ad alto livello di qualifica, resistano a questa linea irresponsabile e si confrontino costruttivamente con la Cai ed il governo per una soluzione al meglio delle possibilità"

11:26 Moretti, mai fatto proposte per Alitalia

"Non abbiamo mai avanzato proposte per Alitalia": lo ha detto oggi, a Trieste, Mauro Moretti, amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, a margine di un convegno sui trasporti in Europa in corso a Trieste

11:25 Marrazzo: ho chiesto a Berlusconi un tavolo Roma

"Ho chiesto al premier Berlusconi un 'tavolo Roma' sulla questione Alitalia. In quella sede porterò quattro richieste: la liberalizzazione delle rotte intercontinentali; chiederò che Adr mantenga i 2,7 miliardi di euro di investimenti per le infrastrutture; l'istituzione del porto crocieristico e commerciale a Fiumicino e, come regione, il potenziamento delle infrastrutture con la città di Roma". E' quanto afferma il presidente della regione Lazio, Piero Marrazzo, parlando a Radio Radio

10:41 Oggi altri due scioperi, cancellati 3 voli

In contemporanea con lo sciopero dei lavoratori del Gruppo Alitalia indetto dalla Cub Trasporti dalle 12 alle 16, sono in programma oggi nella stessa fascia oraria altre due agitazioni: quella del personale di terra di tutte le compagnie italiane indetto da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl e quella della Uilt/ApM (Associazione piloti Meridiana). Le conseguenze previste per ora a Fiumicino sono limitate a Meridiana che ha programmato la cancellazione di tre voli: uno per Olbia e due per Cagliari. Air One non prevede invece soppressioni

10:09 Cossiga, lettera a Epifani

E' "comprensibile" e "doveroso" che "la Cgil operi per il fallimento del tentativo 'berlusconiano' di salvare l'Alitalia", in quanto "sindacato di sinistra". Lo afferma Francesco Cossiga in una lettera inviata oggi al segretario della Cgil, Guglielmo Epifani. "Il nemico da battere è anzitutto il centrodestra" scrive Cossiga, "non il 'padrone', che sarebbe il commissario di Alitalia. E ventimila licenziati sono un prezzo certo duro da pagare, ma necessario, pur di affermare la credibilità della Cgil e si deve alle parole far seguire i fatti: O si fa come diciamo noi, o salta tutto!"

09:59 Posticipato al 17 ottobre sciopero Sea

Lo sciopero del personale Sea, indetto originariamente per oggi dalle sigle Sdl, Cub-Trasporti e Slai Cobas, è stato posticipato di un mese, al 17 ottobre prossimo

09:53 Fiumicino, 40 i voli cancellati

A Fiumicino l'operativo voli Alitalia è al momento regolare, ma, concentrati per lo più nella fascia oraria dello sciopero dei lavoratori del Gruppo Alitalia indetto dalla Cub Trasporti dalle 12 alle 16, sono 40 i voli AZ, tra arrivi e partenze, che risultano cancellati al Leonardo da Vinci. Nel dettaglio, come si legge sul sito Alitalia, i voli soppressi sono 20 in partenza (di cui 10 internazionali e 10 nazionali) e 20 in arrivo (10 internazionali e 10 nazionali, di cui 5 da Linate)

09:19 Air France, no comment a dichiarazioni Berlusconi

"Non abbiamo alcun commento da fare in merito alle parole del premier italiano. No comment": così un portavoce della compagnia aerea Air France-Klm al quotidiano online Affaritaliani.it, dopo che ieri Silvio Berlusconi non ha escluso un'alleanza con Parigi

09:12 Previsti altri scioperi in giornata

Sono previsti anche altri scioperi del settore del trasporto aereo, programmati da tempo e non legati alla vertenza Alitalia, tra cui quello del personale di terra di tutte le compagnie indetto da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl. Iniziative che, di riflesso, potrebbero causare disagi all'operatività dei voli di tutte le compagnie.

Air One prevede solo disagi limitati. Tra gli altri scioperi, che si sovrappongono tutti dalle 12 alle 14, secondo quanto si legge sul sito del Garante, è previsto lo stop dei sindacati autonomi e di base per il personale della Sea (dalle 12 alle 16), la società di gestione degli aeroporti di Milano Linate e Malpensa

09:04 Cancellati 40 voli nel pomeriggio

Confermato dalla Cub Trasporti lo sciopero di quattro ore (dalle 12 alle 16) di tutti i dipendenti della compagnia. Alitalia ha previsto al cancellazione di 40 voli. Il sindacato autonomo in un documento ha criticato l'intesa sottoscritta dalla cordata italiana e Cgil, Cisl, Uil e Ugl, sottolineando che "segna un pesantissimo ridimensionamento di Alitalia che sarà ridotta a un vettore poco più che nazionale"

08:54 Matteoli, grande irresponsabilità scioperare oggi

"E' un gesto di grande irresponsabilità" ha detto il ministro dei Trasporti e infrastrutture, Altero Matteoli, intervistato da Sky sullo sciopero proclamato dai Cub di Alitalia. Matteoli rileva che "i sindacati finora hanno fatto il loro mestiere. Nella trattativa stanno cercando di portare a casa il più possibile per i loro assistiti e cai ha già fatto molte concessioni". Matteoli sulla trattativa ha detto di auspicare che "prevalga il buon senso"

08:27 Cancellati 50 voli, 4 ore di sciopero

I Cub hanno proclamato quattro ore di sciopero per protestare contro il piano della Cai e lo smantellamento della compagnia. La protesta comporta la cancellazione di 50 voli tra le 12 e le 16

 

 

IL PIANO FENICE

Alitalia, ecco il piano Fenice

65 rotte, 137 aerei, 3.250 esuberi

Solo 16 voli intercontinentali. I sindacati divisi. Sdl e Anpac: "Non tornano i conti"

Tajani: "La Ue potrebbe chiedere altri chiarimenti". Berlusconi contro Bersani e D'Alema

di CLAUDIA FUSANI

Alitalia, ecco il piano Fenice 65 rotte, 137 aerei, 3.250 esuberi

Il ministro Sacconi e il sottosegretario Gianni Letta

ROMA - Sarà un'Alitalia molto "concentrata" sui voli nazionali anche se convinta dell'importanza di quelli internazionali. Sottoposta a una cura dimagrante - tagliati tra 80 e 100 aeromobili - la nuova compagnia nazionale sarà dedicata soprattutto al mercato del corto-medio raggio con 65 destinazioni, di cui circa sedici intercontinentali e le altre 49 sparse tra Italia e Europa. Addio agli hub di Milano e Roma e via libera a sei minihub, cioè sei aeroporti principali come Roma, Milano, Torino, Napoli, Venezia e Catania. Dal perimetro della nuova Alitalia resteranno fuori il settore cargo e la manutenzione pesante ma avranno un' immediata ricollocazione anche perchè strategici al funzionamento. Così come i servizi amministrativi, i call center e il comparto dell'information technology: per questi servizi è prevista al momento "una zona grigia che però avrà presto la sua operatività". Buone notizie, rispetto alle premesse, per il capitolo esuberi: il governo promette che saranno "solo" 3.250 i lavoratori e le lavoratrici da ricollocare su un totale Alitalia-AirOne di 17.500 al netto dei contratti a tempo che sono già già in scadenza e non saranno rinnovati.

Sono i punti principali del piano Fenice che l'ad di Cai Rocco Sabelli ha illustrato al tavolo in oltre quattro ore di confronto serrato ma, come sottolinea il ministro Sacconi in serata, "positivo perchè costruttivo". Un tavolo affollato, caldissimo e con presenze di alto livello quello al secondo piano della sede del ministero del Lavoro in via Flavia. Oltre alle nove sigle sindacali - per Cisl e Uil sono presenti i segretari generali Bonanni e Angeletti - ci sono i quattro ministri - Sacconi (Welfare), Scajola (Sviluppo economico), Matteoli (Infrastrutture) e Ronchi - il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, il presidente della Cai Roberto Colaninno e l'ad Sabelli, gli acquirenti, e il commissario di Alitalia Augusto Fantozzi, il liquidatore.

Intorno alle venti, quando il tavolo del primo giorno si scioglie per darsi appuntamento a domani, c'è aria di missione compiuta negli uffici di via Flavia. "Il governo è impegnato - assicura Sacconi - a seguire passo passo il percorso di reinserimento di questi 3.250 lavoratori" per cui sarebbero già stanziati 180 milioni di euro in sei anni di cassa integrazione. Ma il fronte sindacale è diviso, per non dire spaccato: non tornano i conti degli esuberi. C'è una settimana di tempo. Una settimana definitiva e conclusiva per la tormentata storia di Alitalia. "La trattativa deve chiudersi il prossimo giovedì" ha messo in chiaro il commissario Fantozzi.

Prima di illustrare il piano che dovrà rilevare la parte buona di Alitalia e AirOne e fonderle nella neonata Compagnia aerea italiana, l'amministratore di Cai e di Banca Intesa ha voluto precisare: "Non siamo qui per fare una compagnia low cost". Colaninno ha aggiunto: "Il trasporto aereo è un mercato in crescita. Questo piano non è un investimento a breve periodo e quindi non è una speculazione". Un concetto che ha voluto ripetere anche Letta. Tutte risposte indirette a chi nel centro sinistra, come Bersani e D'Alema, intravede invece disegni speculativi. Anche il premier Berlusconi si preoccupa di smentire sul nascere queste voci: "Sono accuse senza fondamento".

Il piano Fenice, un nuovo modello operativo. Sabelli parla per un'ora e mezzo, ha preparato una serie di cartelle lucide per spiegare il percorso di morte e rinascita di Alitalia. Che si regge sostanzialmente su un nuovo modello operativo. La nuova stagione prevede si basa sulla strategeia del point to point,in qualche modo al servizio del cliente. Da qui i sei minihub - Milano, Torino, Venezia, Roma, Napoli, Catania - che serviranno cioè le tratte più richieste dal mercato di Alitalia che già adesso, ha detto Sabelli, "è per l'87 per cento di breve-medio raggio". Linate diventa diventa base della navetta Roma-Milano.

Alitalia, ecco il piano Fenice 65 rotte, 137 aerei, 3.250 esuberi

Il commissario Alitalia Augusto Fantozzi

La nuova Alitalia nazionale. Le sei basi, le "24 destinazioni del mercato domestico" per un totale di 49 tra Italia e Europa, svelano in qualche modo quella che sembra la vera natura di Cai-Alitalia: una compagnia nazional-europea. Sabelli e Colaninno dicono l'opposto, che "il trasporto aereo è un mercato in crescita", "l'intercontinentale è importante" e l'Italia sarà il porto verso "oriente e medioriente". Ma la Compagnia aerea italiana sarà soprattutto quello che dice il nome: una compagnia nazionale.

Sedici destinazioni nel mondo. Le slides dicono che scompare ad esempio Los Angeles, mentre si aggiungerebbero mete come Shangai, Seul, Rio de Janeiro. I voli intercontinentali partono "14 da Milano e 4 da Roma". A parte il declassamento di Fiumicino, la somma farebbe in questo caso 18 e non sedici.

La flotta. Passerebbe dagli attuali 220-239 di oggi - mettendo insieme gli aeromobili di Alitalia e AirOne - ai 137 della Cai. Questa la previsione almeno per il 2009. Nel 2013 gli aerei diventerebbero 158 di cui almeno 60 nuovi di officina. Restando all'oggi, la fusione e la rinascita di Az e AirOne comporta un taglio di circa 80-100 aerei per un quota di mercato domestico del 55 per cento, la somma dell'esistente.

Il partner straniero - E' il convitato di pietra della riunione. Chi sarà il socio straniero coinvolto in Cai? E in quale percentuale? "L'acquirente prosegue i contatti con tutti i soggetti interessati" spiega il ministro Sacconi. Che sono più d'uno, "Air France, British ma anche Lufthansa". E' un argomento delicato quello del partner straniero, un colosso internazionale - questo il timore - che poi si "mangia" la piccola ma redditizia Cai-Alitalia. Un rumor in qualche modo collegato alle voci di speculazione e ai sospetti di "interessi privati in atti di ufficio da parte del governo" (Solari, Cgil). Sacconi lo sa ed è molto preciso: "E' chiaro che qualsiasi socio straniero avrà una quota di minoranza".

Gli esuberi - E' il capitolo più difficile perchè ci sono di mezzo migliaia di famiglie. E' anche quello che sta più a cuore al ministro del Welfare che interrompe un paio di volte la riunione per scendere in sala stampa, informare e dare messaggi tranquillizzanti. "I dipendenti effettivi, strutturali, non a tempo, di Alitalia e AirOne sono 17.500. Nel nuovo sistema Alitalia - precisa Sacconi - saranno riassorbiti 14.250 lavoratori di cui 11.500 nella Cai". Fin qui tutto chiaro, quasi. Poi arrivano un po' di capriole. Sacconi parla di "700 lavoratori tra call center e information technology che al momento sono in una zona grigia ma essendo servizi essenziali per la compagnia si capisce che dovranno essere operativi fin dal primo giorno". Lo stesso si può dire dei 1600 incaricati della manutenzione e dei 450 del settore cargo. Se l'auspicabile diventa realtà, è tutto perfetto. "E' un piano robusto e credibile e ambizioso si sviluppo" dice il ministro. La faccia è tesa ma convinta.

A lato della riunione non sono mancate le polemiche. Quella tra il ministro Scajola e il presidente della regione Lazio Piero Marrazzo che vorrebbe entrare in Cai con dieci milioni di euro a garanzia e tutela del territorio. "A ognuno il suo mestiere" gli ha detto Scajola. "Appunto, sto difendendo i lavoratori del Lazio" ha replicato il governatore.

Il commissario europeo ai Trasporti Antonio Tajani (Pdl) fa sapere che la Ue "potrebbe aver bisogno di ulteriori chiarimenti". Insomma, al di là delle dichiarazioni e delle slide, il destino di Alitalia non è ancora deciso.

(4 settembre 2008)

 

L'UNITA'

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2008-11-18

Alitalia, niente più file ma "cento voli in meno al giorno"

Dopo i 70 voli soppressi di lunedì, l’avvio di giornata all'aeroporto di Fiumicino, non vede più le file di passeggeri dinanzi ai banchi e alle biglietterie Alitalia, che avevano caratterizzato, tra le vivaci proteste, i giorni scorsi. Tuttavia, secondo una stima non ufficiale, dovrebbero essere circa 45 i voli Alitalia cancellati in giornata nello scalo romano, di cui una ventina quelli in partenza e in larga prevalenza su rotte nazionali. Undici i voli in partenza per Linate soppressi, 14 quelli in arrivo dallo stesso scalo. Quattro gli unici voli internazionali cancellati in partenza, fino alle 23, finora, rispettivamente per Francoforte, Monaco, Amsterdam e Parigi. Alcuni voli accusano ritardi intorno ai 30 minuti, con una punta superiore, come quello per Catania di un'ora e trenta minuti.

Continua invece all'aeroporto di Palermo "Falcone-Borsellino" il presidio dei check-in a opera dei lavoratori Alitalia, quando ormai si è alla vigilia delle lettere di cassa integrazione per 174 persone attese entro il 30 novembre. Dalle 8.30 alle 19 tutti i banchi di accettazione dell'aeroporto restano "occupati". Dei diciannove ne resta aperto solo uno per gli imbarchi Alitalia e due di Gh e Pae Mas per garantire gli altri vettori. Sono previsti maggiori disagi rispetto a lunedì, con ritardi, code lunghissime e viaggiatori arrabbiati. Non è un blocco aereo, sottolineano i lavoratori, ma i voli cancellati lunedì a Punta Raisi sono stati sei, e altri dieci al Fontanarossa di Catania, non solo Alitalia. Se il piano Cai sarà confermato, solo 60 dei 174 dipendenti rientreranno al loro posto, con la riduzione a Palermo di un terzo delle tratte gestite da Alitalia, a riprova del temuto declassamento dello scalo. Per il resto, dietro la porta ci sarebbero la mobilità lunga per coloro - circa 40 - che sono entro i sette anni dalla pensione, e 80 esuberi. Perderebbero il lavoro anche i 42 impiegati a tempo determinato. L'assemblea del personale ha dichiarato lo stato di agitazione in vista dello sciopero di quattro ore in programma per il 29, rilanciando la necessità di un intervento da parte del presidente della Regione Raffaele Lombardo. La tensione è alle stelle e qualcuno ha anche minacciato di bloccare l'autostrada.

Fino al primo dicembre, data del decollo della nuova compagnia, Alitalia taglierà "cento partenze al giorno" a causa dello sciopero bianco che è costato già 20 milioni di euro all'azienda. Il commissario Augusto Fantozzi, ha riconosciuto che "forse" non è valsa la pena di boicottare Air France ma, dice, "è successo per una serie di ragioni". "È in atto uno sciopero bianco - ha sottolineato Fantozzi - non è che i piloti si limitano a rispettare rigorosamente il regolamento. No: allungano le operazioni di partenza con l'obiettivo di andare, come si dice, "fuori ore"". Il che vuol dire, ha aggiunto il commissario, che "se un pilota va fuori ore siamo costretti a cambiare tutto l'equipaggio. Ecco perché dobbiamo riprogrammare il servizio. E allora se sappiamo che un volo partirà con sei ore di ritardo andiamo a prelevare l'equipaggio sei ore dopo". Fantozzi ha spiegato che i voli tagliati saranno "cento al giorno da qui alla fine del mese. Attualmente ne facciamo 600 al giorno". Il commissario ha assicurato che chi ha comprato il biglietto per un volo cancellato otterrà il rimborso. "Dal 10 al 12 novembre abbiamo speso 20 milioni di euro in più", ha aggiunto Fantozzi secondo cui "se Alitalia è in queste condizioni non è solo colpa dei piloti ma anche dei piloti e di tutti gli altri soggetti. E pure Cai perderà se non rinegozierà tutti i contratti da quelli di lavoro alle forniture". Fantozzi ha auspicato quindi un "momento di resipiscenza da parte dei piloti".

18 Nov 2008

 

 

 

 

 

 

 

2008-11-06

 

 

 

 

 

2008-11-04

Alitalia, la Cai non tratta: "Prendiamo piloti da Ryanair"

alitalia, proteste lavoratori

Altro che trattativa. Per la Compagnia aerea italiana il discorso è chiuso. Il presidente della Cai, Roberto Colaninno fa sapere che "non c'è nessuna convocazione degli autonomi. Il problema è finito, chiuso". Questa la risposta alla richiesta avanzata lunedì dai sindacati autonomi che non avevano firmato il piano di salvataggio. Non c'è più spazio per trattare: piloti e assistenti di volo saranno convocati uno per uno, ha detto Colaninno: "Chi non accetta, finirà fuori. I piloti li prenderemo dalla Ryanair". Una risposta alla compagnia aerea irlandese, che aveva dichiarato nei giorni precedenti di voler assumere i piloti di Alitalia: "Ecco appunto, vediamo chi fa le condizioni migliori", ha replicato Colaninno.

E anche il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli, ribadisce che le "trattative non ce ne sono più e la Cai è intenzionata a partire". Inoltre per chi non firma "c'è qualche dubbio, che possano accedere alla cassa integrazione", ha detto il ministro. "La norma in proposito è chiara". Insomma un ricatto.

Sui tempi per lo sblocco della trattativa Matteoli ha ricordato che "oggi ci sarà incontro tra commissario straordinario e società per stabilire anche il percorso e credo che dall'1 dicembre possa decollare la nuova Alitalia. Se aspettiamo ancora - ha concluso - rischiamo di rimanere con gli aerei fermi". Riguardo a possibili forme di protesta di piloti e assistenti di volo, il ministro ha affermato: "Ieri, nonostante un'assemblea molto combattuta, nessuno ha dichiarato lo sciopero, voglio pensare che il buon senso prevalga almeno sotto questo aspetto". E in ogni caso, il ministro non esclude la precettazione: "L'ipotesi di una precettazione, nel caso in cui venisse proclamato uno sciopero da parte di piloti e assistenti di volo, sarà esaminata al momento opportuno".

Intano la mozione approvata dall'assemblea dei sindacati lunedì prevede il mandato alle organizzazioni sindacali e dalle associazioni professionali "di trattare con Cai e il governo per l'ottenimento della massima tutela occupazionale, anche mediante il ricorso ad un esteso part-time". Viene infine "rifiutata ogni forma di stesura dei contratti collettivi di lavoro unilaterale e non condivisa", e, allo stesso tempo, si indica la necessità di "indire frequenti assemblee per aggiornare i lavoratori sulla situazione e per prendere le decisioni conseguenti".

L'offerta di Cai per l'acquisto di complessi di beni e di contratti di Alitalia, Alitalia Servizi, Alitalia Express, Alitalia Airport e Volare è vincolante ed irrevocabile fino al 30 novembre 2008 ed è unica e inscindibile, per cui l'accettazione sarà efficace solo se riferita alla stipulazione di tutti i contratti. Lo rende noto il commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi, in una nota precisando che il corrispettivo dovuto e le modalità e i termini di pagamento saranno comunicati dopo che il perito indipendente nominato dal Ministero dello Sviluppo economico (Banca Leonardo) avrà trasmesso la perizia. L'offerta presentata da Cai, rende noto ancora Fantozzi, sarà oggetto di una istruttoria, anche con l'ausilio dell'advisor finanziario della procedura, e sarà sottoposta alle Autorità competenti.

Per il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani "un'azienda che vuole ripartire deve risolvere i problemi con il proprio personale da sola. Non può sempre ricorrere a "zio-Letta" anche perché non è questa la funzione della presidenza del Consiglio". Secondo il dirigente sindacale, "Cai deve diventare adulta come lo devono diventare tutte le organizzazioni sindacali di Alitalia altrimenti non si va da nessuna parte. Credo che ci voglia responsabilità e non tutte le modalità di Cai mi convincono".

Il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti crede invece, rispetto alla mancata sigla degli autonomi, che "alla fine il buon senso prevarrà".

Pubblicato il: 04.11.08

Modificato il: 04.11.08 alle ore 10.07

 

 

 

 

 

2008-11-03

Alitalia, assemblea infuocata "Pronti alla mobilitazione"

"Cai riapra la trattativa su assunzioni"

alitalia, proteste lavoratori

Il "muro del no" all'accordo con Cai si incrina, ma programma la mobilitazione, anche se la parola sciopero non viene usata ufficialmente.

L'assemblea del personale Alitalia del fronte del "no" si è conclusa alle 19,15 a Fiumicino dopo oltre tre ore di dibattito. Convocata da Anpac, Up, Sdl, Anpav e Avia all'aeroporto di Fiumicino, vi hanno partecipato oltre mille dipendenti dell'Alitalia (piloti, assistenti di volo e personale di terra).

"Anche in conseguenza delle dichiarazioni più volte rilasciate dal Segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, relativamente al concetto di democrazia e di rappresentanza sindacale" i lavoratori del gruppo Alitalia e di AirOne "chiedono alla Filt-Cgil di ritirare la firma apposta il 31 ottobre a palazzo Chigi", il cosidetto Lodo Letta. È quanto prevede la seconda mozione approvata dall'assemblea.

La mozione, votata all'unanimità prevede anche che siano messe in campo tutte le azioni utili per "il ripristino di corrette relazioni industriali e sindacali con chi rappresenta realmente i voleri dei lavoratori di Alitalia appartenenti alle tre categorie: terra, assistenti di volo e piloti.

Inoltre la mozione prevede il mandato alle organizzazioni sindacali e dalle associazioni professionali "di trattare con Cai e il governo per l'ottenimento della massima tutela occupazionale, anche mediante il ricorso ad un esteso part-time". Viene infine "rifiutata ogni forma di stesura dei contratti collettivi di lavoro unilaterale e non condivisa", e, allo stesso tempo, si indica la necessità di "indire frequenti assemblee per aggiornare i lavoratori sulla situazione e per prendere le decisioni conseguenti".

L'Anpav ha abbandonato l'assemblea: "Sono entrato in assemblea e mi sono trovato davanti ad un vero e proprio agguato. Non potendo esprimere le ragioni della mia associazione ho dovuto abbandonare l'incontro" riferisce il presidente dell'Anpav, Massimo Muccioli, che pur non dicendosi pronto a firmare gli accordi già sottoscritti dai confederali lo scorso 31 ottobre apre un filo di speranza: "L'Anpav - ha annunciato- in piena autonomia deciderà a fronte delle novità e dei chiarimenti se aderire o meno agli accordi già sottoscritti da Cgil, Cisl, Uil e Ugl".

L'offerta di Cai per l'acquisto di complessi di beni e di contratti di Alitalia, Alitalia Servizi, Alitalia Express, Alitalia Airport e Volare è vincolante ed irrevocabile fino al 30 novembre 2008 ed è unica e inscindibile, per cui l'accettazione sarà efficace solo se riferita alla stipulazione di tutti i contratti. Lo rende noto il commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi, in una nota precisando che il corrispettivo dovuto e le modalità e i termini di pagamento saranno comunicati dopo che il perito indipendente nominato dal Ministero dello Sviluppo economico (Banca Leonardo) avrà trasmesso la perizia. L'offerta presentata da Cai, rende noto ancora Fantozzi, sarà oggetto di una istruttoria, anche con l'ausilio dell'advisor finanziario della procedura, e sarà sottoposta alle Autorità competenti.

Le cinque sigle sindacali che venerdì scorso, 31 ottobre, si sono rifiutate di sottoscrivere la mediazione messa a punto dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, hanno chiamato a raccolta i lavoratori per spiegare le ragioni del "no". In particolare dovranno dire cos'è che non va nei criteri di assunzione e nei contratti che sono stati invece accettati dalle organizzazioni sindacali aderenti a Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Intanto Ryanair non esclude la possibilità di assumere piloti dell'Alitalia, con i sindacati autonomi che li rappresentano e che non hanno sottoscritto gli accordi: "Ci sono tanti piloti di diverse compagnie europee che hanno deciso di venire a lavorare con noi; Ryanair selezionerà sempre i migliori e già ne abbiamo di diverse nazionalità, ma la domanda supera l'offerta", ha detto l'investor relator della società irlandese, David Broderick. Per il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani "un'azienda che vuole ripartire deve risolvere i problemi con il proprio personale da sola. Non può sempre ricorrere a "zio-Letta" anche perchè non è questa la funzione della presidenza del Consiglio". Secondo il dirigente sindacale, "Cai deve diventare adulta come lo devono diventare tutte le organizzazioni sindacali di Alitalia altrimenti non si va da nessuna parte. Credo che ci voglia responsabilità e non tutte le modalità di Cai mi convincono".

Il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti crede invece, rispetto alla mancata sigla degli autonomi, che "alla fine il buon senso prevarrà.

Non c'è alternativa se non quella che il commissario Fantozzi porti l'azienda al fallimento, la liquidi letteralmente". "Questo accordo - dice - evita la distruzione dell'azienda e la perdita di tutti i posti di lavoro. Cosa accadrà dopo il fallimento credo che ognuno se lo può immaginare o sperare ma sarà sicuramente una soluzione peggiore di quella attuale. Se il fallimento fosse stata la soluzione migliore l'avremmo fatta fallire subito.

Pubblicato il: 03.11.08

Modificato il: 03.11.08 alle ore 20.54

 

 

2008-10-31

Ecco cosa prevede il "lodo Letta"

Ecco i punti principali del 'lodo Letta' sul contratto di lavoro dei dipendenti per la 'nuova Alitalia', firmato da Filt Cgil, Fit Cisl, Uil trasporti e Ugl trasporti e che invece ricevuto il 'niet' dei rappresentanti di piloti e assistenti di volo.

- ESCLUSIONE DAL PROCESSO DI SELEZIONE: "Cai potrà non assumere personale che nel periodo di fruizione degli ammortizzatori sociali maturi il diritto, sulla base del sistema previdenziale vigente, ad un trattamento previdenziale".

- CRITERI DI SELEZIONE PROFESSIONALE: possesso di abilitazioni/certificazioni: verrà data priorità al possesso di specifici brevetti, abilitazioni, approvazioni, certificazioni, titoli di studio, attestati di specializzazione richiesti per l'immediato utilizzo del personale nelle relative posizioni professionali. In particolare: per piloti e comandanti l'abilitazione alla condotta degli aeromobili operativi; per il personale navigante di cabina abilitazioni/certificazioni per gli aeromobili operativi; per il personale di terra: per l'area manutenzioni il possesso delle certificazioni relative agli aeromobili operativi e delle abilitazioni/approvazioni/attestati di specializzazione necessarie allo svolgimento delle attività manutentive di Linea, Hangar, officine; per altre aree il possesso di abilitaioni specifiche, ove richiesto per lo svolgimento di specifiche mansioni/funzioni/attività. Verrà data priorità nei processi di selezione al domicilio/dimora/residenza del personale rispetto alla sede/base di destinazione, volendo con ciò anche minimizzare i disagi dei neoassunti rispetto alla nuova sede di lavoro. Laddove il fabbisogno di ciascuna sede/base non fosse soddisfatto dal criterio del domicilio/dimora/residenza abituali si farà ricorso al criterio di anzianità. Verrà tenuto conto della composizione del nucleo familiare del candidato, dando la precedenza al genitore di minore con handicap grave, a nuclei monoreddito e/o a presenza di minori in famiglia, comprese situazioni di affido e/o adozioni. In caso di limitazioni all'impiego, Cai si riserva di non procedere all'assunzione, ad eccezione delle seguenti ipotesi: lavoratrici in astensione obbligatoria; lavoratore o lavoratrice temporaneamente inidonei al servizio per una durata non superiore a 365 giorni dalla data della proposta di assunzione.

- CONTRATTI A TERMINE: La Cai potrà procedere con assunzioni a tempo determinato, considerate le esigenze produttive correlate ai tempi di riqualificazione del personale collocato in Cigs/mobilità; esigenze produttive correlate alle fattispecie in deroga alle limitazioni d'impiego (lavoratrici in astenzione obbligatoria; lavoratori temporaneamente inidonei al servizio); esigenze produttive correlate alla fase di avvio dell'attività.

Pubblicato il: 31.10.08

Modificato il: 31.10.08 alle ore 21.49

 

 

 

Alitalia, no di piloti e assistenti Cai ritira offerta alitalia

Accordo parziale sul 'lodo Letta' per Alitalia. I sindacati confederali e l'Ugl hanno firmato il contratto di lavoro dei dipendenti della "nuova Alitalia". Ma non c'è stata la sigla dei sindacati autonomi dei piloti (Anpac e Up) e degli assistenti di volo (Sdl, Avia). E il nodo quindi non è ancora sciolto. Intanto è in corso il consiglio di amministrazione con il presidente e l'amministratore delegato della Compagnia Aerea Italiana, Roberto Colaninno e Rocco Sabelli. E a quanto pare il Cda di Cai sarebbe orientato alla non presentazione dell'offerta. Sarebbe questo, l'orientamento degli amministratori.

"A mezzanotte non c'è più Alitalia, senza l'accettazione dell'offerta di Cai perchè il 31 è il termine ultimo per sopravvivere" aveva detto intorno alle 14 il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, durante l'incontro con i sindacati a Palazzo Chigi. Al tavolo, con i vertici Cai e il commissario straordinario Alitalia Augusto Fantozzi, Letta aveva anche sottolineato: "Siamo vicini al baratro, non c'è più margine per trattativa, l'alternativa è il fallimento". E il presidente della Compagnia aerea italiana aveva avvertito: "Senza una firma sui contratti oggi al tavolo a Palazzo Chigi la Cai è fuori da Alitalia". Ora, è da capire quale effetto avrà sul Cda della Cai la spaccatura tra i sindacati confederali e gli autonomi.

Senza firma, la vecchia Alitalia non potrà nemmeno andare dal giudice per dare corso alla vendita degli asset: insomma , dice il commissario straordinario Augusto Fantozzi, "è necessario che il contratto sia sottoscritto da tutti. Non è un ultimatum – dice – ma i tempi sono scaduti. Stiamo bruciando risorse per i creditori".

Alla luce della decisione del Cda della Cai di non presentare l'offerta vincolante per l'acquisto degli asset Alitalia, "il Governo deve sentire la responsabilità di informare urgentemente, a partire dalle prossime ore, il Parlamento sullo stato della trattativa e su come intende risolvere la crisi Alitalia": così il capogruppo del Pd nella commissione Trasporti della Camera, Michele Meta, che aggiunge: "Davanti a notizie così preoccupanti e all'incertezza che stanno determinando nel settore del trasporto aereo, il silenzio del Governo è assordante ed inaccettabile. Si parla di una compagnia strategica per il nostro paese il cui fallimento avrebbe ripercussioni devastanti per decine di migliaia di lavoratori italiani"

Pubblicato il: 31.10.08

Modificato il: 31.10.08 alle ore 17.40

 

 

2008-09-30

 

 

 

2008-09-29

Alitalia, firmano gli assistenti Ora il partner internazionale

Sdl e Avia: ma i rapporti cambiano

alitalia

Nell'intesa con la Cai, Avia e Sdl hanno firmato i protocolli generali che compongono l'accordo con le altre 7 sigle di Alitalia e un allegato "con alcuni chiarimenti che definiscono garanzie per gli assistenti di volo". Lo ha detto il coordinatore nazionale della Sdl, Fabrizio Tomaselli, in una conferenza stampa a palazzo Chigi. L'allegato, ha aggiunto il numero uno dell'Avia, Antonio Divietri, rappresenta "un riconoscimento della professionalità della categoria e non stravolge i documenti firmati" nei giorni scorsi dagli altri sindacati.

La categoria più penalizzata tra i dipendenti Alitalia sarà quella delle hostess e degli steward che "paga un prezzo altissimo", con "1.500 esuberi", ha ricordato Divietri. "Uno su tre dei nostri colleghi - ha ribadito Divietri - andrà a casa".

Dopo questa vertenza su Alitalia "le relazioni sindacali non saranno più le stesse", ha detto Tomaselli. "Cisl, Uil, Ugl e successivamente l'Anpav - ha detto Tomaselli - durante questa trattativa hanno rotto il fronte sindacale accettando protocolli e documenti prima che questi venissero discussi e trattati. Questa è una cosa mostruosa e non può essere stato un errore".

Tomaselli ha quindi lodato il sottosegretario Gianni Letta che, ha detto Tomaselli, "ha svolto un ruolo di mediazione importante, cosa che non è stata fatta dal ministro Sacconi che invece ha svolto un ruolo di appoggio diretto alle istanze aziendali".

Ora l'attenzione si sposta sul partner internazionale. Per Berlusconi "spetta a Cai decidere qual è l'alleato migliore. Certamente dev'essere un alleato internazionale". "Lasciamo decidere a loro - ha ribadito Berlusconi - che sono persone capaci, e lo dimostrano con le imprese che hanno messo in piedi e che gestiscono in modo positivo". "Il governo adesso si tira indietro - ha sottolineato il premier - Quello che doveva essere fatto è stato fatto, e adesso sono gli imprenditori a prendere le decisioni più logiche nell'interesse di Alitalia e del Paese".

Pubblicato il: 29.09.08

Modificato il: 29.09.08 alle ore 15.09

 

 

2008-09-27

Alitalia, firmano anche i piloti L'intesa raggiunta nella notte

È arrivato alla quattordicesima ora di trattativa ad oltranza l'accordo tra i piloti Alitalia e la nuova società a guida Colaninno. Ora la Cai è davvero pronta a partire. L'intesa è stata siglata nella notte. Ora su quella carta mancano solo le firme di Avia e Sdl, i sindacati trincerati ancora sul fronte del no che comunque riprenderanno la trattativa lunedì.

Mentre Anpac e Up, le due associazioni dei piloti, hanno raggiunto strappato piccoli ritocchi allìaccordo, poi risottoscritti dai vertici di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, al termine di un acceso confronto nelle ultime 5 ore di negoziato, con momenti in cui si è sfiorata più volte una nuova rottura.

I principali punti dell'accordo rivisto e corretto riguardano l'inserimento dei primi ufficiali nel contratto unico della Cai, mentre i comandanti saranno inquadrati con un contratto da dirigenti. In comune le due categorie avranno la previdenza integrativa, l'assistenza sanitaria, la normativa sull'utilizzo in volo e le regole d'addestramento.

La nuova Alitalia assumerà in totale 1.689 piloti, ma il 9% di questi (circa 139) sarà sempre utilizzato part-time a rotazione, con il meccanismo dei "contratti di solidarietà" già sperimentati nelle crisi di molte altre categorie.

In sostanza è aumentato il numero degli assunti ma Cai è rimasta ai 1.550 di utilizzo full-time previsto inizialmente. Gli esuberi - uno dei punti più dolenti fino all'ultimo - resteranno nella bad company di Alitalia e saranno 860. Tra questi si cerca ancora di far rientrare nel perimetro della nuova società i 130 piloti dell'attività cargo, che sarà esternalizzata. Ci sarà poi una lista di anzianità per i piloti che andranno in mobilità, ovvero in cassaintegrazione, a cui potrà attingere la Cai per eventuali necessità di personale aggiuntivo rispetto al piano di utilizzo

L'accordo dovrà essere completato con una contrattazione tra sindacati e Cai sul contratto unico e su quello dei dirigenti-piloti, che dovranno essere definiti nei particolari prima dell'avvio dell'attività della nuova compagnia di bandiera.

E alla fine anche le due associazioni dei piloti si dicono moderatamente soddisfatte. "Finalmente - ha detto il numero uno dell'Anpac, Fabio Berti - siamo arrivati a un accordo che ci soddisfa. C'è però ancora molto da lavorare, è solo un inizio". Anche se, come ha ricordato il presidente dell'Up Massimo Notaro, "per gli esuberi la situazione è ancora delicata, perchè il numero è ancora molto elevato, anche se più piccolo". Per il governo, infine, c'è "piena soddisfazione e gratitutidine" verso i vertici della Cai, Roberto Colaninno e Rocco Sabelli. È stato in particolare quest'ultimo a condurre la trattativa finale con i piloti.

Pubblicato il: 27.09.08

Modificato il: 27.09.08 alle ore 8.52

 

 

 

 

2008-09-26

Alitalia, c'è il sì dei confederali Piloti: "Ancora in trattativa"

Veltroni: il Pd è stato decisivo

C'è stata una suspence finale per la firma dell'intesa con tra la Cai e i sindacati confederali a Palazzo Chigi. L'accordo quadro è stato firmato dalle tre sigle confederali più l'Ugl ma fino all'ultimo erano rimasti dei dubbi sulla firma della Cgil. Il segretario generale Guglielmo Epifani a quanto pare ha solo voluto verificare le correzioni fatte sui punti più critici della trattativa contenute nei due protocolli allegati all'accordo quadro.

Epifani spiega che alla fine si è convinto perché "la decurtazione delle retribuzioni del 6-7% per piloti e assistenti di volo sarà recuperato con un incremento della produttività". Tale riduzione potrà essere parzialmente o totalmente recuperata con incrementi di ore di volo. Epifani ha evidenziato, inoltre l'importanza del riferimento al precariato. L'azienda che riprende a volare userà infatti, spiega, "quel bacino di precari, dando così speranza a centinaia e centinaia di lavoratori per i quali non c'era nulla". Il segretario della cgil sottolinea, inoltre, "l'effettiva invarianza retributiva di tutto il personale a terra" con, tra l'altro, la conferma della maggiorazione notturna e la rinuncia, da parte della Cai, alle restrizioni sui trattamenti di malattia e sulle indennità. Riferendosi a piloti e assistenti di volo Epifani ha affermato: "Confido che anche grazie a queste interpretazioni e avanzamenti sia possibile da parte di coloro che fino a oggi non hanno sottoscritto nulla, di poter riflettere in queste ore per vedere come anch'essi possano contribuire a questo piano di rilancio e di risanamento".

Poi Epifani ha sollecitato la risposta positiva di piloti e assistenti: "Una compagnia di volo non può fare a meno di piloti e assistenti di volo. Mi aspetto da loro un passo di responsabilità".

I vertici della Cai sono stati convocati a Palazzo Chigi fin dal mattino insieme al commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi. La trattativa si era riallacciata già mercoledì, anche a partire dalla mediazione fatta dal segretario del Pd Walter Veltroni. A raccogliere i frutti della nuova fase, il "grande mediatore" del governo: il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, al quale è spettato il compito di presentare i documenti ai sindacati al termine dell'incontro con i vertici della Cai.

Trovate le firme di Cgil, Cisl e Uil, ora -come ha spiegato l'amministratore delegato di Cai, Rocco Sabelli- il lavorio dei mediatori si concentra sulle sigle sindacali che ancora non hanno accettato l'intesa, cioè quelle che rappresentano i piloti e gli assistenti di volo. Anpac, Up assieme a Anpav, Avia e Sdl non si sono ancora espressi sui protocolli di Cai firmati dai confederali, insieme all’Ugl. I presidenti delle associazioni dei piloti Anpac e Unione Piloti, Fabio Berti e Massimo Notaro, si sono recati a palazzo Chigi.

Ma per il momento non è stato raggiunto alcun risultato nella trattativa in corso ed è stato fissato un nuovo termine alle 13.00 di venerdì, facendo slittare quello inizialmente previsto per le 20.00 di questa sera. Lo ha detto il leader dell'Anpac Fabio Berti: "È stato spostato alle 13.00 il limite per aderire agli accordi. Domani continueremo a lavorare. Lo spostamento del limite è un segnale molto importante", ha aggiunto, sottolineando che la "trattativa è in un fase estremamente delicata, ma il fatto che prosegua è un dato positivo. Ma per il momento non è stato raggiunto nessun risultato".

"Poichè proseguono i contatti bilaterali tra il sottosegretario Letta ed alcune organizzazioni sindacali dei lavoratori dell'Alitalia, il termine per l'adesione all'accordo già sottoscritto da Cgil, Cisl, Uil ed Ugl è stato

prorogato alle 13 di venerdì 26 settembre 2008". Gli incontri e i contatti si susseguono. Ma decisiva sembra essere l'assemblea unitaria a Fiumicino, dove Avia e Sdl sono contrarie all'intesa. "Abbiamo detto di no; le garanzie contrattuale ci devono essere", ha detto Antonio Di Vietri (Avia) nel corso del suo intervento all'assemblea dei lavoratori. Il rischio da evitare "è quello del caporalato. Dobbiamo evitare questo rischio nel momento in cui ci sarà discontinuità tra la vecchia e la nuova compagnia. Quel momento brutto in cui arriva una telefonata nel tinello. Questo è il motivo per cui Anpac, Up, Sdl e Avia stanno assieme uniti in questo momento".

Anche per loro l'appuntamento è venerdì. Il governo ha convocato gli autonomi a Palazzo Chigi.

Intanto Air France-Klm è pronta ad acquisire una quota tra il 10 e il 20% di Alitalia. È quanto si apprende da fonti industriali.

Veltroni: io ho fatto incontrare Epifani e Colaninno Per due volte ripete che "48 ore fa è stato il momento risolutivo" per Alitalia, ma non va oltre. La terza volta, il segretario del Pd Walter Veltroni rivela di aver fatto incontrare il presidente di Cai Roberto Colaninno e il leader della Cgil Guglielmo Epifani "per favorire un punto d'intesa che impedisse la catastrofe". Ospite di "Porta a Porta", il leader dei democratici rivendica il suo ruolo, attacca Berlusconi, che "è andato in un luogo che non conosciamo", ed elogia il sottosegretario Gianni Letta, "un uomo che ha il mio stesso senso delle istituzioni ma che nel governo è poco più di un libero professionista".

L'incontro "decisivo", tenuto segreto fino ad ora, si sarebbe svolto martedì, verso le 14, nella casa di Veltroni dopo il coordinamento del partito, che ha avallato la decisione di collaborare con il governo per riaprire la trattativa, e prima di scrivere la lettera al premier con le 3 ipotesi di soluzione per Alitalia. "Fino a qualche giorno fa - esordisce il capo dei democratici - la vicenda Alitalia era drammaticamente conclusa. Io ho fatto il mio dovere, come fa il leader dell'opposizione di un paese anglosassone: ho cercato di dare una mano nelle relazioni tra Colannino e i sindacati, di far fare un passo avanti a Cai, informando Gianni Letta".

Veltroni tanto è duro verso il Cavaliere, quanto spende parole di elogio verso il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, che purtroppo "ha un peso minore che nel governo precedente" e che, rivela l'ex sindaco di Roma, non ha "avuto piacere della sbattuta di porta di Berlusconi contro di me". Il segretario del Pd è irritato verso il premier che, "pur sapendo che cosa stavamo facendo per aiutare il governo", "ha sparato a freddo" nei suoi confronti. E così rivelando il suo ruolo, il leader del Pd si toglie davanti a milioni di italiani un sassolino dalla scarpa perchè "è ora di dire basta agli spot, ai fuochi di artificio, al bullismo al governo". E al tempo stesso punta a dimostrare, anche ai dubbiosi dentro il partito, che un'opposizione responsabile e non urlata porta i suoi frutti.

Se il premier non ha aiutato "con gli insulti al Pd e alla Cgil" la svolta per Alitalia, anche il ministro Maurizio Sacconi finisce nella lista nera dei "boicottatori", "e infatti oggi - insinua il leader Pd - in conferenza stampa era livido dopo aver lavorato scientemente per far saltare l'accordo".

Mentre un ruolo positivo è stato giocato dai sindacati che "nei momenti difficili del nostro Paese sono sempre stati responsabili, ai quali bisogna chiedere di essere riformisti ma non vanno messi nell'angolo".

Pubblicato il: 24.09.08

Modificato il: 26.09.08 alle ore 8.44

Cosa prevede l'accordo: la svolta per i precari

alitalia

Assunzioni, ammortizzatori sociali, garanzie. Cosa prevede il documento firmato dai sindacati e Cai al momento è ancora poco chiaro. Secondo il governo non ci sarebbero cambiamenti rispetto al documento originario solo "chiarimenti" dice il ministro del Welfare Maurizio Sacconi. Diversa l'opinione del leader della Cgil Guglielmo Epifani che parla di "cambiamenti".

"È stata raggiunta un'intesa complessiva assolutamente positiva". ha detto Epifani nel corso di una conferenza stampa a palazzo Chigi. "Questo dimostra - ha aggiunto - che si può essere responsabili e fare buoni accordi. Attraverso i chiarimenti e le aggiunte portate si consente di dare risposta ad alcune questioni rimaste in sospeso". Epifani spiega come la sia molto importante il riferimento fatto all'area del precariato: "Si dà una speranza a centinaia e centinaia di lavoratori per cui non c'era nulla".

Altro compromesso "la decurtazione delle retribuzioni non potrà essere superiore al 6-7% per piloti e assistenti di volo e potrà essere recuperata con un incremento della produttività". Nell'allegato si legge che: "L'applicazione delle nuove tabelle retributive non potrà in ogni caso determinare una riduzione superiore al 6-7% del trattamento mensile complessivo oggi spettante, a parità di prestazione di lavoro ai sensi della disciplina contrattuale Alitalia. In applicazione della nuova struttura retributiva tale differenza di trattamento economico potrà essere parzialmente o totalmente recuperata a fronte di incrementi delle

ore di lavoro".

Inoltre il documento prevede che i riposi siano pari a trenta giorni per trimestre, con un minimo mensile programmabile di otto. Da maggio ad ottobre due riposi programmati saranno considerati inavimobili. Da novembre ad aprile saranno inamovibili tre riposi. L'azienda in operativo per esigenze di servizio può spostare, rinviare o cancellare un numero massimo di quattro riposi programmati nel mese.

Sacconi ha poi aggiunto che "i lavoratori che non saranno assunti dalla nuova Alitalia o dalle altre società collegate avranno un integrazione del loro reddito con l'impegno di un loro reintegro tenendo conto delle diverse qualifiche. I primi ad essere selezionati, anche per lavori a tempo determinato, saranno i cassintegrati che avevano un lavoro a tempo indeterminato. Poi sarà la volta di chi aveva un contratto a tempo determinato".

Inoltre sull'ipotesi del partner internazionale il ministro ha precisato che "non c'è alcuna novità sul partner internazionale. Sarà la Cai a sceglierlo".

Quello che sembra certo sono alcuni numeri: 1000 precari che la Cai si sarebbe impegnata ad assumere nei prossimi tre anni. Altri 12.500 dipendenti di Alitalia, fra cui tutti i dipendenti di Airone. Le società collegate ad Alitalia riguarderanno Napoli e la manutenzione di Fiumicino mentre per 3250 sono invece previsti gli ammortizzatori sociali, ha dichiarato il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti.

La nuova compagnia guidata da Roberto Colaninno nascerà entro il 15 ottobre. Lo ha spiegato il commissario straordinario della compagnia, Augusto Fantozzi, in una conferenza stampa a palazzo Chigi dopo l'accordo tra la Cai e Cgil, Cisl, Uil e Ugl. "Entro quella data - ha detto Fantozzi - dovremo sottoscrivere il contratto e passare anche giuridicamente la cloche alla nuova azienda".

 

 

 

2008-09-25

Alitalia, c'è il sì dei confederali Piloti e assistenti a palazzo Chigi

Dai sindacati Avia e Sdl no all'intesa

C'è stata una suspence finale per la firma dell'intesa con tra la Cai e i sindacati confederali a Palazzo Chigi. L'accordo quadro è stato firmato dalle tre sigle confederali più l'Ugl ma fino all'ultimo erano rimasti dei dubbi sulla firma della Cgil. Il segretario generale Guglielmo Epifani a quanto pare ha solo voluto verificare le correzioni fatte sui punti più critici della trattativa contenute nei due protocolli allegati all'accordo quadro.

Epifani spiega che alla fine si è convinto perché "la decurtazione delle retribuzioni del 6-7% per piloti e assistenti di volo sarà recuperato con un incremento della produttività". Tale riduzione potrà essere parzialmente o totalmente recuperata con incrementi di ore di volo. Epifani ha evidenziato, inoltre l'importanza del riferimento al precariato. L'azienda che riprende a volare userà infatti, spiega, "quel bacino di precari, dando così speranza a centinaia e centinaia di lavoratori per i quali non c'era nulla". Il segretario della cgil sottolinea, inoltre, "l'effettiva invarianza retributiva di tutto il personale a terra" con, tra l'altro, la conferma della maggiorazione notturna e la rinuncia, da parte della Cai, alle restrizioni sui trattamenti di malattia e sulle indennità. Riferendosi a piloti e assistenti di volo Epifani ha affermato: "Confido che anche grazie a queste interpretazioni e avanzamenti sia possibile da parte di coloro che fino a oggi non hanno sottoscritto nulla, di poter riflettere in queste ore per vedere come anch'essi possano contribuire a questo piano di rilancio e di risanamento".

I vertici della Cai sono stati convocati a Palazzo Chigi fin dal mattino insieme al commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi. La trattativa si era riallacciata già mercoledì, anche a partire dalla mediazione fatta dal segretario del Pd Walter Veltroni. A raccogliere i frutti della nuova fase, il "grande mediatore" del governo: il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, al quale è spettato il compito di presentare i documenti ai sindacati al termine dell'incontro con i vertici della Cai.

Trovate le firme di Cgil, Cisl e Uil, ora -come ha spiegato l'amministratore delegato di Cai, Rocco Sabelli- il lavorio dei mediatori si concentra sulle sigle sindacali che ancora non hanno accettato l'intesa, cioè quelle che rappresentano i piloti e gli assistenti di volo. Anpac, Up assieme a Anpav, Avia e Sdl non si sono ancora espressi sui protocolli di Cai firmati dai confederali, insieme all’Ugl. I presidenti delle associazioni dei piloti Anpac e Unione Piloti, Fabio Berti e Massimo Notaro, si sono recati a palazzo Chigi.

Letta spiega che "il tavolo resterà aperto fino alle 20". Gli incontri e i contatti si susseguono. Ma decisiva sembra essere l'assemblea unitaria a Fiumicino, dove Avia e Sdl sono contrarie all'intesa. "Abbiamo detto di no; le garanzie contrattuale ci devono essere", ha detto Antonio Di Vietri (Avia) nel corso del suo intervento all'assemblea dei lavoratori. Il rischio da evitare "è quello del caporalato. Dobbiamo evitare questo rischio nel momento in cui ci sarà discontinuità tra la vecchia e la nuova compagnia. Quel momento brutto in cui arriva una telefonata nel tinello. Questo è il motivo per cui Anpac, Up, Sdl e Avia stanno assieme uniti in questo momento".

Intanto Air France-Klm è pronta ad acquisire una quota tra il 10 e il 20% di Alitalia. È quanto si apprende da fonti industriali.

Pubblicato il: 24.09.08

Modificato il: 25.09.08 alle ore 17.20

 

 

Alitalia, alle 11 a palazzo Chigi Firma vicina, AirFrance partner

Veltroni: il merito non è di Berlusconi

L'intesa fra Compagnia aerea italiana (Cai) e sindacati su Alitalia è in dirittura di arrivo. Le nove sigle che rappresentano i lavoratori sono state convocate a palazzo Chigi alle 11. Ed è attesa la firma.

Mercoledì l'accelerazione. Una giornata scandita da una girandola di incontri con Gianni Letta e di telefonate con tutti gli attori in campo, dai vertici di Cai ai sindacati, alle associazioni professionali, ai potenziali partner stranieri.

Le aperture di Cai su accordo quadro, piano industriale e contratto, e l'ingresso, dopo la firma dell'intesa, di una grande compagnia estera nell'azionariato (nell'arco di un mese, con quota di minoranza che non supererebbe il 25%) hanno ridotto le distanze con i sindacati sinora contrari al piano Fenice elaborato da Intesa SanPaolo, e cioè le associazioni dei piloti Anpac e Up, degli assistenti di volo Avia e il Sindacato dei Lavoratori. Aperture che spianano la strada anche per un sì della Cgil di Guglielmo Epifani.

Le modifiche - a quanto si apprende - riguardano l'annullamento dei primi tre giorni di malattia non pagati per il personale di volo, la previsione di un bacino di precari da assumere via via che c'è esigenza, l'invarianza del salario per il personale di terra, l'aumento dei giorni di riposo. Si starebbe sciogliendo anche il nodo degli esuberi per piloti e assistenti di volo. L'Anpac ha assicurato Silvio Berlusconi che sta facendo il possibile per raggiungere un'intesa. E in serata anche il presidente Fabio Berti e quello di Unione Piloti Massimo Notaro hanno incontrato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Letta.

Nessuna dichiarazione da parte dei vertici di Anpac e Unione piloti al termine mdell'incontro di questa sera a palazzo Chigi. Interpellato dai cronisti, il presidente dell'Unione piloti, Massimo Notaro, ha risposto con un "no comment". Nessun commento anche da parte del presidente dell'Anpac, Fabio Berti, che si è limitato a dire: "questo è un momento delicato".

Nella partita il premier ha indicato l'interesse di Lufthansa (sinora in pole position), Air France-Klm e British Airways. Il colosso franco-olandese si è fatto avanti, oggi, con Francesco Mengozzi, ex amministratore delegato di Alitalia, fautore dell'alleanza con Air France e consulente per il gruppo d'oltralpe sul piano industriale nella precedente gara per la privatizzazione di Alitalia. Avuto il via libera da Jean Cyril Spinetta, Mengozzi è andato a palazzo Chigi da Letta per confermare l'interesse di Parigi all'operazione.

Ottimista, ma molto duro con il governo è stato Walter Veltroni l Tg1. "Io ora non dico nulla. Ma Berlusconi fa queste dichiarazioni perchè sa benissimo chi ha tirato fuori non il governo ma il paese da questo impaccio". "Sono ottimista - spiega Walter Veltroni - è cominciata a maturare una soluzione positiva perchè sono maturate due novità: la disponibilità di Cai a fare un passo avanti e a discutere di altri temi con le organizzazioni sindacali, e l'avvio, finalmente, della verifica reale di una alleanza internazionale, di cui Alitalia ha bisogno per non essere più una compagnia di bandierina".

Per evitare la messa a terra degli aerei, intanto, il commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi, presenterà nel pomeriggio all'Enac la relazione in cui dirà che Alitalia ha la capacità finanziaria pe continuare l'attività operativa sino al 30 settembre, senza ripercussioni sull'adempimento delle prescrizioni normative aeronautiche e sul servizio alla clientela. In sostanza, che la situazione finanziaria è gestibile nel breve periodo (anche sospendendo i pagamenti di alcuni contratti come per esempio con gli aeroporti) e che sono state adottate le misure necessarie che riducono i voli. "È una piccola morte annunciata e un dolore per noi", ha detto Fantozzi in audizione al Senato aggiungendo che l'Enac, "per mantenere la licenza provvisoria concessa nelle scorse settimane, ha chiesto tre mesi di sopravvivenza finanziaria, e io non li ho". In caso di ritiro della licenza, il commissari ricorrerà al Tar perchè il regolamento comunitario può essere disapplicato. Ma una firma dell'accordo con Cai scongiurerebbe il rischio.

Sono state avviate, intanto, le procedure per la cassa integrazione a rotazione di oltre quattromila dipendenti di Alitalia tra piloti, assistenti di volo e personale di terra che partirà da ottobre per tre mesi ed è relativa alla messa a terra di 34 aeromobili.

Pubblicato il: 24.09.08

Modificato il: 25.09.08 alle ore 8.36

 

 

 

2008-09-22

Alitalia, la gara scade a fine mese Fantozzi: voli fino a quella data

Ma l'Enac: giovedì licenza sospesa

Alitalia, foto interna

Tempo tre o quattro giorni e Alitalia potrebbe non volare più. La licenza provvisoria concessa alla compagnia, infatti, "se non arrivasse un piano finanziario", verrà sospesa. Lo spiega il presidente di Enac, Vito Riggio, che dice di aspettarsi "che oggi il commissario Fantozzi presenti un piano di emergenza con riduzione dei costi senza il quale la licenza provvisoria non starebbe in piedi". Insomma , i tempi sono ancora più stretti di quelli che aveva annunciato il ministro Matteoli, che aveva parlato di "5-6 giorni di tempo prima di lasciare gli aerei a terra".

Il commissario straordinario Augusto Fantozzi, che ha pubblicato sul sito di Alitalia l'invito a presentare manifestazioni di interesse per l'acquisto di rami d'azienda della compagnia e che scade il 30 settembre, invece prova a rassicurare: i voli saranno garantiti fino a martedì prossimo, quando scadrà il bando. "Se entro martedì non ci sarà un'offerta razionale per Alitalia - aggiunge - chiederò l'eventuale sospensione della licenza e non un'interruzione che sarebbe più dannosa".

Meno di dieci giorni quindi per trovare nuovi investitori. Finora, nessuno si è fatto avanti: l’unico commento vagamente positivo arriva da il portavoce di Lufthansa, Claudia Lange che ha spiegato di stare "osservando gli sviluppi della situazione in Italia. Il mercato italiano è ovviamente uno dei più interessanti ma - dice Lange - non rilasciamo commenti sugli ultimi sviluppi che stanno accadendo in questi giorni e in queste ore. E non posso dire se la nostra posizione è cambiata oppure no perché non commentiamo le speculazioni di mercato".

Nel bando si ricorda che la procedura di amministrazione straordinaria cui sono ammesse le società Alitalia, "contempla la possibilità di cedere a trattativa privata tutti o parte dei complessi aziendali o delle attività produttive, definendo i contenuti di uno o più dei rami di azienda, anche non preesistenti, con individuazione dei lavoratori che passino alle dipendenze del cessionario, e ciò anche previa collocazione in cassa integrazione guadagni straordinaria o cessazione del rapporto di lavoro in essere e assunzione da parte del cessionario". La cessione – si legge ancora nella gara pubblica – potrà escludere, in tutto o in parte, la responsabilità dell’acquirente per i debiti relativi all’esercizio delle aziende cedute sorti prima del trasferimento ed, in ogni caso, non potrà prevedere un prezzo inferiore a quello stabilito dall’esperto indipendente nominato dal ministro dello Sviluppo Economico.

Il commissario ricorda infine che "l’unica significativa offerta pervenuta e sulla base della quale era stata avviata la trattativa, è stata revocata". Pertanto "intende verificare la sussistenza di altri soggetti interessati che possano garantire la continuità nel medio periodo del servizio di trasporto, la rapidità dell’intervento e il rispetto dei requisiti previsti dalla legislazione nazionale, ivi compresi i Trattati di cui è parte l’Italia".

Infine, tanto per cambiare il premier è tornato ad attaccare la Cgil. "Sono degli irresponsabili – dice – Non guardano al bene del paese e ai guai sociali che potrebbero derivarne". Parola di Berlusconi.

Pubblicato il: 22.09.08

Modificato il: 22.09.08 alle ore 12.33

Il commissario va a caccia di acquirenti

Bianca Di Giovanni

alitalia

Due mosse in contemporanea potrebbero far uscire dallo stallo la partita Alitalia. Il commissario straordinario Augusto Fantozzi farà pubblicare domani su tre giornali italiani e su un quotidiano finanziario internazionale una sollecitazione a presentare, entro il prossimo 30 settembre, manifestazioni di interesse da parte di soggetti in grado di garantire la continuità del servizio per uno o più rami di azienda del gruppo Alitalia. Come dire: si potrebbe riaprire una gara. Passano pochi minuti dalla notizia, e subito Guglielmo Epifani risponde alla "chiamata". "Se Fantozzi riprende in mano la trattativa con margini per affrontare un passaggio importante - dichiara intervistato da Lucia Annunziata su Rai3 - noi come sempre daremo il nostro contributo di responsabilità". Durante il confronto "Fantozzi non ha svolto alcun ruolo - ha aggiunto Epifani - eppure era quello che rappresentava Alitalia. Se lui ritorna in campo con i poteri e con la capacità che ha, e assume lui quel ruolo terzo che sarebbe dovuto essere del governo ma che non ha svolto perché è diventato parte in causa, secondo me può aprire uno spiraglio interessante per uscire dallo stallo in cui siamo caduti". Detto in altri termini: con un altro "arbitro" (anzi, con un "vero" arbitro) la partita può riprendere.

Il cammino però non è affatto in discesa. Prima di tutto, si tratterebbe di una corsa contro il tempo. Oggi il commissario straordinario ha in programma un incontro ancora più importante del tavolo con un nuovo ipotetico acquirente. Il presidente Enac Vito Riggio, infatti, vuole valutare se la scarsa liquidità del vettore possa portare al ritiro della licenza. L’emorragia di risorse non si ferma, minacciando in qualche caso la completa operatività. Anche se tutti i dipendenti si sono impegnati a proseguire il servizio senza "intoppi", qualche brutta sorpresa comincia a vedersi. Un tribunale di Israele ha posto sotto sequestro i conti bancari e le altre proprietà di Alitalia in Israele a causa di un debito di mezzo milione di dollari che la compagnia di bandiera avrebbe nei confronti delle autorità aeroportuali locali. Lo ha riportato il quotidiano finanziario locale The Marker. La notizia di stampa, però non è stata confermata dai piani alti della Magliana.

L’impresa di Fantozzi appare in salita anche perché non sembra ottenere l’appoggio del governo, elemento essenziale perché abbia successo. A Epifani che rivelava in Tv di aver contattato telefonicamente il premier, è arrivata una risposta secca di Bonaiuti: nessuna telefonata. Porte sbarrate. Subito dopo sull’ipotesi di un nuovo tavolo è calata l’"ipoteca Sacconi". "Non può esserci nessuna ripresa delle trattativa - ha dichiarato il ministro a Sky Tg24 - Non solo perché questo ritiene la società Cai e cioè di aver esaurito i margini, ma anche perché Cisl Uil e Ugl hanno sottoscritto quell’accordo e sarebbe davvero un errore grave nei loro confronti riaprire il negoziato". Insomma, per il governo resta aperta l’unica strada della resa di Cgil e piloti: firmare quello che hanno già firmato gli altri.

Troppo presto a questo punto per dire che le carte giocate da Fantozzi (e da Epifani) possano essere risolutive. La sollecitazione alle manifestazioni di interesse riguarderà tutte le divisioni del gruppo Alitalia, ma è chiaro che l'obiettivo è soprattutto l'attività di volo visto che, come ha ricordato lo stesso commissario, sul tavolo ci sono già offerte per le divisioni cargo, handling, catering e call center ma, dopo il ritiro di Cai, nessuna per l'attività di volo. Del resto, i tentativi fatti da Fantozzi nei giorni scorsi attraverso contatti telefonici con i vertici di Air France-Klm, Lufthansa e British Airways non hanno sortito effetti.Insomma si tratta di verificare se la decisione di avviare una procedura di vendita pubblica degli asset Alitalia sia solo "una strada obbligata" dalla normativa, e che quindi Fantozzi l'abbia imboccata per non prestare il fianco a critiche alla sua gestione commissariale, o se invece porterà a qualche cosa di concreto.

Pubblicato il: 22.09.08

Modificato il: 22.09.08 alle ore 8.18

 

 

2008-09-21

Le hostess aprono, i piloti no. Sacconi: al tavolo per firmare

alitalia, proteste lavoratori

Se si torna al tavolo, è per firmare. Dopo l’apertura delle assistenti di volo (per il titolare dei Trasporti Matteoli, "uno spiraglio") il ministro Sacconi torna a parlare di Alitalia, ribadisce che l’unica alternativa al fallimento è la Cai e spiega che "è necessario tornare al tavolo non per trattare, ma per firmare i documenti e consentire alla società Cai di dare vita ad una nuova Alitalia". Insomma, non ci sono altre condizioni da porre, o accordi da modificare. Sacconi vuole quella "responsabilità" che sabato anche il premier è tornato ad esigere da tutti quelli "che oggi si trovano in una situazione francamente irrazionale".

Gli irrazionali, secondo Berlusconi, sarebbero la Cgil, i piloti e gli assistenti di volo. Insomma tutti quelli che hanno posto delle condizioni. Sacconi ha ribadito di nuovo che le indicazioni contenute nelle controproposta firmata dai sindacati autonomi e dalla Cgil. Sacconi dice di aver proposto "non un taglio di salario ma un'ipotesi di riduzione del 6-7% a questo livello di ore di volo", mentre gli assistenti di volo chiedono salari invariati a fronte di un aumento della produttività.

Ma per il segretario nazionale della Filt Cgil, Franco Nasso bisogna riprendere il confronto con Cai o con qualsiasi altro vettore per risolvere la situazione. . "Da lunedì - ha detto Nasso - mi aspetto che si risolva il problema, la prossima è la settimana entro la quale si deve trovare una soluzione. Nessuno è in grado di fare previsioni. Quello che immaginiamo debba succedere è la ripresa del confronto con Cai o con un'altra soluzione per dare un futuro alla compagnia".

Quanto ai margini per una eventuale ripresa del confronto, Nasso ha sottolineato: "noi abbiamo dichiarato posizione chiarissima. Condividiamo il piano industriale e anche una parte dell'accordo sul contratto: abbiamo detto semplicemente che per la parte dei lavoratori che non rappresentiamo ci vuole un consenso più ampio. Abbiamo visto che un sindacato degli assistenti di volo (l'Anpav ndr) credo grazie anche al lavoro che ha fatto la Cgil ha aderito al piano industriale e ha sollecitato una soluzione ai problemi contrattuali, quella è la strada".

I piloti invece per ora non mostrano nessun segnale di apertura ma parlano di "una scommessa per una nuova azienda, per una nuova società che auspichiamo possa vedere la luce". È quello che spera anche l’Italia dei Valori, che dice no alla nazionalizzazione (già esclusa venerdì da Tremonti) perché "Alitalia ad essere un carrozzone di Stato", ma propone "una seria gara internazionale. È questa la via – spiega Donadi – per salvare la compagnia, ma la condizione è che il governo non sia più sponsor di famiglie amiche".

Pubblicato il: 20.09.08

Modificato il: 20.09.08 alle ore 19.02

 

2008-09-19

Alitalia, Epifani non ci sta: "È un indegno scaricabarile"

Il ministro Sacconi riferisce al governo

"Abbiamo firmato per il personale di terra" che rappresentano "il 51% dei lavoratori" mentre non è stato così per il personale di volo e "non si può firmare un accordo separato se si rappresenta meno della metà dei lavoratori". E poi sarebbe stato "inimmaginabile" tentare il rilancio di Alitalia "senza la professionalità dei piloti e degli assistenti volo, che è fondamentale". E comunque, "fare uno scaricabarile di responsabilità, non è degno di un Paese civile". È il giorno di Guglielmo Epifani, il segretario della Cgil che mercoledì ha coraggiosamente scelto di non firmare l’accordo con la Cai. E segnato una rottura tra i sindacati confederali destinata a rimanere negli annali.

Non che la Cgil si sia tirata indietro dal tavolo senza fare proposte. Insieme ai sindacati autonomi del personale di volo, Epifani aveva presentato la sua controproposta attorno alle 13 e trenta, due ore prima della scadenza dell’ultimatum. Ma che fosse "colpa della Cgil" ormai era la versione che circolava addirittura dal giorno prima. A metterla in giro, Silvio Berlusconi. Che giovedì, quando la Cai ha annunciato il ritiro dell’offerta, c’è andato giù pesante con il sindacato.

In realtà, la trattativa era partita male sin dall’inizio. "Non si era mai vista prima – ricordava mercoledì Epifani – una trattativa in cui c'è stato un ultimatum al giorno, e tra un ultimatum e l'altro non si è mai lavorato sui punti importanti che andavano affrontati". Insomma, dicono anche i piloti e gli assistenti di volo: la Cai voleva fare l’affare del secolo, fare cassa sulle spalle dei lavoratori e su quelle dei contribuenti italiani, che si sarebbero accollati tutti debiti dell’azienda.

Certo, ora bisogna ricominciare. Il ministro Sacconi non vede vie d’uscita, perché, dice, per riavviare il negoziato "servono tutte e due le parti, ma una delle due ora non c'è più, questa la dura realtà". Ma sono in molti a credere che la partita non sia chiusa. Franco Nasso, segretario nazionale della Filt Cgil, ricorda che "l'azienda non è fallita e forse la ritirata della Cai non è definitiva. Non credo – spiega – che la partita si possa considerare chiusa a partire da quello che può fare il governo che può tentare di riannodare i fili della trattativa che si è sciolta per il modo incredibile in cui è stata condotta". Ed è lo stesso Berlusconi ad ammettere che "la Cai ha ritirato la sua offerta, ma la cordata resta in piedi".

In attesa di nuovi sviluppi, il commissario straordinario Augusto Fantozzi, assicura che Alitalia continuerà a volare "il più a lungo possibile".

Pubblicato il: 19.09.08

Modificato il: 19.09.08 alle ore 8.50

 

 

 

 

 

2008-09-18

Alitalia, la Cai non tratta più La Cisl firma, Uil e Ugl anche

Epifani, Cgil: allarghiamo il consenso

alitalia

I primi a dire sì sono stati quelli della Cisl. Al termine dell’incontro con governo e Cai il segretario Bonanni ha detto chiaramente che "la Cisl dà la sua adesione" al piano per il salvataggio di Alitalia. Poi c’è l’adesione dell’Ugl, il sindacato guidato da Renata Polverini, che ha dichiarato che firmerà l’accordo a che ha chiesto ai piloti "uno sforzo in più per uscire da questa situazione nel miglior modo possibile". Vicina al sì anche la Uil, che dice: "Non saremo noi a far saltare l’accordo".

La Cgil invece non è ancora convinta: "Ci devono consegnare un documento – ha detto il segretario Epifani – ma lavoreremo fino all'ultimo per allargare il consenso su un piano vero di salvataggio da parte di tutti". Epifani non chiede tempo, ma vuole "allargare il consenso", vuole che l’accordo sia condiviso da più parti possibili. Fabrizio Solari, segretario del settore Trasporti della Cgil, spiega che "l'allargamento del consenso non è nel numero delle sigle ma in quello dei lavoratori". Ma è chiaro che serve allargare alle sigle che quei lavoratori rappresentano, su tutti i sindacati autonomi dei piloti e degli assistenti di volo. Comunque, ha spiegato ancora Solari, la posizione della Cgil "se non cambia nulla è un no". Lo stesso no che diranno i sindacati autonomi dei piloti e degli assistenti di volo.

La scadenza, comunque, ha i minuti contati. "La risposta deve arrivare entro le 15:50 di domani" dice ai sindacati il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Giovedì alle 16 la Cai riunisce l'assemblea per decidere se portare avanti l'offerta per la compagnia. Dieci minuti prima i sindacati dovranno aver deciso. Spazio per trattare, tanto, non c’è n’è più. Lo dice chiaro e tondo il presidente della Cai, Roberto Colaninno, spiegando che "senza consenso domani ritiro l'offerta". Il punto è uno solo, dice ai rappresentanti dei lavoratori: "Avete ottenuto in queste due settimane quello che non era previsto concedere. Non c'è più nulla di cui discutere, non c'è una lira in più da condividere". "Firmeremo con chi ci sta, e sono tutti chiamati a rispondere" gli fa eco il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, mentre il commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi, auspica che l'acquirente sia Cai, perchè se si ritira la prospettiva è portare i libri in tribunale.

Intanto, negli aeroporti italiani mercoledì è stata una giornata a dir poco disastrosa. Lo sciopero di 4 ore indetto dalla Cub Trasporti e le agitazioni del personale di terra di tutte le compagnie italiane indetto da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl ha provocato la cancellazione di 50 voli Alitalia solo all'aeroporto di Fiumicino.

Pubblicato il: 17.09.08

Modificato il: 17.09.08 alle ore 21.43

 

 

Cosa prevede l'accordo quadro

Una nuova società composta da 12.500 dipendenti con un capitale iniziale di un miliardo di euro e un pareggio operativo previsto in poco più di 2 anni. Sono alcuni degli elementi del nuovo piano industriale 2009-2013 di Alitalia su cui sindacati (esclusi i rappresentanti di assistenti di volo e piloti) e governo hanno raggiunto un accordo quadro. Inoltre, l'intesa prevede che gli azionisti della nuova Alitalia si impegnino a mantenere le proprie azioni per 5 anni. Per quanto riguarda la flotta, si prevede il completo rinnovo e l'acquisizione di 60 nuovi aerei. Mentre sul network si punta a realizzare sinergie di mercato attraverso una partnership europea.

Questi i principali contenuti dell'accordo.

Personale La nuova Alitalia sarà composta da 12.500 dipendenti, mille in più di quanto previsto dal Piano Fenice. I nuovi dipendenti saranno 1.550 piloti, 3.300 assistenti di volo, 7.650 operai, impiegati, quadri e dirigenti. Cai procederà a selezionare le risorse umane in coerenza con le esigenze del nuovo progetto industriale e dei nuovi assetti organizzativi nonché con i criteri definiti da un'intesa tra le parti entro il 30 settembre 2008.

Lock up 5 anni I soci Cai si impegnano a conservare le proprie partecipazioni nella società per un periodo di 5 anni, nel caso di quotazione in Borsa, comunque non prevedibile prima di 3 anni, si impegnano a mantenere la maggioranza assoluta (oltre 51%) del capitale ad azionisti italiani.

Capitale La capitalizzazione iniziale sarà di almeno 1 miliardo. Il conseguimento del pareggio operativo è previsto in poco più di due anni.

Flotta Il piano prevede il completo rinnovo della flotta, l'acquisizione di 60 nuovi aeromobili e un'adeguata flotta per il traffico di lungo raggio. L'assetto organizzativo sarà quello tipico di un'azienda integrata, incluse le attività di manutenzione e di handling. Secondo le parole del ministro Sacconi, "è stato preso l’impegno di dare continuità alle attività di manutenzione pesante e a quelle di trasporto merci, quelle cosiddette cargo, attraverso nuove società che saranno però guidate da nuovi gruppi imprenditoriali". In sostanza manutenzione e cargo saranno vendute, "però vi sarà la partecipazione della stessa nuova Alitalia".

Network Si prevedono sinergie di mercato e di network conseguibili attraverso una partnership europea. Un ulteriore rafforzamento del network domestico e internazionale a presidio delle quote di mercato, in particolare dei competitors low cost. Sviluppo di ulteriori rotte intercontinentali.

Mobilità e Cigs Per tutti i lavoratori per i quale si renda necessario intervenire con misure di sostegno al reddito saranno attivato attivati gli strumenti della cassa integrazione guadagni straordinaria e della mobilità. Le tutele saranno incrementate con una indennità idonea a far ottenere a ciascun lavoratore l'80% della retribuzione media percepita nei 12 mesi precedenti la collocazione in Cigs o in mobilità.

Pubblicato il: 15.09.08

Modificato il: 15.09.08 alle ore 16.59

 

 

La Cgil a Berlusconi: inaccettabili le sue parole

La Cgil giudica "inaccettabili" le dichiarazioni del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, sul ruolo della confederazione di Corso d'Italia nella trattativa per il salvataggio di Alitalia e chiede più rispetto dal parte del premier.

Lunedì sera a "Porta a Porta" Berlusconi aveva detto: "Non voglio essere malizioso, ma in diverse fasi della trattativa che abbiamo seguito finora ci sono stati interventi, per esempio del capo della Cgil, che parevano molto influenzati dalla politica".

La segreteria della Cgil considera "inaccettabili e non consone all'alto ruolo che ricopre le dichiarazioni del presidente del Consiglio, onorevole Silvio Berlusconi, in riferimento alla Cgil, al suo segretario generale e al ruolo che l'organizzazione sta svolgendo nella trattativa per salvare l'Alitalia".

In una nota, il sindacato guidato da Guglielmo Epifani "conferma il proprio impegno a evitare il fallimento della compagnia e a operare perchè la nuova Alitalia possa avere un futuro degno di una vera compagnia aerea, salvaguardando al meglio delle possibilità qualità e quantità dell'occupazione e garantendo rispetto e dignità per i lavoratori - conclude il comunicato - nel quadro di un'organizzazione efficiente, nel quale gli azionisti privati partecipino con investimenti adeguati e senza fini speculativi".

I problemi posti in queste settimane sono problemi che non possono essere 'buttati in politicà. Si tratta del destino di persone in carne ed ossa, delle loro condizioni familiari, delle loro vite e, su un altro versante, si tratta di questioni che rigurdano problemi di democrazia e di rappresentatività sindacale.

Al Presidente del Consiglio la Cgil chiede più rispetto, più misura e di evitare goffi tentativi di scaricare su altri responsabilità che sono, per la quota che gli compete, anche sue.

Pubblicato il: 16.09.08

Modificato il: 16.09.08 alle ore 17.38

il SOLE 24 ORE

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2008-11-17

 

 

 

 

 

 

 

 

2008-11-06

Alitalia: il prestito ponte? Fantozzi ha altre priorità

di Laura Serafini

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5 Novembre 2008

Il momento della verità per Alitalia si avvicina. E soltanto per l'aspetto più importante, ovvero la cessione degli asset buoni alla Cai di Roberto Colaninno con il decollo della nuova compagnia. La resa dei conti si profila anche per l'arduo compito del commissario Augusto Fantozzi, che dopo aver venduto tutti i beni cedibili deve liquidare la compagnia. Ma la sua missione rischia di rivelarsi impossibilE se verrà confermato il verdetto che la Commissione europea, almeno stando alle indiscrezioni pubblicate nei giorni scorsi, si prepara a emettere sull'operazione e sulle sorti del prestito-ponte da 300 milioni erogato dal precedente Governo e che ha consentito all'Alitalia di sopravvivere sinora.

Bruxelles sarebbe pronta a bocciare quel prestito, del quale con tutta probabilità chiederà il rimborso allo Stato. Chi dovrà pagare? La Cai di Colaninno ha fatto sapere che non intende farsi carico dei pregressi della compagnia, salvo che del debito strettamente necessario al funzionamento delle attività di volo. Dunque, il prestito resterà sulla spalle della bad company. Ma questo significa che il prestito non potrà essere rimborsato, a meno di non modificare il decreto legge 93 del 2008. In quel provvedimento c'è un comma che impedisce nei fatti a Fantozzi di restituire i soldi allo Stato. "In caso di liquidazione dell'Alitalia Linee aeree italiane spa - recita il quarto comma dell'articolo 4 – il debito di cui al presente articolo è rimborsato solo dopo che sono stati soddisfatti tutti gli altri creditori, unitamente e proporzionalmente al capitale sociale". Il prestito-ponte, per dirla in gergo legale, è postergato al soddisfacimento di tutti gli altri creditori. E quella lista è lunga: ci sono i fornitori, i gestori aeroportuali - già sul piede di guerra e pronti a bloccare gli aerei di Alitalia se non verranno almeno parzialmente rimborsati – ma anche i dipendenti, che stanno facendo causa per farsi riconoscere il dovuto, come il Tfr, che la compagnia in via di liquidazione non sembra in grado di pagare.

Il debito dichiarato della compagnia è poco superiore al miliardo di euro, ma una stima approssimativa del tribunale fallimentare ha calcolato in più del doppio il potenziale passivo della società (che include anche potenziali oneri per cause pendenti). Cai sarebbe intenzionata a pagare solo 100 milioni cash gli asset buoni di Alitalia, cui si potrà aggiungere qualche altro centinaio di milioni da cessioni di terreni, aerei e quant'altro Fantozzi riuscirà a cedere. Il ricavato non basterà nemmeno a pagare i creditori, figuriamoci il prestito-ponte. Sulla previsione del decreto, che pare sia stata chiesta per motivi precauzionali dal collegio sindacale di Alitalia precedente al commissariamento, molto probabilmente Bruxelles avrà qualcosa da eccepire. Bisognerà vedere se il Governo provvederà a cambiarlo.

Nel frattempo, secondo uno studio dell'Istituto Bruno Leoni, redatto da Andrea Guerricin e Ugo Arrigo, è stato calcolato che il salvataggio di Alitalia porterà a un aumento dei costi del trasporto aereo nazionale di 3 miliardi di euro. Secondo lo studio, "la struttura dei ricavi Cai pone seri indizi in favore di rendite di posizione monopolistica nel mercato domestico italiano. Cai riuscirà ad avere introiti unitari più elevati del 36% rispetto al mercato spagnolo, che ha caratteristiche relativamente simili a quello italiano, e di circa il 32% in più rispetto alla vecchia Alitalia". E ancora: "La nuova compagnia aerea sarà in grado di alzare in maniera molto consistente il prezzo dei biglietti sul mercato domestico grazie alle misure anticoncorrenziali che il Governo ha già preso".

 

 

 

Alitalia, Matteoli: Cai chiamerà i piloti anche senza accordo

di Nicoletta Cottone

5 novembre 2008

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I piloti Alitalia, anche in mancanza di firma dell'accordo con Cai, saranno chiamati dalla nuova compagnia aerea. Lo ha sottolineato il ministro dei Trasporti, Altero Matteoli, nel corso di un'audizione in commissione Trasporti alla Camera. "Dire: se non volete firmare il contratto allora assumiamo da un'altra parte, può succedere per altre categorie, non per i piloti" vista la loro specializzazione e il tempo necessario per la formazione, ha detto il ministro. "È chiaro che saranno chiamati i piloti", anche perché, ha detto Matteoli commentando quanto detto ieri dal presidente di Cai, Roberto Colaninno, sull'intenzione di assumere piloti di Ryanair, "non credo che Ryanair abbia 1.700 piloti". Il ministro ha tenuto anche a precisare che quando ieri ha detto che chi non dovesse accettare la proposta di lavoro non avrà la cassa integrazione ha solo citato la norma di legge. "Io mi sono limitato a ricordarlo. Non ho inventato nulla".

No all'aumento delle tariffe delle Ferrovie. L'aumento delle tariffe dei treni non ci sarà. L'amministratore delegato delle Ferrovie, Moretti ha chiesto l'adeguamento delle tariffe del servizio universale, ha spiegato Matteoli, sostenendo che sono le più basse di Europa. "Io non me la sento di fare l'aumento delle tariffe - ha detto Matteoli - non perché non ho coraggio di farlo, né perché sarebbe impopolare". Matteoli ha sottolineato di aver sentito il bisogno di parlare con il ministro-ombra dell'opposizione, assolutamente contrario agli aumenti. Questo significa che "resta la carenza di risorse", resta il "problema serio di rendere il sistema universale più competitivo. Le linee regionali oggi sono assolutamente inadeguate". Per questo Matteoli sta per inaugurare un tavolo con Moretti, Trenitalia e le Regioni. Il ministro ha tenuto poi a sottolineare che la "strategia delle ferrovie non la fa l'amministratore delegato, ma la fa il Governo".

 

 

2008-11-04

 

 

 

 

2008-11-04

Ryanair: "Potremmo assumere i piloti della compagnia"

4 Novembre 2008

Michael O'Leary

Ryanair (nella foto il Ceo Michael O'Leary) non esclude la possibilità di assumere piloti dell'Alitalia: "Ci sono tanti piloti di diverse compagnie europee che hanno deciso di venire a lavorare con noi. Ryanair selezionerà sempre i migliori e già ne abbiamo di diverse nazionalità, ma la domanda supera l'offerta", lo ha detto a Milano l'investor relator della compagnia aerea irlandese, David Broderick.

 

 

Alitalia, la Cai va avanti. Colaninno: "Potremmo assumere anche piloti Ryanair"

4 novembre 2008

La Cai chiude le porte ai sindacati autonomi di Alitalia, che avevano chiesto un nuovo incontro con i vertici della compagnia, e va dritta per la sua strada. Lo ha sottolineato il presidente, Roberto Colaninno, nel corso della missione di sistema italiana in Vietnam. "No, no, no. Non c'è nessuna convocazione: il problema è finito, chiuso", ha risposto a chi gli chiedeva se Cai fosse disposta a riconvocare Avia, UP, Anpac e Sdl, così come chiesto dalle stesse sigle ieri.

A proposito delle intenzioni dei sindacati autonomi di avviare proteste e blocchi fino alla revisione degli accordi del 31 ottobre, Colaninno ha affermato: "Quando Cai sarà ufficialmente il proprietario di quei beni che abbiamo comprato da Alitalia, quelli che saranno assunti potranno manifestare i loro interessi, quelli che non saranno assunti non potranno neanche entrare. Voglio dire, se uno non è assunto cosa viene a reclamare? Andranno a reclamare in casa degli altri?".ha detto rispondendo alle domande dei cronisti. Parlando delle nuove assunzioni Colaninno ha detto: "Potremo assumere anche i piloti Ryanair".

Entro il mese di novembre la Nuova Alitalia individuerà il partner straniero e per Natale sarà pronta a decollare. "Nel mese di novembre faremo questa scelta - ha risposto Colaninno a chi gli chiedeva i tempi sulla decisione del partner straniero - anche qui c'è un metodo da seguire. C'è da valutare quali sono gli effetti positivi delle varie combinazioni che si possono fare, devo dire che sia Air France che Lufthansa hanno delle caratteristiche estremamente interessanti. Faremo le nostre valutazioni e assieme all'assemblea e al consiglio di amministrazione decideremo penso entro novembre". Infine, a chi gli chiedeva se la Nuova Alitalia sarà pronta a volare entro Natale, il presidente di Cai ha risposto: "Penso di sì".

 

 

 

 

 

 

 

2008-11-03

Alitalia, il "fronte del no" boccia l'accordo del 31 ottobre

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3 novembre 2008

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Rifiuto dell'accordo del 31 ottobre di Palazzo Chigi con azioni per la cancellazione del cosiddetto "Lodo Letta". È quanto prevede una delle due mozioni approvate dall'assemblea dei lavoratori del gruppo Alitalia che si è riunita a Fiumicino, a cui hanno partecipato i piloti e gli assistenti di volo di Anpac, Unione piloti, Sdl, Avia e Anpav. Quest'ultima ha però lasciato l'assemblea dopo le contestazioni al presidente Massimo Muccioli.

L'assemblea, aperta anche ai lavoratori di AirOne, ha deliberato, si legge nel testo dellamozione, "il rifiuto dell'accordo del 31 ottobre sottoscritto a Palazzo Chigi da Fit-Cisl, Ugl trasporti, Uil trasporti e, ad ora anche da Filt-Cgil sui contratti e sui criteri di selezione. Ieha dato il mandato a tutte le organizzazioni sindacali e associazioni professionali di "predisporre immediatamente ogni azione utile alla cancellazione del suddetto accordo e al ripristino di corrette relazioni industriali e sindacali con chi rappresenta realmente i voleri dei lavoratori di Alitaliaappartenenti alle tre categorie, terra, assistenti di volo e piloti".

L'assemblea ha inoltre dato mandato a sindacati e associazioni professionali "di trattare con Cai e Governo per l'ottenimento della massima tutela occupazionale anche mediante il ricorso ad un esteso part time e alla rimodulazione del piano industriale con dati aggiornati. Il rifiuto - prosegue la mozione - ad ogni forma di stesura dei contratti collettivi di lavoro unilaterale enon condivisa e - infine - il mandato ad indire frequenti assemblee per aggiornare i lavoratori sulla situazione e prendere le decisioni conseguenti".

Il commissario straordinario Augusto Fantozzi, però, ha dichiarato che l'offerta di Cai per l'acquisto di complessi di beni e di contratti di Alitalia, Alitalia Servizi, Alitalia Express, Alitalia Airport e Volare è vincolante ed irrevocabile fino al 30 novembre 2008 ed è unica e inscindibile, per cui l'accettazione sarà efficace solo se riferita alla stipulazione di tutti i contratti.

Fantozzi in una nota precisa che il corrispettivo dovuto e le modalità e i termini di pagamento saranno comunicati dopo che il perito indipendente nominato dal Ministero dello Sviluppo economico (Banca Leonardo) avrà trasmesso la perizia. L'offerta presentata da Cai, rende noto

ancora Fantozzi, sarà oggetto di una istruttoria, anche con l'ausilio dell'advisor finanziario della procedura, e sarà sottoposta alle Autorità competenti.

Nel pomeriggio, verso le 17.30, si era rotto il fronte del no tra i sindacati Alitalia. L'Anpav, sindacato che rappresenta parte degli assistenti di volo, aveva lasciato l'assemblea delle cinque sigle autonome che non hanno firmato la proposta della Cai. "Anpav - ha spiegato Massimo Muccioli, presidente del sindacato - in piena autonomia deciderà nei prossimi giorni in base a eventuali chiarimenti e novità, di aderire o meno" alla proposta della nuova compagnia.

Muccioli ha raccontato di non avere potuto prendere parola durante l'assemblea a causa delle violente proteste: "Una contestazione precedentemente organizzata non ha permesso di esprimere le nostre posizioni. A livello personale denuncio un vero e proprio agguato predisposto dai compagni e amici della cordata del no". Secondo Muccioli la contestazione dell'assemblea è derivata dal fatto che l'Anpav è stato il primo sindacato degli assistenti di volo che a settembre ha sottoscritto l'accordo di Palazzo Chigi.

 

Assemblea a porte chiuse

L'assemblea del "fronte del no" all'aeroporto di Fiumicino si è svolta a porte chiuse. Si stima che almeno un migliaio di lavoratori abbiano partecipato. Anpac, Up, Avia, Anpav e SdL hanno illustrato ai lavoratori il "Piano Fenice" proposto da Cai e sottoscritto solo dai confederali e dall'Ugl.

Già domenica l'SdL aveva detto che stava valutando la possibilità di avviare "azioni legali" contro gli accordi sottoscritti con Cai da Cgil-Cisl-Uil e Ugl. La società, invece, era ottimista: la "Nuova Alitalia" potrebbe partire a dicembre con il partner straniero e anche piloti e hostess. Intanto Ryanair aveva fatto sapere di non escludere la possibilità di assumere piloti dell'Alitalia, con i sindacati autonomi che li rappresentano e che non hanno sottoscritto gli accordi: "Ci sono tanti piloti di diverse compagnie europee che hanno deciso di venire a lavorare con noi; Ryanair selezionerà sempre i migliori e già ne abbiamo di diverse nazionalità, ma la domanda supera l'offerta", ha detto l'investor relator della società irlandese, David Broderick.

Per il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani "un'azienda che vuole ripartire deve risolvere i problemi con il proprio personale da sola. Non può sempre ricorrere a "zio-Letta" anche perché non è questa la funzione della presidenza del Consiglio". Secondo il dirigente sindacale, "Cai deve diventare adulta come lo devono diventare tutte le organizzazioni sindacali di Alitalia altrimenti non si va da nessuna parte. Credo che ci voglia responsabilità e non tutte le modalità di Cai mi convincono". Il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, rispetto alla mancata sigla degli autonomi, aveva detto: "Alla fine il buon senso prevarrà. Non c'è alternativa se non quella che il commissario Fantozzi porti l'azienda al fallimento, la liquidi letteralmente". "Questo accordo - dice - evita la distruzione dell'azienda e la perdita di tutti i posti di lavoro. Cosa accadrà dopo il fallimento credo che ognuno se lo può immaginare o sperare ma sarà sicuramente una soluzione peggiore di quella attuale. Se il fallimento fosse stata la soluzione migliore l'avremmo fatta fallire subito".

 

 

Berti (Anpac): "Non sono stati rispettati i patti"

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3 novembre 2008

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Lufthansa, dipendenti in sciopero ad oltranza

"La determinazione dell'assemblea è stata nettissima. I lavoratori amano la propria azienda e la vogliono tutelare: non vogliono tutelare solo il proprio lavoro. Chiediamo un atteggiamento più obiettivo ed oggettivo rispetto a ciò che sta avvenendo. Non è ammissibile che il lavoratore non sia tutelato". Lo ha detto il presidente dell'Anpac, Fabio Berti, al termine dell'assemblea dei lavoratori Alitalia a Fiumicino, definita da lui stesso "più che arrabbiata, con posizioni fortissime".

Ma "è stata un'assemblea matura - ha detto ancora - che ha saputo ricomporsi alla fine in una posizione unica, compatta, anche rispetto a posizioni più estremiste. Questa maturità è stata dimostrata ancora oggi e sempre dai lavoratori, nonostante veniamo dipinti in un modo scorretto. Si cerca di far pagare a noi situazioni che abbiamo sempre denunciato".

"Come mai - è l'interrogativo lanciato da Berti - invece di andare verso la filosofia segnata dagli accordi si è presa un'altra strada? A Palazzo Chigi abbiamo firmato un accordo dove c'erano scritte delle cose, dei punti contrattuali, con fortissimi sacrifici oltre l'inimmaginabile, che abbiamo firmato lo stesso per dare una prova di maturità al Paese: tutto quello che non era contenuto in quei punti doveva far parte del contratto di Air One. Quando si è andati a metterlo veramente sul tavolo questo lavoro, improvvisamente si è presa un'altra strada: si è prodotto un documento che prendeva un pezzo di qua, uno di là, senza rispettare quanto pattuito nell'accordo, non mantenuto. Non ce lo saremmo mai aspettato. Noi siamo qui perché non abbiamo fatto nessun passo indietro".

 

 

 

Les Echos: nel feuilleton Alitalia la corsa a ostacoli non è finita

di Elysa Fazzino

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3 novembre 2008

Un "feuilleton" che lascia ancora tutti con il fiato sospeso. Per il quotidiano economico francese Les Echos il fogliettone Alitalia ha chiuso un altro episodio con l’offerta finalmente presentata dalla Cai, a quattro ore appena dalla scadenza. "Il salvataggio di Alitalia supera un'altra tappa", ma "la corsa a ostacoli" della compagnia non è finita: "la nuova compagnia deve ottenere il via libera di Bruxelles e scegliere il suo partner internazionale". E l’opposizione dei dipendenti resta vivace. "L’acquirente - scrive la corrispondente da Milano Marie-Laure Cittanova - aveva perfino rischiato di rinunciare, davanti al rifiuto dei piloti e del personale di bordo di firmare l’accordo, per quanto accettato dalle confederazioni sindacali".

Il quotidiano d’Oltralpe cita l’avvertimento, lanciato dal presidente Cai Roberto Colannino nell’intervista al Sole 24 Ore, di assumere i dipendenti chiamandoli uno per uno. Poi c’è lo scoglio dell’Ue: il 12 novembre, Bruxelles deve pronunciarsi sul piano di salvataggio. "La Commissione potrebbe accettare che sia la società in liquidazione a rimborsare i 300 milioni di euro prestati in primavera dal governo italiano e non la nuova Alitalia, che comincerà la sua attività senza un soldo di debito". Quanto al partner internazionale, "i pronostici pendono a favore di Air France-Klm, ma Lufthansa le fa una forte concorrenza". Nei giorni scorsi Les Echos aveva ricordato che da 15 anni i piani di salvataggio per Alitalia si susseguono.

"Alitalia finalmente salvata dal fallimento", scrive il sito del Nouvel Observateur, all’indomani dell’offerta definitiva per l’acquisizione della compagnia aerea. Durante la giornata, "i media italiani avevano invece annunciato il ritiro dell’offerta" e Alitalia era arrivata "pericolosamente sull’orlo del fallimento". L’offerta è intervenuta dopo colloqui dell’ultimo minuto con il governo di Silvio Berlusconi, "che si è personalmente impegnato per il salvataggio della compagnia".

Lungo declino

Sulla necessità dell’approvazione di Bruxelles attira l’attenzione il sito della Bbc, che titola sul monito del commissario straordinario Augusto Fantozzi: "l'accordo su Alitalia non deve infrangere le regole Ue". La Bbc ricorda inoltre che Air France-Klm, Lufthansa e British Airways, "sono state tutte corteggiate come possibili partner" e che non ci si aspetta una decisione prima di diverse settimane. L’offerta di Cai – riferisce lì articolo - è arrivata nonostante la mancanza di accordo con alcuni sindacati. "Senza un’offerta di salvataggio vincolante, Alitalia sarebbe stata costretta a cercare nuovi fondi nelle prossime settimane o rischiare la bancarotta". "Mantenere in vita Alitalia", sottolinea la Bbc, è stata una delle piattaforme elettorali su cui Berlusconi ha puntato nelle elezioni di aprile. L’articolo fa notare che il governo ha riscritto le regole sul fallimento per spianare la strada alla Cai e riassume il lungo declino di Alitalia, segnato da "scioperi frequenti, prezzi del petrolio in aumento e interferenze politiche".

"Nuova Alitalia pronta per il 1.mo dicembre", "Investitori fiduciosi nonostante l’opposizione dei piloti": sono questi gli ultimi titoli sul sito del quotidiano Usa International Herald Tribune. "L’offerta di Cai – si legge - ha posto fine a mesi di ansia nazionale per il futuro di Alitalia, che rischiava di restare a terra nelle prossime settimane per mancanza di fondi". Secondo le agenzie riprese da IHT, piloti e assistenti di volo avevano accettato l’idea dell’acquisizione, ma "hanno rifiutato l’offerta finale a causa dei termini e delle condizioni dei nuovi contratti di lavoro". Prima di andare avanti, Cai ha bisogno del via libera di Fantozzi e dell’Ue. C’è in programma anche la fusione con Air One. "Il tocco finale sarà trovare un partner straniero, i più favoriti sono Lufthansa e Air France-Klm".

 

 

2008-11-01

 

 

 

 

2008-10-31

Alitalia: no da piloti e steward. Cai non presenta l'offerta

31 ottobre 2008

Alitalia: no da piloti e steward. Cai non presenta l'offerta

31 ottobre 2008

Il Cda della Compagnia aerea italiana si è chiuso, secondo quanto riferiscono fonti vicine alla Cai, con la decisione di non presentare un'offerta definitiva per gli asset di Alitalia. A breve dovrebbe uscire un comunicato ufficiale. Il Cda era iniziato subito dopo il vertice di Palazzo Chigi che è terminato con la firma dei sindacati confederali e un secco no da parte dei piloti e degli assistenti di volo.

Sindacati spaccati. Nel dettaglio, Filt Cgil, Fit Cisl, Uil trasporti e Ugl trasporti hanno firmato il "lodo Letta" sul contratto di lavoro dei dipendenti per la nuova Alitalia. Non hanno invece siglato l'intesa Sdl, gli assistenti di volo dell'Avia e dell'Anpav e i piloti dell'Anpac e dell'Up. "L'accordo che avevamo firmato a settembre a Palazzo Chigi é stato stravolto. Noi ci saremmo voluti attenere a quello, ma qualcuno l'ha voluto cambiare", dice il leader dell'Anpac, Fabio Berti.

L'ultimatum di Letta e Colaninno. Il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta, ha proposto, nel corso della riunione decisiva a Palazzo Chigi con rappresentanti del governo, Cai, sindacati e il commissario straordinario dell'Alitalia, Augusto fantozzi, un documento di premessa al contratto e ai criteri di selezione del personale nella Nuova Alitalia ponendosi come "garante dell'intesa". La riunione è iniziata con le dichiarazioni di Letta e Colaninno, che senza giri di parole hanno detto: "O si firma entro mezzanotte o Alitalia fallisce".

Il lodo Letta. Il documento, secondo fonti presenti all'incontro, include un richiamo alle intese sottoscritte a palazzo Chigi, è scritto che "ribadita la necessità di concludere il negoziato per il contratto e per i criteri di selezione entro il termine di scadenza, le parti sottoscrivono l'allegato contratto e i relativi criteri di selezione e concordano che le eventuali controversie sull'interpretazione non risolte in sede aziendale verranno sottoposte al giudizio insindacabile del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, garante dell'intesa".

 

 

2008-10-29

Alitalia, via libera dei soci Cai all'aumento da 1,1 miliardi Venerdì l'offerta d'acquisto

29 ottobre

 

La cordata italiana ha fatto un passo avanti verso l'acquisizione di Alitalia, con l'approvazione dell'aumento di capitale a 1,1 miliardi di euro della Cai. I 16 soci riuniti in assemblea ieri a Milano hanno anche deciso la trasformazione in Spa della Srl creata a fine agosto, che ora ha solo 160mila euro di capitale.

L'offerta vincolante per l'acquisto della polpa di Alitalia Fly sarà presentata solo se verrà raggiunto l'accordo con i sindacati, compresi i riluttanti piloti, sul nuovo contratto. La data chiave è venerdì 31 ottobre, il termine entro il quale il commissario dell'Alitalia, Augusto Fantozzi, si aspetta l'offerta vincolante, come ha confermato ieri. Il nuovo consiglio di amministrazione di Cai di 15 componenti, eletto ieri, si riunirà per la prima volta venerdì a Roma. Secondo una nota della società, venerdì il cda "attribuirà poteri e deleghe e delibererà la presentazione dell'offerta vincolante al commissario di Alitalia Augusto Fantozzi, qualora tutti gli accordi sindacali fossero stati raggiunti". Oggi l'amministratore delegato della Cai, Rocco Sabelli, incontrerà i sindacati.

L'offerta – ha precisato la società – rimarrà comunque sospesa fino all'ottenimento dei provvedimenti della commissione Ue che attestino l'assenza di aiuti di Stato a vantaggio di Cai e delle decisione Antitrust. Una giornata positiva per l'amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera, motore del Progetto Fenice, anche se diversi passaggi restano da completare.

"Abbiamo creato la Spa, abbiamo aumentato il capitale, abbiamo fatto lo statuto, ed è stato nominato il consiglio d'amministrazione che farà la proposta compatibilmente con gli accordi sindacali; ma tutte le scadenze sono state rispettate", ha commentato Passera. "I soci sono diventati di più e le risorse per fare ci sono". Gli advisor Banca Leonardo e Rothschild, per conto del Governo e di Fantozzi, avrebbero individuato per le attività di Alitalia un valore tra 900 milioni e un miliardo: la Cai potrebbe essere costretta ad alzare la sua offerta iniziale, che è di 3-400 milioni, in parte da pagare con l'accollo di debiti e per circa 100 milioni per cassa.

Tutti i soci hanno approvato l'aumento di capitale, ma non è scontato che i 16 fondatori restino tutti a bordo. Per il versamento c'è tempo fino al 31 dicembre 2008. In particolare il fondo Clessidra non è nel cda (ma non è l'unico) e considera difficile investire nell'iniziativa: sia perché – riferiscono fonti finanziarie – non c'è un piano aggiornato con le modifiche intervenute nella trattativa sindacale rispetto al documento di luglio, sia perché i valori della transazione con Carlo Toto per l'acquisto di Air One – secondo Clessidra – andrebbero rivisti al ribasso, rispetto ai 300 milioni indicati nel Progetto Fenice.

Su questo punto è in corso un negoziato tra il presidente di Cai, Roberto Colaninno e Toto. Ci sarebbero sei nuovi gruppi pronti ad entrare nella Cai: la Mpa della famiglia Traglio con 15 milioni, l'imprenditore Fontana (bulloni), l'azionista della Intek Vincenzo Manes, l'imprenditore savonese Antonio Orsero, il fondo Atlantis, il tandem di imprenditori tessili Carbonelli e D'Angelo.

I quattro soci principali verseranno circa 100 milioni a testa: Atlantia, Immsi (Colaninno), Intesa, Aponte. Nel cda, oltre a Colaninno, Sabelli e all'avvocato Andrea Guerra, sono entrati Gianluigi Aponte, Francesco Caltagirone Bellavista, Corrado Fratini, Salvatore Mancuso (Equinox), Fausto Marchionni (Fon-Sai), Francesco Paolo Mattioli (Atlantia), Gaetano Miccichè, Angelo Riva, Carlo Toto, Marco Tronchetti Provera. Ci sono inoltre Massimiliano Boschini di Intesa e l'avvocato Carlo d'Urso, i quali potrebbero uscire per far posto a nuovi soci.

Nello statuto approvato dall'assemblea è previsto un vincolo (lock up) a non vendere le azioni per 60 mesi, salvo il caso di quotazione dopo tre anni. Un socio potrà cedere le azioni a soggetti diversi dagli altri soci solo se autorizzato dalla maggioranza assoluta del cda e se l'acquirente è italiano. In ogni caso la maggioranza del capitale deve restare a soci italiani. Uno sbarramento per l'ingresso del partner estero, che sarà quasi sicuramente Air France-Klm e rileverà il 20% attraverso un aumento di capitale da 200 milioni.

 

 

 

 

2008-09-30

 

 

 

2008-09-29

Alitalia: anche hostess e steward firmano l'accordo con Cai

di Nicoletta Cottone

29 settembre 2008

Hostess e steward salgono a bordo di Cai. Dopo un incontro di 3 ore a Palazzo Chigi è giunta la firma delle due sigle degli assistenti di volo, Sdl e Avia, che mancavano all'appello. La firma si è aggiunta al sì dei piloti, giunto nella notte fra venerdì e sabato, sottoscritto anche dalle sigle che già avevano siglato l'accordo, Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Anpav. È l'ultimo tassello per l'intesa complessiva con la Compagnia Aerea Italiana che consentirà la nascita della Nuova Alitalia. Gli assistenti di volo di Avia e Sdl hanno firmato, dunque, il protocollo di accordo con il governo per il salvataggio di Alitalia, ma per Antonio Divietri, leader di Avia, "non c'é nulla da esultare". È un momento di dolore e riflessione, ha aggiunto Divietri, "perchè almeno un collega su tre dovrà andare a casa". Divietri sottolinea che gli assistenti di volo pagano "un prezzo più alto di tutti, sia in termini di lavoro perso, sia in relazione al fatto che molti dovranno cambiare città per continuare a lavorare. E questo ha un impatto sociale altissimo". Quella di oggi, dice Fabrizio Tomasselli "è una firma tecnica da valutare e verificare con i lavoratori e, eventualmente, da confermare". Il governo sarà garante terzo della dinamica contrattuale. Nell'intesa con la Cai, Avia e Sdl hanno firmato anche un allegato "con alcuni chiarimenti che definiscono garanzie per gli assistenti di volo". In particolare è stato convenuto che nella selezione delle risorse umane dovrà essere considerata l'anzianità maturata nelle aziende di provenienza. Le future ulteriori necessità di assistenti di volo saranno soddisfatte da Cai attingendo al bacino degli assistenti di volo posti in Cigs o in mobilità provenienti da Az, Xm, Ve e Ap con criteri da definirsi.

Berlusconi: "Tutto bene quello che finisce bene". "Tutto bene ciò che finisce bene". Così il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha commentato la chiusura della vertenza Alitalia. "Sono stato non solo spiritualmente presente alla trattativa - ha spiegato Berlusconi - ma anche fisicamente perché ero collegato in diretta con i locali dove si tenevano queste cose". Il premier ha anche sottolineato che la trattativa "è andata a sbattere contro privilegi cristallizzati lungo tanti anni che rendevano impossibile la gestione positiva dell'azienda". Berlusconi ha anche escluso che un gruppo straniero possa, anche fra cinque anni, detenere la maggioranza di Alitalia. "C'è una clausola che impone ai partecipanti di non cedere la maggioranza per un periodo di almeno cinque anni. Ma successivamente la decisione di cedere la maggioranza dovrebbe essere approvata dai due terzi". La firma di tutte e nove le sigle sindacali, ha commentato il ministro dei Trasporti Altero Matteoli, conferma la validitá del piano Cai, e per certi aspetti, lo rafforza. "Cai viene così ancor più incoraggiata in questa difficile sfida e potrá operare al meglio per rilanciare Alitalia e per consentire anche a coloro ai quali oggi si chiede un sacrificio di poter rientrare in azienda non appena le condizioni di crescita della compagnia lo permetteranno".

Sacconi: Air France e Lufthansa sullo stesso piano. Fra Air France e Lufthansa nessuno è in vantaggio per diventare partner internazionale della nuova Alitalia, sottolinea il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, a margine dell'Italan energy summit del Sole 24 Ore a Milano. La scelta, conferma Sacconi, "deve essere affrontata dalla società Cai e credo successivamente dovrà valutare le complessive convenienze delle diverse proposte". Il partner straniero di Alitalia avrá, comunque, una quota nella nuova compagnia "sempre minoritaria" e sará scelto dalla Cai che "valuterá l'offerta più conveniente".

Il Carroccio scommette su Lufthansa. Se Cai dovesse scegliere Air France come partner estero di Alitalia, la Lega è pronta a dar battaglia in Parlamento per assicurare che Malpensa sia lasciata libera "di firmare accordi con altre compagnie nel malaugurato caso che Alitalia la lasci". Parola del sottosegretario ai trasporti, Roberto Castelli. "A me risulta - dice Castelli - che Air France voglia bloccare Malpensa e che scegliendo Roma blocchino i diritti di scalo su Malpensa facendola morire. Questo non ci va assolutamente bene. Nel caso in cui Cai scegliesse Air France e facessero una scelta su Fiumicino, noi ne prenderemmo atto, ma chiediamo che Malpensa sia lasciata libera di lavorare".

 

 

 

 

2008-09-27

Alitalia: anche i piloti

salgono a bordo di Cai

di Nicoletta Cottone

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27 settembre 2008

Dopo una maratona notturna durata 15 ore i piloti salgono a bordo di Cai. Anpac e Unione piloti hanno firmato l'accordo con Compagnia aerea italiana dopo una trattativa serrata e piena di momenti di incertezza. "Una trattativa durissima, non solo stanotte. Ma finalmente abbiamo raggiunto un accordo che ci soddisfa, considerata la situazione dell'azienda ormai agli sgoccioli", ha commentato Fabio Berti, presidente dell'Anpac, in sala stampa a Palazzo Chigi dopo quasi 15 ore di trattativa.L'accordo è stato nuovamente siglato anche da Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Anpav che già avevano sottoscritto il piano, riconvocati dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta. La nuova Alitalia, guidata dalla Cai di Roberto Colaninno, dunque, è ora quasi pronta a partire. Manca solo la firma delle ultime due sigle della compagnia - gli assistenti di volo di Avia e Sdl - che riprenderanno la trattativa lunedì.

Le novità introdotte nell'accordo. Fra le novità al personale tecnico con qualifica di Comandante è riconosciuta a ogni effetto di legge, la categoria di dirigente". Cai, inoltre, si doterà di un "Contratto collettivo di lavoro dirigenti comandanti" che sarà redatto entro l'inizio dell'attività della nuova Alitalia. Per il personale che non ha la qualifica di Comandante, il contratto relativo alla normativa d'impiego, alla previdenza complementare e all'assistenza sanitaria, dovrà trovare "adeguata coerenza" con il contratto di lavoro dei dirigenti Comandanti Cai. L'accordo prevede poi che i 1.550 piloti che Cai assumerà "saranno individuati con il criterio di Full Time Equivalent". Cai assumerà poi il 9% dei piloti con la formula del part time, cioè altri 139 piloti. Il totale sarà dunque di 1.689 assunzioni tra full time e part time. Il terzo punto dell'intesa prevede nella selezione delle risorse umane l'azienda "tenga in debito conto, tra l'altro, l'anzianità aziendale maturata nelle aziende di provenienza". Infine, l'accordo stabilisce che "le future eventuali necessità di piloti verranno soddisfatte da Cai attingendo al bacino dei piloti posti in Cassa integrazione-mobilità provenienti da Alitalia, Alitalia Express, Volare e Air One, con criteri da definirsi".

Anche Anpav ha firmato l'accordo. Ieri anche l'Anpav aveva siglato l'accordo. "La nostra associazione ha sciolto il nodo e abbiamo posto la firma sull'accordo conclusivo", ha detto Massimo Muccioli, presidente dell'Anpav, nel corso di una conferenza stampa a palazzo Chigi al termine dell'incontro a Palazzo Chigi. Gli ultimi chiarimenti sono stati giudicati soddisfacenti dall'Anpav. "Dopo aver riflettuto fino a tarda notte - ha affermato Muccioli - abbiamo sciolto il nodo sulle ultime questioni: la parte contrattuale e alcuni elementi di garanzia". Su questi punti, ha aggiunto il presidente di Anpav, "ci sono state date garanzie ed elementi di certezza per tranquillizzare" gli iscritti.

Slitta a lunedì la trattativa con Avia e Sdl. Per Avia e Sdl la trattativa è rimandata a lunedì. Ieri non c'erano le condizioni per firmare, come hanno sottolineato il presidente dell'Avia, Antonio Divietri e il coordinatore dell'Sdl, Fabrizio Tomaselli, uscendo da Palazzo Chigi al termine dell'incontro. Poi nuovo appuntamento nel pomeriggio di ieri a Palazzo Chigi, nel quale si è aperto uno spiraglio. "Ci sono stati dei passi avanti", ma non ancora sufficienti a chiudere la partita. Perciò, dice Divietri, "ci rivediamo lunedì".

 

Alitalia: nella trattativa si fa spazio anche Lufthansa

di Nicoletta Cottone

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26 settembre 2008

 

Nella trattativa Alitalia si fa spazio Lufthansa. Ieri sera a Palazzo Chigi il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, ha incontrato il presidente e amministratore delegato di Lufthansa, Wolfgang Mayrhuber. Il portavoce della compagnia tedesca Claudia Lange fa sapere che l'intesa su Alitalia raggiunta ieri con i sindacati confederali è stata registrata con interesse a Francoforte, dove ha sede la compagnia. "Osserviamo la situazione con attenzione. Il mercato italiano seguita a essere interessante e importante per noi". Precisa poi che il presidente del consiglio di gestione di Lufthansa, Wolfgang Mayrhuber, si trova attualmente a Roma su invito del Governo italiano".

I confederali incontrano i vertici Lufthansa all'ambasciata tedesca. Questa mattina i leader confederali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno incontrato vertici Lufthansa e l'ambasciatore tedesco in Italia, probabilmente per verificare la possibilitá di un ingresso di Lufthansa nel capitale di Cai, come partner industriale della nuova Alitalia. "È stato un incontro, uno scambio di opinioni", ha detto il leader della Cgil Guglielmo Epifani, in cui "abbiamo solo verificato la serietà dell'impegno di Lufthansa". Quanto alle quote, Epifani ha spiegato: "con noi non si parla di queste cose, se la vede la Cai". In ogni caso, la decisione finale sul partner spetta ovviamente a Cai e, accanto a Lufthansa, resta anche la candidatura forte di Air France.

Ai sindacati piace il vettore tedesco. Al segretario generale della Uil, Luigi Angeletti piace più Lufthansa. "Lufthansa dal punto di vista industriale ha un'organizzazione basata su più hub, mentre Air France ha un hub fondamentale che è Parigi. Noi - ha detto intervistato da Sky Tg24 - siamo più simili alla Germania, abbiamo più città importanti. E poi Italia e Francia sono concorrenti sul turismo e perciò è importante il controllo di una compagnia di bandiera". Sulla stessa linea d'onda anche la leader dell'Ugl Renata Polverini. "Rispetto al loro modello e sistema di governance a al consiglio di sorveglianza in cui sono presenti i lavoratori - ha spiegato Renata Polverini - per noi Lufthansa rappresenta il partner ideale". Lufthansa ha interesse per il progetto Cai, ha detto la leader dell'Ugl, "ma resta in attesa di un quadro più certo della situazione". Nella riunione, ha concluso, "c'è stata ribadita l'importanza del ruolo del sindacato e dell'accordo firmato". Per il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni quella con Lufthansa sarebbe un'alleanza comemrciale molto forte che farebbe fruttare il mercato del volo italiano. "Noi siamo molto molto più compatibili con il loro sistema industriale, i francesi hanno un solo hub, loro ne hanno tre, Zurigo, Monaco e Francoforte, e avranno anche Vienna, diventando un sistema stellare". Il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli non si bilancia fra Air France e Lufthansa, ma ritiene che il partner straniero sia fondamentale per il rilancio della compgnia italiana.

Epifani: un buon accordo quello raggiunto con Cai. Per il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani l'accordo raggiunto ieri con la Cai sul piano Alitalia, é un buon accordo, ora spetta ai piloti compiere un passo. Parlando della partnership internazionale, Epifani ha poi aggiunto che il suo ingresso in Alitalia al fianco di Cai porterebbe "un irrobustimento della compagnia, il know-how di una grande compagnia mondiale e difenderebbe, più che l'italianità, l'interesse dell'azionista nazionale".

Soddisfatto Colaninno. Soddisfatto dell'andamento della trattativa Roberto Colaninno, presidente di Cai. "Abbiamo fatto un grande balzo in avanti: pochi giorni fa c'erano solo macerie e adesso vediamo la luce in fondo al tunnel". Ora si spera di chiudere rapidamente anche con piloti e assistenti di volo.

 

 

2008-09-26

Alitalia: prorogato il termine della trattativa con i piloti

di Nicoletta Cottone

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25 settembre 2008

Nulla di fatto nella trattativa con i piloti per risolvere la vertenza Alitalia. "Poichè proseguono i contatti bilaterali - spiega una nota di Palazzo Chigi - tra il sottosegretario Letta e alcune organizzazioni sindacali dei lavoratori dell'Alitalia, il termine per l'adesione all'accordo già sottoscritto da Cgil, Cisl, Uil e Ugl è stato prorogato alle 13 di venerdì 26 settembre 2008". Stiamo lavorando, "discutiamo, ma non siamo giunti a nessun risultato" ha spiegato il leader dell'Anpac, Fabio Berti, lasciando Palazzo Chigi.

Anche le sigle degli assistenti di volo hanno deciso di prendersi tutto il tempo disponibile, come sottolineano i leader di Anpav, Sdl e Avia.

Firmato l'accordo con la Cgil sull'offerta Cai. Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno firmato l'accordo quadro proposto da Cai con la mediazione del Governo per Alitalia. L'accordo quadro con due protocolli sul piano e i contratti cui è allegato il verbale con le integrazioni che entrerà a far parte dell'accordo è stato firmato dalle 4 sigle sindacali, Cgil, Cisl, Uil e Ugl, dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, e dal presidente di Cai, Roberto Colaninno. Guglielmo Epifani, leader della Cgil, prima di firmare ha atteso di vedere i testi con le integrazioni, compresa la parte sui precari. "Dopo un lunghissimo cammino siamo finalmente arrivati alla mèta e abbiamo sconfitto il partito del fallimento, il partito dei consapevoli fautori del fallimento", ha commentato il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni.

Entro 20 giorni l'affidamento della nuova compagnia. L'amministratore delegato di Cai, Rocco Sabelli, ha espresso la propria soddisfazione "per aver salvaguardato il piano industriale" e per il fatto che "la linea negoziale è rimasta quella iniziale". Ora si continua a lavorare per portare "a bordo" piloti e assistenti di volo. Entro venti giorni ci sarà la conclusione della vicenda con l'affidamento alla nuova compagnia. L'offerta della Cai, ha spiegato il commissario straordinario Augusto Fantozzi, scadrà il 15 ottobre e "spero entro questa data di fare il closing e passare la gestione". E Fantozzi chiede di volare Alitalia. "L'Alitalia vola, continua a volare, ma c'é stata una riduzione di vendita di biglietti per una comprensibile incertezza e dubbi e qualche speculazione. Aiutateci affinché questo non avvenga ancora, bisogna dire "comprate i biglietti Alitalia"". L'offerta della Cai, si legeg in una nota di Alitalia, "deve considerarsi pienamente valida alle medesime condizioni e termini inizialmente stabiliti salvo la proroga del termine di scadenza differito al 15 ottobre". Augusto Fantozzi ha comunicato, inoltre, che continua intanto a ricevere "manifestazioni di interesse e di intenti su beni e attività delle imprese del gruppo".

Le modifiche all'accordo. Il Governo ha convinto Cai a ripresentare la propria offerta per il salvataggio di Alitalia. "Abbiamo riannodato i fili di un discorso che si era interrotto, ma non compromesso", ha sottolineato Letta. Le modifiche introdotte, ha spiegato Epifani, consentiranno una difesa del salario dei piloti e assistenti di volo la cui decurtazione del 6-7% sarà compensata con un aumento della produttività. Con l'accordo è giunta anche la rassicurazione che il personale con stipendi di 1.200-1.1300 euro non avrà decurtazioni, mentre i piloti potranno mantenere gli stessi stipendi con un aumento della produttivita. Cancellata la norma che avrebbe decurtato gli stipendi del personale di volo per i primi tre giorni di assenza per malattia. Gli assunti nella nuova compagnia aerea saranno 12.500 , mentre gli esuberi ammontano a 3.250, ha spiegato Luigi Angeletti, leader della Uil. I cassintegrati a tempo indeterminato di Alitalia avranno la prioritá per i nuovi contratti a termine che fará Cai. I lavoratori a tempo determinato potranno avere la cassa integrazione solo per il tempo residuo di lavoro previsto dal contratto.

Air France-Klm pronta a rilevare una quota del 10-20 per cento. Sul fronte del partner industriale estero sarà Cai a sceglierlo più avanti dopo un confronto con i vettori europei. Intanto si segnala che Air France-Klm potrebbe rilevare una partecipazione tra il 10% e il 20% nel capitale Alitalia. Lo indicano fonti industriali citate da France Presse. Un portavoce del vettore franco olandese ha ribadito che il gruppo ha sempre manifestato la volontà di assumere una partecipazione di minoranza in Alitalia, se la cordata italiana della società Cai dovesse procedere all'acquisizione. Air France-Klm possiede già il 2% di Alitalia, di cui è partner nell'alleanza Skyteam.

 

 

 

Tutte le novità dell'accordo per precari, retribuzioni e malattia

di Nicoletta Cottone

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25 settembre 2008

Novità su precari, assistenti di volo, trattamento di malattia e lavoratori di terra. Sono le integrazioni all'accordo targato Cai sulle quali si è raggiunta l'intesa a palazzo Chigi tra governo, Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Ecco una sintesi delle principali modifiche.

Esuberi. Gli assunti nella nuova compagnia aerea saranno 12.500, mentre gli esuberi ammontano a 3.250. Cai dichiara la propria disponibilità ad avvalersi per il prossimo triennio compatibilmente con le proprie esigenze organizzative e produttive e fino a circa mille unità complessive di personale che negli ultimi 36 mesi abbia prestato la propria opera a favore di società dei gruppi Alitalia e AirOne con un contratto a tempo determinato.

Malattia. Le integrazioni concordate prevedono la conservazione del posto per 12 mesi. In caso di malattia/inidoneità per causa di servizio a partire dal primo giorno di assenza e per i primi 8 mesi il lavoratore percepisce la normale retribuzione, per i successivi il 50%. In caso di malattia/inidoneità non per causa di servizio, a partire dal primo giorno di assenza è corrisposto il 100% della normale retribuzione per i primi 6 mesi, il 50% per i mesi successivi.

Personale di terra. È periodo notturno il periodo di almeno sette ore consecutive comprendenti l'intervallo tra la mezzanotte e le cinque del mattino. Ai fini contributivi è quello tra le 20 e le 8 come in Alitalia. Le voci retributive del trattamento Alitalia confluiranno in una singola voce "superminimo ristrutturazione"per 12 mensilità.

Qualifiche. Per quanto riguarda le qualifiche degli assistenti di volo (assistente di volo responsabile, assistente di volo responsabile di seconda e assistente di volo) "vengono previsti livelli retributivi intermedi tra quelli dell'assistente di volo responsabile e l'assistente di volo. Fermi restando i limiti quantitativi minimi di composizione degli equipaggi e la possibilità di operare con equipaggio ridotto per indisponibilità improvvisa di qualsiasi membro di equipaggio che non consenta la sostituzione, limitatamente alle attività di volo di lungo raggio è previsto l'impiego di un assistente di volo responsabile di seconda con compiti di coordinamento del servizio economy. Sull'attività di corto-medio raggio possono essere indistintamente e alternativamente impiegati assistenti di volo responsabili e assistenti di volo responsabili di seconda.

Riposi. I riposi sono pari a 30 giorni per trimestre, con un minimo mensile programmabile di

otto. Da maggio a ottobre due riposi programmati saranno considerati inavimobili. Da novembre ad aprile saranno inamovibili tre riposi. L'azienda in operativo per esigenze di servizio può spostare, rinviare o cancellare un numero massimo di quattro riposi programmati nel mese.

Stipendio. Per piloti e assistenti di volo l'applicazione delle nuove tabelle retributive non potrà in ogni caso determinare una riduzione superiore al 6-7% del trattamento mensile complessivo oggi spettante, a parità di prestazione di lavoro ai sensi della disciplina contrattuale Alitalia. In applicazione della nuova struttura retributiva tale differenza di trattamento economico potrà essere parzialmente o totalmente recuperata a fronte di incrementi delle ore di lavoro.

 

 

 

2008-09-25

Tutte le novità dell'accordo per precari, retribuzioni e malattia

di Nicoletta Cottone

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25 settembre 2008

Novità su precari, assistenti di volo, trattamento di malattia e lavoratori di terra. Sono le integrazioni all'accordo targato Cai sulle quali si è raggiunta l'intesa a palazzo Chigi tra governo, Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Ecco una sintesi delle principali modifiche.

Esuberi. Gli assunti nella nuova compagnia aerea saranno 12.500, mentre gli esuberi ammontano a 3.250. Cai dichiara la propria disponibilità ad avvalersi per il prossimo triennio compatibilmente con le proprie esigenze organizzative e produttive e fino a circa mille unità complessive di personale che negli ultimi 36 mesi abbia prestato la propria opera a favore di società dei gruppi Alitalia e AirOne con un contratto a tempo indeterminato.

Malattia. Le integrazioni concordate prevedono la conservazione del posto per 12 mesi. In caso di malattia/inidoneità per causa di servizio a partire dal primo giorno di assenza e per i primi 8 mesi il lavoratore percepisce la normale retribuzione, per i successivi il 50%. In caso di malattia/inidoneità non per causa di servizio, a partire dal primo giorno di assenza è corrisposto il 100% della normale retribuzione per i primi 6 mesi, il 50% per i mesi successivi.

Personale di terra. E' periodo notturno il periodo di almeno sette ore consecutive comprendenti l'intervallo tra la mezzanotte e le cinque del mattino.

Qualifiche. Per quanto riguarda le qualifiche degli assistenti di volo (assistente di volo responsabile, assistente di volo responsabile di seconda e assistente di volo) "vengono previsti livelli retributivi intermedi tra quelli dell'assistente di volo responsabile e l'assistente di volo. Fermi restando i limiti quantitativi minimi di composizione degli equipaggi e la possibilità di operare con equipaggio ridotto per indisponibilità improvvisa di qualsiasi membro di equipaggio che non consenta la sostituzione, limitatamente alle attività di volo di lungo raggio è previsto l'impiego di un assistente di volo responsabile di seconda con compiti di coordinamento del servizio economy. Sull'attività di corto-medio raggio possono essere indistintamente e alternativamente impiegati assistenti di volo responsabili e assistenti di volo responsabili di seconda.

Riposi. I riposi sono pari a 30 giorni per trimestre, con un minimo mensile programmabile di

otto. Da maggio a ottobre due riposi programmati saranno considerati inavimobili. Da novembre ad aprile saranno inamovibili tre riposi. L'azienda in operativo per esigenze di servizio può spostare, rinviare o cancellare un numero massimo di quattro riposi programmati nel mese.

Stipendio. Per piloti e assistenti di volo l'applicazione delle nuove tabelle retributive non potrà in ogni caso determinare una riduzione superiore al 6-7% del trattamento mensile complessivo oggi spettante, a parità di prestazione di lavoro ai sensi della disciplina contrattuale Alitalia. In applicazione della nuova struttura retributiva tale differenza di trattamento economico potrà essere parzialmente o totalmente recuperata a fronte di incrementi delle ore di lavoro.

 

Alitalia: firmato l'accordo con la Cgil sull'offerta Cai

di Nicoletta Cottone

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25 settembre 2008

 

Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno firmato l'accordo quadro proposto da Cai con la mediazione del Governo per Alitalia. L'accordo quadro con due protocolli sul piano e i contratti cui è allegato il verbale con le integrazioni che entrerà a far parte dell'accordo è stato firmato dalle 4 sigle sindacali, Cgil, Cisl, Uil e Ugl, dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, e dal presidente di Cai, Roberto Colaninno. Guglielmo Epifani, leader della Cgil, prima di firmare ha atteso di vedere i testi con le integrazioni, compresa la parte sui precari. "Dopo un lunghissimo cammino siamo finalmente arrivati alla mèta e abbiamo sconfitto il partito del fallimento, il partito dei consapevoli fautori del fallimento", ha commentato il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni. Ora i rappresentanti dei piloti sono a Palazzo Chigi. Il tavolo di confronto resterà aperto fino alle 20 per acquisire altri consensi. Confidiamo, ha detto il ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola, "che entro le 20 di questa sera arrivi il consenso delle altre organizzazioni di categoria, dei piloti e degli assistenti di volo".

Entro 20 giorni l'affidamento della nuova compagnia. L'amministratore delegato di Cai, Rocco Sabelli, ha espresso la propria soddisfazione "per aver salvaguardato il piano industriale" e per il fatto che "la linea negoziale è rimasta quella iniziale". Ora si continua a lavorare per portare "a bordo" piloti e assistenti di volo. L'accordo tra la Cai e Cgil, Cisl, Uil e Ugl per la nuova Alitalia "mette il commissario straordinario Fantozzi nelle condizioni di andare all'Enac per ottenere la proroga della licenza di volo", ha detto il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi. Entro venti giorni ci sarà la conclusione della vicenda con l'affidamento alla nuova compagnia. L'offerta della Cai, ha spiegato il commissario straordinario Augusto Fantozzi, scadrà il 15 ottobre e "spero entro questa data di fare il closing e passare la gestione". E Fantozzi chiede di volare Alitalia. "L'Alitalia vola, continua a volare, ma c'é stata una riduzione di vendita di biglietti per una comprensibile incertezza e dubbi e qualche speculazione. Aiutateci affinché questo non avvenga ancora, bisogna dire "comprate i biglietti Alitalia"".

Le modifiche all'accordo. Il Governo ha convinto Cai a ripresentare la propria offerta per il salvataggio di Alitalia. "Abbiamo riannodato i fili di un discorso che si era interrotto, ma non compromesso", ha sottolineato Letta. Le modifiche introdotte, ha spiegato Epifani, consentiranno una difesa del salario dei piloti e assistenti di volo la cui decurtazione del 6-7% sarà compensata con un aumento della produttività. Con l'accordo è giunta anche la rassicurazione che il personale con stipendi di 1.200-1.1300 euro non avrà decurtazioni, mentre i piloti potranno mantenere gli stessi stipendi con un aumento della produttivita. Cancellata la norma che avrebbe decurtato gli stipendi del personale di volo per i primi tre giorni di assenza per malattia. Gli assunti nella nuova compagnia aerea saranno 12.500 , mentre gli esuberi ammontano a 3.250, ha spiegato Luigi Angeletti, leader della Uil. I cassintegrati a tempo indeterminato di Alitalia avranno la prioritá per i nuovi contratti a termine che fará Cai. I lavoratori a tempo determinato potranno avere la cassa integrazione solo per il tempo residuo di lavoro previsto dal contratto.

Air France-Klm pronta a rilevare una quota del 10-20 per cento. Sul fronte del partner industriale estero sarà Cai a sceglierlo più avanti dopo un confronto con i vettori europei. Intanto si segnala che Air France-Klm potrebbe rilevare una partecipazione tra il 10% e il 20% nel capitale Alitalia. Lo indicano fonti industriali citate da France Presse. Un portavoce del vettore franco olandese ha ribadito che il gruppo ha sempre manifestato la volontà di assumere una partecipazione di minoranza in Alitalia, se la cordata italiana della società Cai dovesse procedere all'acquisizione. Air France-Klm possiede già il 2% di Alitalia, di cui è partner nell'alleanza Skyteam.

 

 

Crisi Alitalia, rientra in gioco Air France

Sindacati e Cai alle 11 a Palazzo Chigi

di Nicoletta Cottone

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24 settembre 2008

Nella crisi Alitalia rientra in gioco Air France-Klm. Francesco Mengozzi, consigliere di Air France-Klm, ha incontrato a palazzo Chigi il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Gianni Letta, per confermare la manifestazione di interesse da parte di Jean Cyril Spinetta, numero uno della compagnia franco-olandese. La lettera di intenti è stata inviata dal numero uno della compagnia franco-olandese già a fine agosto e oggi Mengozzi è andato a Palazzo Chigi a confermare l'interesse di Air France-Klm ad acquisire subito una quota minoritaria nel progetto Cai di Nuova Alitalia, nel caso in cui l'offerta della cordata italiana rientri in gioco. Dunque dopo la raffica di indiscrezioni sui contatti fra la Lufhtansa, il Governo e Cai, Air France rilancia. Walter Veltroni, leader del Pd, si dichiara "ottimista" sul fatto che "nelle prime ore di domani" possa chiudersi la trattativa su Alitalia, e questo grazie a due fatti nuovi: un passo in avanti da parte di Cai e l'arrivo di un partner straniero. Veltroni ha anche respinto le accuse di Berlusconi di aver boicottato l'accordo tra Cai e sindacati.

Sindacati convocati giovedì alle 11 a Palazzo Chigi. Intanto anche sul fronte sindacale del no qualcosa si sta muovendo: il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, ha ricevuto il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani. La Cai ha ritoccato la sua proposta su assistenti di volo e personale di terra e questa apertura avrebbe convinto la Cgil a firmare. Segnali di apertura anche da parte dei piloti di Anpac e Up. Il governo preme l'acceleratore per trovare una soluzione che eviti il fallimento di Alitalia. E già domani mattina, giovedì 25 settembre, tutte le sigle sindacali e i vertici della Cai sono state convocati alle 11 a Palazzo Chigi, nel tentativo di arrivare alla firma dell'accordo sul piano per Alitalia predisposto dalla Compagnia aerea italiana. Oggi il presidente della cordata Roberto Colaninno ha parlato al telefono proprio con Epifani. La trattativa per risolvere la partita Alitalia sembra dunque in fase avanzata. C'è cauto ottimismo. È Cai, segnalano fonti governative, che dovrà decidere quale sarà il partner internazionale: al momento c'è una corsa in atto che vede sulla griglia di partenza Lufthansa, Air France e British Airways.

Il gruppo franco-olandese è leader mondiale del trasporto aereo per fatturato. Il gruppo Air France-Klm, nato dalla fusione della compagnia di bandiera francese e di quella olandese nel 2003, è leader mondiale del trasporto aereo per fatturato. Nei primi nove mesi dell'esercizio 2007-2008, il gruppo franco-olandese ha registrato un utile netto di 1,29 miliardi di euro, più 52,3%, e un fatturato di oltre 18,41 miliardi, più 4,1 per cento. Nell'esercizio precedente (2006-2007), ha registrato un fatturato di oltre 23 miliardi di euro e ha trasportato 73,484 milioni di passeggeri. Il gruppo franco-olandese conta oltre 103 mila dipendenti dei quali 74 mila come personale di terra. La flotta, che raggiunge 240 destinazioni, è costituita da 579 aereoplani, di cui 389 volano con livrea Air France e 190 con le insegne di Klm.

 

 

 

 

 

2008-09-22

"Entro giovedì il commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi deve presentare all'Enac un piano credibile per evitare la revoca o la sospensione della licenza di volo". Lo ha detto il presidente dell'Enac, Vito Riggio, al termine dell'incontro con il commissario di Alitalia. Poi gli uffici dell'ente avranno tre giorni di tempo per valutare la proposta, dunque fino al 28 settembre prossimo. "Senza un piano - ha sottolineato Fantozzi - chiederò io lo stop dei voli". La licenza provvisoria rilasciata ad Alitalia era legata alla presentazione del piano Cai. "Ma nel momento in cui - ha spiegato Riggio - la Cai ha ritirato l'offerta non ci sono state più le condizioni per il mantenimento della licenza provvisoria a meno che il commissario straordinario non presenti, entro giovedì, un razionale e convincente piano che consenta all'Enac di rinnovare la licenza provvisoria".

 

Dunque questa sarà una settimana "operosa e decisiva", come ha detto il commissario straordinario dell'Alitalia."Dobbiamo avere prospettive realistiche - ha spiegato Fantozzi - in tempi ragionevoli. La Cai ha ritirato la propria offerta e ora ho sollecitato altri soggetti a manifestare il loro interesse e a fare un'offerta". Se al termine di questa settimana non vi saranno le condizioni concrete di "prospettive realistiche", ha sottolineato Fantozzi, "potrò chiedere la sospensione della licenza". La mia mediazione con i sindacati, ha spiegato Fantozzi, "attiene alla moral suasion, ma non posso intavolare un negoziato". Il commissario ha chiarito che "non ci sarà nessun piano Fantozzi. Io devo valutare le prospettive e le offerte, che siano realistiche e ciò vuol dire che assicurino la continuità del servizio, il rispetto delle regole". Tra i requisiti di un'offerta realistica, ha aggiunto, c'è anche il fatto che "le prospettive del piano devono essere accolte dai sindacati perchè senza accordo sindacale i grandi vettori non vogliono offrire alcunchè".

Il commissario straordinario di Alitalia ha precisato che entro giovedì il presidente dell'Enac, come chiesto, riceverà una relazione scritta "in cui io gli indicherò prospettive concrete e i tempi ragionevoli per il salvataggio di Alitalia". Fantozzi spera che l'Enac gli consentirà si arrivare a martedì 30 settembre "e non mi indurrà quindi a chiedere l'auto sospensione della licenza per volare, che sarebbe meno dannosa della revoca" disposta dall'Enac Questa mattina è stato pubblicato sul sito di Alitalia l'invito a presentare manifestazioni di interesse per l'acquisto di rami d'azienda della compagnia aerea. Le manifestazioni di interesse dovranno essere presentate entro le ore 12 del 30 settembre.

Fantozzi ha detto di ritenere che riuscirà a pagare gli stipendi dei dipendenti a settembre: ha spiegato di "avere altri strumenti che evitino i sacrifici del personale" riferendosi alla disponibilità, in particolare dei piloti, a decurtarsi lo stipendio.

L'unica soluzione per Alitalia, resta la Cai essendo le compagnie straniere interessate solo a una quota minoranza, ribadisce il ministro del Welfare Maurizio Sacconi. "Spero che nei prossimi giorni - ha sottolineato Sacconi - si ricostruisca il filo del dialogo tra l'unica soluzione che conosciamo, la Cai, e tutte le organizzazioni sindacali, nel rispetto di quelle organizzazioni che già hanno sottoscritto gli accordi. Voglio pensare che prevalga il senso di responsabilità".

Il Punto

Stefano Folli nasce a Roma da famiglia di origini milanesi. Laureato in lettere, muove i primi passi nel giornalismo alla "Voce Repubblicana", l'organo storico del Pri allora guidato da Ugo La Malfa. Nel 1981 viene nominato direttore responsabile della nuova edizione della "Voce". Collaboratore di Giovanni Spadolini, Folli ne è il portavoce a Palazzo Chigi durante l'esperienza del primo governo a guida laica, fra il 1981 e '82. Nel 1989 passa al "Tempo" come caporedattore politico. Dalla fine del '90 è al "Corriere della Sera", come notista politico e, più tardi, editorialista, fino ad assumerne la direzione tra il 2003 e il 2004. Dal 2005 è editorialista de "Il Sole 24 Ore". Folli ha anche fondato e diretto la rivista di affari internazionali "Nuovo Occidente". Ha vinto alcuni premi di giornalismo, tra i quali il St. Vincent, il premio Ischia e il Fregene.

stefano.folli@ilsole24ore.com

Ma una convergenza è possibile in nome dell'interesse nazionale

21 settembre 2008

L'impressione è quella che ha preso forma nelle ultime ore. Dietro le quinte, la partita Alitalia non è ancora finita. C'è un interesse politico convergente, fra Palazzo Chigi e una parte dell'opposizione (ossia il vertice del Pd, specie nella persona di D'Alema: vedi l'intervista pubblicata oggi dal Sole-24 Ore).

L'interesse consiste senz'altro nell'evitare, se è ancora possibile, il fallimento della compagnia. Per motivi diversi è un'ipotesi che non solo Berlusconi, ma anche i suoi oppositori più prudenti preferirebbero evitare. Il primo perché si è impegnato in prima persona nell'opera di salvataggio centrata sul requisito dell'italianità e sulla privatizzazione: la spirale del fallimento gli darebbe qualche motivo d'imbarazzo, sia pure inconfessato. I secondi perché si rendono conto del contraccolpo da cui sarebbero investiti.

In fondo, il tentativo di addossare a Berlusconi ogni responsabilità ("governo dilettantesco" aveva detto Veltroni da New York) non è riuscito. Quali che siano le zone d'ombra dell'iniziativa governativa (e ce ne sono), nell'opinione pubblica prevale l'idea che se Alitalia fallisce la colpa è delle resistenze corporative: ovvero di quello strano connubio che si è creato fra la Cgil e il sindacato dei piloti. Per un sinistra moderata che vuole dimostrare di possedere, anche dall'opposizione, una cultura di governo, si tratta di un serio problema. Tanto più che Di Pietro già si è mosso per presidiare la linea, diciamo così, della solidarietà con i dipendenti.

Quanto a Epifani, che nella sua onestà intellettuale si sta sforzando di spiegare la posizione del sindacato, le sirene della sinistra radicale cercano di tirarlo dalla loro parte ("W la Cgil" titolava venerdì "Liberazione") e quasi quasi vorrebbero attribuirgli la supplenza politica di un Pd troppo sbiadito. Anche questo è un problema rilevante.

Ecco allora che una certa logica politica spinge, o dovrebbe spingere, governo e opposizione a trovare un punto di equilibrio. È chiaro che la partita è complessa e nessuno vuole perdere la faccia. Ma l'interesse di entrambi sta nell'attraversare in fretta la palude in cui affonda non solo Alitalia, ma persino la credibilità del paese.

Allo stato, Berlusconi chiede la firma dell'accordo con la cordata Cai e fa intendere che si tratta dell'ultima spiaggia prima del fallimento (argomento che piace molto a una parte della destra). In particolare mette in chiaro che non ci sono alternative al progetto Colaninno. Il Pd (D'Alema, Bersani, Rutelli) chiede invece che si cerchi un possibile acquirente estero alle stesse condizioni garantite alla Cai. Sembrano posizioni molto lontane, ma forse è più apparenza che sostanza.

Senza dubbio, i soci della cordata - e Berlusconi che li appoggia sul piano politico - non possono e non vogliono riaprire la trattativa. Del resto, se dovesse accadere, in termini politici sarebbe una sconfitta insostenibile per il governo. Tuttavia a nessuno conviene stravincere, perché il rischio è quello di precipitare un attimo dopo nella disfatta. Quindi ci sono margini per discutere. A sinistra, invece, il Partito democratico ha tutto l'interesse a collocarsi su una posizione di responsabilità nazionale, nonostante le critiche e le riserve verso il piano Fenice. Posizione su cui potrebbe ritrovarsi al più presto anche la Cgil.

Non sarebbe strano se alla fine di questo percorso gli isolati e battuti fossero i piloti. I veri padroni dell'Alitalia di ieri.

 

 

2008-09-21

Alitalia, Berlusconi: "L'unica alternativa a Cai è il fallimento"

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20 settembre 2008

La situazione dell'Alitalia "è molto negativa" e allo stato non c'è alcuna "alternativa" alla Cai. A ribadirlo è il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in un'intervista a Studio Aperto.

A proposito dei piloti che si abbracciavano alla notizia del fallimento della trattativa, il premier è stato deciso: "Questa immagine non è piaciuta in generale, non è piaciuta a noi, né alla stragrande maggioranza degli italiani", e ha continuato: "visto lo sforzo generoso di un gruppo di imprenditori italiani di investire per garantire al Paese una compagnia di bandiera, vedere i principali beneficiati gioire per il fallimento della trattativa non è stato certamente un bel vedere".

Per il presidente del Consiglio, "la categoria dei piloti non si può gestire da sola ma deve sottostare alle normali direzioni che sono affidate agli amministratori e ai manager della società". "La Cgil e i piloti hanno proposto di ricominciare tutto da capo, ha detto, chiedendo cose che nessuna compagnia al mondo può accettare come per esempio quella che la categoria dei piloti possa gestirsi da sola".

"Non c'è nessuna possibilità - ha aggiunto il presidente del Consiglio - che si presentino altri soggetti alla cordata e quindi potrebbe essere che la nostra Alitalia vada verso una procedura di fallimento. Credo che gli italiani siano buoni giudici per capire da che parte sta la colpa se non si è riusciti a trovare immediatamente una soluzione che io auspico ancora", ha concluso Berlusconi.

Il premier è intervenuto su Alitalia anche in occasione della inaugurazione del rigassificatore di Rovigo: "Confido nella responsabilità degli uomini. Auspico un ravvedimento da parte di coloro che hanno posizioni irrazionali". Ribadendo infine che "senza il buonsenso si va dritti al fallimento".

Alitalia, Anpav pronta alla firma dell'accordo

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19 settembre 2008

L'associazione degli assistenti di volo Anpav ha deciso di aderire all'accordo quadro sul piano industriale previsto dall'offerta della Cai su Alitalia. Lo ha riferito in una nota il presidente Massimo Muccioli. "L'Anpav - dice - ha deciso di aderire all'accordo quadro già sottoscritto da Cgil, Cisl, Uil e Ugl auspicando che tale scelta sia seguita da tutte le altre organizzazioni". Muccioli ha vincolato la disponibilità a sottoscrivere l'accordo quadro sul piano industriale alla "invarianza salariale", pur accettando l'aumento di produttività.

La decisione dell'associazione degli assistenti di volo arriva dopo l'incontro con il commissario di Alitalia Augusto Fantozzi, e segue anche le nette prese di posizione del ministro dell'Economia Tremonti e del commissario Ue ai Trasporti Tajani, che hanno escluso ogni ipotesi di nazionalizzazione della compagnia. "La Commissione Europea - ha precisato Tajani - non potrebbe dare il suo assenso ad una eventuale nazionalizzazione di Alitalia perchè le autorità italiane si sono impegnate con la Commissione Ue, a garantire che la partecipazione dello Stato al capitale sarebbe diventata minoritaria entro 12 mesi".

Sulla vicenda è intervenuto oggi anche il leader del Pd, Walter Veltroni, che ha accusato il Governo di gestione "dilettantistica" della vicenda, aggiungendo però che "occorre verificare se ci sono ancora le condizioni, sulla base delle ulteriori richieste dei sindacati, o se invece il commissario straordinario, invece di dichiarare il fallimento o la messa in liquidazione, possa fare un appello pubblico per vedere se, alle nuove condizioni, ci siano soggetti interessati".

Alitalia, Epifani: "Il governo la venda a una compagnia straniera"

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20 SETTEMBRE 2008

 

La Cai ha ritirato la sua offerta per salvare Alitalia, ora ci sono solo due possibilità per la compagnia: che il governo trovi uno spiraglio per riprendere il negoziato con Cai oppure avvii subito le procedute per vendere a una grande compagnia aerea internazionale. Sono le due proposte del leader della Cgil Epifani per l'ex compagnia di bandiera, spiegate in un'intervista a Repubblica.

Epifani punta all'ipotesi B, dal suo punto di vista "più forte", cioè la vendita di Alitalia, con una procedura limpida e trasparente, a un partner straniero: "Credo che le disponibilità ci siano - dice - anche se ovviamente nessun partner potenziale si muove in assenza di una scelta netta e decisa da parte del governo". La preferenza è per Lufthansa ma, precisa il leader della Cgil, "Non sta a me scegliere il partner". "Se la pista Cai è chiusa per sempre, la Cgil chiede al governo di non esitare un solo minuto: faccia un passo indietro sul principio dell'italianità e scelga subito un grande vettore straniero cui affidare le sorti di Alitalia". Per Epifani la scelta è da preferire perchè avrebbe un know how industriale più forte, condizioni finanziarie più solide e una tempistica più rapida.

"Se il governo farà questo - aggiunge - la Cgil è pronta a fare fino in fondo la sua parte".

La possibilità di una riapertura delle trattativa con Cai esiste ancora per Epifani, ma il governo deve sapere bene "che il problema del consenso del personale di volo non è un'invenzione o una scusa, ma un'esigenza essenziale per chi fa trasporto aereo".

Epifani si difende anche dalle accuse mosse alla Cgil di aver fatto fallire la trattativa: "Noi abbiamo lavorato fin dall'inizio - dice - per cercare una soluzione positiva. Mentre fin dall'inizio è stato il governo ad accreditare l'immagine di una Cgil che giocava allo sfascio". Il sindacato da lui guidato vuole la modernizzazione del Paese, tiene a precisare Epifani, ma "una trattativa complessa non si gestisce usando l'esclusione e la forza" e "non si può trattare con la pistola alla tempia". Sull'accusa di aver fatto naufragare l'accordo con Air France, il sindacalista dice che non si trovò intesa sui livelli occupazionali e punta il dito contro il governo: "La seconda condizione di Spinetta era il via libera del governo in carica e di quello che avrebbe vinto le elezioni. Berlusconi aveva la vittoria in tasca, e fu lui a costruire la campagna elettorale sullo slogan 'non passa lo straniero'".

 

Per il fallimento di Alitalia c'è ancora tempo

di Laura Serafini

Finché ci sono i soldi per far volare gli aerei, Alitalia andrà avanti. È questo il messaggio che il commissario Augusto Fantozzi ha continuato a lanciare anche dopo una giornata come quella di ieri, in cui la situazione è precipitata e il fallimento sembrava dietro l'angolo.

Ma la verità, che forse i sindacati conoscono bene, è che la liquidità per andare avanti continuerà ad esserci. Non si sa esattamente per quanto, ma ben oltre il termine del 30 settembre che fino a ieri sembrava categorico. La dichiarazione di insolvenza e il commissariamento della compagnia di fatto hanno congelato tutti i crediti scaduti prima del 29 agosto e bloccato anche il pagamento degli oneri sul debito pregresso. Per questo motivo garantire oggi l'operatività della compagnia è meno costoso rispetto al mese scorso: ci sono meno oneri finanziari da sostenere, meno obblighi da rispettare e dunque si brucia meno cassa.

Anche il Governo, evidentemente, è consapevole della situazione finanziaria della compagnia (che con il vecchio scenario avrebbe chiuso i primi nove mesi con un buco da 800 milioni) e può permettersi di prendere tempo. Fantozzi potrebbe lasciar passare il fine settimana per attendere qualche offerta sinora rimasta nascosta o forse perché la diplomazia politica riporti Cai e i sindacati al tavolo.

Ma non è detto che lo faccia senza prendere qualche provvedimento. Ieri la compagnia ha inviato le lettere per la cassa integrazione straordinaria per il personale relativo a 34 aerei fermi da mesi e che interesserà 831 piloti per 12 giorni al mese, 1.383 assistenti di volo per dieci giorni al mese e 2.072 lavoratori di terra per sei giorni al mese. Oggi, a seconda di come evolve la situazione, potrebbe decidere di estendere il provvedimento ad altro personale, tanto per far assaporare ai dipendenti i primi effetti della linea dura decisa dal sindacato. Secondo fonti vicine alla cordata che è uscita per ora di scena, l'esito della trattativa è stato influenzato anche da un errore strategico della politica. I vertici di Cai si aspettavano, come del resto consente l'iter del commissariamento, che il negoziato con i sindacati partisse contestualmente alla procedura di mobilità, dunque con l'avvio di licenziamenti assistiti. Una prospettiva che tra l'altro era stata ventilata nei giorni scorsi, salvo poi essere smentita a breve giro dal commissario stesso. Ebbene, sarebbe stato il Governo, probabilmente lo stesso premier, a decidere di tenere fermi i provvedimenti sul personale per evitare l'escalation della tensione. Adesso, però, qualche segnale potrebbe partire.

Il fallimento comunque per ora resta una prospettiva lontana. Prima di portare i libri in tribunale, in base alla legge, Fantozzi deve cercare nuovi compratori e in mancanza di questi tentare un piano di ristrutturazione della compagnia (e solo quel punto potrebbe accedere nuovi prestiti). Solo al termine di questo iter resterebbe la strada del fallimento. Lunedì Fantozzi andrà all'Enac, dove è stato convocato per "la verifica dei requisiti per il mantenimento delle licenze".

Nel frattempo è stata fissata per fine novembre l'udienza per l'accertamento dello stato passivo, vale a dire l'entità effettiva dei debiti di Alitalia. In quella sede tutti i creditori sono chiamati a presentare le loro richieste e Fantozzi saprà quale somma dovrà tentare di rimborsare. A oggi esiste una quantificazione del tutto preliminare indicata nella sentenza di insolvenza di Alitalia: 2,8 miliardi, che sono stati calcolati includendo le possibili passività che potrebbero sopravvenire, comprese cause che potrebbero essere perse come quella da oltre 1 miliardo intentata dalla Sea all'Alitalia.

 

 

 

 

2008-09-19

Alitalia: lo stop della Cai

deciso all'unanimità

di Gianni Dragoni

Venerdí 19 Settembre 2008

La cordata italiana si ritira ma non si scioglie. Gli azionisti della Compagnia aerea italiana (Cai) hanno deciso all'unanimità di mantenere in vita la società, che resta una Srl con un capitale versato minuscolo, appena 160mila euro.

Unanimi nel votare pubblicamente il ritiro dell'offerta non vincolante sulla polpa di Alitalia a causa del mancato accordo sindacale, i 16 soci della Cai (più Francesco Micheli, non ancora azionista) erano in realtà animati da motivazioni differenziate. Diversi di loro, non solo i Benetton, sono sollevati per il venir meno di un progetto nel quale sono entrati di malavoglia, per adesione a un invito di Silvio Berlusconi, timorosi di restare intrappolati nella maledizione Alitalia sommata alle difficoltà di Air One. Diversi soci sarebbero inoltre poco propensi a mettere capitali in un'iniziativa gestita da Roberto Colaninno.

Alcuni ritenevano eccessive le concessioni fatte da Rocco Sabelli, in particolare la promessa di distribuire ai dipendenti il 7% degli utili. Nessuna forma di dissenso però è affiorata, il ritiro ha messo tutti d'accordo.

"Una decisione presa all'unanimità. Tutti gli azionisti sono attestati sulla linea di conduzione del negoziato", ha commentato Sabelli. "Non ci sono le condizioni per andare avanti. Adesso vi spieghiamo perché", aveva esordito Colaninno in apertura. La riunione, a porte chiuse, a Milano, è cominciata alle 16 e durata un'ora e mezzo.

Sabelli ha elencato le tappe del negoziato, i punti dell'accordo quadro firmato domenica con alcuni sindacati, fino agli ultimi sviluppi. Un'elencazione minuziosa, alla quale hanno contribuito anche Colaninno e l'amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera.

L'assemblea ha ascoltato in silenzio, tranne in un passaggio: quando è stato spiegato che gli esuberi avrebbero beneficiato dell'80% dello stipendio, garantito dallo Stato per sette anni, c'è stata un'esplosione di incredulità. Quasi una sollevazione, per la rinuncia dei sindacati a un trattamento giudicato troppo generoso.

Si sono pronunciati per il ritiro, tra gli altri, l'amministratore delegato di Fon-Sai Fausto Marchionni, il presidente della Pirelli Marco Tronchetti Provera, Salvatore Mancuso di Equinox, Francesco Bellavista Caltagirone. Per Atlantia, controllata dai dubbiosi Benetton, non c'era il numero uno Giovanni Castellucci, ma il direttore legale, Pietro Fratta, con il mandato di votare "qualunque proposta". Marco Fossati (Findim) ha chiesto una conferma: "Per trasparenza tra noi, allora questa vicenda è chiusa, non abbiamo dei ripensamenti?". Ha avuto un coro di risposte affermative.

È stato chiarito che cade anche la proposta di comprare Ap Holding, cioè il gruppo Air One, molto indebitato e in difficoltà. Ignazio Toto, figlio del patron Carlo, ha concordato con la decisione dell'assemblea.

In chiusura, Colaninno – secondo indiscrezioni – ha detto che sul settimanale inglese "Economist" uscirà oggi un articolo in cui si parla bene della cordata italiana e ha proposto di "non disperdere il patrimonio e il gruppo di imprenditori che si è riunito nell'iniziativa". Proposta votata all'unanimità. Cosa farà la Cai? È volata una battuta: "Compriamoci la Morgan Stanley", ha detto il rappresentante di Clessidra, Alessandro Grimaldi.

Gaetano Micciché, di Intesa, aveva informato che "ci sono state adesioni per sottoscrivere capitale di Cai fino a 1,3 miliardi sul Progetto Fenice per Alitalia". Nessuno però ha aperto il portafoglio. La Cai sopravvive, ma per ora con soli 160mila euro di capitale.

Alitalia, Cai ritira l'offerta.

Berlusconi: "Siamo al baratro"

di Nicoletta Cottone

18 settembre 2008

Ritiro deliberato all'unanimità. Angeletti: "È una catastrofe sociale". Filt-Cgil e cinque sigle (Anpac, Up, Anpav, Avia e Sdl) avevano preparato una proposta alternativa. Ma uno spiraglio sulla trattativa si potrebbe forse riaprire. In serata un portavoce di Lufthansa ha dichiarato: "Osserviamo con molto interesse gli eventi in Italia"

 

Cai ha ritirato l'offerta per Alitalia. "L'assemblea di Cai - spiega una nota - ha deciso all'unanimità di ritirare l'offerta presentata al commissario di Alitalia per l'acquisto di attivi dalla stessa posseduti". Impossibile, spiega la nota, allungare oltre la trattativa. "Ho avuto la conferma ufficiale del ritiro del piano da parte di Cai. La situazione é drammatica, potremmo essere di fronte a un baratro", ha commentato il premier Silvio Berlusconi. "È certo - ha detto il Cavaliere - che ci sono pesantissime responsabilità soprattutto della Cgil e delle associazioni dei piloti, che valuteremo. E non vorrei che questa fosse proprio la soluzione che qualcuno ha auspicato si verificasse". Duro commento anche da parte del ministro del Lavoro Maurizio Sacconi. "Il ritiro dell'offerta per la nuova Alitalia da parte della società Cai è la logica conseguenza dell'assurda posizione ostruzionistica assunta dalla Cgil in alleanza con le sigle autonome di piloti e assistenti".

 

Secondo alcune fonti, in tarda serata si potrebbe aprire qualche spiraglio per la ripresa della trattativa, con una possibile convocazione dei sindacati per un'ennesima verifica su un possibile accordo. Per Luigi Angeletti, segretario generale della Uil, il ritiro di Cai è "una catastrofe sociale". Intanto Guglielmo Epifani, segretario della Cgil, ha scritto a Colaninno. La Cgil "conferma il proprio impegno perchè sia evitato il fallimento e perchè la difficile scommessa di dare un futuro all'azienda abbia successo nel rispetto della condizione e problemi di tante lavoratrici e lavoratori" e "per dare una prospettiva aziendale a partire dal giorno dopo la conclusione di questa fase, nella convinzione che la società da lei presieduta abbia la determinazione per andare avanti, ci siamo mossi e continueremo a lavorare perchè sia possibile quel consenso sociale più ampio di cui un'azienda di trasporto ha bisogno".

Da segnalare anche in serata il "no comment" da Lufthansa su Alitalia dopo il ritiro dell'offerta da parte della Cai: al "Sole 24 Ore Radiocor" un portavoce della compagnia aerea tedesca, ha

ribadito che Lufthansa "considera molto interessante il mercato italiano" e che "osserva con grande interesse" quanto succede nel nostro Paese.

Le sei sigle sindacali che non hanno accettato l'offerta Cai, Filt-Cgil, Anpac, Up, Anpav, Avia, Sdl, si sono riunite per mettere a punto una serie di misure che garantiscano l'operatività. Alitalia, dice il segretario dello Sdl Paolo Maras, continuerà a volare anche dopo che sarà ufficializzato il ritiro dell'offerta avanzata dalla Cai: saranno i lavoratori a garantire la continuerà aziendale a tutela della clientela e dei suoi interessi.

Oggi per la compagnia aerea era il giorno della verità. Alle 15,50 scadeva l'ultimatum di Colaninno ai sindacati per l'accettazione del piano. Roberto Colaninno e Rocco Sabelli, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Cai, sono arrivati in perfetto orario all'assemblea, che si è svolta a palazzo Clerici, al centro di Milano. Le 6 sigle che non avevano firmato l'accordo avevano chiesto a Cai nella mattinata un incontro urgente per presentare una controproposta per il salvataggio di Alitalia. Nella lettera inviata a Cai le sei sigle sindacali ribadivano "l'interesse e la disponibilità all'identificazione di un accordo sulle condizioni contrattuali delle categorie dei piloti, degli assistenti di volo e del personale di terra, certi che gli obiettivi di produttività e flessibilità esposti dai rappresentanti cai possano essere raggiunti e condivisi". Nel documento si avanzavano proposte di merito, raggiungibili "in tempi brevissimi". Via libera alla firma ai contratti di categoria sul modello di quelli "applicati agli addetti di una delle compagnie europee di riferimento come ad esempio Lufthansa, Air France o Iberia, opportunamente decurtati nella parte economica". Le sei sigle nel documento ritenevano percorribile la ricerca di una revisione della struttura retributiva che consenta l'invarianza delle retribuzioni in presenza di un aumento contrattato della produttività.

 

Offerta ritirata: e i dipendenti festeggiano...

18 settembre 2008

Applausi, slogan, molte ola e ovazioni hanno accolto tra i dipendenti di Alitalia la notizia del ritiro dell'offerta di Cai. All'annuncio fatto dai sindacalisti attraversi i megafoni, sono scattati gli applausi, si sono levate grida di esultanza, sono tornati i sorrisi sui volti delle hostess. Così a Milano davanti alla sede della Compagnia aerea italiana, dove era in corso l'assemblea dei soci per decidere il ritiro dell' offerta. Identica scena all'aeroporto di Fiumicino dove oltre un migliaio di naviganti e addetti di terra dell' ex compagnia di bandiera stazionava fin dal mattino, riuniti in assemblee spontanee.

Nel capoluogo lombardo, i protagonisti della cosiddetta cordata italiana, lo stesso Roberto Colaninno, Marco Tronchetti Provera e l'ad in pectore Rocco Sabelli al loro arrivo a via Clerici sono stati contestati al grido di "Via la casta si riapre l'asta" e vivacemente apostrofati. "Meglio falliti che in mano a 'sti banditi", "Piersilvio al ceck-in a 600 euro al mese", alcuni degli slogan scanditi. "E adesso tutti in treno", hanno gridato i dipendenti Alitalia. "Cai paga un'ora di volo a 1,85 euro. Cercasi marito per dividere le spese", era l'appello di una bionda hostess in sit in a Fiumicino. "Silvio non ci hai venduto ai francesi per svenderci ai tuoi amici", si leggeva sugli altri cartelli inalberati. A spegnere la soddisfazione dei naviganti ma anche tra i dipendenti di terra nemmeno la notizia dell'avvio dell' iter per la cassa integrazione da parte del commissario straordinario Augusto Fantozzi. Nè l'appello dello stesso Fantozzi a "stringere i denti e stringersi intorno ad Alitalia in questo momento drammatico". La reazione, per molti inaspettata, dei lavoratori è stata duramente stigmatizzata da esponenti del governo. Il sottosegretario Roberto Castelli si è detto "allibito per le scene di giubilo. Evidentemente pensano che in qualche modo il carrozzone mangiasoldi verrà comunque salvato dall'ennesimo intervento di Stato". "Stupefatto oltre che amareggiato" il ministro dei Trasporti Altero Matteoli "dal comportamento dei piloti". Il ringraziamento di Matteoli è invece andato a Cisl, Uil e Ugl per il comportamento responsabile nel voler difendere 15.000 posti di lavoro.

A sostenere i lavoratori in presidio a Fiumicino ci ha pensato invece il leader dell'Italia dei valori Antonio Di Pietro, applaudito più volte al grido di "Bravo, bravo" e "giustizia". Intanto autobus erano in partenza da Capodichino alla volta della Capitale con a bordo lavoratori Atitech per dare man forte alla protesta dei colleghi romani. Poi la decisione di restare invece in assemblea permanente nello scalo napoletano. Voli oggi tutti regolari mentre si consumava l'uscita di scena di Colaninno e C. Ma i piloti lo avevano assicurato: "Se Cai ritira l'offerta i piloti voleranno il doppio e non fermeranno gli aerei", aveva detto il presidente di Up Massimo Notaro.Molti però i passeggeri perplessi. "Non so che cosa hanno da festeggiare, non capiscono che la festa è finita", è stato il commento di una signora in transito nello scalo romano. "Ora la palla passa a Fantozzi o al governo, dovranno fare qualcosa. Hanno fatto di tutto per dividere i lavoratori ma non ci sono riusciti", spiegava uno dei manifestanti ai colleghi. E una giovane hostess in divisa verdeblù davanti alla sede di Cai: "con il contratto Cai non avrei più avuto una vita privata, so che la situazione è difficile, mi rimboccherò le maniche ma senza perdere la mia dignità".

 

 

 

 

 

 

2008-09-18

Alitalia, ultimatum di Colaninno

Sindacati divisi sull'offerta Cai

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18 settembre 2008

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La Cisl dà la propria adesione alla proposta di Cai. È questo l'orientamento espresso dal segretario generale Raffaele Bonanni al tavolo con Governo, sindacati e azienda sul piano di rilancio di Alitalia. Secondo quanto riferito dalle principali agenzie stampa, Bonanni avrebbe sottolineato che "i giorni della trattativa non sono passati invano perchè abbiamo discusso sul piano industriale attentamente. Non ricordo che sia mai successo - ha aggiunto - che il sindacato si rimangiasse la parola dopo aver ottenuto modifiche importanti sul piano industriale e soprattutto dopo aver condiviso questo progetto pur riconoscendone i limiti". La Cisl, insomma, manterrà la parola data, specie dopo la decisione di Cai di destinare il 7% degli utili ai lavoratori. E anche la Uil non se la sente di far naufragare il potenziale accordo con un no secco e senza uscita. "Cai non ritirerà l'offerta a causa nostra", dichiara il segretario generale Luigi Angeletti, per il quale, pur essendo il merito "lontano da ciò che noi pensavamo fosse equo pattuire la Uil non farà dire a Cai nel consiglio di amministrazione che è necessario ritirare l'offerta perchè i sindacati non hanno accettato le proposte conclusive. Stessa posizione da parte del sindacato Ugl e della sua leader, Renata Polverini.

La Cgil, invece, prende tempo fino all'ultimo per dare una risposta sul piano industriale proposto da Cai perché - dice Fabrizio Solari - intende "allargare al massimo il consenso utilizzando il tempo fino alle 16 di domani", ma sostanzialmente chiarisce che "se non cambia nulla per noi è un no". "La partecipazione agli utili - prosegue Solari - non può essere barattata col salario. Non è possibile immaginare che una parte significativa del salario non sia legata direttamente al lavoro". "Se si deve parlare - aggiunge il leader sindacale - di ripartizione degli utili questi devono essere aggiuntivi ai normali trattamenti salariali". Inoltre, secondo Solari, bisogna ricreare un clima "positivo all'interno dell'azienda", cosa che, spiega, "si ottiene allargando il consenso, ossia il numero dei lavoratori che ritengono quell'accordo sufficiente"".

L'uscita allo scoperto della sigle sindacali segue a stretto giro l'ultimatum del presidente della Cai, Roberto Colaninno, che ha annunciato in giornata la conclusione della trattativa e la volontà di ritirare l'offerta se entro domani non ci sarà il "consenso" dei sindacati alla proposta. "Avete ottenuto in queste due settimane quello che non Una hostess Alitalia durante lo sciopero di oggi a Fiumicino (Afp)era previsto concedere. Non c'è più nulla di cui discutere, non c'è una lira in più da condividere", avrebbe detto Colaninno durante l'incontro a Palazzo Chigi con il Governo e tutte le principali sigle sindacali (all'incontro a Palazzo Chigi per il Governo sono presenti il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, e Altero Matteoli, ministro delle Infrastrutture. Sono inoltre presenti , oltre a Colaninno, l'ad di Cai, Rocco Sabelli. Per i sindacati i segretari generali di Ugl, Cisl e Uil, Renata Polverini, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, mentre per la Cgil è al momento presente il segretario confederale, Fabrizio Solari. Al tavolo anche le sigle delle associazioni professionali Anpav, Avia, Anpav, Up e il sindacato autonomo Sdl).

"Non stiamo comprando un gioiello, stiamo comprando una azienda in dissesto", ha insistito Colaninno, chiarendo che l'offerta "è condizionata al consenso della forza lavoro", e specificando anche che per Cai "i piloti sono dipendenti e non un'associazione professionale". La pensano, ovviamente, in maniera diversa le sigle sindacali come l'Unione Piloti, che per bocca del suo segretario Massimo Notaro, fa sapere che se nella trattativa per il salvataggio di Alitalia non emergono elementi nuovi, il giudizio dell'Up restarà negativo. Il sottosegretario Gianni Letta ha indicato nelle 15.50 di oggi il termine ultimo per una risposta definitiva da parte dei sindacati all'offerta della Cai. Alle 16 è prevista infatti l'assemblea della newco per decidere se procedere o meno nell'offerta per Alitalia.

E intanto mentre la nuova compagnia si gioca l'ultima carta per prendere il volo, a causa degli scioperi tanti passeggeri della vecchia Alitalia ieri sono rimasti a terra. Cancellati 40 voli a causa dalla mobilitazione dei Cub, dalle 12 alle 16, e da altre iniziative del personale di terra. Grosse difficoltà per i collegamenti Roma-Milano e Milano-Roma a causa della cancellazione di 10 voli tra le due città. A Fiumicino circa mille dipendenti dell'Alitalia hanno sfilato in corteo per protestare contro la Cai. I manifestanti, muniti di fischietti bandiere e cartelloni hanno creato qualche disagio alla circolazione automobilistica al piano delle partenze nazionali. Presenti tutte le categorie di lavoratori: impiegati, hostess steward e piloti.

Ai dipendenti parte degli utili Cai

di Nicoletta Picchio

Senza il via libera dei sindacati, oggi Cai ritirerà l'offerta per l'acquisto di Alitalia. Il presidente Roberto Colaninno ieri lo ha spiegato anche al premier Silvio Berlusconi. Che lo ha incoraggiato ad andare avanti, perché chi oggi non firma "se ne assumerà il peso".

Poco prima Colaninno, all'incontro con le nove sigle sindacali e il Governo, aveva giocato una nuova carta per convincere i sindacati: il 7% dell'utile netto sarà destinato ai lavoratori. Aggiungendo però che gli spazi di trattativa si sono conclusi: "Non è un aut-aut, ma un tentativo di rilancio dell'azienda. In queste due settimane avete ottenuto quello che non era previsto concedere, ora non c'è una lira in più da condividere", ha esordito Colaninno. E il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, ha completato il quadro: è stato cercato anche qualche altro offerente, ma non è stato trovato. Il termine ultimo per avere la risposta dei sindacati è perciò fissato alle 15,50 di oggi: dieci minuti prima dell'avvio dell'assemblea dei soci Cai che decideranno se andare avanti.

Il fronte sindacale è spaccato: i segretari generali di Cisl, Uil e Ugl hanno detto sì, convinti dalla conferma di Rocco Sabelli, ad di Cai, che ci saranno gli stessi livelli retributivi, a fronte di aumenti della produttività; dalla disponibilità del 7% dell'utile netto (45% ai piloti, 30 agli assistenti di volo, 25 al personale di terra); dal fatto che l'azienda ha accettato il contratto di AirOne come punto di riferimento per gli aspetti ancora aperti del contratto e, infine, dalle assicurazioni su Atitech. Ma altre posizioni restano in bilico. Ieri in nottata si è tenuta una riunione tra Cgil, Anpac, Unione piloti, Avia, Anpav e Sdl per mettere a punto una controproposta da sottoporre questa mattina a Governo e Cai. La richiesta, in particolare, prevederà meccanismi più stringenti per garantire l'invarianza salariale e un'ulteriore limatura sugli esuberi.

Cruciale a questo punto il ruolo della Cgil. Il segretario confederale Fabrizio Solari, presente al tavolo con il Governo, prende tempo: fino alle 16 di oggi cercherà di allargare il consenso tra i lavoratori. "Non è una questione di numero di sigle, ma di consenso tra i dipendenti. Se saremo convinti, firmeremo. Ma se il piano è questo, la risposta è no", ha commentato. Anche Guglielmo Epifani resta in forse: "Non so cosa possa cambiare. Il problema è se dal giorno dopo l'azienda può avere un futuro o sarà il caos". La Cgil, quindi, continua a frenare sull'accordo separato senza gli autonomi.

Per l'Anpac (piloti) "bisogna trattare fino all'ultimo". Ma c'è una questione di governance che ai piloti non va giù: Colaninno li ritiene dipendenti come gli altri e lo ha detto al tavolo, mentre Berti insiste sul proprio ruolo di associazione professionale. Per i piloti dell'Up, invece, il giudizio è negativo. Boccia l'intesa anche la Sdl, che dà tutt'altro per scontato il termine delle 16 e parla di trattativa finora finta. Un rilievo contestato da Sabelli: "Abbiamo trattato con tutti". Da Cisl e Ugl è arrivato un appello ai piloti: "Facciamo tutti uno sforzo in più", ha detto Renata Polverini, leader Ugl. "Siete un patrimonio importante, andate all'osso del problema", ha esortato Bonanni, ribadendo che la Cisl ha detto sì perché sono state soddisfatte buona parte delle richieste fatte. Sia Bonanni che la Polverini hanno apprezzato la proposta sugli utili.

Per il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, "si è già raggiunta una base importante di consenso. Mi auguro che Cai vada avanti. Nessun altro vuole comprare Alitalia". Ottimista il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli: "Nessuno ha detto no". Mentre Colaninno, nel suo intervento, ha sottolineato: "Non ci prendiamo un gioiello. Con la situazione di crisi, se la Fed non avesse salvato la compagnia di assicurazione Aig, avremmo già ritirato l'offerta".

Stipendi e volo, premio ai giovani

di Giorgio Pogliotti

Modello AirOne per la Nuova Alitalia. I piloti saranno pagati in base alle ore di volo effettive – principio già adottato dall'aviolinea di Carlo Toto – e non riceveranno più un'indennità di volo giornaliera, come accade nella compagnia di bandiera. Risultato: se il nuovo management riuscirà a impiegarli secondo gli standard delle più virtuose compagnie europee i giovani – specie quelli in arrivo da AirOne – potranno guadagnare anche di più, mentre a rimetterci saranno gli "anziani" ex Alitalia. La parte variabile peserà per il 40% sulla busta paga del personale navigante che per non subire forti decurtazioni salariali dovrà aumentare la produttività. I comandanti e i primi ufficiali della ex compagnia di bandiera dovranno rinunciare all'attuale regime di riposi, ferie e malattia, e sono a maggior rischio di esubero.

Parlando all'assemblea degli azionisti di fine giugno, il presidente di Alitalia, Aristide Police, spiegò che per i piloti la retribuzione fissa oscilla tra 41mila a 94mila euro, mentre la parte variabile è pari a 27mila euro, ovvero incide mediamente per il 40 per cento. Mentre per i comandanti la parte fissa va da un minimo di 54mila ad un massimo di 140mila euro, con una parte variabile che in media si attesta sui 34mila euro, cioè al 17,5 per cento. Su loro, quindi, avrà un impatto maggiormente negativo la nuova struttura retributiva. Per AirOne, invece, la parte variabile è in media il 37% delle retribuzioni di copiloti e comandanti.

Nell'ultimo documento consegnato dall'amministratore unico Cai, Rocco Sabelli, ai sindacati confederali (i piloti di Anpac e Up non erano al tavolo), è previsto un trattamento mensile complessivo "non inferiore del 6-7% rispetto a quello vigente, a parità di ore volate". Ma con la retribuzione legata alle ore di volo effettive, con 75 ore mensili in cabina di comando – sotto il limite ministeriale delle 80 ore – i piloti di AirOne avranno un incremento salariale, mentre per Alitalia sono previste per alcuni penalizzazioni economiche, per altri aumenti (si veda la tabella in pagina). I piloti Alitalia attualmente percepiscono un'indennità di volo giornaliera, sta quindi all'azienda impiegarli fino al massimo consentito dalla normativa comunitaria, che sulla carta è 900 ore l'anno. Il volato medio annuo di Alitalia è di 560-600 ore (ma in alcuni settori nel 2007 le 900 ore sono state raggiunte a novembre), contro le 650 ore di AirOne. I piloti di Anpac e Up contestano il principio del "più voli più ti pago" temendo contraccolpi negativi sulla sicurezza.

Con il nuovo contratto Cai, inoltre, i giorni di ferie saranno 30 (che si incrementano di 1 giorno ogni 5 anni), contro gli attuali 38 giorni (31 per neoassunto) di AirOne e i 42 giorni di Alitalia, comprensivi del sabato e della domenica. Quanto ai riposi, nella Nuova Alitalia se ne prevedono 30 a trimestre, come per AirOne, contro i 33 di Alitalia. Fortemente ridimensionato il trattamento di malattia: i piloti avranno diritto alla conservazione del posto per 12 mesi. In Alitalia hanno diritto a conservare il posto se si ammalano fino a 24 mesi in 3 anni (per AirOne il limite è 1 anno distribuito su 36 mesi).

Ma a preoccupare maggiormente i piloti sono gli esuberi. Con il nuovo piano 2 piloti su 5 saranno di troppo: rispetto agli attuali 2.550 piloti (tra AirOne e Alitalia) ne resteranno 1.550. Maggiormente a rischio sono i comandanti di Alitalia, più anziani rispetto ai loro colleghi di AirOne – visto che la compagnia è stata fondata da Toto nel 1995 – e, quindi, più costosi. Ma per Alitalia il concetto di anzianità è molto relativo: a rischio esubero sono i piloti quarantacinquenni, che hanno iniziato a volare poco più che ventenni. Per molti di loro si profila la cassaintegrazione e la mobilità se tra 7 anni la somma tra età anagrafica e anzianità contributiva farà 83: andranno in pensione al minimo, se nel frattempo non avranno trovato un altro posto di lavoro.

Non a caso molti di loro hanno iniziato già ad informarsi sulle offerte delle compagnie asiatiche e mediorientali, le uniche che attualmente assumono. Ma sullo sfondo si gioca un'altra partita dagli effetti rilevanti: quella della rappresentanza della categoria. Il ruolo di Anpac e Up sarà fortemente ridimensionato con l'applicazione del contratto unitario. Le associazioni dei piloti saranno affiancate dai rappresentanti nelle Rsu dei 10.950 tra assistenti di volo e personale di terra, che in prevalenza fanno riferimento ai sindacati confederali.

 

CONFRONTO DEL SOLE 24 ORE SUL PIANO FENICE ED AIR-FRANCE:

Alitalia: perchè il piano Air France era migliore del piano Fenice

di Gianni Dragoni

Sabato 06 Settembre 2008

n nessun aspetto la proposta attribuita alla cordata di 16 investitori della Cai, guidati da Roberto Colaninno, già scalatore di Telecom Italia nel 1999 con i soldi della stessa società, migliora il progetto francese

È un confronto perdente, quello tra il piano Passera-Colaninno per la "nuova Alitalia" che è stato accolto con le fanfare dal Governo e l'offerta di acquisto presentata da Air France-Klm nei mesi scorsi, che fu affossata da Silvio Berlusconi in campagna elettorale e respinta dai sindacati.

In nessun aspetto la proposta attribuita alla cordata di 16 investitori della Cai, guidati da Roberto Colaninno, già scalatore di Telecom Italia nel 1999 con i soldi della stessa società, migliora il progetto francese. Anzi, numerosi appaiono i peggioramenti, per la compagnia e i lavoratori, per i consumatori, per i contribuenti, per creditori e azionisti.

Dalle informazioni disponibili si possono sollevare interrogativi che vanno ad aggiornare il decalogo pubblicato sul Sole 24 Ore il 25 luglio. Inoltre, non è comprensibile quali vantaggi rechi l'integrazione con AirOne, aviolinea privata in difficoltà che Intesa Sanpaolo ha voluto includere nella "nuova Alitalia".

1. I vantaggi dell'italianità

L'elemento da cui è partita l'opposizione politica e imprenditoriale al piano Spinetta era la mancanza di "italianità". Solo questa caratteristica – si disse – sarebbe stata una garanzia per i passeggeri nazionali, le imprese, il turismo, con il mantenimento di un maggior numero di voli intercontinentali e internazionali diretti. Ebbene, le destinazioni della "nuova Alitalia" saranno 65, inferiori alle 84 di Air France. Ci sarà una concentrazione sul mercato nazionale ed europeo (dove si perdono più soldi per l'attacco delle low cost), con pochi collegamenti intercontinentali. I voli a lungo raggio della nuova società oscillano, secondo i primi annunci, tra 13 e 16 destinazioni, contro le 15 previste da Jean-Cyril Spinetta all'inizio e destinate ad aumentare. Per i passeggeri italiani aumenterà la necessità di fare scalo a Parigi, Francoforte o Londra per voli lunghi.

2. Flotta ridimensionata

La riduzione di attività è inevitabile poiché il piano postula che la compagnia derivante dall'integrazione di Alitalia con Air One abbia circa 139 aerei, cioè 100 in meno delle 238 macchine impiegate dai due vettori. Spinetta prevedeva un'Alitalia con 137 velivoli, circa 40 in meno della sua flotta. I francesi inoltre prevedevano di aggiungere un aereo di lungo raggio all'anno dal 2010. Non si conoscono gli impegni di Colaninno in proposito.

Poiché Alitalia già ha 175 aerei, più della flotta giudicata necessaria dal nuovo piano, a cosa serve aggiungere AirOne, con i suoi 60 aeroplani? L'aviolinea privata ha ordini per 60 nuovi Airbus 320 che consumano meno dei vecchi Md80 Alitalia. Ma il canone di leasing su questi aerei è molto più alto che sugli altri.

3. Monopolio

L'unione di Alitalia con il principale concorrente annulla quasi tutta la concorrenza sui cieli nazionali. La nuova società avrà mano libera nell'alzare le tariffe, con un beneficio di alcune centinaia di milioni sui conti. Fa sorridere chi sostiene che la concorrenza arriverà dal treno: l'alta velocità, quando arriverà, potrà forse essere un'alternativa sulla Roma-Milano, non sulle altre tratte. L'italianità, insomma, sarà pagata cara dai consumatori.

4. Impegni finanziari

Air France-Klm si era impegnata a versare dentro Alitalia Spa – la società oggi commissariata – almeno un miliardo entro giugno 2008, accollandosi anche circa 1,4 miliardi di debiti finanziari netti che invece il nuovo piano lascia nella bad company. Di fatto, l'impegno di Air France era di 2,4 miliardi circa. E non ci sarebbe stata una bad company da scaricare sullo Stato o sui creditori/azionisti.

La Cai ha annunciato un impegno fino a un miliardo. Per ora, i suoi soci hanno versato 160mila euro. E nell'"information memorandum" del Progetto Fenice si legge che il nuovo capitale versato "per cassa" dai soci entro il 2008 sarà di 800 milioni, "soggetto al verificarsi di talune condizioni sospensive". È da chiarire quale sarà la somma effettiva, comunque inferiore al miliardo.

Quanto a AirOne, lo stesso documento dice che, attraverso un aumento riservato, conferirà "taluni rami aziendali per un controvalore pari a 300 milioni", che porteranno il capitale a 1,1 miliardi. AirOne non mette soldi. Quali siano i "rami aziendali" il documento non lo precisa. Certo non aerei, perché i suoi jet sono in leasing.

L'impegno degli investitori "italiani" è meno della metà dei francesi. Resta un buco di almeno 1,4 miliardi nella bad company: debiti che verranno pagati dallo Stato (si stima per un miliardo), dai creditori, dagli azionisti.

n nessun aspetto la proposta attribuita alla cordata di 16 investitori della Cai, guidati da Roberto Colaninno, già scalatore di Telecom Italia nel 1999 con i soldi della stessa società, migliora il progetto francese

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5. La valutazione di Alitalia

Si sostiene che la Cai ha fatto un'offerta di circa 300 milioni per comprare la parte buona di Alitalia, gli slot, il marchio, con gli aerei migliori. Un valore analogo viene attribuito ai conferimenti di AirOne. Non è giustificabile attribuire valori simili a società che non sono comparabili. Ed è risibile che la polpa buona della compagnia pubblica valga così poco. Alitalia possiede slot pregiati a Heathrow, Parigi, Francoforte, Duesseldorf, Madrid che valgono svariate centinaia di milioni. Ha un marchio noto nel mondo, una rete di vendita internazionale.

Perché il commissario Augusto Fantozzi non apre una procedura trasparente di vendita, dando anche ad altri (Air France o Lufthansa, ad esempio) il tempo di fare un'offerta? Dovrebbe essere suo interesse massimizzare il ricavato per creditori e azionisti.

6. Il valore di Air One

Il Progetto Fenice non spiega quale sia il beneficio portato da AirOne. La compagnia di Carlo Toto ha una rete sovrapposta ad Alitalia, gli aerei mezzi vuoti e perde soldi: nei primi sei mesi del 2008 il coefficiente di occupazione posti è del 56,8%, il più basso d'Europa tra le circa 30 compagnie dell'Aea (media 74,4%, Alitalia ha il 68,2%). I conti veri di AirOne sono quelli del consolidato di Ap Holding (ApH), la controllante creata a fine 2006 da Toto con una complessa manovra di rivalutazione patrimoniale. Nel 2007 il gruppo ApH ha perso 32 milioni, con un fatturato di 785 milioni. I debiti del gruppo a fine 2007 erano 900 milioni e sono cresciuti a 1,1 miliardi nei primi sei mesi quest'anno. In larga parte si tratta di debiti per acquisire i nuovi A320 che sono collocati in società irlandesi, date in pegno alle banche finanziatrici e affittati a AirOne.

Il Progetto Fenice suona come il salvataggio di AirOne e delle banche che l'hanno finanziata. Quali sono gli impegni e le banche esposte con Toto? Si sa di Unicredit, di Morgan Stanley, di sigle tedesche. Ci sarebbe più trasparenza se fosse fatta piena luce sulla reale esposizione verso Toto di Intesa.

7. Flotta e leasing

Alitalia ha 109 aerei in proprietà. La flotta era iscritta nel bilancio 2007, approvato anche dal ministero dell'Economia, per un valore di 1,98 miliardi di euro: è compresa o no la flotta nell'offerta da circa 300 milioni di Colaninno? Nel Progetto Fenice si legge che "la Newco acquisterà dalla vecchia Alitalia 43 aerei per 772 milioni, accollandosi debiti per 522 milioni". Sembrerebbe che questo impegno si aggiunga ai circa 300 milioni offerti per la compagnia. Non si tratta di una valutazione generosa: i debiti legati agli aerei (tra cui 6 Boeing 777 valutati 295 milioni, con 210 milioni di debito accollato) sono mutui per un'attività in funzionamento, allineati ai costi che si avrebbero con il leasing.

Nel Progetto Fenice si dice che "Nuova Alitalia non deterrà aerei in proprietà, tutta la flotta sarà gestita in leasing". Nessuna grande compagnia lo fa. Perché questa scelta? Forse per fare cassa vendendo gli aerei e ridurre il capitale versato dai soci? Toto sarà il fornitore privilegiato grazie ai suoi ordini per 60 A320 e realizzerà buoni guadagni con i canoni di leasing.

8. Esuberi

Il piano francese prevedeva 2.120 esuberi. Inoltre 3.300 lavoratori sarebbero rimasti in Az Servizi-Fintecna, con cinque anni di appalti garantiti. La "nuova Alitalia" ha detto che ha bisogno di 14.250 addetti, di cui 2.750 esterni. Poiché il gruppo Alitalia ha 18mila dipendenti e il gruppo AirOne 3mila, gli esuberi veri sono circa 7mila.

9. Risparmiatori intrappolati

La Consob ha sospeso azioni e bond Alitalia il 3 giugno, per evitare speculazioni. Così è stato impedito a soci e obbligazionisti di fuggire. Ora le azioni sono carta straccia.

10. Lock up e compensazioni

I 16 imprenditori intendono vendere tra cinque anni e non prima. Tuttavia il vincolo del lock up potrebbe essere aggirato con una ricapitalizzazione fatta da altri soci (per esempio Air France). Ci sono dubbi sugli interessi che hanno mosso i partecipanti alla cordata italiana, oltre alla possibilità di guadagnare rivendendo a un vettore europeo. Benetton e Gavio hanno già ottenuto dal Governo benefici con le nuove convenzioni autostradali.

 

 

 

I PRECEDENTI:

Alitalia, i sindacati: "Piano insufficiente, ma pronti a trattare"

a cura di Alberto Annicchiarico

28 marzo 2008

La proposta di AirFrance-Klm per l'acquisizione dell'Alitalia secondo i sindacati "è insufficiente, ma siamo pronti a trattare" per arrivare a un accordo. Hanno cercato di non sbattere la porta Filt-Cgil, la Fit-Cisl, la Uil trasporti, la Ugl trasporti, l'Sdl e le associazioni professionali dell'Unione piloti, Anpav e Avia, al termine della riunione intersindacale alla quale non ha partecipato l'Anpac (Associazione nazionale piloti aviazione commerciale), che aveva già messo una pietra tombale questa mattina sul piano del gruppo franco-olandese. "Per noi - ha tagliato corto Fabio Berti, presidente Anpac - è un capitolo finito, non ci stiamo". Quanto al possibile fallimento della compagnia italiana, secondo Berti si tratta di "uno scenario gravissimo, che avremmo voluto evitare a ogni costo", ma "siamo pronti ad affrontarlo".

Air France, peraltro, aveva sostenuto venerdì mattina sostiene fare di più, ha scritto il presidente Jean-Cyril Spinetta ai sindacati in una lettera che spiegava la nuova proposta di accordo quadro, accompagnata da un documento contenente la "visione strategica" del progetto di acquisizione del vettore tricolore. "Non possiamo andare oltre - ha precisato Spinetta - senza rimettere in discussione le fondamenta stesse del nostro progetto per Alitalia". Nonostante tutto la trattativa riparte, lunedì alle 11. Al tavolo tra azienda e sindacati. È prevista la partecipazione del presidente di AirFrance-Klm.

La nuova proposta franco-olandese è arrivata intorno a mezzanotte di giovedì alle nove sigle sindacati ed è articolata in tre differenti parti: nella prima il numero uno Spinetta ribadisce la bontà del progetto e le prospettive di sviluppo per Alitalia all'interno del gruppo franco-olandese; nella seconda viene illustrata nuovamente la strategia generale per la compagnia mentre nella terza, sempre secondo quanto si apprende, sono contenute le nuove proposte di merito. Il cda di Alitalia si riunisce oggi per concedere la proroga di sette-dieci giorni alla trattativa e la Consob controlla con molta attenzione l'andamento del titolo, sospeso in Borsa su un ribasso teorico del 23% (ore 10).

Lievi i ritocchi agli esuberi previsti nella precedente versione, con la cifra complessiva che resta di 2.120. I piloti in esubero operativo (un dato che comprende anche gli stagionali) passano a 420 dai 514 precedentemente previsti. È stato limato a 594 anche il numero degli assistenti di volo in esubero, dai 600 precedenti. Inoltre 4.191 lavoratori dell'handling e della manutenzione di Fiumicino sarebbero ricollocati in due "newco", per poi essere reinternalizzati in AzFly. Le due newco sarebbero destinate una all'handling, cui farebbero capo 1.881 dipendenti, e una seconda alla manutenzione, dove confluirebbero 2.310 addetti. Nei 4.191 dipendenti di Alitalia Servizi che verrebbero "reinternalizzati" ci sarebbero anche i 500 dipendenti considerati in esubero.

Il piano contempla un deciso ricambio generazionale all'interno dell'azienda: è previsto ad esempio che nel 2011 tutto il personale che avrà maturato i requisiti per potere essere avviato al pensionamento sia messo in mobilità, mentre al 2014 il personale che avrà maturato questi stessi requisiti sarà prima messo in cassa integrazione e quindi in mobilità.

La nuova proposta di AirFrance prevede poi la riduzione della flotta Alitalia con il taglio di 37 aerei passeggeri e 3 full cargo, settore che proseguirà l'attività fino al 2010 quando il servizio terminerà con il fermo degli altri due aeromobili. Nel trasporto passeggeri saranno subito tagliati 16 MD 80-82; 18 aeromobili regionali per il corto-medio raggio e 3 B767 per il lungo raggio.

"Allo stesso tempo - si legge nel documento - saranno effettuati investimenti al fine di preparare e anticipare la fase di rilancio e crescita. Saranno effettuati significativi investimenti per rinnovare gli interni delle cabine per offrire sedili, video e layout appropriati come quelli offerti da Air France-Klm, con l'obiettivo di ricostruire lôimmagine di Alitalia. In aggiunta, i servizi di bordo e di terra saranno migliorati".

Per il cargo, durante un periodo di transizione che inizierà subito nel 2008, la flotta operativa sarà ridotta da 5 a 3 velivoli MD11, operando su rotte che generino minori perdite. Nel 2010, inoltre, l'attività sarà chiusa. (aggiornato alle ore 16,30)

 

 

Alitalia-AirFrance: scelta dolorosa, ma senza alternativa

di Gianni Dragoni

27 marzo 2008

È probabilmente la prima volta nella sua storia che la sofferente Alitalia si trova di fronte a un piano di ristrutturazione credibile. La garanzia migliore è data dai risultati positivi di Air France-Klm e dall'incremento dei profitti sprigionato dal 2004, quando c'è stata la fusione tra le due compagnie. È un piano meno doloroso di tanti altri, per quanto ci sia il sacrificio di posti di lavoro. Ci sono 2.120 esuberi, pari al 12% dell'intero organico di circa 17.500 dipendenti, ripartiti tra Az Fly (10mila addetti) e la società Servizi (7.400), che furono divise con lo spezzatino deciso nel 2004 e realizzato l'anno successivo con il piano Cimoli, quando al Governo c'era Silvio Berlusconi.

Nessuno rimarrà per strada, ha detto Jean-Cyril Spinetta. Per chi non potrà accedere ai benefici del pensionamento, è prevista la cassa integrazione, la mobilità e un'integrazione salariale con il piano sociale di Air France. Questi strumenti garantiranno per sette anni il 100% dello stipendio a chi perderà il lavoro. Sembra che nessun piano di ristrutturazione applicato non solo all'Alitalia, ma anche in altre aziende italiane, abbia mai offerto questo trattamento. L'altro punto di incertezza riguarda i 3.209 lavoratori dell'Alitalia Servizi che non verranno assorbiti in Fly, tra i quali c'è l'Atitech di Napoli: per loro c'è l'impegno a garantire appalti, e quindi lavoro, per almeno otto anni.

Eppure probabilmente questo piano e questa offerta, l'unica proposta di acquisto vincolante presentata da quando, 15 mesi fa, Prodi e Padoa-Schioppa hanno dato il via alla privatizzazione, non sono sufficienti a vincere la resistenza dei sindacati. C'è soprattutto l'opposizione dei piloti, irrigiditi per i 507 esuberi, accentuati dalla chiusura del cargo e forse indispettiti dalle concessioni ottenute dai confederali, ai quali è stato accordato il salvataggio di un migliaio di lavoratori in più di Az Servizi trasferiti nella Fly.

L'altro capitolo doloroso è il ridimensionamento di Malpensa, sul quale Spinetta non è arretrato di un metro, per le ingenti perdite causate dal sistema di rete su Malpensa, circa 200 milioni all'anno. Il piano conferma che il gruppo delle tre compagnie avrà tre hub, Parigi, Amsterdam e Roma Fiumicino. Da Roma, appena le condizioni di mercato lo permetteranno, potranno essere riaperte le rotte verso Shanghai, Washington e Montreal. Milano è clasifficato come "importante gateway", una porta d'ingresso. Questo lascia scontenti molti imprenditori e politici del Nord, ma per Spinetta è un punto non soggetto a trattativa.

Con il piano Air France, Alitalia finisce in mani solide, ma dimagrisce a poco più di una compagnia regionale: la flotta passeggeri scende da 174 a 137 aerei (esclusa Volare), dei quali solo a 20 a lungo raggio. Lo sviluppo del lungo raggio riprenderà lentamente nel 2010, un aereo in più all'anno fino al 2018 (Boeing 777), "qualora le condizioni di mercato lo consentissero", avverte però Spinetta. Invece lo sviluppo della flotta a medio raggio (che perderà 16 Md80 e 18 aerei regionali tra Atr72 e Embraer) "sarà probabilmente inferiore a causa della crescente concorrenza dei vettori low cost e dell'alta velocità su rotaia", dicono i francesi.

Insomma, l'Alitalia deve diventare più piccola per diventare sana. È questa la prospettiva cui sono messi davanti i sindacati nella difficile trattativa che riprenderà lunedì 31 marzo. L'alternativa non è l'arrivo di un partner che offra condizioni migliori, non si scorgono veri pretendenti all'orizzonte, ma sarebbe il fallimento e quindi un ridimensionamento ancora maggiore dell'atività e dell'organico.

IL SOLE 24 ORE

"Per Alitalia un piano in tre mosse"

di Attilio Geroni

16 Dicembre 2007

Jean-Cyril Spinetta, presidente di Air France Klm, vuole riportare sul piano della razionalità economica la gara che vede il suo gruppo contrapposto ad Air One per la conquista di Alitalia. In questi giorni convulsi e ad elevata emotività, ha capito che parlare e comunicare fa bene e che il silenzio o anche un eccesso di riservatezza potrebbero essere fatali. L'occasione è l'incontro con un gruppo di giornalisti italiani al quartier generale della compagnia franco-olandese ai quali spiega alcuni dettagli (non molti ma fondamentali) e l'idea strategica che stanno dietro la lettera d'interesse per l'acquisizione di Alitalia.

L'operazione avverrebbe in tre tempi: innanzitutto un'offerta pubblica di scambio (come anticipato ieri dal "Sole 24 Ore") riservata a tutti gli azionisti e che permetterebbe al Tesoro italiano di diventare socio di minoranza; subito dopo un aumento di capitale nell'ordine dei 750 milioni di euro; infine il riacquisto dei bond convertibili emessi dalla compagnia italiana al loro valore nominale (l'Air One di Carlo Toto offre di riacquistarli con uno sconto del 50%). "Con tutto l'impegno e le risorse finanziarie che abbiamo deciso di investire in Alitalia è assurdo pensare che vogliamo farne una compagnia regionale. Andrebbe innanzitutto contro il nostro interesse", dice Spinetta, rispondendo alle critiche recenti dei sindacati, di alcuni politici ed esponenti dell'imprenditoria italiana. E per la prima volta dà una cifra sugli esuberi, che sulla base di quanto è stato già messo in opera nell'ambito del piano di ristrutturazione dell'a.d. di Alitalia, Maurizio Prato, alla fine di dicembre, dovrebbero essere 1.600-1.700 per il gruppo rispetto ai 2.700 e 1.100 di Air One su Air Fly e Az Servizi. Su questi numeri va però fatto un distinguo: nel caso Volare rientrasse nella transazione (Air France Klm vuole prima esaminarne a fondo la situazione legale) il saldo scenderebbe intorno ai 1.000 addetti, tenendo conto degli eventuali piani di assunzione previsti per la low cost italiana, la cui attività sarà coordinata con quelle di Transavia Holland e Transavia France. "Perché abbiamo scelto l'Ops? Certo non perché ci manca il cash, di quello anzi ne abbiamo in abbondanza, ma perché vogliamo dare un segnale forte sulla nostra volontà di integrare Alitalia nel gruppo e attraverso questa integrazione creare un leader di dimensione europea nel trasporto aereo".

Spinetta spiega che lo stesso schema venne utilizzato nella fusione con Klm. E ricorda come gli azionisti della compagnia olandese che aderirono al concambio siano stati ampiamente remunerati nella loro scelta: al luglio 2007 il valore di quanto avevano ricevuto nel 2004 era quadruplicato. In più, "Klm non solo non è sparita, ma ha mantenuto la propria identità e i propri diritti di traffico. Il marchio è importante, e non solo per questioni emotive, ma perché è un importantissimo asset economico, come nel caso di Alitalia". Su Malpensa non ci sono stati ripensamenti. L'hub italiano di un'eventuale integrazione a tre sarà Roma. "Una scelta naturale", sottolinea il numero uno di Air France Klm, dettata dalla semplice osservazione della cartina geografica e dal fatto che il traffico a Malpensa è di poco più di 20 milioni di passeggeri contro gli oltre 30 milioni di Roma: "Questa è la realtà. Non c'è nessuna ragione economica perché Paesi come la Francia e l'Italia debbano perseguire una strategia con doppio hub. Non almeno fino a quando il mercato non raggiungerà un'adeguata massa critica".

Spinetta ritiene "impensabile" che la compagnia di bandiera italiana continui a perdere ogni anno tra i 200 e i 300 milioni dalle sue operazioni su Malpensa. Significa che su questo fronte c'è parecchio lavoro da fare per migliorare la redditività e incrementare la quota della clientela business (high yield contribution nel gergo dell'industria aeronautica) che attualmente in Alitalia è meno della metà rispetto ai più grandi concorrenti europei. Gli orari dello scalo intercontinentale milanese vanno completamente ripensati, sostiene il manager francese, perché sulle rotte europee verso Londra, Parigi, Francoforte, l'ultimo volo Alitalia della sera trascorre la notte nell'aeroporto di destinazione e non torna a Milano prima delle 8,30: "Ciò significa che non si parte prima delle 9 e questo, per la clientela business, è un controsenso. Chi parte per una giornata di lavoro a Londra vuole decollare alle 7". Basteranno questi argomenti e la solidità finanziaria del colosso franco-olandese perché la bilancia delle decisione finale, attesa martedì 18 dicembre salvo sorprese della politica (il 20 ne dovrebbero parlare Sarkozy e Prodi a Roma), penda a suo favore? Spinetta in questa fase non vuole fare nemmeno professione di ottimismo: "Sono sereno", si limita a dire, ma con un sorriso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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La controproposta. Tutta la notte fino alle sette del mattino negli uffici della Magliana. Poi una doccia e a mezzogiorno di nuovo negli uffici della Cgil trasporti a Roma in viale Morgagni. Le sei sigle, Cgil e gli autonomi (Anpac, Up, Anpav, Avia e Sdl) in rappresentanza di piloti e assistenti di terra e di volo, lavorano fino alle quattordici per trovare una risposta all'ultimatum di Colaninno ("Un sì o un no entro le 15 e 50"). Il verdetto non è nè un si nè un no. E' un foglio, una controproposta, una richiesta di trattativa che porta la firma dei sei segretari. Quattro i punti fondamentali. 1) "Massima disponibilità a trovare un accordo sui contratti di piloti, assistenti di volo e di terra certi di poter raggiungere gli obiettivi di produttività e flessibilità richiesta da Cai. 2) Sì alla revisione dei contratti "tale da consentire l'invarianza delle retribuzioni e un aumento della produttività". Sono già pronti conti e tabelle. 3) Il negoziato, "seppur in tempi brevissimi", deve però essere inserito e rispettare il quadro dei contratti nazionali relativi a ciascuna categoria. Nessuno pensi cioè di scardinare il sistema dei sindacati e delle associazioni di categoria che invece Cai non riconosce ("i piloti sono solo dipendenti come hostess e steward"). 4) Ok ai contratti collettivi di lavoro già applicati a Air France, Iberia e Lufthansa "decurtati per quello che serve" rispetto al previsto piano industriale. Si tratta di una disponibilità totale ma ad una trattativa vera e dove sindacati e dipendenti siano partecipi e condividano le scelte.

SONDAGGIO del Sole 24 Ore del Giorno 21/09/2008 ore 10,30 circa

Risultati di:

Alitalia

Risultati di:

Alitalia

Nel sondaggio proposto giovedì ai nostri navigatori sul futuro della compagnia, il 71% ritiene che Alitalia debba fallire. Salvo colpi di scena, dunque la vicenda è giunta al capolinea. Secondo te, di chi è la principale responsabilità?

Del governo di centrosinistra che non ha chiuso in tempi ragionevoli con Air France 1%

Del centrodestra che ha strumentalizzato la vicenda Alitalia in campagna elettorale 36%

Del sindacato che ha tirato troppo la corda 39%

Dei manager che si sono avvicendati alla guida della compagnia 6%

Di tutta la classe politica degli ultimi decenni 17%Di nessuno: è la legge del mercato 1%

SONDAGGIO del Sole 24 Ore del Giorno 19/09/2008 ore 10,30 circa

Risultati di: Alitalia

Nel sondaggio proposto giovedì ai nostri navigatori sul futuro della compagnia, il 71% ritiene che Alitalia debba fallire. Salvo colpi di scena, dunque la vicenda è giunta al capolinea. Secondo te, di chi è la principale responsabilità?

Del governo di centrosinistra che non ha chiuso in tempi ragionevoli con Air France 1%

ìDel centrodestra che ha strumentalizzato la vicenda Alitalia in campagna elettorale 34%

Del sindacato che ha tirato troppo la corda 40%

Dei manager che si sono avvicendati alla guida della compagnia 6%

Di tutta la classe politica degli ultimi decenni 18%

ìDi nessuno: è la legge del mercatoì 1%

REPUBBLICA

http://temi.repubblica.it/repubblica-sondaggio?cmd=vedirisultati&pollId=965

Alitalia, di chi è la colpa?

La vicenda Alitalia è arrivata a un punto di gravissima crisi, quasi irreversibile. In queste ore, mentre i margini di soluzione positiva appaiono molto ridotti, è legittimo chiedersi di chi sono le maggiori responsabilità di quanto è accaduto. Secondo voi, di chi è la colpa?

Del governo in carica (189199 voti) 53%

Del governo precedente (7434 voti) 2%

Dei sindacati (68957 voti) 19%

Dei lavoratori (piloti, personale di volo, personale di terra) (17843 voti) 5%

Dei precedenti amministratori della compagnia (63614 voti) 18%

Della cordata di imprenditori privati (4622 voti) 1%

Non so (2907 voti) 1%

354576 voti alle 8:50. Sondaggio aperto alle 17:05 del 12.09.2008

Sondaggio chiuso alle 08:45 del 25.09.2008